La regione storica del Tirolo prende il nome dalla Contea che ne caratterizzò l'unità politica. Essa a sua volta prende il nome dal castello che formò il nucleo originario del contado, situato nel comune di Tirolo nei pressi di Merano. Il nome riporta probabilmente la radice indoeuropea *tir, con significato di "terra", "suolo", "terreno", stessa radice del termine latinoterra e celticotir. La forma originale con -al (Tirale) venne sostituita solo a partire dal 1191 con -ol (Tyrol o Tirol).[1]
A seguito del crollo dell'Impero austro-ungarico dopo la prima guerra mondiale, la contea del Tirolo fu suddivisa fra la neonata Repubblica dell'Austria tedesca e il Regno d'Italia, secondo il Trattato di Saint-Germain-en-Laye. Nonostante l'estinzione della contea del Tirolo e la fine dell'unità della regione, il termine "Tirolo" per indicare la totalità della regione non è mai venuto meno. In merito alla sopravvivenza di numerosi legami culturali e storici, i suoi abitanti tuttora, in buona parte, si identificano come tirolesi.[3]
Tuttavia il sentimento di appartenenza e il modo di interpretarlo cambia notevolmente da provincia a provincia in merito alle differenze linguistiche o socioculturali pregresse o comunque accentuatesi negli ultimi cento anni.[3][4]
Il Tirolo storico è suddiviso ad oggi nelle seguenti entità amministrative:
La regione si trova nell'area dell'antica Rezia, abitata dal popolo dei Reti, romanizzata a partire dal I secolo a.C.
Solamente nel 1971 si sono trovate le prime tracce dell'uomo presso le pendici occidentali del monte Calisio poco sopra a Trento. Qui venne ritrovata una statuetta di forma femminile ottenuta da un corno di cervo, la cosiddetta "Venere del Gàban", che fa risalire la presenza dell'uomo al primo Neolitico.[5][6][7]
Nel 1248, Alberto IIIcastellano di Castel Tirolo ottenne con la forza i feudi comitali di Bressanone e nel 1252 i feudi dell'estinta casa dei conti di Appiano (Grafen von Eppan) dal vescovo di Trento. I principati vescovili di Trento e di Bressanone subirono a lungo la pressione dei Tirolo, e da questi furono sostanzialmente assoggettati nonostante fossero principi diretti dell'Impero di Germania (e in quanto tali elettivi dell'imperatore e a questi soggetti).
Nel XIII secolo, attraverso la politica matrimoniale del tempo, la primitiva dinastia dei Conti del Tirolo venne sostituita da quella dei Tirolo-Gorizia, il cui esponente di maggior spicco fu Mainardo II, vero fondatore della potenza tirolese. È a questo periodo che risale l'appropriazione del titolo di 'conte' (che spettava di diritto ai vescovi di Trento e Bressanone in quanto principi diretti dell'Impero) da parte del consortile dei Tirolo. I conti da allora si fecero chiamare non più "conti di Tirolo", bensì "conti del Tirolo". Usando a seconda dei casi l'astuzia o la forza, egli seppe approfittare della temporanea debolezza del potere imperiale.[5] La moderna amministrazione divise il territorio in un unico ordinamento giuridico (Landrecht) suddiviso in Giudizi (Gerichte). Ciò favorì lo sviluppo di borghi e mercati che fecero sì che a Merano si eresse una zecca, dove venivano coniati i "grossi aquilini", monete molto apprezzate nell'Italia settentrionale.[5]
In questo periodo i Tirolo riuscirono a estendere la loro influenza su un'area molto vasta a cavallo delle Alpi, entro i confini degli odierni territori di Austria, Svizzera e Italia. Alla morte dell'ultimo dei mainardiani, il conte Enrico, Margherita Maultasch, nipote di Mainardo II, si sposò a dodici anni con Giovanni Enrico di Lussemburgo che a sua volta aveva otto anni. Per difendere gli interessi della sua casata, arrivò in regione il fratello del maggiore del giovane conte, il futuro imperatore Carlo IV di Boemia. Tale successione non fu però riconosciuta dall'imperatore Ludovico di Baviera, che tramò ai danni di Giovanni Enrico accordandosi con la nobiltà tirolese. Secondo la leggenda, il giorno dei morti del 1341 Margareta fece trovare chiuso il portone di castel Tirolo al consorte al ritorno da una battuta di caccia e gli comunicò il ripudio e l'invito a riprendere la via per la Boemia.
