La provincia autonoma di Bolzano (in tedescoAutonome Provinz Bozen; in ladinoprovinzia Autonoma de Balsan/Bulsan), comunemente nota come Alto Adige (in tedesco Südtirol),[4] è la più settentrionale delle province della regione Trentino-Alto Adige e d'Italia, con 536 933 abitanti[3] e una superficie di 7398,38 km².
La denominazione riportata nello statuto di autonomia del 1972 (legge costituzionale dello Stato) e nelle successive norme statali di attuazione è quella di provincia di Bolzano o di provincia autonoma di Bolzano, accompagnata dall'omologa traduzione ufficiale in tedesco (Provinz Bozen o Autonome Provinz Bozen). L'articolo 116 della Costituzione della Repubblica Italiana, a partire dalla riforma costituzionale del 2001, riporta la dicitura Alto Adige/Südtirol[5]: "La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano".
L'ente tuttavia utilizza in tutti i suoi atti la doppia denominazione Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige (tradotta in tedesco nella forma Autonome Provinz Bozen – Südtirol). Gli abitanti della provincia sono generalmente detti altoatesini. Si può tuttavia constatare anche in italiano l'utilizzo delle denominazioni Sud Tirolo, Sudtirolo o Tirolo del sud[6] per la provincia di Bolzano e sudtirolesi per i suoi abitanti di lingua tedesca o ladina.[7][8]
La forma ladina non è riportata nello statuto di autonomia o in altre leggi dello Stato, ma negli atti provinciali viene abitualmente resa come Provinzia Autonoma de Balsan – Südtirol (nella variante badioto-marebbana) oppure Provinzia Autonoma de Bulsan – Südtirol (nella variante gardenese).
Durante la dominazione asburgica, il territorio dell'odierna provincia di Bolzano era anche conosciuto come Mitteltirol, cioè Tirolo centrale,[9] mentre con Südtirol (Tirolo meridionale) spesso si designava l'odierno Trentino o l'intera parte meridionale del Tirolo (essenzialmente il Trentino-Alto Adige), ove si differenziava fra il Tirolo meridionale italiano (italienisches Südtirol, Welschsüdtirol o Welschtirol, il Trentino) e tedesco (Deutschsüdtirol,[10] l'odierno Alto Adige). L'uso del termine Südtirol per indicare il territorio fra Brennero e Salorno sarebbe pertanto, secondo alcuni autori, ingiustificato.[11] In ogni caso, nel Patto di Londra del 1915 si parlò nell'art. 4 espressamente del "Trentino" e del "Tirolo cisalpino" (a sud del Brennero) in modo separato.[12]
Anche in altre lingue l'uso storico non sempre corrisponde con quello attuale. In fonti di lingua inglese, South Tyrol (anche South Tirol) si estende oltre la provincia di Bolzano odierna.[13] In fonti di lingua francese Sud-Tyrol indica (anche) il Trentino.[14]
Secondo lo statuto di autonomia, la toponomastica deve essere bilingue. I toponimi italiani dell'Alto Adige sono stati raccolti, e in gran parte coniati, da Ettore Tolomei nel prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige e vengono affiancati ufficialmente[15] dai corrispettivi toponimi tedeschi e ladini. Soprattutto nella cartellonistica di montagna vengono invece spesso omesse le indicazioni in italiano.[16] L'amministrazione di alcuni comuni a maggioranza di lingua tedesca ha inoltre disposto che il toponimo Alto Adige, ufficiale anche al tempo del Regno d'Italia napoleonico (per indicare la suddivisione amministrativa detta dipartimento dell'Alto Adige, gravitante però più sul Trentino), non venga più usato negli atti pubblici.[17][18]
Abbreviazione St. (Sankt)
I comuni o le località dell'Alto Adige che portano il nome di un santo hanno, nel corrispondente in lingua tedesca, l'abbreviazione St. che corrisponde a "Sankt" (ad esempio St. Christina in Gröden).
La val d'Adige identifica il tratto della valle percorsa dal fiume Adige che va da Merano a Rovereto, in Trentino. La val d'Adige è l'area più densamente popolata della provincia, sorgendovi l'area metropolitana di Bolzano. Segue un elenco delle principali valli e loro tributarie.
Il Passo del Brennero rappresenta il principale valico di frontiera fra l'Italia e l'Austria. Si pone sullo spartiacque fra i bacini del Mare Adriatico e del Mar Nero. Sul lato italiano vi discende la valle dell'Isarco, su quello austriaco il fiume Sill.
Il territorio sudtirolese è caratterizzato essenzialmente dall'alto bacino del fiume Adige - il secondo fiume italiano dopo il Po - situato a Nord della stretta di Salorno. Gli affluenti più importanti sono l'Isarco, il Talvera, la Rienza, il Passirio e il Rio Ram, le cui sorgenti si trovano in Svizzera. In Alto Adige sono altresì situate le fonti della Drava, che in seguito si sviluppa nell'Europa centro-orientale e confluisce nel Danubio.
Laghi
Nella provincia di Bolzano vi sono 176 bacini d'acqua naturali con lunghezza maggiore o uguale a 100 metri. Gran parte di tali bacini si trova a quote superiori ai 2000 m. I laghi naturali con una superficie maggiore di cinque ettari sono 13: di questi solo tre, il lago di Caldaro (il più esteso lago naturale dell'Alto Adige) e i due laghi di Monticolo, sono situati al di sotto dei 1000 m.[19]
Terra di Alpi e Dolomiti, ricca di corsi d'acqua, l'Alto Adige può vantare numerose cascate. Tra le più belle si annoverano: le cascate di Stanghe, a Racines, nei pressi di Vipiteno, le cascate di Riva, a Campo Tures in valle Aurina, la cascata di Parcines, a Parcines in Val Venosta, la più alta dell'Alto Adige.
Natura
Parchi naturali
Rientra in territorio altoatesino una parte significativa del parco nazionale dello Stelvio, istituito nel 1935 allo scopo di tutelare la flora, la fauna e le bellezze del paesaggio del gruppo Ortles-Cevedale e di promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile nelle vallate alpine dell'Alto Adige.
I rinvenimenti archeologici dimostrano la presenza dell'uomo nelle valli dell'odierno Alto Adige dopo la fine dell'ultima glaciazione, intorno al 12000 a.C. Reperti provenienti dall'Alpe di Siusi sono databili al paleolitico inferiore.[21]
La celebre mummia del Similaun, nota anche come Ötzi, avrebbe un'età di circa 5 300 anni. Questo la pone nell'età del rame, momento di transizione tra il neolitico e l'età del bronzo.
Intorno al 500 a.C. si sviluppò la cultura di Fritzens-Sanzeno, conosciuta anche come la cultura dei Reti, popolazione di etnia etrusca secondo lo scrittore di epoca romana Plinio.[23] Studi recenti di linguistica hanno confermato una parentela tra la lingua retica e quella etrusca.[24]
Epoca romana
Nel 16 a.C. e 15 a.C., i Romani sotto Druso e Tiberio occuparono il territorio alpino, spingendosi fino alle rive del Danubio. La parte settentrionale dell'odierno Alto Adige venne divisa fra le due provinceRezia (Raetia prima e Raetia secunda) e Norico (Noricum), mentre quella meridionale che includeva la Val d'Adige fino all'altezza di Merano venne inclusa nella Regio X Venetia et Histria.
Il periodo romano si protrasse per cinque secoli e lasciò profonde tracce nella regione che fu fortemente latinizzata. Le popolazioni autoctone svilupparono una parlata neolatina nella quale si fuse il sostrato retico-celtico, il cosiddetto retoromanzo.[25]
Dopo l'anno 400 d.C., nella tarda romanità, si diffuse il cristianesimo, influenzando in misura crescente la vita pubblica e privata.
Medioevo
Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476 d.C., popolazioni barbariche di origine germanica invasero la regione che fu inclusa nel Regno di Odoacre e successivamente nel Regno degli Ostrogoti (493-553). Dopo la caduta del regno ostrogoto fu la volta dei Longobardi, che annetterono al loro regno la regione. I Baiuvari e i Franchi, questi ultimi favoriti dagli alleati Longobardi, penetrarono a più riprese in Val Venosta e Val Pusteria. Nel 774 d.C. Carlo Magno sconfisse i Longobardi a Pavia e conquistò il regno longobardo d'Italia; con la deposizione di Tassilone III di Baviera nel 788, inglobava anche il Ducato di Baviera di cui il territorio della provincia fece parte.
L'imperatore del Sacro Romano Impero Corrado II a concedere ai vescovi di Trento e Bressanone il potere temporale sulle rispettive diocesi nel 1027. I principati vescovili di Trento e Bressanone sopravvissero fino alla secolarizzazione napoleonica del 1803. La regione passò dunque sotto l'Impero Carolingio, seguendone le vicende e divenne quindi parte del Sacro Romano Impero (dal 1512 Sacro Romano Impero della Nazione Germanica).
Nel corso del XII secolo iniziò lascesa delle casate nobiliari a scapito del potere dei due principi vescovi. Riuscirono a imporsi i conti di Tirolo, una casata che prese il nome dall'omonimo castello presso Merano. Fu Mainardo II a dare alla regione del Tirolo i confini che poi, con minimi ampliamenti, restarono immutati fino al 1918.
