Le chiese rupestri del territorio di Matera, fondate principalmente nell'Alto Medioevo, sono edifici scavati nella roccia.
Inizialmente nate come strutture religiose, nel corso del tempo hanno subito diverse trasformazioni d'uso, diventando abitazioni o ricoveri per animali.
Sono un'importante testimonianza della presenza di comunità di monaci benedettini, longobardi e bizantini.
Talune chiese, inoltre, pur nella sostanziale impostazione latina, presentano elementi bizantini, o viceversa, chiese architettonicamente greche hanno spazi liturgici di tipo latino. Le chiese rupestri contengono spesso affreschi ed elementi scultorei, che, oltre alla funzione decorativa, inducevano alla contemplazione e alla preghiera.
Nel Medioevo piccole comunità di laici e monaci immigrati dalle zone della Cappadocia[1], Armenia, Siria ed Asia Minore, dopo aver perso le possibilità di culto, si rifugiarono in queste grotte che diventarono luoghi di preghiera decorati con affreschi bizantini, arricchendo di arte e cultura orientale l'intero comprensorio.[2]