Poco dopo a Merano furono celebrate le nozze tra la Margareta e il figlio dell'imperatore Ludovico di Brandeburgo. Ciò venne mal recepito dalle due casate e lo stesso castello fu preso d'assedio. Anche il Papa non riconobbe il nuovo matrimonio e lanciò l'interdetto sul Tirolo. Questi motivi politici furono alla base della diffusione propagandistica di un'immagine negativa della contessa, quale donna moralmente corrotta e fisicamente deforme, con il soprannome Maultasch ("bocca a forma di tasca"). Grazie all'appoggio dei nobili, a Ludovico furono confermati i privilegi, passati alla storia come il Grosser Tiroler Freiheitbrief (Grande patente delle libertà del Tirolo), 1342. Dopo la morte dell'unico figlio, Mainardo III, Margareta cedette la contea a Rodolfo IV d'Asburgo, formalmente per motivi di parentela nel 1363. Egli impose al vescovo di Trento le cosiddette "Compatte", dove si definivano le subordinazioni del principato vescovile verso il conte.[5]
Massimiliano I d'Asburgo e il conflitto con la Repubblica di Venezia
I conflitti fra gli Asburgo e la Repubblica di Venezia, a partire dal XV secolo, comportarono taluni mutamenti territoriali. A seguito della Guerra della Lega di Cambrai, in particolare, la Repubblica perse il possesso di alcuni territori, che furono posti alla diretta dipendenza della Contea del Tirolo. Questi territori comprendevano l'Ampezzano, la Vallagarina, la Bassa Valsugana, il Tesino e la Valle del Primiero. Durante la seconda metà del Cinquecento con Leopoldo V d'Austria nasce la casata degli Asburgo-Tirolo; durerà fino al 1665.
Dall'epoca napoleonica alla prima guerra mondiale
Nel 1803, in conseguenza del Trattato di Lunéville, i principati vescovili di Trento e Bressanone furono soppressi ed annessi la Contea del Tirolo. Solo tre anni dopo, nel 1806, a seguito della guerra della sconfitta asburgica nella guerra della terza coalizione, gli Asburgo furono costretti a firmare la pace di Presburgo, il Tirolo divenne parte del regno di Baviera; fu inoltre soppresso il Sacro Romano Impero che venne sostituito con una nuova entità statale denominata "Impero austriaco". In seno al Regno di Baviera il Tirolo fu suddiviso in tre distretti:
Isarco (Eisackkreis), che comprendeva l'attuale Alto Adige meno l'alta Val Venosta;
Adige (Etschkreis), da non confondere con il Dipartimento dell'Adige, che comprendeva grossomodo l'attuale Trentino;
Inn (Innkreis), che comprendeva il Tirolo del Nord e l'Alta Val Venosta.
Tirolo Orientale (Osttirol) con capoluogo Lienz; Tirolo Settentrionale e Orientale sono oggi uniti nello stato federale austriaco (Bundesland) del Tirolo.
Venezia Tridentina, secondo il nome proposto nel 1863 dal glottologo goriziano Graziadio Isaia Ascoli, comprendente le attuali province autonome di Bolzano e Trento, con capoluogo Trento e denominata alla fine del secondo conflitto mondiale Trentino-Alto Adige.[9] L'attuale assetto provinciale della regione con Trento e Bolzano rispettivamente capoluoghi del Trentino e dell'Alto Adige ebbe luogo solo nel secondo dopoguerra e venne formalizzato con lo statuto di autonomia del 1972.
La Contea del Tirolo ha avuto nel corso dei secoli diverse denominazioni. Dopo il XIII secolo si parlava di dominium comitis Tyrolis (conti "di" Tirolo), dal toponimo di castel Tirolo, vicino a Merano. Ai tempi dell'impero austro-ungarico si chiamava Kronland Tirol, come signoria dei conti "del" Tirolo, Gefürstete Grafschaft Tirol (Contea principesca del Tirolo). Nella Divina Commedia, Dante cita Tiralli per localizzare le alpi che fanno da confine con la Germania e ai cui piedi si trova il Benaco ossia il lago di Garda.[10][11] In seguito per distinguere le zone geograficamente si utilizzarono Land an der Etsch (terra dell'Adige) e im Inntal (sull'Inn). A partire dal XVIII secolo si parlava di tyrolische Nation.[non chiaro][5]
L'area corrispondente all'attuale Trentino era invece per lo più parte del Principato Vescovile di Trento (anche se vaste zone erano già sotto diretto controllo della contea tirolese), nel diploma imperiale di fondazione, era denominato comitatus tridentinus, oppure indicato con varie locuzioni del tipo ecclesiae tridentinae finis.
Un ulteriore porzione di territorio, faceva capo al Principato Vescovile di Bressanone, più piccolo e meno esteso di quello di Trento, anch'esso sotto diretta influenza della contea tirolese.
Nel XIX secolo il Trentino era noto anche come "Tirolo meridionale" o "Tirolo italiano"; in maniera non ufficiale e nel gergo comune era anche denominato, dai germanofoni, Welschtirol[12], talora questo termine fu anche usato in maniera dispregiativa. