Il nome proprio "Italia" nasce come toponimo. La sua origine, oggetto di studi sia da parte di linguisti sia di storici, è controversa. Non sempre, tuttavia, sono suggerite etimologie in senso stretto, bensì ipotesi che poggiano su considerazioni estranee alla specifica ricostruzione linguistica del nome oppure che sono riferite a tradizioni non dimostrate (come l'esistenza del mitologico re Italo)[19] o poco verosimili (come la correlazione del nome con il vitello).[20]
Prima che si affermasse il nome Italia, altri termini sono stati usati per riferirsi alla penisola, tra cui Esperia[21] (terra occidentale), Enotria[22] (terra del vino) o Ausonia[23] (terra degli Ausoni). Questi termini sono tuttavia rimasti nell'uso poetico per riferirsi all'Italia.
L'età Moderna è anche il periodo dell'evoluzione bellica, con la comparsa della polvere da sparo e di nuovi mezzi militari (cannoni, moschetti ecc.). Ciò modificò anche l'aspetto di molte città italiane, costrette a evolvere le proprie difese militari: nasce la fortificazione alla moderna, detta anche "fortificazione all'italiana", proprio perché i primi esempi di mura moderne compaiono nelle città italiane (classico esempio è quello delle Mura di Lucca).
Nella seconda metà del Cinquecento comincia il tramonto della vitalità rinascimentale, indebolita anche dalle nuove tensioni religiose dovute all'avvento della riforma protestante in Europa, che avevano portato a episodi luttuosi come il sacco di Roma del 1527 a opera dei Lanzichenecchi. Soltanto la repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio manterranno una certa prosperità e autonomia politica. Il Seicento è invece un secolo di crisi per tutto il Paese: la Chiesa, che ha subìto la perdita dell'unità cristiana dei fedeli, cerca con la controriforma di rafforzare la sua presenza nei Paesi rimasti cattolici, sia con iniziative educative e assistenziali, sia isolandoli dall'influsso degli Stati protestanti. L'Italia viene così salvaguardata dai conflitti religiosi che si accendono in Europa, ma è soggetta ugualmente a carestie, spesso seguite da epidemie.[61] Scoppiano perciò numerose rivolte contro la dominazione spagnola, di cui la più nota avviene a Napoli nel 1647 per opera di Masaniello, ma non portano a nessun cambiamento.
La pace di Aquisgrana, del 1748, pose fine all’ultimo grande conflitto europeo del Settecento combattuto anche sul suolo italiano: la guerra di Successione Austriaca, con essa Carlo Emanuele III tolse alcuni ex territori del ducato di Milano all’Austria portando il confine del suo regno al Ticino, mentre il ducato di Parma e Piacenza fu assegnato ai Borbone.
Tra i maggiori artefici del processo spiccano Mazzini, fondatore della Giovine Italia e figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo, Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste, Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del Regno di Sardegna, e Vittorio Emanuele II, abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.[69]
Al Regno d'Italia vengono quindi annessi il Veneto, al termine della terza guerra d'indipendenza e, dopo la presa di Roma, che nel 1871 diviene capitale d'Italia, il Lazio. Già nei primi anni dopo la riunificazione d'Italia le forti disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese determinano l'insorgere della questione meridionale legata al brigantaggio, fenomeno da cui emersero temuti capibanda come Carmine Crocco, Luigi Alonzi e Pasquale Romano.[70]
Le sconfitte militari su tutti i teatri bellici (si ricordano in particolare quella di El Alamein in Nord Africa e quella sul fiume Don sul Fronte russo) e i fatti del luglio 1943 (soprattutto lo sbarco alleato in Sicilia e il bombardamento di Roma) indeboliscono Mussolini che in una riunione del Gran Consiglio del Fascismo del 24-25 luglio 1943, viene sfiduciato. Il giorno seguente viene fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele III che lo sostituì a capo del governo con Pietro Badoglio; poche settimane dopo viene firmata la resa, mentre la Germania scatena l'operazione Achse e occupa militarmente le regioni centro-settentrionali della penisola, Roma compresa. La campagna d'Italia, condotta dagli Alleati con l'apporto della Resistenza italiana, si conclude nell'aprile del 1945 con la liberazione dei territori occupati, la capitolazione delle forze tedesche e la disgregazione della Repubblica Sociale Italiana, la struttura di governo collaborazionista organizzata da Mussolini dopo l'8 settembre. Il Duce, catturato mentre tenta di fuggire, viene ucciso dai partigiani il 28 aprile 1945.
A guerra finita l'Italia è in condizioni critiche: i combattimenti e i bombardamenti aerei hanno raso al suolo molti centri abitati, e le principali vie di comunicazione sono interrotte.[73] Il numero di italiani morti è stimato tra 415 000 (330 000 militari e 85 000 civili)[74] e 443 000 unità.
Sarà poi nella seconda metà degli anni '40 aiutata nella ricostruzione dal Piano Marshall, come tutti i paesi europei.
Il 2 giugno 1946 un referendum sancisce la fine della monarchia e la nascita della Repubblica; il 1º gennaio 1948 entra in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana.[76]Alcide De Gasperi, che già era Presidente del Consiglio dal 1945, continua ad esserlo fino al 1953. Attraverso un'azione di sviluppo coordinata dallo Stato mediante l'IRI e un'economia mista, l'Italia vive il miracolo economico italiano (con diversi notevoli successi anche di rango internazionale, tra cui la veloce costruzione dell'Autostrada del sole, il Programma spaziale San Marco, la costruzione di tre centrali nucleari tra le più potenti dell'epoca - soprattutto quella di Caorso, la costruzione di oltre due milioni di alloggi con il progetto INA-Casa, l'industrializzazione del Mezzogiorno grazie alla Cassa omonima), favoriti da un'elevata disponibilità di manodopera, dovuta a un forte flusso migratorio dalle campagne alle città e dal sud verso il nord: la crescita media del PIL del 6,3% tra il 1958 e il 1963[77] consente la riduzione del divario storico con paesi quali Regno Unito, Germania e Francia.
Gli anni ottanta e novanta sono invece segnati dal riflusso nel privato - favorito da una netta ripresa economica nella seconda metà degli anni '80 - e dalla lotta alla mafia, che nonostante importanti successi delle istituzioni è costata la vita a numerosi magistrati e uomini dello Stato, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
L'Italia separa, inoltre, il bacino occidentale del mar Mediterraneo da quello centrale, ossia il Mar Tirreno dal Mar Ionio. A nord del Salento si spinge l'insenatura lunga e stretta del mare Adriatico. Le isole di Sardegna e di Corsica dividono poi il mar Tirreno dal mar di Sardegna; le coste italiane si sviluppano su 7456 km[83] e presentano paesaggi di vario genere (dal lagunare al garganico, dall'adriatico al tirrenico ecc.).[84]
Il suolo italiano, fortemente antropizzato, ha varie caratteristiche (vulcanico, endolagunare, calcareo ecc.);[85] le zone collinari sono prevalenti rispetto alle zone montuose e a quelle pianeggianti, l'altitudine media del territorio è di circa 337 m s.l.m.
Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Appartiene all'Italia una gran parte del versante meridionale del sistema alpino, per una lunghezza di circa 1000 km. Le vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove sono numerose le cime che superano i 4000 m tra cui il Cervino (4478 m), il Monte Rosa (4634 m) e il Monte Bianco (4810 m), la montagna più alta d'Europa. La catena degli Appennini percorre tutta la penisola, dalla Liguria alla Sicilia, fino alle Madonìe; il Gran Sasso (2912 m), situato in Abruzzo, è la sua vetta più alta.
La geologia dell'Italia è molto complessa: l'assetto fisiografico e geologico attuale dell'area comprensiva della penisola italiana, delle sue isole e dei bacini marini adiacenti, è il risultato di numerosi eventi geodinamici successivi riconducibili, in estrema sintesi, all'interazione tra due placche litosferiche, la placca africana e quella europea a partire dal Cretacico superiore, periodo nel quale iniziò la progressiva chiusura del paleo-oceano della Tetide. Il margine meridionale africano, frammentandosi durante l'avvicinamento al continente settentrionale europeo, ha originato una serie di microplacche interposte la cui successiva accrezione ha dato luogo nel corso del Cenozoico all'attuale territorio peninsulare e siciliano.