L'Impero asburgico, che in seguito alla Restaurazione divenne la potenza egemone nel nord-est della penisola italiana, fu un potente avversario del Risorgimento. Ciò non riuscì a impedire la nascita del Regno d'Italia, che fu proclamato nel 1861. Nel neonato stato italiano il processo di unificazione non fu considerato completo, poiché molti territori abitati da comunità italiane restavano sotto controllo austriaco e si consolidò di conseguenza l'irredentismo, che coinvolse una parte ridotta ed elitaria della popolazione (principalmente la borghesia e il ceto dirigente), trovando meno supporto nelle popolazioni rurali[26][27][28][29]; mentre era irrilevante nell'odierno Alto Adige, poiché in base al censimento austriaco del 1910 una esigua minoranza della popolazione si dichiarava italofona, mentre il 90% risultava germanofono. L'irredentismo nel Regno d'Italia rispetto all'Alto Adige, propagato da alcuni gruppi, trovava il suo fondamento nel principio della frontiera naturale, rientrando il territorio nelle frontiere geografiche della penisola italiana ed essendo il confine del Brennero militarmente rilevante.
Nel 1914, all'inizio della prima guerra mondiale, l'Austria-Ungheria e l'Italia aderivano entrambe alla Triplice alleanza, che era di natura difensiva e non contemplava l'intervento italiano al fianco degli austro-tedeschi (che erano le potenze aggredenti). L'Italia mantenne inizialmente la sua neutralità, ma in cambio di concessioni territoriali comprendenti anche l'Alto Adige in base ai termini del trattato segreto di Londra, stipulato nell'aprile 1915, dichiarò guerra all'Austria-Ungheria.
Annessione all'Italia
In seguito alla vittoria italiana e allo sfaldamento dell'Impero austro-ungarico il Trattato di Saint-Germain confermò, contro le proteste della popolazione locale, il passaggio dell'Alto Adige al Regno d'Italia, il 10 settembre1919. Dopo aver istituito un governatorato civile, guidato da Luigi Credaro, l'annessione territoriale fu formalizzata nel corso del 1920 dai due parlamenti austriaco e italiano, nonostante una petizione sudtirolese ne chiedesse la revisione. Il 9 maggio 1920 fu organizzata a Merano dal Deutscher Verband una grande manifestazione per l'autonomia del territorio germanofono, evento seguito da ca 15.000 partecipanti che scandirono il «Los von Trient!» («Via da Trento»), rifiutando l'istituzione di una provincia unica per la Venezia Tridentina (la provincia di Trento) e chiedendo un'ampia autonomia per la parte germanofona. Le richieste non furono prese in considerazione dal governo italiano. L'Italia liberale seguì nei primi anni di governo una politica di integrazione della popolazione germanofona, non dando seguito alle richieste più oltranziste di un'italianizzazione radicale, voluta invece fortemente da Ettore Tolomei.[30]
Fascismo
Dopo l'avvento del fascismo, la popolazione di lingua tedesca fu sottoposta a un intenso tentativo di snazionalizzazione e italianizzazione. Le scuole di lingua tedesca vennero gradualmente soppresse. La stampa germanofona venne largamente censurata. L'uso dei toponimi tedeschi venne vietato e venne data la possibilità di "ripristinare" il cognome italiano (o italianizzare quelli tedeschi) a coloro ne facessero richiesta[31].
Dal punto di vista amministrativo l'Alto Adige venne in un primo momento accorpato con il Trentino nella Provincia di Trento, al fine di diluire l'influenza dell'elemento linguistico tedesco, ma tale esigenza venne meno quando il regime abolì la democrazia locale e al contrario emerse la necessità di un controllo più particolareggiato del territorio. Venne allora istituita la Provincia di Bolzano (1927).
Nel contempo venne promossa la modernizzazione dell'economia altoatesina, con la realizzazione di infrastrutture e la costruzione di impianti idroelettrici per agevolare l'industria pesante installata nella provincia, la cui manovalanza venne reclutata dalle altre regioni italiane.
In seguito all'avvicinamento alla Germania nazista furono implementate le opzioni in Alto Adige. Alla popolazione di lingua tedesca fu richiesto di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori del Terzo Reich o se rimanere cittadini italiani integrandosi nella cultura italiana e rinunciando a essere riconosciuti come minoranza linguistica. La stragrande maggioranza optò per la Germania, ma solo una parte emigrò effettivamente e molti tornarono dopo la seconda guerra mondiale.
Zona d'operazioni delle Prealpi
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 l'Alto Adige venne occupato dalla Germania nazista e, pur facendo formalmente parte della Repubblica Sociale Italiana, venne amministrato dalla Germania in seno alla Zona d'operazioni delle Prealpi. La parentesi nazista venne segnata dallo sterminio della popolazione ebraica, da persecuzioni contro gli abitanti di lingua tedesca che non avevano optato per la Germania e, verso la fine della guerra, da eccidi nei confronti di militari italiani. La guerra si concluse con 8.000 sudtirolesi, arruolati nelle file della Wehrmacht, delle SS e dell'organizzazione Todt, dispersi o morti.
Repubblica italiana
Primo statuto di autonomia
Dopo la guerra gli altoatesini di lingua tedesca sperarono nell'unificazione con l'Austria, ma l'accordo De Gasperi-Gruber stabilì che la provincia rimanesse all'Italia in condizioni di autonomia. Il primo statuto di autonomia del 1948 dava ampie competenze alla regione Trentino-Alto Adige, dove i trentini e gli altoatesini di lingua italiana erano in maggioranza. Lo statuto ripristinò l'insegnamento del tedesco e stabilì la toponomastica bilingue. Fino alla metà degli anni cinquanta la Democrazia Cristiana e la Südtiroler Volkspartei, il partito di riferimento della popolazione di lingua tedesca, guidato originariamente da membri della Resistenza al nazismo, collaborarono dunque nella gestione dell'ente regionale, che poté svilupparsi anche economicamente.
Verso la metà degli anni cinquanta del Novecento, in seguito al ritorno di molti optanti dalla Germania e alla ricostituzione della Repubblica Austriaca, decisa a sostenere istanze rivendicazioniste, la politica altoatesina si radicalizzò. La stampa e il clero di lingua tedesca si inserirono nella controversia etnica evocando una "marcia della morte" orchestrata dal Governo italiano ai danni della popolazione di lingua tedesca attraverso l'industrializzazione e l'immigrazione da altre regioni d'Italia. [senza fonte].
La radicalizzazione portò alla nascita di movimenti terroristici: il Gruppo Stieler, autore di diversi danneggiamenti; il Comitato per la liberazione del Sudtirolo, che perseguì anche una strategia stragista. Il Governo italiano rispose al terrorismo con una massiccia presenza militare in Alto Adige.
Secondo statuto di autonomia
La questione dell'Alto Adige raggiunse le Nazioni Unite. Dopo anni di discussione nei consessi nazionali e internazionali nel 1972 l'Alto Adige ottenne un'ampia autonomia separata dal Trentino, racchiusa nel Pacchetto per l'Alto Adige e contenuta nel secondo statuto di autonomia del Trentino-Alto Adige, che consegnava la maggioranza politica al gruppo tedesco e istituzionalizzava la separazione etnica attraverso la cosiddetta proporzionale etnica.
Ciononostante, gli attentati terroristici ripresero con forza nella seconda metà degli anni settanta del Novecento, per finire solamente alla fine degli anni ottanta. Accanto a gruppi estremistici di lingua tedesca, in particolare Ein Tirol, favorevoli al distacco dallo Stato italiano, comparvero anche organizzazioni italiane, come l'Associazione Protezione Italiani e il Movimento Italiano Alto Adige, contrarie ai provvedimenti contenuti nel secondo statuto di autonomia.
La pacificazione fu raggiunta sul finire degli anni ottanta del Novecento e ha coinciso con un lungo periodo di prosperità economica, fino allo scoppio della crisi dell'Eurozona. Dopo un passato tormentato l'Alto Adige è oggi visto come un esempio di pacifica convivenza fra gruppi etnici.
Si registrano tuttavia da un lato il disagio della popolazione di lingua italiana, che dagli anni settanta ha visto progressivamente calare la propria consistenza numerica, con la radicalizzazione del voto a favore del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale negli anni ottanta e successivamente in misura minore di Unitalia; dall'altro lato la crescente insofferenza della popolazione di lingua tedesca con il consolidato successo dei partiti, come i Freiheitlichen, che sostengono l'annessione all'Austria o la creazione di un Alto Adige Stato indipendente.[32]
Monumenti storici
L'odierna provincia di Bolzano nel corso della storia è passata sotto diverse dominazioni, ciascuna delle quali ha lasciato le proprie tracce.[33] La più duratura risulta la dominazione asburgica, che durò più di cinque secoli, prendendo avvio nel 1363 e terminando nel 1918, e segnò profondamente sia le popolazioni sia le espressioni storico-artistiche della regione.[34]
Del periodo medievale sono testimonianza numerosi castelli,[35] tra i quali il più importante è castel Tirolo: dai suoi signori, i conti di Tirolo, ha preso il nome l'intera regione. A castel Roncolo si trovano affreschi di soggetto cavalleresco, castel Coira alloggia un'importante collezione di armature. Sotto l'impero austro-ungarico furono costruiti diversi forti, tra cui il forte di Fortezza.
