Le prime peculiarità proprie di questa regione nascono già nel periodo pre-romano, quando era caratterizzata dalla presenza della Cultura di Golasecca e di tribù liguri e celto-liguri[3]; in contrapposione al nord-est cui era abitato, oltre che da tribù galliche anche da Venetici e Reti. Durante il periodo augusteo la zona venne divisa nelle regio IX Liguria e XI Transpadana, rispettivamente a sud e a nord del Po. Durante il periodo tardo-imperiale e bizantino vennero costituite altre due organizzazioni territoriali: le Alpes Cottiae (Liguria e Piemonte occidentale) e Liguria (Lombardia e Piemonte orientale)[4].
Tuttavia in termini storici la prima unione del nord-ovest in una entità territoriale, ma anche culturale e politica di rilievo, è avvenuta nel periodo Longobardo, di cui Pavia fu capitale, quando la Langobardia Maior è stata divisa nel corso del VII secolo in due parti: la Neustria, opposta all'Austria, rispettivamente gli attuali nord-ovest e nord-est dell'Italia. Negli ultimi secoli il Nord-Ovest si identifica principalmente negli ex-domini della Casa dei Savoia e quindi la parte continentale del Regno di Sardegna, i quali comprendevano oltre al Piemonte, la Valle d'Aosta e la Liguria. La Lombardia, pur culturalmente legata al Piemonte e alla Liguria, ha storicamente sviluppato numerosi legami politici ed economici con il Veneto (Regno Lombardo-Veneto) e quindi con il Nord-Est, tuttavia è stata anche la prima porzione del Lombardo-Veneto a essere annessa dal Regno di Sardegna; inoltre, in termini assoluti, è stata il primo risultato territoriale delle guerre d'indipendenza.
Demografia
La popolazione residente nell'Italia nord-occidentale ammonta a 15 817 057 abitanti [1].
Le regioni nord-occidentali sono considerate quelle dov'è cominciata, nella seconda metà del XIX secolo, l'industrializzazione italiana. Ancora oggi producono circa un terzo della ricchezza nazionale[5] e attraggono i maggiori flussi migratori, sia dal resto d'Italia sia dall'estero.
In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.