In questo assetto si riconoscono due domini paleogeografici fondamentali, separati dalla linea Insubrica (Alpi centrali):
un dominio europeo, dato dal margine meridionale della placca europea, che include il blocco sardo-corso e parte del mar Tirreno, l'arco Calabro Peloritano, il bacino del Mediterraneo occidentale, il sistema di falde alpine a vergenza europea, costituite principalmente da rocce metamorfiche e intrusioni di batoliti che testimoniano il regime di compressione derivato dal movimento della placca africana verso nord e dalla collisione con la placca continentale europea;
un dominio africano (in senso lato) costituito dall'insieme del Dominio Sudalpino e dei domini adriatico e apulo, che rappresentano l'insieme di microplacche accrezionate appartenenti al margine del continente meridionale.
Il Dominio Sudalpino è formato da un sistema di falde a vergenza adriatica, costituite principalmente da sequenze carbonatiche e miste che si prolungano a est nelle Dinaridi.[88] Nella catena appenninica, la linea tettonica "Ancona-Anzio" separa l'Appennino settentrionale, principalmente costituito da flyschterrigeni, dall'Appennino meridionale ove le formazioni carbonatiche sono più frequenti. L'assetto strutturale appenninico è caratterizzato nel suo insieme da un sistema di falde che sovrascorre sull'avampaese apulo. Questo sistema di falde, che costituisce la parte affiorante della placca adriatica, si estende dal mar Ionio fino all'estremità occidentale della val Padana e rappresentava in origine una sorta di "promontorio" settentrionale della placca africana.
L'avampaese apulo (costituito sostanzialmente dal territorio pugliese), rappresenta un dominio di piattaforma carbonatica stabile, persistente dal Mesozoico al Miocene e successivamente emerso, coinvolto solo marginalmente nell'orogenesi appenninica. La Sicilia è formata nella parte centro-orientale da rocce carbonatiche e silicoclastiche appartenenti al margine convergente africano deformato ("unità maghrebidi"), mentre nella sua parte nord-orientale (Monti Peloritani) è di pertinenza europea ("unità peloritane"); le unità "sicilidi" e "numidiche" interposte rappresentano la copertura sedimentaria del dominio oceanico tetideo, in gran parte di natura flyschoide, scollata dal substrato originario di crosta oceanica (non conosciuto) e sovrascorsa sul margine africano.
Il blocco sardo-corso costituisce un elemento strutturale appartenente al continente europeo, originariamente solidale al margine meridionale franco-spagnolo e distaccatosi in età oligo-miocenica, ruotando in senso antiorario fino a collidere con il margine continentale africano. Nel quadro tardo e post-collisionale dell'area si inserisce il processo di espansione oceanica in corso del Mar Tirreno. Il mar Tirreno ha una crosta oceanicaneogenica in espansione in due aree: bacino di Marsili e di Vavilov;[89] si ritiene che una crosta oceanica mesozoica si trovi nello Ionio sotto una massiccia copertura sedimentaria.
Dal punto di vista stratigrafico, le rocce sedimentarie affioranti databili con sicurezza in base al contenuto paleontologico risultano di età compresa tra il Cambriano e il Quaternario. Metamorfiti di basso grado affioranti nella parte meridionale della Sardegna, costituite da arenarie alternate con peliti, sono datate dubitativamente al Precambriano.[91] La maggior parte della copertura sedimentaria affiorante in territorio italiano è post-paleozoica. Il Paleozoico Inferiore non metamorfico affiora solamente in Sardegna e in Carnia, mentre il Paleozoico Superiore (permo-carbonifero) è presente in lembi più o meno estesi nei domini sudalpino e appenninico.
In Italia sono presenti numerosi vulcani: i più noti sono l'Etna (3357 m), il vulcano più alto d'Europa, il Vesuvio e lo Stromboli. L'elevata attività vulcanica e magmatica neogenica - quaternaria appenninica, è suddivisibile in province:
Fino agli anni cinquanta l'Italia fu il primo e unico paese a sfruttare, nella zona di Larderello e poi nell'area del Monte Amiata, l'energia geotermica per produrre energia elettrica. L'elevato gradiente geotermico che caratterizza parte della penisola rende altre province potenzialmente sfruttabili: ricerche svolte negli anni sessanta-settanta individuarono potenziali campi geotermici nel Lazio e in Toscana, così pure in gran parte delle isole vulcaniche.[93]
Per la situazione geodinamica il suo territorio è frequentemente soggetto a terremoti dando all'Italia il primato in Europa per questi fenomeni:[94] su 1 300 sismi distruttivi avvenuti nel II millennio nel Mediterraneo centrale ben 500 hanno interessato l'Italia;[95] analisi dei movimenti focali indicano che essi sono per lo più distribuiti lungo le aree interessate dalla tettonica alpina e appenninica, ove sono causati rispettivamente da movimenti lungo faglie.[92] Nel Tirreno meridionale, la distribuzione degli ipocentri, fino a una profondità di 500 chilometri indicherebbe la presenza di un piano di Benioff dato dalla subduzione della litosfera ionica.
Il fiume più importante è il Po, lungo 652 km, portata media circa 1460 m³/s e bacino di circa 70000 km[96] (anche se il fiume più lungo che nasce nel Paese è la Drava, che scorre in Italia per pochi chilometri prima di attraversare il confine internazionale, per poi sfociare infine nel Danubio). Esso attraversa la pianura padana sfociando nel mare Adriatico con un delta che è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.[97]
La regione italiana (compresa tra il 47º e il 35º parallelo nord) si trova quasi al centro della zona temperata dell'emisfero boreale.
Il clima è fortemente influenzato dai mari che la circondano quasi da ogni lato e che costituiscono un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto temperato mediterraneo.[99]
Secondo la classificazione di Köppen,[100] l'Italia è suddivisa in tre tipi di clima (temperato, temperato freddo e freddo), a loro volta suddivisi in microclimi: si passa dal clima temperato subtropicale (presente nelle aree costiere della Sicilia, della Sardegna meridionale e della Calabria centrale e meridionale) al clima glaciale (tipico delle vette più elevate delle Alpi ricoperte da nevi perenni, a quote generalmente superiori ai 3 500 metri s.l.m.).
Con 58 997 201 abitanti,[101] l'Italia è il terzo paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania e Francia) e la sua densità demografica è di 195 abitanti per chilometro quadrato, più alta della media dell'Unione.[102]
La popolazione è concentrata principalmente nelle zone pianeggianti (49,1% dei residenti) e collinari (38,8%) del paese,[103] è caratterizzata nel 2022 da un alto numero di anziani (l'indice di vecchiaia è pari a 161,4), da un basso tasso di fecondità, pari a 1,25 e da una speranza di vita di 80,5 anni per gli uomini e di 84,8 per le donne.[13]
Alla fine del XIX secolo l'Italia è un paese di emigrazione di massa,[104] fenomeno che si manifesta prima nelle regioni settentrionali e poi in quelle meridionali. Le principali destinazioni sono le Americhe (Stati Uniti, Brasile, Argentina, Uruguay) e l'Europa centro-settentrionale (in modo particolare la Germania). Nel XX secolo l'emigrazione diviene anche interna, attratta dallo sviluppo industriale di alcune aree settentrionali del Paese.[105] Il numero di italiani residenti all'estero che conservano la cittadinanza italiana è stimato in circa 4 200 000.[106]
Per quanto riguarda il fenomeno dell'immigrazione, invece, il numero di immigrati o residenti stranieri regolari in Italia è aumentato considerevolmente soprattutto a partire dal 2001 e, secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2022 contava 5 141 341 unità, l'8,7% della popolazione residente;[107] le comunità più numerose erano quella rumena (1 081 836 residenti), quella albanese (416 829) e quella marocchina, (415 088)[7] A questi dati vanno aggiunti gli stranieri irregolari, circa 404 000 secondo un rapporto del 2015 sull'immigrazione della Fondazione Ismu.[108]
L'italiano moderno, nato nell'Ottocento in gran parte grazie all'opera di Alessandro Manzoni, era parlato, negli anni dell'unità, da poco più del 10% della popolazione,[109][110] cui si aggiungeva un numero imprecisato di persone che ne avevano una conoscenza variabile. Esso si è in seguito diffuso gradualmente, dapprima grazie all'istruzione elementare, al fenomeno dell'inurbamento e alla creazione di una burocrazia e di un esercito nazionali, e poi, dopo la seconda guerra mondiale, a causa dell'azione di radio e televisione.[111] Nel territorio italiano, tuttavia, sono parlate numerose altre lingue, sviluppatesi ed evolutesi indipendentemente dal toscano.[112]
Le minoranze linguistiche storiche presenti in Italia ufficialmente riconosciute e tutelate sono quelle "delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate, e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo".[114] Vi sono inoltre diverse parlate regionali che, sebbene siano censite dall'UNESCO come lingue minoritarie e dalla comunità linguistica internazionale come lingue non riconducibili all'italiano, non godono di alcun riconoscimento o tutela da parte dello Stato Italiano.[115]
Nelle regioni e nei comuni interessati dal bilinguismo, gli uffici pubblici e la segnaletica stradale sono bilingui o trilingui (come i comuni ladini dell'Alto Adige e walser dell'alta valle del Lys), e i documenti ufficiali possono essere redatti in italiano o nell'altra lingua riconosciuta.
I cittadini italiani sono in maggioranza cristiani cattolici, anche se negli ultimi anni si è osservato un forte calo dei credenti dovuto ad un crescente processo di secolarizzazione.
Secondo una ricerca Doxa del 2019 i cattolici sarebbero il 66,7% della popolazione, gli atei e agnostici il 15,3% e i credenti di altre religioni il 18%[117][118].
Secondo il CESNUR, nel 2023 in Italia c'erano circa 3.200 aderenti a religioni indigene pre-cristiane, neopagane o neosciamaniche.[126] Fra le forme moderne di politeismo nativo si trova la Via romana agli dei, che include organizzazioni come Nova Roma, l'Associazione Tradizionale Pietas, la Communitas Populi Romani, il Movimento Tradizionale Romano e la Societas Hesperiana pro Culto Deorum. Vi sono anche pagani appartenenti ad altre religioni europee, come il Germanesimo, a cui appartengono la Comunità Odinista e il Tempio del Lupo; il Druidismo, l'Ellenismo e la Wicca.[127]
Nel corso del XIX secolo si origina in Sicilia[128] un fenomeno criminale organizzato sul territorio e connotato da stretti legami con la politica e il potere economico, la mafia, termine che diviene sinonimo di "crimine organizzato"; in Italia sono di stampo mafioso organizzazioni come cosa nostra in Sicilia, la camorra in Campania, la 'ndrangheta in Calabria e la sacra corona unita e la società foggiana in Puglia. Il fenomeno mafioso, che in Italia, secondo un rapporto del Censis del 2009, riguarda direttamente il 22% degli italiani e il 14,6% del PIL,[129] è poi proliferato a livello mondiale, con diffusione e caratteristiche autonome.
L'Italia si distingue per una forte e continua lotta contro la mafia, costata la vita a magistrati, uomini delle forze dell'ordine e delle istituzioni,[130] ma che ha ottenuto notevoli risultati, con l'arresto di numerosi boss malavitosi.
Per quanto riguarda gli omicidi, nel 2006, l'Italia risultava essere il secondo paese più sicuro d'Europa, assieme a Danimarca, Germania e Spagna, dopo la Norvegia.[131] Secondo una ricerca de Il Sole 24 Ore, basata su dati del Ministero dell'Interno e riferita al primo semestre del 2010, in Italia i reati perpetrati, soprattutto nelle grandi aree urbane e nelle zone ad alta densità infrastrutturale, sono circa 1 292 000. Milano, Torino e Bologna, con circa 30 reati ogni mille abitanti, risultano le città più a rischio, Matera, Potenza e Belluno quelle più sicure. Per quanto riguarda i reati che impattano sull'economia (usura, riciclaggio di denaro e truffe) le città più penalizzate sono Napoli, Bologna, Trieste, La Spezia e Genova.[132]
Elevata è la corruzione all'interno della pubblica amministrazione (in modo particolare nel settore sanitario): secondo il Rapporto Eurispes 2010 l'Italia è al 63º posto (su 180 paesi) nella classifica globale.[133] Le regioni più colpite da questo fenomeno sono Calabria, Sicilia e Puglia. Secondo il SAeT (Servizio Anticorruzione e Trasparenza), la corruzione "scoperta" è solo la punta di un iceberg rispetto a un'ingente corruzione "coperta" che affligge un'ampia parte della società italiana.[133]
In campo radiotelevisivo[134] il panorama italiano è caratterizzato dal duopolio RAI - Gruppo Mediaset (negli anni duemila, è diventato rilevante anche il ruolo della pay tv di Sky), i cui ascolti complessivi, stabili da molti anni, si attestano nel 2010 al 78,6% del mercato.[135] A rafforzare la predetta concentrazione è il ruolo centrale svolto dalla televisione come mezzo informativo, che in Italia nel 2010 si attesta attorno al 90%;[135] la possibile influenza dell'allora presidente del Consiglio Berlusconi, già proprietario di Mediaset, sul network pubblico RAI, ha portato l'organizzazione Freedom House a classificare nel suo rapporto l'Italia, unico paese dell'Europa occidentale, come "parzialmente libera",[136] mentre il rapporto 2017 di Reporter senza frontiere[137] colloca l'Italia al 52º posto (su 180) nel mondo per la libertà di stampa.
Nel rapporto 2011 sulla libertà della rete, l'Italia è "libera", non rilevandosi significative limitazioni alla libertà d'espressione e d'informazione sul web;[138] alla fine del 2011 la penetrazione internet è al 58,7%.[139]
Il sistema politico italiano è quello tipico di una repubblica parlamentare, in cui il parlamento è l'unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare.
I comuni italiani sono caratterizzati da piccole dimensioni e pochi abitanti, al 2019 il 45,8% dei comuni non supera i 20 chilometri quadrati di superficie e il 69,6% non supera i 5 000 abitanti.[156]
Il sistema tributario italiano si informe a criteri di progressività[157]. Le principali imposte nazionali sono l'IRPEF (imposta sui redditi delle persone, con aliquote dal 23% al 43%), l'IRES (imposta sui redditi delle società, fissata al 24%), l'IRAP (imposta locale sulle aziende, fissata al 3,9% + massimo 0,92% delle regioni) e l'IVA (imposta su vendita di beni e servizi, fissata al 22% con aliquote minori per particolari settori).
A questi cicli d'istruzione si affianca la scuola dell'infanzia, un'istituzione prescolastica non obbligatoria, caratterizzata dal gioco e della convivenza con i compagni e dalla preparazione al primo ciclo d'istruzione.
Il ciclo degli studi all'università si articola, dopo la riforma introdotta dal processo di Bologna, in tre fasi:
Secondo un'analisi ISTAT del 2010, il livello di istruzione e formazione degli studenti italiani è carente, soprattutto se paragonato a quello degli altri paesi europei: il 46,1% della popolazione adulta ha conseguito la sola licenza media, laddove la media europea si attesta al 28,5%. Nelle scuole superiori l'elevato numero di abbandoni scolastici porta l'Italia al primato negativo in Europa per i giovani tra 18 e 24 anni che lasciano la scuola superiore senza aver conseguito il diploma (il 20% nel 2009); anche il numero di laureati è sotto la media europea (solo il 21,6% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). A ciò si aggiunge una bassa qualità dell'istruzione: secondo una valutazione condotta nell'ambito del programma per la valutazione internazionale dell'allievo, la competenza dei quindicenni italiani, già inferiore al valore medio nei 30 paesi OCSE, è aggravata dalla carenza nell'utilizzo di nuove tecnologie. L'Italia ha infine il primato europeo dei giovani che non studiano, né lavorano (nel 2009 erano il 21,2% delle persone tra 15 e 29 anni).[159]
Il Servizio sanitario nazionale italiano (SSN) è un sistema pubblico di carattere universalistico che, come stabilito dall'art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana, garantisce il diritto alla salute e all'assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali, derivanti dai ticket sanitari (cioè le quote con cui l'assistito contribuisce alle spese) e dalle prestazioni a pagamento.[160]
Una ricerca del 2000 dell'Organizzazione mondiale della sanità colloca il sistema sanitario italiano al secondo posto nel mondo, dopo la Francia, in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini.[161] Tuttavia, solo il 35,8% della popolazione si dichiara soddisfatto del sistema sanitario e il 42% dell'assistenza ospedaliera, mentre il 79,4% ritiene intollerabili i tempi di attesa nelle strutture sanitarie.[162]
il figlio di padre o di madre cittadini (Ius sanguinis);
chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi (Ius Soli per caso specifico);
se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge statale di questi;
se la persona vive stabilmente da almeno 4 anni se proveniente da un paese dell'Unione Europea, 10 anni se da altri paesi (la cosiddetta naturalizzazione).
In accordo a modalità previste dalla legge, si può acquisire la cittadinanza italiana pur appartenendo a tutti gli effetti a un altro paese.
L'Italia riconosce la doppia cittadinanza, si può quindi ottenere la cittadinanza italiana senza rinunciare a quella di un altro stato.
Membro del G7, nel 2018 l'Italia è l'ottava (secondo il FMI[167]) o la nona (secondo Banca Mondiale[168] e ONU[169]) potenza economica del pianeta per PIL nominale assoluto, con un valore simile al Brasile, e l'undicesima o dodicesima se si considera la parità dei poteri di acquisto, con un valore simile al Messico. Anche in termini pro-capite l'Italia è una delle economie più ricche, occupando una posizione nel mondo tra la 25ª e la 28ª secondo le diverse classifiche e tra la 29ª e la 35ª a parità di potere d'acquisto.
Come tutte le economie avanzate, anche l'Italia è fortemente orientata verso il settore dei servizi, che nel 2023 ha rappresentato tre quarti del valore aggiunto (contro poco più del 50% nel 1970); tuttavia la quota dell'industria rimane alta se comparata con gli altri grandi paesi europei, pari a circa il 23% del PIL.[172] Il tessuto produttivo dell'economia è formato in prevalenza da piccole e medie imprese: quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran parte dalle famiglie fondatrici e, in taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di public company, impresa a capitale diffuso gestita da un management, è poco diffuso.
Dopo una politica fiscale molto espansiva durante gli anni ottanta, a partire dai primi anni novanta l'Italia ha perseguito una politica fiscale molto più rigida, per rientrare nei parametri dell'Unione economica e monetaria. Nel 1999 il Paese ha aderito all'euro, che ha sostituito la lira anche nella circolazione cartacea a partire dal 2002, cosicché negli anni duemila l'Italia ha potuto registrare tassi di inflazione e di interesse notevolmente più bassi che nei decenni precedenti.
Durante la grave grande recessione il tasso di disoccupazione in Italia è passato dal 6,1% del 2007 all'8,4% del 2011 e al 10,6% del 2018[173]; il PIL nel 2011 è del 4,5% più basso che nel 2007 e, nello stesso arco di tempo, il debito pubblico è aumentato di 17 punti percentuali rispetto al PIL[174]. Problemi come l'evasione fiscale, l'elevato debito pubblico (di 2855 miliardi[175], pari al 137,25 % del PIL a fine 2023[176]) e la criminalità organizzata ostacolano la crescita economica.
Nel corso del XX secolo l'Italia si è trasformata da paese prevalentemente agricolo a paese industriale vero e proprio. Di conseguenza, il settore agricolo (comprensivo di selvicoltura e pesca) ha visto l'occupazione calare drasticamente, passando dal 43% al 3,8% del totale,[177][178] una percentuale minima nel quadro economico nazionale. Al 2011, gli occupati in agricoltura sono 891 000, in gran parte uomini (71,3 % del totale) e residenti nel Mezzogiorno (46,8% del totale).[179]
La superficie agricola italiana, dati 2011, è pari a 17,8 milioni di ettari, di cui 12,7 utilizzati, e si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (45,7%).[180] Da notare che il 10% della manodopera agricola è straniera.[178]
Nel 2010 il valore complessivo della produzione agricola era pari 48,9 miliardi di euro,[181] mentre nel 2022 era pari a 74,7 miliardi di euro.[182] Per quanto riguarda la produzione vegetale, che incide per 25,1 miliardi,[183] i maggiori prodotti in termini di valore sono stati il vino (1 803 milioni di euro), il granoturco (1 434), l'olio (1 398) e i pomodori (910). Per quantità prodotte, invece, i prodotti principali dell'agricoltura italiana sono il granoturco (84 milioni di quintali), i pomodori (66), il frumento duro (38) e l'uva da vino (35).[184]
Nel comparto della produzione di origine animale spiccano latte di vacca e di bufala (4 040 milioni di euro per 11 200 migliaia di tonnellate), carni bovine (3 199 e 1 409 rispettivamente), carni suine (2 459 e 2 058) e pollame (2 229 e 1 645).[185]
La produzione complessiva della pesca marittima e lagunare, comprensiva di crostacei e molluschi, si attesta nel 2010 a 2 247 milioni di euro.[181]
Paragonata ai grandi paesi produttori di idrocarburi l'Italia possiede giacimenti modesti, anche se ne sono presenti di grandi come quelli petroliferi nella val d'Agri in Basilicata[187], il più grande dell'Europa continentale, e nell'area di Crotone in Calabria (Il Campo Luna-Hera Lacinia). Nel 2023 l'Italia, con 119 mila barili al giorno, si posiziona al 41° posto nel mondo tra i paesi produttori di petrolio, al quarto posto in Europa e al primo nell'UE. La produzione copre circa il 10% dei consumi.[188] Per quanto riguarda il gas naturale, i giacimenti più importanti si trovano nella Pianura Padana, in Abruzzo, in Puglia, in Basilicata e offshore nell'Adriatico e nel Canale di Sicilia. L'Italia nel 2022, con 3100 milioni di metri cubi, si colloca al 53° posto nel mondo tra i paesi produttori di gas, al nono posto in Europa e al quinto in UE. La produzione copre circa il 4% dei consumi.[189] Le modeste risorse rispetto al fabbisogno nazionale rende l'Italia una delle maggiori nazioni importatrici di idrocarburi.
Industria
L'Italia, la cui quota di produzione mondiale nel settore manifatturiero si attesta al 2023 attorno al 3,5%, collocandola al secondo posto in Europa e all'ottavo nel mondo[190], differisce, rispetto agli altri paesi industrializzati, per una vasta diffusione di piccole e medie imprese di proprietà familiare.[191][192] A partire dal Nord-Est del Paese, si sono affermati i cosiddetti distretti industriali, un modello che ha visto una consistente diffusione lungo la dorsale adriatica, al punto da costituire una delle caratteristiche peculiari dell'economia italiana.[193]
Lo stile italiano – soprattutto nel disegno industriale, nell'arredo e nell'auto – si contraddistingue per la mescolanza di fantasia e rigore progettuale e si caratterizza per l'uso di materiali considerati scarti, ma al tempo stesso innovativi.[202] Nato alla fine del XIX secolo,[203] diviene Bel Design tra il 1945 e il 1965, quando nascono la Vespa V98 farobasso, la Innocenti Lambretta, la Iso Isetta, la Fiat 600 e la Fiat Nuova 500 nel campo dei trasporti, la macchina da cucire Mirella della Necchi, la macchina da calcolo elettrica Divisumma 24 di Olivetti e alcuni radioricevitori e televisori progettati per RadioMarelli e Brionvega nel campo degli elettrodomestici. Al design italiano, rappresentato da aziende,[202] scuole di specializzazione[204] e artisti come Gio Ponti, Ettore Sottsass e Bruno Munari, sono dedicati musei[205] e riconoscimenti, come il Premio Compasso d'oro, il più antico e prestigioso premio mondiale di design.[206] La Fiera di Milano, il maggiore polo espositivo europeo, ospita annualmente numerose esposizioni di design di livello internazionale.[207] Per il disegno industriale dell'auto si ricordano nomi che hanno progettato modelli storici, segnando profondamente il settore, come l'azienda Pininfarina e i designer Giorgetto Giugiaro, Sergio Scaglietti e Bruno Sacco.