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[37]
Società
Evoluzione demografica
Popolazione (2020)
Densità (2020)
Andamento della popolazione (2011-2020)
Alla fine del 2019 si contavano 532 080 abitanti, di cui 50 936 stranieri (9,5 %, sopra la media nazionale ma sotto quella dell'Italia settentrionale).[38]
Le più grandi comunità di stranieri oltre le 1 500 persone sono:[39]
La provincia autonoma di Bolzano è un'area trilingue. Il tedesco e l'italiano sono lingue ufficiali della provincia, a cui si aggiunge il ladino in due valli orientali.
Al censimento del 2024 gli abitanti di madrelingua tedesca erano il 68,61%[40]. Nella vita privata e pubblica all'interno della componente germanofona predomina un dialetto austrobavarese alpino (il dialetto sudtirolese), caratterizzato da una certa presenza di vocaboli di origine romanza. Il tedesco standard nella sua variante austriaca rimane l'idioma insegnato a scuola, usato nella comunicazione scritta e nelle occasioni ufficiali. Il gruppo tedescofono è maggioritario in 102 comuni su 116 (con una punta del 99,52% a Moso in Passiria), di questi in ben 75 comuni il gruppo linguistico tedesco costituisce più del 90% dei residenti.
Sempre al censimento 2024 gli italofoni, sono il 26,98% e sono maggioritari in sei comuni: Bolzano (74,71%), Laives (74,47%), Bronzolo (63,46%), Salorno (62,49%), Vadena (61,52%) e Merano (51,37%)[40]. A Fortezza il 41,09% della cittadinanza appartiene al gruppo italiano e a Bressanone, terzo comune della provincia, gli italofoni sono il 26,03%.[40]
Per caratterizzare e disprezzare i madrelingua italiani i parlanti tedesco usano il termine Walsche e, per indicare la lingua italiana, Walsch, entrambi termini che derivano dal germanico antico (Walh, straniero[41], cfr. Valacchi) e hanno acquisito connotazione negativa. Il termine "Welschtirol" che letteralmente significa: "Tirolo straniero o "Tirolo Italiano" è usato per indicare il Trentino ed ha la stessa origine.
D'altro canto i madrelingua tedeschi, di contro, vengono apostrofati con l'uso del termine "crucchi". Tuttavia fra le nuove generazioni entrambi gli appellativi "Walschen" e "crucchi" stanno cadendo in disuso per via del minore astio fra i giovani germanofoni e italofoni.[42][43][44]
Gli italofoni, provenienti da regioni diverse, nella vita quotidiana usano per lo più l'italiano standard, mentre nella Bassa Atesina è diffuso anche il dialetto trentino.[45]
In occasione del censimento decennale della popolazione, ogni cittadino maggiore di 14 anni è chiamato a dichiarare la propria appartenenza a uno dei tre gruppi linguistici. In base ai risultati si procede all'assegnazione dei posti negli impieghi pubblici, delle case popolari, dei contributi per enti e associazioni, secondo il sistema della proporzionale etnica.[46] L'autonomia altoatesina si basa infatti sul principio del separatismo linguistico. Asili, scuole, case di riposo sono distinti per gruppo linguistico. Anche alcune associazioni attirano soci prevalentemente di un solo gruppo linguistico, come il Club Alpino Italiano e l'Alpenverein Südtirol, e anche la Caritas intrattiene sezioni separate.
Per quanto riguarda in particolare la scuola, l'insegnamento viene impartito esclusivamente in lingua italiana o tedesca, secondo l'appartenenza linguistica, da insegnanti di madrelingua. Elemento di attenuazione risulta l'apprendimento dell'altra lingua a partire dalla prima o seconda elementare (a mo' di lingua straniera). A livello della giunta provinciale vi sono due distinti assessorati, uno per l'intendenza scolastica tedesca e uno per quella italiana.
Tra il 1971 e il 2011 il gruppo linguistico italiano, in costante crescita dal primo dopoguerra fino agli anni sessanta, è calato da 137 759 a 118 120 residenti.
Consistenza demografica in Alto Adige per gruppo linguistico (1880-2011) - Dati assoluti e percentuali[47]
Ai fini della proporzionale etnica, in vigore dal 1981, calcolata invece sui soli cittadini italiani (senza gli altri), i rilevamenti sono stati i seguenti:
Lo statuto del Trentino-Alto Adige sancisce che la lingua tedesca è parificata a quella italiana, ma quest'ultima fa testo negli atti aventi carattere legislativo (art. 99).
I cittadini di lingua tedesca della provincia di Bolzano hanno facoltà di usare la loro lingua nei rapporti con gli uffici giudiziari e con gli organi e uffici della pubblica amministrazione, nonché con i concessionari di servizi di pubblico interesse. Le carte d'identità dei residenti in Alto Adige sono espresse in italiano e tedesco come prime due lingue aventi la stessa evidenza e lo stesso rilievo tipografico ai sensi del D.P.R.574/88, oltre all'inglese come terza lingua con diverso rilievo tipografico.
Nelle adunanze degli organi collegiali della regione Trentino-Alto Adige, della provincia di Bolzano e degli enti locali può essere usata la lingua italiana o la lingua tedesca.
Nella corrispondenza e nelle comunicazioni orali deve essere usata la lingua del richiedente; quando viene avviata d'ufficio, la corrispondenza si svolge nella lingua presunta del cittadino cui è destinata.
«[...] Rimane salvo l'uso della sola lingua italiana all'interno degli ordinamenti di tipo militare.»
(art. 100)
Le amministrazioni pubbliche devono usare, nei riguardi dei cittadini di lingua tedesca, anche la toponomastica tedesca, se la legge provinciale ne abbia accertata l'esistenza e approvata la dizione (art. 101). Una tale legge non è stata ancora approvata dal consiglio provinciale.
Uso della lingua ladina
La lingua ladina è usata nelle scuole materne ed è insegnata nelle scuole delle località ladine. Tale lingua è usata, altresì, quale strumento di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado delle località stesse. In tali scuole l'insegnamento è impartito su base paritetica di ore in italiano e tedesco.
Esiste un assessorato alla scuola in lingua ladina distinto da quelli in lingua italiana e tedesca.
Comuni
Appartengono alla provincia autonoma di Bolzano i seguenti 116 comuni:
I 116 comuni sono raggruppati in otto comunità comprensoriali (ted. Bezirksgemeinschaften), unità amministrative poste tra la provincia autonoma e i comuni. Svolgono funzioni delegate dalla provincia stessa, in particolare coordinano le attività dei comuni. Sono rette da una giunta comprensoriale (Bezirksausschuss), presieduta da un presidente comprensoriale (Bezirkspräsident), entrambi eletti dal consiglio comprensoriale (Bezirksrat), i cui membri sono scelti dai comuni con un complesso sistema di voto, per la rappresentanza di tutti i gruppi linguistici e politici.
Sin dal secondo dopoguerra l'agone politico della provincia autonoma di Bolzano è egemonizzato dalla Südtiroler Volkspartei (letteralmente "Partito popolare Sud Tirolese"), che mantiene sin dalla sua fondazione la maggioranza dei seggi nel consiglio provinciale altoatesino (a livello assoluto fino alle elezioni provinciali del 27 ottobre 2013) e ha sempre espresso il presidente della giunta provinciale e la maggioranza degli assessori, nonché i sindaci della stragrande maggioranza dei comuni altoatesini. Esso si connota come partito centrista d'ispirazione cristiano-democratica e cristiano-sociale, sebbene de facto si tratti di una cosiddetta "grande tenda", aperta alle più disparate posizioni ideologiche: punto qualificante del suo statuto è infatti il proporsi quale generico cartello di raccolta (in tedesco Sammelpartei) dei cittadini di lingua tedesca e ladina (senza peraltro precludere a nessuno la possibilità di iscriversi). La SVP governa prevalentemente in autonomia o in collaborazione con liste civiche a livello comunale medio-piccolo. Per quanto concerne invece i centri a maggiore presenza italofona, la provincia e le assemblee parlamentari nazionali ed europee, essa si è presentata a lungo in alleanza con la Democrazia Cristiana; esaurito il ciclo di tale partito, ha dapprima stretto accordi con le coalizioni di centro-sinistra, quindi con il Partito Democratico, mantenendo però sempre totale autonomia decisionale e libertà di coscienza politica.
Tra la fine del XX secolo e i primi decenni del XXI si è imposto quale secondo partito della provincia il movimento Die Freiheitlichen ("I Libertari"); fondato nel 1992 sulla falsariga ideale del Partito della Libertà Austriaco, esso si colloca a destra, individuando le proprie linee guida nella tutela dell'identità sudtirolese contro possibili "contaminazioni": sollecita dunque il freno all'immigrazione di popolazioni alloctone e si professa conservatore nei confronti dei diritti civili (segnatamente avversando le quote rosa e le rivendicazioni delle comunità LGBT). Esso è inoltre il maggior partito a reclamare apertamente la secessione della provincia dall'Italia, puntando a costituirla in Stato sovrano. A livello nazionale i Freiheitlichen si sono talora presentati in coalizione con la Lega Nord.
Le posizioni secessioniste più avanzate sono invece rappresentate dai movimenti Süd-Tiroler Freiheit ("Libertà sudtirolese"), fondato nel 2007 da Eva Klotz (considerata la leader più rappresentativa dell'irredentismo sudtirolese) e Bürger Union für Südtirol (già Union für Südtirol, ovvero "Unione civica per l'Alto Adige"): entrambi predicano l'annessione della provincia all'Austria (oltre a richiedere genericamente una tutela crescente della popolazione germano-ladina) e vengono generalmente collocati a destra, sebbene entrambi tendano a rifiutare etichette ideologiche definite.
I partiti d'area ideologica indipendentista hanno talora rasentato (sommando i consensi) il 30% nelle tornate elettorali alle quali si sono presentati. Essi inoltre (fatti salvi i Freiheitlichen) non presentano generalmente liste e candidature per le elezioni politiche, onde sottolineare il loro rifiuto di riconoscere la giurisdizione delle istituzioni italiane sul territorio d'afferenza.
Per quanto concerne i movimenti di sinistra, tra il 1973 e il 1981 ha operato il Sozialdemokratische Partei Südtirols ("Partito Socialdemocratico del Sudtirolo"), movimento socialista democratico nato dalla scissione dell'ala sinistra della Südtiroler Volkspartei, che ha tuttavia velocemente riassorbito tale bacino elettorale: dagli ultimi decenni del XX secolo la sinistra d'ispirazione moderata altoatesina si è coagulata nella corrente Arbeitnehmer della SVP. Più longeva e fortunata è invece l'esperienza dei Verdi del Sudtirolo, partito ecologista fondato nel 1978 sotto l'egida di Alexander Langer e Arnold Tribus, che fa inoltre dell'interetnicità (propugnando l'integrazione totale tra i gruppi linguistici provinciali) una cifra programmatica qualificante: essi si sono progressivamente attestati a terza forza politica provinciale per consenso.
Nel gruppo linguistico italiano hanno a lungo raccolto forti consensi la Democrazia Cristiana e il Movimento Sociale Italiano, fino al loro scioglimento. Alle elezioni provinciali del 2003 il partito più forte è stato Alleanza Nazionale, a quelle del 2008 Il Popolo della Libertà (che però ha raccolto meno voti di Alleanza Nazionale e Forza Italia insieme). Le elezioni provinciali del 2013 videro il crollo del centrodestra italiano (presentatosi diviso in più liste) e il Partito Democratico risultò il primo partito del gruppo linguistico italiano. Alle elezioni provinciali del 2018, il gruppo linguistico italiano si è riportato su posizioni più conservatrici, vedendo la Lega Nord affermarsi come primo partito italiano nonché terza forza politica della provincia.
Per quanto concerne la comunità ladina, il soggetto politico che si propone specificamente di curarne gli interessi è il Moviment Politich Ladins, i cui risultati elettorali sono però sempre stati alquanto modesti, giacché anche la popolazione retoromanza tende a collocarsi nella "grande tenda" della SVP, che include una sezione specificamente dedicata ai ladini.
Il consiglio della provincia autonoma di Bolzano (ted.Südtiroler Landtag, lad.Cunsëi dla Provinzia autonoma de Bulsan) è l'organo legislativo dell'Alto Adige e consta di 35 membri. Esso esercita inoltre la funzione di controllo nei confronti della giunta provinciale (ted.Landesregierung, lad.Junta provinziala). Spetta al consiglio anche deliberare la legge elettorale per il proprio rinnovo: storicamente essa consiste in un sistema proporzionale puro.
Questa la composizione dell'aula consiliare a seguito delle elezioni 2023:
Il governo provinciale è caratterizzato da una forte continuità personale. Dal 1948 si sono avvicendati al potere appena cinque presidenti, tutti espressi dalla Südtiroler Volkspartei (SVP). Tra di essi il più longevo è stato Silvius Magnago, presidente dell'Alto Adige per quasi trent'anni (dal 1960 al 1989); il suo successore, Luis Durnwalder, è stato presidente dal 1989 al 2014. Dal 2017 è stato introdotto un limite massimo di durata in carica di 15 anni o tre legislature consecutive per il presidente e gli assessori provinciali, dopodiché deve essere osservato un periodo sabbatico di almeno 4 anni.
Dall'8 gennaio 2014 il presidente della provincia è Arno Kompatscher. La giunta ha sede a Palazzo Widmann; a seguito delle elezioni del 2023, la SVP (partito di maggioranza relativa) governa in coalizione con Fratelli d'Italia, Lega, Die Freiheitlichen e con l'appoggio esterno de La Civica. Tale situazione presenta due significative novità per la storia politica provinciale: anzitutto, dal secondo dopoguerra la SVP si era sempre opposta al Movimento Sociale Italiano e alle formazioni che gli erano succedute; nondimeno, mai prima del 2023 un altro partito "tedesco", meno che mai d'ispirazione secessionista (nello specifico Die Freiheitlichen) era stato ammesso in giunta.
Amministrazioni comunali
L'uso del sistema proporzionale (ritenuto uno strumento adeguato a rispecchiare la composizione etnica provinciale) si applica anche all'elezione dei consiglieri comunali, che in Alto Adige è tecnicamente separata da quella del sindaco. Nei comuni con popolazione inferiore ai 15 000 abitanti viene eletto primo cittadino il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti (computando sia quelli di lista, sia quelli diretti solo alla sua persona), mentre in quelli oltre i 15 000 abitanti il candidato che supera il 50% dei suffragi, in difetto dei quali si procede a un ballottaggio; nell'uno e nell'altro caso, alla lista o alla coalizione del candidato vincente non è accordato alcun premio di maggioranza.
Ciò può creare casi di "sindaci di minoranza": nel 2010 a Dobbiaco la SVP non trovò l'accordo per presentare una lista unica, decidendo quindi di correre con due formazioni distinte con i rispettivi candidati sindaci. Esse riuscirono in combinato a mantenere la maggioranza assoluta dei consiglieri, ma persero il confronto per la carica di primo cittadino con la formazione civica Indipendenti-Unabhängige di Guido Bocher, che ottenne la maggioranza relativa e venne pertanto eletto sindaco. Bocher si trovò quindi a essere in minoranza nel consiglio comunale, ma riuscì poi a ottenere la fiducia anche dall’SVP, dando luogo a una giunta di coalizione con la sua lista[55]. Lo stesso schema si ripropose nel 2015, quando Bocher sconfisse a larga maggioranza il candidato della Südtiroler Volkspartei, che fu comunque la lista maggioritaria in consiglio: per i successivi cinque anni pertanto si ripropose lo schema di giunta in coalizione.
Uno scenario simile si è anche proposto nelle maggiori città: nel 2005 a Bolzano il candidato di centrodestra Giovanni Benussi, vincitore del ballottaggio, non riuscì a ottenere la fiducia del consiglio comunale (a maggioranza di centrosinistra con l'aggiunta dell'SVP) e dovette quindi dimettersi. Nel 2020 a Merano il sindaco uscente Paul Rösch fu riconfermato per un secondo mandato, ma le sue liste non ebbero la maggioranza in consiglio e non si riuscì a trovare un accordo per allargare la coalizione, costringendolo pertanto alle dimissioni.
Lo stemma della provincia autonoma di Bolzano, adottato dalla Giunta Provinciale il 30 luglio 1982 e ratificato da un decreto del presidente della Repubblica il 21 marzo 1983, deroga alle norme araldiche italiane in favore di quelle tipiche dell'area mitteleuropea (che generalmente non prevedono coronamenti esteriori): da esso manca pertanto la corona provinciale. La blasonatura è la seguente[56]:
«D'argento alla aquila antica del Tirolo di rosso, rostrata e membrata d'oro, linguata di rosso e con le ali caricate da sostegni d'oro»
«Drappo partito di bianco e di rosso, caricato dello stemma della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige. Il gonfalone recherà le seguenti scritte in oro: in alto, sul bianco e in quattro righe: «Autonome Provinz Bozen-Südtirol»; in alto, sul rosso, e in quattro righe: «Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige»; in basso, su due righe, e su entrambi i colori: «Provinzia Autonóma Bulsan-Südtirol». Le parti di metallo e i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Provincia e sul gambo inciso il nome.»
E così anche la bandiera, la quale è tuttavia priva di riconoscimento formale ed è stata creata nel 1995 per rispondere a un desiderio dell'allora presidente della RepubblicaOscar Luigi Scalfaro, che il 4 novembre di quell'anno volle esporre al Palazzo del Quirinale i vessilli di tutte le regioni e le province autonome d'Italia:
«Drappo troncato di bianco e di rosso caricato dello stemma provinciale...»
Nel territorio provinciale è peraltro invalso l'uso della bandiera del Tirolo storico, a due bande bianco-rosse con al centro lo stemma antico recante l'aquila rossa con una corona d'alloro in capo. Essa è normalmente più lunga sul lato verticale che su quello orizzontale ed è "pendente", ossia appesa a un palo per il lato superiore.
L'originaria provincia di Bolzano (istituita nel 1927 sotto il Regno d'Italia) adottava uno stemma differente, concesso con Regio Decreto del 27 novembre 1927, dal quale traspare un chiaro messaggio italianizzatore nei confronti del territorio provinciale: al disegno delle montagne altoatesine si sovrappongono infatti il Capo di Savoia e la Stella d'Italia, a significare la nuova potestà costituitasi al termine della prima guerra mondiale[56]. Caduto in disuso a seguito dell'occupazione tedesca della provincia, tale stemma non è stato formalmente ripristinato nel secondo dopoguerra. La blasonatura era così strutturata[56][58][59]:
«D'azzurro, alla stella d'argento, accompagnata in punta dello scudo da una catena di monti al naturale; col capo di rosso, alla croce d'argento. Ornamenti esteriori da Provincia. Il tutto attorniato da una ghirlanda di foglie d'alloro al naturale, legata di rosso alle estremità, ambe terminanti in una pigna, d'un bastone attraversante sulla sommità dello scudo, il tutto egualmente d'oro.»