In Italia il terziario rappresenta il settore più importante dell'economia, sia per numero di occupati (nel 2013 pari al 72,1% del totale) sia per valore aggiunto (il 74,4%).[210]
Secondo il rapporto sul terziario pubblicato nel 2014 dalla Confcommercio, il 56,3% delle imprese ad essa iscritte appartiene al settore dei servizi, suddiviso nei quattro sottosettori indicati nella tabella che segue:[210]
Sul finire degli anni ottanta del XX secolo e nel decennio successivo vari fattori, come deregolamentazione, disintermediazione e nuove tecnologie hanno spinto, in linea con l'andamento internazionale, i settori bancario e assicurativo a processi di concentrazione e a forme d'integrazione[211] normati dalla L. 287/90[212] contro gli abusi da posizione dominante. Questi gruppi bancari ricoprono, attraverso la partecipazione azionaria in importanti industrie o società di servizi o tramite la presenza nei patti parasociali aziendali, un ruolo primario nel sistema economico italiano.[213]
Un settore di primaria importanza per l'economia italiana continua a essere il turismo: secondo il Rapporto Eurispes 2011 occupa poco meno di 2 500 000 di addetti, l'incidenza sul PIL è del 9,5% e la sua quota mondiale si attesta al 4,1%.[214] Nel 2019 gli introiti derivanti dal turismo si aggirano intorno ai 42 miliardi di euro.[215]
Nel 2019 l'Italia, con 62,1 milioni di turisti stranieri annui, è al quinto posto nel mondo per arrivi internazionali, e con 215 milioni di pernottamenti è al quarto posto per numero di presenze turistiche al mondo, dopo Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e Cina.[216] Anche per quanto riguarda le entrate derivanti dal turismo internazionale, l'Italia si colloca al quinto posto al mondo con 42 miliardi di dollari nel 2019.[216]
Rilevanti sono anche i flussi turistici interni. Nel 2011 si sono registrati 68,2 milioni di viaggi di turisti italiani all'interno del Paese, in forte contrazione (-16,5%) rispetto all'anno precedente. Le regioni più visitate d'Italia sono, nell'ordine: Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana. Le città più visitate sono invece Roma, Milano e Venezia.[217]
L'Italia è stato il primo paese al mondo a inaugurare un'autostrada: la Milano-Laghi (o Autostrada dei Laghi, oggi parte dell'A8), costruita da Piero Puricelli e inaugurata nel 1924.[218][219] Nel giro di pochi anni, tra il 1958 e il 1964, verrà costruita l'Autostrada del Sole (o A1), capace di dare un'ulteriore spinta alla modernizzazione del paese.
Nel 2021 l'Italia si colloca al 14° posto nel mondo per utilizzo di fonti rinnovabili con 118,442 GWh prodotti (settimo posto in Europa). La fonte più redditizia è l'energia idroelettrica; nel 2023 con 37.94 TWh prodotti l'Italia si colloca al 18° posto nel mondo (settima in Europa). Le centrali idroelettriche sono localizzate principalmente nell'arco alpino e in alcune zone appenniniche.
Segue l'energia solare con 31.01 TWh prodotte nel 2023, che colloca l'Italia al nono posto nel mondo (terza in Europa). Le principali centrali fotovoltaiche si trovano in Puglia, nel Lazio, e in Emilia-Romagna.[230]
L'energia eolica, con 23.51 TWh prodotte nel 2023, piazza l'Italia al 14° posto nel mondo (settima in Europa). I principali parchi eolici sono principalmente nelle regioni meridionali e nelle isole maggiori.[231]
Per quanto riguarda la bioenergia l'Italia, con 18 TWh prodotte nel 2022, si colloca al nono posto nel mondo (terza in Europa). Le centrali a biomasse sono collocate principalmente nelle regioni settentrionali.[232]
L'energia nucleare, che in Italia fu sfruttata dal 1963 al 1990, ad oggi non vede più alcun sfruttamento, dato il risultato del referendum del 1987 che determinò la chiusura delle centrali presenti nel paese.
Sistema idrico
Il prelievo annuo di acqua potabile è superiore a 9 Gm³, il valore più alto dell'UE e corrispondente mediamente a 420 L al giorno pro capite. L'acqua viene prelevata principalmente da falda acquifera tramite sorgente e pozzo per poi essere immessa nella rete idrica, la cui scarsa efficienza ne provoca una perdita del 42%.[234]
I rifiuti urbani raccolti annualmente ammontano mediamente a 30 Mt (circa 0,5 t pro capite) e la percentuale di raccolta differenziata sul totale è del 58%.[235] A livello nazionale la percentuale di raccolta differenziata è andata sempre aumentando di anno in anno.[236] Nel 2020 i rifiuti prodotti ammontano a 174.9 milioni di tonnellate, quarto paese in Europa, ed il tasso di riciclo è dell'83,2 %, primo paese in Europa e ben sopra la media dell'UE (39,9 %).[237] I rifiuti non riciclati vengono conferiti direttamente in discarica oppure trattati negli inceneritori o nei gassificatori.
Per quanto riguarda l'economia circolare nel 2023 l'Italia vanta un tasso di circolarità del 20,8%, seconda in Europa dietro solo ai Paesi Bassi, ben al di sopra del tasso dell'UE (11,8%).[238]
Nei decenni successivi all'Unità d'Italia, le regioni settentrionali del Paese, Lombardia, Piemonte e Liguria in particolare, cominciano un processo d'industrializzazione e di sviluppo economico mentre le regioni meridionali rimangono indietro. A causa del crescente divario economico e sociale si comincia a parlare di questione meridionale.[239] Lo squilibrio tra Nord e Sud, ampliatosi costantemente nel primo secolo post-unitario, si riduce negli anni sessanta e settanta anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche, l'attuazione delle riforme agraria e scolastica,[240] l'espansione dell'industrializzazione e le migliorate condizioni di vita della popolazione.[239] Questo processo di convergenza si interrompe, invece, negli anni ottanta. Nel 2019 il PIL pro-capite del Mezzogiorno ammontava a circa il 51% di quello del Nord-ovest,[241] mentre Il tasso di occupazione della popolazione di 15 anni e più nel 2017 era del 48,9% tra i residenti al Centro-nord e del 33,8% nel Mezzogiorno. Il tasso di disoccupazione riflette un simile divario, registrando al Centro-Nord l’8,4% della forza lavoro in cerca di occupazione, e nel Mezzogiorno il 19,6%.[242]
Uno studio del Censis attribuisce alla presenza pervasiva di organizzazioni criminali un ruolo importante nel ritardo del Mezzogiorno d'Italia, stimando una perdita annuale di ricchezza del 2,5% nel Mezzogiorno nel periodo 1981-2003 dovuta alla presenza di tali organizzazioni e valutando che senza di esse il PIL pro-capite del Mezzogiorno avrebbe raggiunto quello del Nord.[243]
Ambiente
L'articolo 9 della Costituzione italiana sancisce la tutela del paesaggio,[244] che dal 1986 è salvaguardato dal Ministero dell'Ambiente che ha il compito di coordinare il risanamento delle aree colpite dal degrado e di tutelare quelle ancora intatte.[245]
29 aree marine protette per un’estensione di circa 222 mila ettari a cui si aggiungono due parchi sommersi ed il Santuario internazionale per i mammiferi marini, con altri 2,5 milioni di ettari protetti, per un totale di 32 aree marine protette.[250] Il Santuario è l'area più estesa, costituito in cooperazione con la Francia e il Principato di Monaco.[251] Considerando anche le aree protette statali e regionali la superficie marina tutelata si estende per 28530,3 km².[246]
L'Italia è ricchissima di biodiversità ed è il paese europeo con più specie di piante superiori,[253][254] molte delle quali endemiche. Questo è dovuto a una molteplicità di fattori quali l'eterogeneità ambientale, la complessa struttura dell'orografia italiana, le vicissitudini biogeografiche e la storia geologica. L'Italia, assieme alla penisola iberica e al sud dei Balcani, è stata inoltre un rifugio per molte specie animali e vegetali estintesi nelle zone centrali e settentrionali del continente europeo durante le glaciazionipleistoceniche. L'ampia estensione latitudinale della penisola, di circa 10°, la pone a cavallo tra le zone climatiche temperate, centroeuropea (Cfa o Cfb secondo Köppen) e calda mediterranea (Csa secondo Köppen) e quindi almeno su due zone di vegetazione molto diverse.[253][255]
Le aree più ricche di endemismo sono, oltre alle isole (soprattutto la Sardegna), gli alti massicci montuosi isolati tra aree più basse, considerabili come "isole biogeografiche": alcuni esempi sono le Alpi Apuane per le piante e le Prealpi orientali per gli insetti cavernicoli. La fauna d'acqua dolce è spesso differenziata tra i fiumi del nord Italia (bacino del Po) e quelli del centro.[254]
La vegetazione naturale potenziale del territorio italiano è il bosco su tutto il territorio tranne che sulle vette più elevate del piano nivale e nelle zone più aride delle isole circumsiciliane, oltre che nelle aree più prossime al mare. I boschi italiani sono fortemente sfruttati per la selvicoltura che prende la forma di ceduazione per i boschi di querce (che principalmente producono legna da ardere) e di castagno (per la produzione di pali) mentre quelli di faggio e di conifere sono perlopiù trattati a fustaia.[254][256]
I boschi mediterranei di leccio sono quasi sempre degradati dalla ceduazione, dagli incendi e dal pascolo ovicaprino; gli stadi di degradazione sono noti come macchia mediterranea quando si ha un denso e impenetrabile cespuglieto alto qualche metro e di gariga se il terreno è coperto di vegetazione bassa che lascia scoperto il terreno, spesso ricco di affioramenti rocciosi. Gli stadi di macchia e gariga comunque portano un contributo positivo alla biodiversità italiana in quanto ricche di specie rare e da proteggere, tra cui numerose orchidee.[253][254][256] La fauna italiana è molto ricca di endemismi, soprattutto negli invertebrati, nei pesci d'acqua dolce,[257][258] negli anfibi e nei rettili. Gli uccelli e i mammiferi, animali più mobili, sono caratterizzati da un minor tasso di endemismo.[253][254][256] Non è da trascurare l'uso ricreativo che hanno le foreste (soprattutto pinete di pino domestico) prossime ai centri urbani.[256] L'elevata densità di popolazione, l'industrializzazione diffusa, l'estesa urbanizzazione delle zone costiere e planiziari, l'inquinamento delle acque, l'introduzione di specie aliene e l'agricoltura intensiva fanno sì che la difesa della biodiversità e degli ambienti naturali siano questioni particolarmente rilevanti.[254]
Nel corso dei secoli l'Italia, secondo tutti gli storici, ha portato un contributo di primo piano alla cultura mondiale, tanto da essere riconosciuta come una Superpotenza Culturale.[259][260] In particolare nei due periodi in cui il territorio italiano fu il centro della civiltà del tempo, ovvero durante l'Impero romano e il Rinascimento, il ruolo che ebbe nella storia della conoscenza umana fu di grande rilevanza.
Dai templi greci ai borghi medievali, dalle terme romane alle ville settecentesche, l'Italia possiede molteplici monumenti nazionali, dichiarati tali da una legge apposita che ne riconosce l'importanza culturale e artistica per la comunità.[261] Sebbene vari istituti si occupino della catalogazione dei beni artistici italiani, non è possibile formulare una stima affidabile del patrimonio artistico nazionale, che peraltro ha subito e subisce una consistente opera di accrescimento, da un alto, e di dispersione dall'altro.[262]
Il ricco patrimonio culturale italiano è testimoniato anche dalla presenza di 60 siti iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, primo paese al mondo.[18]
Le prime rilevanti produzioni artistiche in Italia risalgono al neolitico.[274] Nell'evo antico, etruschi e romani costituiscono grandi poli artistici in grado di rivaleggiare con l'arte greca, la quale risplendeva già in Magna Grecia e in Sicilia. Con il tardo impero e le invasioni barbariche si avvia quel processo di decentramento che porta a far fiorire più capitali e più centri artistici come Milano, Ravenna e Pavia. Eccezionale e irripetibile è la fioritura di Palermo sotto gli arabi. Dopo l'anno Mille si ha una ripresa della produzione artistica, che culmina nei grandi cantieri architettonici romanici, in cui viene riavviata anche la scultura monumentale, come con Wiligelmo e Benedetto Antelami.
La pittura invece subisce sorti alterne, restando fermamente ancorata ai modelli bizantini fino al XIII secolo. I mercanti delle repubbliche marinare, portando in patria modelli e spunti da tutto il Mediterraneo, danno impulso alle scuole locali, in cui non mancano di manifestarsi graduali progressi. In Toscana Nicola Pisano, Cimabue e Giotto pongono infatti le basi per una vera e propria rivoluzione figurativa, dove la rappresentazione veritiera dello spazio, della figura umana e dei suoi affetti è alla base di futuri, straordinari sviluppi.[275] L'arte gotica fiorisce con risultati di estrema eleganza in centri come Siena, Milano, Napoli.
Il Rinascimento è un fenomeno culturale di ampia portata, che affonda le radici nell'Umanesimo letterario trecentesco e nel rinnovato interesse per l'arte romana. Agli albori del Quattrocento, a Firenze, Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio stimolano uno sviluppo delle arti all'insegna di un rinnovato rigore, della rinuncia all'"ornato" superfluo e della costruzione geometrica dello spazio, la prospettiva.[276] La loro lezione viene ripresa da altri artisti, che nei loro viaggi diffondono il nuovo stile contaminandolo con le scuole locali e dando origine al periodo straordinario delle corti, in cui centri come Urbino, Ferrara, Mantova, Padova, Rimini, Napoli e l'Umbria, oltre a Firenze, forniscono nuove idee all'insegna di un panorama estremamente ricco e variegato.
Il Cinquecento si apre con figure universali come Leonardo, Raffaello e Michelangelo, tra i più celebri, in assoluto, esponenti del Rinascimento italiano, facendo dell'Italia il modello di riferimento per tutta l'arte europea.[277] La straordinaria stagione della Roma papalina fornisce un modello artistico dominante, al quale solo Venezia, con Giorgione e Tiziano, è in grado di fornire un'alternativa altrettanto valida.[278] Eventi tragici come il Sacco del 1527 portano alla dispersione degli artisti, garantendo però una nuova fioritura periferica.
Quando già le bizzarrie del Manierismo, estremo sviluppo del Rinascimento romano e fiorentino, fanno presa in tutta Italia, grazie ad artisti come Benvenuto Cellini e Tintoretto, e poi in tutta Europa, la storiografia artistica vede la sua nascita con l'opera di Giorgio Vasari, il primo, grande, consapevole documentatore dei fatti artistici fin dai tempi della Grecia classica.
Già alle soglie del Seicento maturano a Bologna, in Lombardia e soprattutto a Roma nuove forme di produzione artistica, tese a una rinnovata attenzione alla verosimiglianza, al quotidiano, alla teatralità. Alla corte dei papi il trionfo della Chiesa romana trova in un nuovo stile, il barocco, un potente mezzo di autocelebrazione e propaganda, con ripercussioni in tutta la scena artistica ormai ampliatasi anche oltre i confini europei. Artisti come Caravaggio, Bernini e Pietro da Cortona sono i protagonisti di un rinnovamento di grande impatto, che si affranca dai canoni dell'arte classica.[279]
Dopo essere diventata la meta di artisti di tutto il mondo, col Grand Tour, aver espresso la grande scuola dei vedutisti veneziani (Canaletto su tutti)[280] e figure come Giambattista Tiepolo, nonché aver ricoperto un ruolo importante durante il periodo neoclassico con Antonio Canova,[281] l'Italia dell'arte perde peso culturale al cospetto di altri paesi europei. Si deve aspettare la fine del XIX secolo per ritrovare esperienze figurative di rilevanza europea, con il movimento dei macchiaioli[282] e quello dei divisionisti,[283] sebbene circoscritti nell'influenza al solo panorama nazionale, se non regionale.
Durante il XX secolo tuttavia l'Italia partecipa a pieno titolo alle rapide vicissitudini dell'arte moderna, con il futurismo (la prima delle avanguardie storiche), la metafisica, l'arte povera e la transavanguardia, fino agli artisti contemporanei, alcuni vere e proprie celebrità rinomate anche all'estero.[284]
La nascita della letteratura italiana si fa canonicamente risalire alla prima metà del XIII secolo con la diffusione, all'interno di circuiti privati, di manoscritti di carattere religioso, laico e giocoso, a uso della comunità religiosa e laica, ma sempre a un alto livello della scala sociale (per esempio i notai).
Ciò che permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua.[285] Infatti, prima del Duecento la lingua utilizzata per scrivere i documenti era il latino.
A Lucca dal 1966 viene organizzato il Lucca Comics & Games, la più importante fiera dedicata al fumetto d'Italia[287] e d'Europa, seconda al mondo dopo il Comiket di Tokyo[288][289].