Stemma
Gonfalone
Bandiera
Stemma del 1927
Sulla destra, la bandiera de facto dell'Alto Adige esposta, insieme ai vessilli della regione Trentino-Alto Adige e della provincia di Trento, al Palazzo del Quirinale il 4 novembre 1995.
Bandiera tirolese "pendente"
Autonomia
Dopo la riforma dello statuto regionale del Trentino-Alto Adige, risalente al 1972, la provincia è stata investita di un ampio potere di legiferare (nello statuto del 1948 questo potere era marginale).
Mentre tutte le altre province italiane hanno mere funzioni amministrative, la provincia autonoma di Bolzano, così come quella di Trento, ha potere legislativo in molte materie normalmente di competenza statale o regionale. Particolarmente importanti sono le competenze in materia di sanità, scuola, formazione, lavoro, trasporti e viabilità.
Per la gestione autonoma delle vaste competenze l'Alto Adige dispone di uno specifico regolamento finanziario: 9/10 del gettito fiscale prodotto in Alto Adige spettano alla provincia, che poi versa allo Stato lo 0,6% degli interessi relativi al debito nazionale come contributo al risanamento del deficit pubblico (circa 476 milioni di euro nel 2014).[60] La provincia autonoma dispone di 9.000 euro di risorse all'anno per ognuno dei suoi abitanti, superati dai 12.000 della Valle d'Aosta, contro i 2.000 della Lombardia.[61] La Lombardia però gestisce meno competenze e ha meno risorse proprie, con funzioni e servizi a carico dello Stato centrale che l'Alto Adige invece autogestisce ed autofinanzia, tra le quali il sistema dell'istruzione dalla scuola materna all'università, il settore sanitario e quello sociale, la gestione dell'intera rete delle strade statali e provinciali. Complessivamente il bilancio dell'Alto Adige si aggira sui 5 miliardi di euro all'anno.[62]
Autonomia legislativa
La provincia possiede la competenza esclusiva a legiferare nelle seguenti materie: ordinamento degli uffici provinciali e del personale a essi addetto; toponomastica, fermo restando l'obbligo del bilinguismo nel territorio della provincia di Bolzano; tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare; usi e costumi locali ed istituzioni culturali (biblioteche, accademie, istituti, musei) aventi carattere provinciale; manifestazioni ed attività artistiche, culturali ed educative locali, e anche con i mezzi radiotelevisivi, esclusa la facoltà di impiantare stazioni radiotelevisive; urbanistica e piani regolatori; tutela del paesaggio; usi civici; ordinamento delle minime proprietà colturali, anche agli effetti dell'art. 847 del codice civile; ordinamento dei "masi chiusi" (Erbhof) e delle comunità familiari rette da antichi statuti o consuetudini; artigianato; edilizia comunque sovvenzionata, totalmente o parzialmente, da finanziamenti a carattere pubblico, comprese le agevolazioni per la costruzione di case popolari in località colpite da calamità e le attività che enti a carattere extra provinciale, esercitano nella provincia con finanziamenti pubblici; porti lacuali; fiere e mercati; opere di prevenzione e di pronto soccorso per calamità pubbliche; miniere, comprese le acque minerali e termali, cave e torbiere; caccia e pesca; alpicoltura e parchi per la protezione della flora e della fauna; viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse provinciale; comunicazioni e trasporti di interesse provinciale, compresi la regolamentazione tecnica e l'esercizio degli impianti a fune; assunzione diretta di servizi pubblici e loro gestione a mezzo di aziende speciali; turismo e industria alberghiera, compresi le guide, i portatori alpini, i maestri e le scuole di sci; agricoltura, foreste e corpo forestale, patrimonio zootecnico e ittico, istituti fitopatologici, consorzi agrari e stazioni agrarie sperimentali, servizi antigrandine, bonifica; espropriazione per pubblica utilità per tutte le materie di competenza provinciale; costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali per l'assistenza e l'orientamento dei lavoratori nel collocamento; opere idrauliche della terza, quarta e quinta categoria; assistenza e beneficenza pubblica; scuola materna; assistenza scolastica per i settori di istruzione in cui la provincia ha competenza legislativa; edilizia scolastica; addestramento e formazione professionale.
Nei seguenti ambiti l'Alto Adige dispone di una competenza legislativa concorrente con lo Stato centrale: polizia locale urbana e rurale; istruzione elementare e secondaria (media, classica, scientifica, magistrale, tecnica, professionale e artistica); commercio; apprendistato; libretti di lavoro; categorie e qualifiche dei lavoratori; costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali di controllo sul collocamento; spettacoli pubblici per quanto attiene alla pubblica sicurezza; esercizi pubblici, fermi restando i requisiti soggettivi richiesti dalle leggi dello Stato per ottenere le licenze, i poteri di vigilanza dello Stato, ai fini della pubblica sicurezza, la facoltà del Ministero dell'interno di annullare d'ufficio, ai sensi della legislazione statale, i provvedimenti adottati nella materia, anche se definitivi. La disciplina dei ricorsi ordinari avverso i provvedimenti stessi è attuata nell'ambito dell'autonomia provinciale; incremento della produzione industriale; utilizzazione delle acque pubbliche, escluse le grandi derivazioni a scopo idroelettrico; igiene e sanità, ivi compresa l'assistenza sanitaria e ospedaliera; attività sportive e ricreative con i relativi impianti e attrezzature.
Autonomia finanziaria
In base all'articolo 75 dello statuto del 1972, spettano alla Provincia di Bolzano:
i nove decimi delle imposte di registro e di bollo, nonché delle tasse di concessione governativa;
i nove decimi delle tasse di circolazione relative ai veicoli immatricolati;
i nove decimi dell'imposta sul consumo dei tabacchi;
i sette decimi dell'imposta sul valore aggiunto, esclusa quella relativa all'importazione;
i quattro decimi dell'imposta sul valore aggiunto relativa all'importazione, riscossa nel territorio regionale (da ripartire nella proporzione del 53% alla Provincia di Bolzano e del 47% alla Provincia di Trento);
i nove decimi del gettito dell'imposta di fabbricazione sulla benzina;
i nove decimi di tutte le altre entrate tributarie erariali, dirette o indirette, comunque denominate, inclusa l'imposta locale sui redditi, a eccezione di quelle di spettanza regionale o di altri enti pubblici (comuni in primis).
Tra i gruppi industriali più importanti operanti nella provincia vi sono Iveco Defence Vehicle che produce veicoli per la difesa e di protezione civile, Fercam (autotrasporti), Leitner (funivie), Loacker e Senfter (alimentari), Rubner (industria del legno), Salewa (abbigliamento da montagna) e Zuegg (alimentari).[63]
Con un PIL pro capite di 42 300 € nel 2017, l'Alto Adige si colloca al primo posto tra le regioni e province autonome d'Italia. Nel terzo trimestre 2014, l'Alto Adige aveva un tasso di disoccupazione congiunturale del 4,2%.[65]
Le principali associazioni economiche che rappresentano le aziende altoatesine sono l'Associazione degli albergatori e pubblici esercenti (HGV),[66] l'Associazione degli artigiani (APA),[67] l'Associazione degli industriali[68] e l'Unione commercio turismo servizi Alto Adige (rappresentanze locali rispettivamente di Confindustria e Confcommercio). Sono inoltre presenti sedi provinciali di CNA e Confesercenti.
La provincia autonoma di Bolzano è un importante produttore di energia idroelettrica. La provincia controlla la SEL Spa. Nel complesso l'intervento pubblico nell'economia è piuttosto pronunciato in Alto Adige, il che si riflette anche nella creazione di numerosi posti di lavoro pubblici, che ammontano a quasi 40.000.[69]
Cultura
Istruzione e ricerca
Nel territorio della provincia di Bolzano tutte le scuole (asili, elementari, medie e superiori) sono suddivise a seconda della lingua di insegnamento. Fanno eccezione le valli ladine, dove vige l'insegnamento paritetico in italiano e in tedesco.
Le scuole di lingua italiana della provincia e parte della pubblica amministrazione sono passate dal 2005 al software libero[70] eliminando i costi legati all'acquisto di licenze software di software proprietario (come ad esempio Microsoft Windows e Microsoft Office).
La maggioranza della popolazione, sia italofona che germanofona, è di religione cattolica romana. La messa viene di norma celebrata in lingua italiana o tedesca, ma talora si tende ad alternare le due lingue durante la funzione (la cosiddetta "messa bilingue"). Anche le parrocchie si dividono in italiane e tedesche, ma si trovano anche parrocchie bilingui (a Bolzano sono 10 su 18). Bolzano è dal 1964 sede vescovile della Diocesi di Bolzano-Bressanone. Dal 27 luglio 2011 il vescovo di Bolzano-Bressanone è Ivo Muser.
Pur rimanendo una regione con un saldo legame con la tradizione cattolica, anche l'Alto Adige si sta muovendo lentamente verso un processo di laicizzazione.[71]
La comunità ebraica più importante è quella di Merano (falcidiata negli ultimi anni della seconda guerra mondiale dai nazisti, con gravi complicità locali) dove è presente una sinagoga e alla quale fanno capo tutte le famiglie ebraiche dell'Alto Adige (circa 60 membri). A Bolzano si trova invece il più grande cimitero ebraico della provincia.
Con l'immigrazione sono giunte anche persone di fedi orientali e cristiano-ortodosse (una comunità russo-ortodossa storica è presente a Merano), ma la parte più rilevante è costituita dagli islamici che probabilmente superano le 10 000 unità (ossia circa il 2% della popolazione) rendendo la comunità islamica la più numerosa tra le fedi minoritarie. Non sono ancora ufficialmente presenti luoghi di culto stabili per musulmani.
Tradizioni
L'Alto Adige ha antiche tradizioni, principalmente ereditate dalla sua appartenenza al Tirolo storico. Le associazioni degli Schützen sono particolari cultrici delle tradizioni tirolesi.
Gli Scheibenschlagen sono il tradizionale "lancio di dischi ardenti" in occasione della prima domenica di Quaresima, i Herz-Jesu-Feuer sono i "fuochi del Sacro Cuore di Gesù" che si accendono la terza domenica dopo Pentecoste. I Krampus sono dei diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò.
Esistono poi diverse leggende e saghe legate alle località dolomitiche; tra le maggiormente note la leggenda del Re Laurino e quella del Regno dei Fanes, che appartiene al patrimonio mitologico ladino.
La transumanza alpina (in tedesco "Almabtrieb"), è una pratica legata all'allevamento: ogni anno, tra settembre e ottobre, il bestiame portato all'alpeggio durante l'estate ritorna a valle, tra danze e festeggiamenti locali. Di particolare rilievo l'itinerario che dalle Alpi Venoste, dove sono i pascoli estivi, arriva in Val Senales e Val Passiria, percorrendo circa 44 km; nel 2019 è stata riconosciuta Patrimonio immateriale dell'Umanità UNESCO.[72]
Prodotto agroalimentare tipico è lo Speck dell'Alto Adige.
Infrastrutture e trasporti
L'Alto Adige, per la posizione al centro delle Alpi e in particolare grazie al passo del Brennero – il più basso dell'intero arco alpino – è un fondamentale snodo viario.
Da annotare che tutte le statali dal 1998 sono passate sotto proprietà e gestione diretta della Provincia autonoma, ma hanno comunque mantenuto la loro denominazione di "strade statali".
Aeroporti
L'unico aeroporto operante voli civili di linea è l'Aeroporto di Bolzano.
Vi è inoltre l'Aeroporto di Dobbiaco che è militare aperto al traffico civile.
Vi sono inoltre svariate aviosuperfici nella provincia come quella di Vipiteno, Val Casies, San Genesio, Sarentino e Corvara.
L'Alto Adige, per la sua conformazione orografica, ospita un numero considerevole di impianti a fune.
Oltre alle innumerevoli realizzazioni di tipo turistico – in particolare di risalita per la pratica dello sci quali cabinovie, sciovie e simili – sono presenti vari impianti utilizzati per collegare gli abitati in quota con il rispettivo fondovalle.
Fra le funivie si citano quelle con stazione a valle presso la città di Bolzano:
Funivia del Colle: ristrutturata nel 2006, risale le pendici del monte Pozza fino alla località Colle di Villa (Bauernkohlern) a 1134 m. Il percorso dura 7 minuti e supera un dislivello di 872 m. È la prima funivia per trasporto persone del mondo, inaugurata nel 1908.
Funivia del Renon: attiva dal 1966, raggiunge l'abitato di Soprabolzano ed è stata sostituita nel maggio del 2009 da una moderna cabinovia con portata oraria aumentata e frequenza di quattro minuti.
Appartengono al passato della città di Bolzano la funicolare del Virgolo – distrutta durante la seconda guerra mondiale e sostituita dal 1957 al 1976 da una funivia aerea – e quella del Guncina, dismessa negli anni sessanta.
L'intera provincia è percorsa da una fitta rete di piste ciclabili – cittadine ed extraurbane – in continuo ampliamento con prosecuzioni oltre i confini di Brennero, San Candido/Prato alla Drava e Salorno a sud.
Negli ultimi anni in Alto Adige, è stato dato il via per una rete di piste ciclabili che colleghino tutte le principali vallate tra di loro e con le regioni confinanti.
La Union Generela di Ladins è editrice di un settimanale in lingua ladina, la Usc di Ladins (La Voce dei Ladini). Le pagine dedicate alle varie valli sono scritte ciascuna nei rispettivi ladini (non esiste infatti un ladino standard).
Radiotelevisione
La sede Rai di Bolzano, istituita nel 1928, è la quarta stazione emittente italiana per anzianità: inizialmente il regime fascista la volle come strumento di propaganda italianizzatrice (trasmetteva infatti il palinsesto nazionale dell'EIAR e alcuni programmi locali, tutti in lingua italiana), dopodiché a seguito dell'invasione nazista fu allacciata alle stazioni del Terzo Reich. Nel secondo dopoguerra, per volontà degli Alleati, iniziò a trasmettere anche programmi radiofonici in lingua tedesca e finanche, seppur a carattere molto più ridotto, in ladino. La sede, inizialmente ubicata nella città vecchia, poi ai piani bassi di un palazzo di via Cassa di Risparmio, fu infine trasferita a piazza Mazzini, in un palazzo tutto proprio, nel 1960, anno in cui alle tre frequenze nazionali della RAI fu aggiunta una quarta rete in modulazione di frequenza per l'emissione dei programmi tedeschi e ladini, denominata Sender Bozen. Nel 1966 fu la prima sede regionale RAI a trasmettere un proprio programma televisivo a diffusione locale, inizialmente in lingua tedesca e poi anche in ladino, sovrapponendosi dapprima a Raidue e poi nel 1979 a Raitre. Dal 1989 anche il programma televisivo per le minoranze linguistiche viene trasmesso su un quarto canale che affianca Rai 1, Rai 2 e Rai 3.
La televisione di stato austriaca ORF ha una sede distaccata a Bolzano.
La RAS (Radiotelevisione Azienda Speciale per la Provincia autonoma di Bolzano) garantisce la ricezione gratuita sul territorio provinciale delle reti radiotelevisive degli stati limitrofi: le austriache ORF1, ORF2 e ORF III, i canali germanici Bayerisches Fernsehen, Das Erste, KiKA e ZDF, il canale franco-tedesco arte, i canali svizzeri di lingua tedesca SF 1 e SF zwei e il canale svizzero in lingua italiana RSI LA1. Per quanto riguarda la radio in formato digitale (DAB) si ricevono: Rai Radio Uno, Rai Radio Due, Rai Radio Tre, Rai Sender Bozen; gli austriaci Ö1, Radio Tirol, Hitradio Ö3, FM4; i germanici Bayern 1, Bayern 2, Bayern 3, Bayern 4 Klassik, B5 aktuell, Radijojo; gli svizzeri Radio Rumantsch e Radio Swiss Jazz. A ciò si aggiungono le stazioni radio private (tra cui Südtirol 1).
Ci sono anche canali televisivi locali privati, di cui in lingua italiana RTTR, Video 33 e Alto Adige TV, in lingua tedesca SDF.
Storicamente è ben radicato in tutta l'area del Tirolo il Ranggeln, un tipo di lotta simile allo Judo nonché il fistball, che è uno sport di squadra diffuso tra tutte le genti di madrelingua tedesca in Europa.
In ogni comune della provincia autonoma di Bolzano sono presenti corpi di vigili del fuoco volontari. A seguito della legge regionale del 20 agosto 1954 n.24 ogni comune del Trentino-Alto Adige deve dotarsi di uno o più corpi di vigili del fuoco volontari. Secondo la legge provinciale del 18 dicembre 2002 n. 15 spettano loro in particolare la protezione antincendi e in generale tutte le misure di soccorso necessarie in occasione di calamità di ogni tipo.
^Tit. V., art. 116, cfr. Il Nuovo Statuto di Autonomia, Bolzano, Provincia Autonoma di Bolzano, 2009, pag. 45.
^Cfr. per es. Aldo Gorfer, Flavio Faganello, Gli eredi della solitudine - viaggio nei masi di montagna del Tirolo del sud (Nordest, NS 4), Caselle di Sommacampagna, Cierre Ed., 2003, ISBN 88-8314-205-5; Fabrizio Bartaletti, Geografia, toponomastica e identità culturale: il caso del Sudtirolo, in "Miscellanea di storia delle esplorazioni XXVII", Genova, 2002, pp. 271-315; Edoardo Mori, Il maso chiuso del Sudtirolo: la sua storia e la normativa vigente, Bolzano, Provincia autonoma, 2009; Paolo Ribichini, Da Sudtirolo ad Alto Adige: arrivano gli italiani, Edizioni Associate, 2008, ISBN 978-88-267-0483-8
^Cfr., ad esempio, Simone Ciccolone, Lo standard tedesco in Alto Adige: l'orientamento alla norma dei tedescofoni sudtirolesi, Milano, LED, 2010. ISBN 978-88-7916-463-4; John Cole, The Last Become First: The Rise of Ultimogeniture in Contemporary South Tyrol (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2013)., in Hannes Grandits e Patrick Heady, Distinct Inheritances: Property, Family and Community in a Changing Europe, Münster, Lit Verlag, 2003, p. 263, ISBN 3-8258-6961-X: the South Tyrol is Südtirol in German and is officially known as Alto Adige in Italian, although Sudtirolo is becoming more common in vernacular Italian and even in print.
^Cfr. ad es. Theodor Trautwein, Wegweiser durch Süd-Baiern, Nord- und Mittel-Tirol und die angrenzenden Theile von Salzburg. Mit den Städten München, Augsburg, Salzburg, Innsbruck, Bozen und Meran, Monaco di Baviera, Lindauer, 1868.