In età moderna emerge la figura di Carlo Goldoni, che supera la tradizione della commedia dell'arte, sviluppatasi tra XVI e XVIII secolo, basata sull'improvvisazione degli attori e sui canovacci, e introduce una nuova forma di teatro, in cui le maschere vengono progressivamente eliminate e si passa dall'improvvisazione a una recitazione che segue un copione preciso;[290] bisogna inoltre ricordare il melodramma del Metastasio e l'Opera dei Pupi, un teatro delle marionette diffusosi nell'Italia meridionale tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo e inserito dall'UNESCO tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità.[291]
Da segnalare la figura di Leopoldo Fregoli, ritenuto l'inventore del trasformismo teatrale e considerato il trasformista per antonomasia. Tale genere di spettacolo è stato riportato in auge alla fine del XX secolo da Arturo Brachetti, che ne è ritenuto, ad oggi, il più importante interprete a livello mondiale.
La canzone d'autore italiana, nel corso degli anni, ha mostrato artisti degni di nota come Fabrizio De André, Giorgio Gaber (quest'ultimo si rese noto soprattutto nel suo teatro canzone), Francesco Guccini, Pino Daniele, Lucio Dalla e altri grandi nomi che, in alcuni casi, riuscirono a entrare nelle antologie di letteratura; molti di questi, inoltre, si cimentarono in brani e album scritti e cantati nel proprio dialetto: basta guardare all'album Creuza de mä del già citato De André, che si distinse anche per l'utilizzo di strumenti etnici e orientali.
Negli anni duemila a incassare maggiormente sono i cosiddetti cine-panettoni,[311] caratterizzati da comicità disimpegnata, ma che fa presa sul largo pubblico, spesso ambientati in luoghi esotici. Gli ultimi successi sono del musicista Ennio Morricone, Oscar sia alla carriera (2007) che nel 2016, e di Paolo Sorrentino, Oscar 2014 con La grande bellezza.
L'Italia presenta un elevato patrimonio in termini di musei ed aree archeologiche, sia in termini di numerosità che di diffusione sul territorio; la rilevazione Istat del 2018 ha evidenziato che in Italia esistono 4 908 strutture mueseali ed archeologiche, che sono presenti in oltre 1/3 dei territori comunali nazionali, ovvero una ogni 50 km² ed una ogni 6 000 abitanti.
In termini regionali queste strutture sono più diffuse in Toscana (553), Emilia-Romagna (454) e Lombardia (433), mentre per quanto riguarda le città, le prime 10 sono Roma (121), Firenze (69), Torino (49), Milano (47), Bologna (46), Trieste (41), Genova (40), Napoli (38), Venezia (37) e Siena (34).
Nel 2018 si è registrato il record annuale di visitatori per le strutture museali ed archeologiche, con un incremento dell'8% rispetto al 2017, che ha raggiunto il numero di 128 milioni di visitatori, il 58,6% dei quali sono stranieri. Il dato registra poi un'alta concentrazione delle presenze, visto che il 55% delle visite, è stato registrato in sole dieci città.[312]
Nel 2023 l'Italia si posiziona al sesto posto nel mondo per numero di pubblicazioni scientifiche, oltre 155000[316], e nel 2024 si attesta al 26° posto nella classifica Global Innovation Index.[317]
Durante il Medioevo l'astronomia faceva parte della formazione scolastica (Quadrivio) del mondo occidentale, Italia compresa; vedasi già le conoscenze astronomiche di Dante Alighieri nella Divina Commedia.[323] Nel XIII secolo troviamo Guido Bonatti, una delle figure di spicco dell'astronomia medievale italiana.[324] Nel XIV secolo il matematico e astronomo Paolo dal Pozzo Toscanelli fu il primo ad osservare e a tracciare l'orbita delle comete.
Nel Cinquecento Giordano Bruno, oltre ad essere un forte sostenitore dell'eliocentrismo, per primo amplia l'orizzonte dell'universo oltre i suoi confini visibili dalla Terra, affermandone quindi l'infinità.[325]Galileo Galilei, anche lui forte sostenitore della rivoluzione copernicana[313], perfezionò il telescopio rifrattore, migliorandone le prestazioni e gli ingrandimenti. Le sue osservazioni rivelarono un universo mai visto prima; fu la nascita dell'astronomia ottica.[326] Galileo fu il primo a studiare Venere grazie al suo cannocchiale, osservandone le fasi, mentre nel 1610 appurò l'esistenza di quattro satelliti di Giove: Io, Europa, Ganimede e Callisto.[327][328] Sempre nel 1610 fu il primo ad osservare la peculiare forma di Saturno mentre nel 1612 effettua la prima osservazione di Nettuno, scambiandolo però per una stella fissa.[329]
Nel XXI secolo, grazie ad una collaborazione tra Italia e Stati Uniti, si assiste alla prima osservazione di onde gravitazionali GW150914 da parte degli interferometri VIRGO (Italia) e LIGO (Stati Uniti) usando i dati di Advanced LIGO.[341]
Nel Seicento si segnala Michele Mercati, pioniere dell'archeologia preistorica. Egli infatti fu tra i primi ad ipotizzare che manufatti come pietre focaie, punte di freccia, asce e coltelli di pietra potevano essere opera dell'uomo di età molto antiche piuttosto che prodotti naturali o divini. All'epoca la sua collezione era la più grande ed importante d'Europa di questo tipo.
L'ingegneria civile conosce un grande sviluppo nella penisola sin dall'epoca romana, producendo grandi opere urbane visibili ancora oggi (strade, ponti, acquedotti, edifici pubblici quali le terme, ecc.). Tale eredità sarà ripresa nell'urbanistica del Rinascimento, che vide anche un avanzamento nella tecnologia ad uso militare.
L'ingegneria meccanica annovera Eugenio Barsanti e Felice Matteucci quali primi inventori del motore a combustione interna nel 1853.
Pioniere dell'astronautica in Italia fu l'ingegnere civile e ufficiale dell'aeronautica Giulio Costanzi che nel 1914 pubblica Per uscire dal Pianeta, articolo che anticipa straordinariamente per l'epoca alcune caratteristiche e problematiche delle missioni spaziali[358]. Segue l'ingegnere Luigi Gussalli che tra il 1923 e il 1946 pubblica tre libri sull'astronautica che illustrano intuizioni altamente innovative per l'epoca; fu tra i primi infatti ad ipotizzare l'uso dell'energia solare per spingere un astronave nello spazio. Altri nomi importanti sono quello di Gaetano Arturo Crocco, pioniere della propulsione a razzo e del concetto dell'effetto fionda (Crocco Grand Tour), e del figlio Luigi Crocco, anche lui tra i massimi studiosi della propulsione a razzo. Nel 1964 verrà lanciato il San Marco 1, primo satellite italiano, grazie al lavoro di Luigi Broglio, considerato il padre dell'astronautica italiana. L'azienda italiana Aeritalia progettò e costruì CAT-1, il primo satellite lanciato in orbita dall'ESA nel 1979.[359] L'Italia ha avuto anche un ruolo di primo piano nella costruzione della Stazione spaziale internazionale (ISS), realizzando quattro moduli (Harmony, Tranquillity, Leonardo e la Cupola) e contribuendo alla realizzazione del laboratorio europeo Columbus. Oltre il 40 per cento del volume abitabile della Stazione è realizzato in Italia.[360]
Nel XXI secolo l'Italia, tramite l'ESA, ha contribuito nella costruzione del Telescopio spaziale James Webb, realizzando alcuni elementi dello spettrografoNIRSpec e i sensori d'assetto del telescopio.[361] Nell'ambito della missione Artemis 1 della NASA, l'azienda italiana Argotec realizza il microsatellite ArgoMoon, unico satellite europeo scelto per la missione.[362]
Di seguito alcune importanti date dell'Italia nello spazio:
15 dicembre 1964: viene lanciato il primo satellite italiano, il San Marco 1. Tale lancio rende l'Italia il terzo paese al mondo, dopo Stati Uniti e Unione Sovietica, a lanciare autonomamente un proprio satellite.
31 luglio 1992: Franco Malerba, in seguito alla missione spaziale STS-46, è il primo italiano ad andare nello spazio.
Da ricordare anche il geologo Giuseppe Mercalli, inventore della scala Mercalli, che realizza la prima carta sismica del territorio italiano, ed il geofisico Adolfo Cancani che aggiungerà 2 gradi alla scala Mercalli portando i gradi a 12.
Nell'informatica teorica ricordiamo infine i contributi di Corrado Böhm, autore di teoremi sui linguaggi formali.
Tecnologia
Anche nel campo tecnologico l'Italia ha dato importanti e notevoli contributi allo sviluppo del settore con tante importanti e innovative scoperte. Di seguito le più importanti:
1871: Antonio Meucci sviluppò un dispositivo di comunicazione vocale a distanza, che egli chiamò «telettrofono» e che diverse fonti accreditano come il primo telefono.[368][369]
1912: la Carrellata, ad opera del regista Giovanni Pastrone, che fu anche il primo ad utilizzarla per un film nel 1914.
1924: la prima autostrada al mondo, nata e progettata esplicitamente per collegare due o più destinazioni nella maniera più rapida possibile, ad opera di Piero Puricelli.
1988: un ricercatore del laboratorio CSELT (creato nel 1964 sul modello dei Bell Labs), Leonardo Chiariglione, cofonda e dirige il gruppo MPEG che produrrà numerosi standard di internet: ad esempio MPEG-2, standard utilizzato nei DVD-Video, ed il noto Mp3, di cui nel 1992 lo stesso CSELT dimostrò la prima versione funzionante
Tra gli altri ci furono Alessandro Cruto, pioniere della lampadina ad incandescenza (riuscì a completarne una il 4 marzo 1880, cinque mesi dopo Edison), e Innocenzo Manzetti, eclettico inventore ottocentesco inventore tra le altre cose di un'auto a vapore, di un automa capace di suonare il flauto e di un primo prototipo di telefono.
La cucina italiana, una delle più note e apprezzate nel mondo, conta su una vasta gamma di prodotti enogastronomici, molto vari da zona a zona, dovuti sia a fattori storici (numerosi popoli l'hanno abitata nel corso dei secoli) sia climatico-territoriali, dal clima montano delle Alpi a quello continentale della pianura Padana al temperato delle zone costiere.[380]
Come in altri paesi europei del mediterraneo, sono presenti tratti distintivi ed elementi che caratterizzano la dieta mediterranea, un modello nutrizionale che usa alimenti naturali come legumi, cereali, carni bianche e pesce azzurro, frutta e verdura e pochi grassi (con utilizzo prevalente dell'olio extravergine di oliva),[381] inserita nel 2010 nella lista dei patrimoni immateriali dell'umanità.[291] Alcuni alimenti, come la pasta e la pizza, sono simboli universalmente riconosciuti della cucina italiana.[380]
La Serie storica ISTAT dimostra che a livello amatoriale, nel 2020 risultano 21 milioni e 396 mila persone di 3 anni in più che praticano uno o più sport nel proprio tempo libero, di questi 15 milioni 837 mila praticano sport con assiduità e 5 milioni 559 mila lo praticano salurialmente, a fronte di 20 milioni 583 mila che non praticano sport né attività fisica.[385]
Nonostante le severe sanzioni delle federazioni sportive, anche lo sport italiano risente di effetti negativi come la diffusione del doping tra gli sportivi, professionisti e amatori (nel 2007 le federazioni hanno eseguito 11 250 controlli, con un tasso di positività dello 0,6%), la corruzione (caso eclatante nel 2006 è stato Calciopoli), gli eccessi economici, la violenza negli stadi e le discriminazioni.[389]
La maglia azzurra è l'uniforme adottata da quasi tutte le compagini sportive che rappresentano l'Italia in ambito internazionale. Fanno eccezione gli sport motoristici, per i quali il colore tradizionale è il rosso corsa.
^La grande stagione riformistica italiana del Settecento è analizzata nella sua interezza in F. Venturi, Settecento riformatore, 5 voll., Torino, 1969-90.
^Proclama di Rimini, su immaginidistoria.it. URL consultato il 28 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2009).
^Eran trecento, eran giovan e forti e sono morti, è il ritornello de' La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini, testimonianza della poesia patriottica risorgimentale, che descrive la sfortunata spedizione di Pisacane.
^Il Canale di Sicilia, che separa l'omonima regione dall'Africa, è largo 140 km, mentre il Canale d'Otranto, che divide punta Palascìa (in Puglia) dall'Albania, è largo appena 70 km.
^ab(EN) D. Scrocca, C. Doglioni, F. Innocenti, Constraints for an interpretation of the italian geodynamics: a review, in Memorie Descrittive della Carta Geologica d'Italia, LXII, 2003, pp. 15-46.
^Museo Nazionale Emigrazione Italiana, su museonazionaleemigrazione.it. URL consultato il 29 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2015).
^Emigrazione europea, su pbmstoria.it. URL consultato il 5 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2017).
^L'avvio ufficiale delle trasmissioni avvenne il 3 gennaio 1954, l'avvento del colore il 1º febbraio 1977 (Emanuelli, pp. 36, 314), mentre il 4 luglio 2012 è stato ultimato il passaggio al digitale terrestre.
^L'indice valuta il grado di libertà complessiva della stampa e dei canali internet e radiotelevisivo, in (EN) Freedom of the press, su freedomhouse.org.
^(EN) 2017 World Press Freedom Index, su rsf.org. URL consultato il 27 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2017).
^(EN) Freedom on the net (PDF), su freedomhouse.org. URL consultato il 28-11-2017.
^abRapporto sul Terziario di mercato, su confcommercio.it, pp. 22, 27, 32, 38, 45. URL consultato il 3 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
^Bròschi, Carlo, detto il Farinello, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 10 luglio 2011.
^Clemènti, Muzio, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
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^ P. Di Vecchia, The Birth of String Theory (PDF), in Physics, vol. 737, 2008, pp. 59–118 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2011).
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^ MA. Montesu, F. Cottoni; GC. Bonomo; D. Cestoni, G.C. Bonomo and D. Cestoni. Discoverers of the parasitic origin of scabies., in Am J Dermatopathol, vol. 13, n. 4, agosto 1991, pp. 425-7, PMID1928627.
^Chisholm, Hugh, ed. (1911). Encyclopædia Britannica. 11ª edizione . Cambridge University Press. p. 684.
^Catherine J. Castner, ad esempio, nell'introduzione alla traduzione inglese della Italia illustrata di Flavio Biondo da lei curata, scrive che la Roma instaurata dello storico italiano "può essere giustamente definita l'inizio dell'archeologia moderna". An innovative departure from the tradition of medieval descriptions of cities, "Roma instaurata" inaugurates systematic historical reconstruction and can be rightly called the beginning of modern archaelogy, in: Biondo Flavio - Catherine J. Castner, Biondo Flavio's "Italia illustrata", vol. I, Global Academic Publishing - Binghamton University, Binghamton, New York 2005, p. XXIV.
^Si riportano due citazioni a titolo di esempio, una di autore inglese, una di autori italiani:
Edward W. Bodnar:
(EN)
«Cyriac of Ancona was the most enterprising and prolific recorder of Greek and Roman antiquities, particularly inscriptions, in the fifteenth century, and the general accuracy of his records intitles him to be called the founding father of modern classical archeology»
(IT)
«Ciriaco d'Ancona fu il più intraprendente e prolifico raccoglitore di antichità greche e romane del XV secolo, in particolare di iscrizioni, e la generale accuratezza dei suoi dati permettono di considerarlo il padre fondatore della moderna archeologia classica»
(Edward W. Bodnar, Later travels, with Clive Foss. Harvard University Press, Cambridge, MA 2003. ISBN 0-674-00758-1)
R. Bianchi Bandinelli, M. Pallottino, E. Coche de la Ferté:
«"Quindi, se Ciriaco de' Pizzicolli (v. Ciriaco D'Ancona), che viaggiò in Grecia fra il 1412 e il 1448 ricercando e annotando opere d'arte e iscrizioni, può dirsi, in certo modo, il fondatore dell'archeologia in senso generale, l'archeologia nel suo carattere storico-artistico, come viene intesa oggi, può ben dirsi datare dalla pubblicazione della Storia delle arti del disegno presso gli antichi di J. J. Winckelmann, avvenuta nel 1764»
(Enciclopedia dell'Arte Antica - Treccani)
^Edda Bresciani, Grande enciclopedia illustrata dell'antico Egitto, pag. 26
^Per un approccio introduttivo si rimanda a V. Fronzoni, Archeologia subacquea e Tutela del patrimonio culturale, in "Quaderni del mare", n. 3, ed. "Centro Studi Tradizioni Nautiche", Napoli, 2006.
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Arte e architettura
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In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.
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