^Cfr. per es. Karl Höffinger, Gries-Bozen in Deutsch-Südtirol, als klimatischer, Terrain-Kurort und Touristenstation - Vademecum für Einheimische, Reisende und Touristen in Gries-Bozen und im Etsch- und Eisack-Gebiete, Innsbruck, Wagner, 1887.
^Cfr. Südtirol, Land europäischer Bewährung: Kanonikus Michael Gamper zum 70. Geburtstag, con introduzione di F. H. Riedl, Wagner, Innsbruck, 1955, pag. 57: Zu Unrecht ist für das deutsche Land vom Brenner bis Salurn der Name „Südtirol" in Übung gekommen. „Mitteltirol" (vgl. Maz Straganz, Mitteltirol, deutsches Gebiet! Innsbruck-Wien-München 1919) kennzeichnete besser die geographische, historische und kulturelle Herzlage = Ingiustamente il nome Südtirol è divenuto d'uso per la terra tedesca dal Brennero a Salorno... Mitteltirol indica meglio la situazione geografica, storica e culturale.
^ Georg Grote, Hannes Obermair (a cura di), A Land on the Threshold. South Tyrolean Transformations, 1915-2015, Oxford-Bern-Berlin, Peter Lang, 2017, p. 4, ISBN978-3-0343-2240-9.
^The Geographical Journal, vol. 13, pag. 87, 1899: This volume discusses the regional geography of the part of South Tyrol in the neighbourhood of Trient, with an orographical map of the surrounding district, and numerous photographs of mountain scenery. = Questo volume discute la geografia regionale della parte del Tirolo meridionale nei dintorni di Trento, con una mappa orografica del distretto circostante, e numerose foto di scenari di montagna.
^Etudes religieuses, historiques et littéraires, 1868, pag. 600: Dans le Sud-Tyrol, Hofer [...] s'emparait de Trente, puis de Roveredo = Nel Tirolo meridionale, Hofer prendeva possesso di Trento, poi di Rovereto.
^Centro italiano di linguistica applicata, Rassegna italiana di linguistica applicata, vol. 19, 1987, pag. 166
^Bolzano, riparte la campagna anti-italiani (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011). Corriere della Sera, 7 maggio 2009: "E anche nelle valli, in paesi come Montagna sulla Strada del Vino e Termeno, i voti del Südtiroler Volkspartei, il partito di maggioranza, vengono usati per cancellare la denominazione Alto Adige da documenti, timbri e cartelli comunali, accontentando la Klotz e le altre formazioni di estrema destra."
^Reimo Lunz, Steinzeit-Funde von der Seiser Alm (Archäologisch-historische Forschungen in Tirol, 3), Calliano, Manfrini, 1982.
^Cfr. a proposito Walter Leitner, Eppan - St. Pauls, eine Siedlung der späten Bronzezeit: ein Beitrag zur inneralpinen Laugen/Melaun-Kultur, 2 voll., Innsbruck, Università di Innsbruck, 1987.
^Affermazioni degli studiosi romani Plinio nella Naturalis Historia, III, 133 e Tito Livio in Storie, V, 33, 11.
^ Franco Marzatico, I Reti e i popoli delle Alpi orientali (PDF), in Michele Lanzinger (a cura di), Preistoria Alpina, 49bis, Trento, Museo delle Scienze, Trento, 2019, pp. 73-82, ISSN 2035-7699 (WC · ACNP) (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2020).
«Se le evidenze archeologiche smentiscono decisamente tale rapporto di discendenza, in base agli studi più recenti la lingua retica mostra corrispondenze con quella etrusca e in questo senso si può ipotizzare che la percezione in antico di tale relazione abbia dato luogo alla ricostruzione erudita della discendenza dei Reti dagli Etruschi.»
^Günter Holtus, Michael Metzeltin, Christian Schmitt (a cura di), Lexikon der Romanistischen Linguistik, vol. III: Die einzelnen romanischen Sprachen und Sprachgebiete von der Renaissance bis zur Gegenwart. Rumänisch, Dalmatisch / Istroromanisch, Friaulisch, Ladinisch, Bündnerromanisch, Niemeyer, Tübingen, 1989.
«il Trentino (o per lo meno una parte consistente del suo ceto dirigente) si sentì non solo “redento”, ma anche investito della missione di essere custode e responsabile dell’italianità di tutte le valli atesine, guida italiana dell’intero spazio regionale»
^ Andrea di Michele, Tra due divise. La Grande Guerra degli italiani d'Austria, Laterza, 2018, p. 37, ISBN9788858127780.
^ Luigi Sardi, Il Trentino nella Grande Guerra, Curcu&Genovese, p. 291.
^Ulrike Kindl e Hannes Obermair, Die Zeit dazwischen. Südtirol 1918–1922: Vom Ende des Ersten Weltkrieges bis zum faschistischen Regime / Il tempo sospeso. L'Alto Adige nel periodo tra la fine della Grande Guerra e l'ascesa del fascismo (1918–1922), Merano: Edizioni alphabeta Verlag, 2020. ISBN 978-88-7223-365-8
^Alto Adige libero (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013). articolo sul "L'Adige".
^Fondamentale è il censimento storico-artistico di Josef Weingartner, Die Kunstdenkmäler Südtirols, 2 voll., Bolzano-Innsbruck, Athesia-Tyrolia, 1989-90.
^Cfr. al riguardo l'esaustiva monografia di Leo Andergassen, Kunstraum Südtirol - bildende Kunst im Spiegel europäischer Epochen, Bolzano, Athesia, 2007. ISBN 978-88-8266-231-8
^Cfr. l'opera monumentale di Oswald Trapp (a cura di), Tiroler Burgenbuch, 9 voll., Bolzano-Innsbruck-Vienna, Athesia-Tyrolia, 1978-2010.
^Cfr. il manuale di Hannes Obermair, Klaus Brandstätter, Emanuele Curzel (eds.), Dom- und Kollegiatstifte in der Region Tirol - Südtirol - Trentino in Mittelalter und Neuzeit / Collegialità ecclesiastica nella regione trentino-tirolese dal medioevo all'età moderna (Schlern-Schriften, 329), Innsbruck, Wagner, 2006. ISBN 3-7030-0403-7
^[Il gruppo 'w-l (o anche g-l) è ricorrente tra germani e slavi in parole che indicano i latini o le popolazioni in generale a occidente (confronta i termini: Walloon (vallone), Weltsch (guelfo), Wales (Galles), Gaulois (gallo), Galata, Valacco, Włochy ('Italia' in polacco)]
^"walsch in dialetto altoatesino: qualcosa di simile, ma più calcato, al nostro terrone", Alberto Asor Rosa, Letteratura italiana: storia e geografia. L'età contemporanea, Einaudi 1989, pagg. 864 ss.
^Alessandro Costazza, Südtirol, in Atlante della letteratura tedesca. A cura di Francesco Fiorentino e Giovanni Sampaolo, Macerata 2009, pag. 266.
^Dati ISTAT al 31/07/2011. Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato l'11 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2016).
3 Totaler Krieg und schwerer Neubeginn (1940-1959). - 2001. - 331 p. ISBN 88-7283-152-0
4 Autonomie und Aufbruch (1960-1979). - 2002. - 336 p. ISBN 88-7283-183-0
5 Zwischen Europa und Provinz (1980-2000). - 2003. - 336 p ISBN 88-7283-204-7
(6) Alto Adige/Südtirol: XX secolo. Cent'anni e più in parole e immagini / a cura di Carlo Romeo. - 2004. - 400 p. ISBN 978-88-7283-197-7
(EN) Georg Grote, Hannes Obermair, A Land on the Threshold. South Tyrolean Transformations, 1915–2015, Peter Lang: Oxford, Bern, New York, 2017. ISBN 978-3-0343-2240-9
(IT, DE) Kindl, Ulrike e Hannes Obermair, Die Zeit dazwischen. Südtirol 1918–1922: Vom Ende des Ersten Weltkrieges bis zum faschistischen Regime / Il tempo sospeso. L'Alto Adige nel periodo tra la fine della Grande Guerra e l'ascesa del fascismo (1918–1922), Merano: Edizioni alphabeta Verlag, 2020. ISBN 978-88-7223-365-8
Carlo Romeo et al., Passaggi e prospettive. Lineamenti di storia locale, vol. 1: L'area tirolese dalla preistoria al tardo Medioevo, Bolzano: Athesia, 2010. ISBN 978-88-8266-741-2
Carlo Romeo et al., Passaggi e prospettive. Lineamenti di storia locale, vol. 2: Il Tirolo nell'età moderna, Bolzano: Athesia, 2011. ISBN 978-88-8266-742-9
(EN) Rolf Steininger, South Tyrol: A Minority Conflict of the Twentieth Century, New Brunswick, New Jersey: Transaction Publishers, 2003. ISBN 978-0-7658-0800-4
Rolf Steininger, La questione sudtirolese, in La regione Trentino-Alto Adige/Südtirol nel XX secolo, a cura della Regione Trentino-Alto Adige, Trento: Temi, 2007, pp. 159–201.
Thomas Benedikter, I sudtirolesi.Introduzione poco riverente nel mondo dei sudtirolesi, Lavis: ARCA, 2017. ISBN 978-88-88203-67-6
Mauro Marcantoni, Giorgio Postal, Südtirol. Storia di una guerra rimossa (1956-1967), Donzelli: Roma, 2014. ISBN 978-88-6843-042-9
Sebastiano Vassalli, Il confine. I cento anni del Sudtirolo in Italia, Milano: Rizzoli, 2015
Miro Tasso, Il lavacro dei cognomi altoatesini: Ettore Tolomei e il fallito progetto di onomasticidio di Stato. Con l’elenco dei 5365 cognomi altoatesini da italianizzare. Editum Per Me Ipsum, Venezia, 2018.
Thomas Benedikter, La nostra autonomia oggi e domani. Proposte per il terzo Statuto del Trentino-Alto Adige/Sudtirolo, Lavis: ARCA, 2017; ISBN 978-88-88203-66-9
(EN) Anthony Alcock, The South Tyrol Autonomy (PDF), su european-journalists.eu. URL consultato il 12 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2011).
In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.
Неврологическое отделение 5-й городской клинической больницы (Минск). Здравоохранение в Беларуси (белор. Ахова здароўя ў Беларусі) — отрасль деятельности государства, целью которой являются организация и обеспечение доступного медицинского обслуживания населени...
مانديلا (فيلم 1987)Mandela (بالإنجليزية) معلومات عامةالتصنيف فيلم تلفزيوني الصنف الفني فيلم دراما تاريخ الصدور 1987 مدة العرض 135 دقيقة اللغة الأصلية الإنجليزية البلد المملكة المتحدة موقع التصوير زيمبابوي الطاقمالمخرج فيليب سافيل السيناريو رونالد هارود البطولة داني غلوفر التركي...
Halaman ini berisi artikel tentang kelompok perusahaan. Untuk salah satu dari produk televisi berlangganannya, lihat MNC Vision. PT MNC Vision Networks TbkJenisPublikKode emitenIDX: IPTVIndustriTelevisi satelit berlanggananDidirikan27 Desember 2006 (sebagai Sumber Primautama)12 Desember 2017 (sebagai Sky Vision Networks)2019 (sebagai MNC Vision Networks)KantorpusatJakarta Barat, IndonesiaTokohkunciAde Tjendra (Direktur Utama)Syafril Nasution (Komisaris Utama)ProdukLayanan televisi satelit ber...
2013–14 Ram Slam T20 ChallengeDates5 January 2014 (2014-01-05) – 9 February 2014 (2014-02-09)Administrator(s)Cricket South AfricaCricket formatTwenty20Tournament format(s)Double round-robin and knockoutHost(s) South AfricaChampionsDolphins (1st title)Participants6Matches33Most runsDavid Miller, Dolphins (383)[1]Most wicketsBeuran Hendricks, Cape Cobras (28)[2]← 2012–132014–15 → The 2013–14 Ram Slam T20 Challenge was the ...
Mid-ocean ridge in the southern Indian Ocean The Southeast Indian Ridge (denoted by the yellow line) The Southeast Indian Ridge (SEIR) is a mid-ocean ridge in the southern Indian Ocean. A divergent tectonic plate boundary stretching almost 6,000 km (3,700 mi) between the Rodrigues Triple Junction (25°S 70°E / 25°S 70°E / -25; 70) in the Indian Ocean and the Macquarie Triple Junction (63°S 165°E / 63°S 165°E / -63; 165) in the P...
Albany Park The London Borough of Enfield is the northernmost of the Outer London boroughs. The borough lies within the Metropolitan Green Belt, and several of its 123 or more parks and open spaces [1] are part of it. The ancient Enfield Chase, remnants of which still exist, occupied much of the area. In addition to many playgrounds and sports facilities (including a number of golf courses), the main areas of public open space are: Durants Park Albany Park: Enfield Wash, 45 acres (0.1...
German operatic baritone Wolfgang AnheisserBorn(1929-12-01)1 December 1929Cologne, GermanyDied5 January 1974(1974-01-05) (aged 44)Cologne, West GermanyOccupationOperatic baritoneOrganizations Cologne Opera Berlin State Opera Wolfgang Anheisser (1 December 1929 – 5 January 1974) was a German operatic baritone. He was the leading baritone at the Cologne Opera from 1964 until his tragic death on stage there ten years later, where he covered the major roles for his voice part. From 1968, h...
Суперкубок Туреччини з футболу 2016Турнір Суперкубок Туреччини з футболу «Бешікташ» «Галатасарай» 1 (0) 1 (3) Дата 13 серпня 2016Стадіон Конья Бююкшехір, КоньяАрбітр Мете КалкаванГлядачі 33 700← 2015 2017 → Суперкубок Туреччини з футболу 2016 — 43-й розіграш турніру. Матч відбувс...
1831 novel Pin Money AuthorCatherine GoreCountryUnited KingdomLanguageEnglishGenreSilver ForkPublisherHenry ColburnPublication date1831Media typePrint Pin Money is an 1831 novel by the British writer Catherine Gore, originally published in three volumes.[1] It was part of the group of silver fork novels published during the later Regency era that focuses on life in the fashionable British upper classes.[2] The Westminster Review considered the male characters to be more s...
التوحيد العنوان الأصلي التَّوْحِيدُ وَإِثْبَاتُ صِفَاتِ الرَّبِّ[1] المؤلف ابن خزيمة الموضوع عقيدة إسلامية، وحديث نبوي العقيدة أهل السنة والجماعة، أهل الحديث الفقه شافعية البلد نيسابور اللغة العربية شرحه محمد حسن عبد الغفار، وصالح العبود، مصطفى العدوي...
This article is about the 1999 film. For similar uses, see Dilettante. 1999 French filmThe DilettanteFilm posterDirected byPascal ThomasWritten byJacques LourcellesPascal ThomasProduced byFrédéric SichlerPascal ThomasDaniel Toscan du PlantierStarringCatherine FrotCinematographyChristophe BeaucarneEdited byCatherine DubeauSylvie LagerMusic byReinhardt WagnerDistributed byGoutte d'Or DistributionRelease date 7 July 1999 (1999-07-07) Running time118 minutesCountryFranceLanguageF...
American astrophysicist, cosmologist and author (1934–1996) For other uses, see Carl Sagan (disambiguation). Carl SaganSagan in the 1970sBornCarl Edward Sagan(1934-11-09)November 9, 1934New York City, New York, U.S.DiedDecember 20, 1996(1996-12-20) (aged 62)Seattle, Washington, U.S.Resting placeLake View Cemetery, Ithaca, New YorkAlma materUniversity of Chicago(BA, BS, MS, PhD)Known for Search for Extra-Terrestrial Intelligence (SETI) Cosmos: A Personal Voyage Cosmos Voyager ...
ПамятникМемориал Неизвестного солдата 30°03′54″ с. ш. 31°18′50″ в. д.HGЯO Страна Египет Местоположение Каир Дата основания 15 сентября 1975 Медиафайлы на Викискладе Каирский Мемориал Неизвестного солдата (араб. قبر الجندي المجهول, англ. Cairo Unknown Soldier Memorial)...
Mary Ann Sorden StuartImage of Mary Ann Sorden Stuart from Greenwood: A Delaware Town Printed By: Greenwood Bicentennial CommitteeBornMary Ann Sorden(1828-02-12)February 12, 1828Greenwood, Delaware, U.S.DiedApril 19, 1893(1893-04-19) (aged 65)Greenwood, Delaware, U.S.Resting placeSt. Johnstown Methodist Church, GreenwoodKnown forWomen's suffragewomen's rights Mary Ann Sorden Stuart (February 12, 1828 – April 19, 1893) was an American suffragist who served as a representative of th...
41st season of the UEFA club football tournament 1995–96 UEFA Champions LeagueStadio Olimpico in Rome held the final.Tournament detailsDatesQualifying:9–23 August 1995Competition proper:13 September 1995 – 22 May 1996TeamsCompetition proper: 16Total: 24Final positionsChampions Juventus (2nd title)Runners-up AjaxTournament statisticsMatches played61Goals scored159 (2.61 per match)Attendance1,870,462 (30,663 per match)Top scorer(s)Jari Litmanen (Ajax)9 goals← 1994–9...
This article does not cite any sources. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Sportpark Unterhaching – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (September 2013) (Learn how and when to remove this template message) Sportpark UnterhachingView of the north and east standsFormer namesSportpark Unterhaching (1992–2003, 2011–2013), Generali Sportpark (20...
Association football league This article is about the top league in the Thai football system. For other uses, see Thai League (disambiguation). This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Thai League 1 – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (December 2017) (Learn how and when to remove this templa...
2020 single by Sam Smith To Die ForTo Die For was released as an instant download for album pre-orders. When the album was renamed, a new cover was released for the album.[1][2]Single by Sam Smithfrom the album Love Goes Released14 February 2020 (2020-02-14)StudioThe Stellar House; Venice, California[3]GenrePop[4]Length3:13LabelCapitolSongwriter(s) Samuel Smith James Napier Tor Erik Hermansen Mikkel Storleer Eriksen Producer(s) Stargate Jimmy Nap...
American football player, coach, and television commentator (born 1939) American football player Mike DitkaDitka in 2008No. 89, 98Position:Tight endPersonal informationBorn: (1939-10-18) October 18, 1939 (age 84)Carnegie, Pennsylvania, U.S.Height:6 ft 3 in (1.91 m)Weight:228 lb (103 kg)Career informationHigh school:Aliquippa (Aliquippa, Pennsylvania)College:Pittsburgh (1958–1960)NFL Draft:1961 / Round: 1 / Pick: 5AFL Draft:1961 / Round:...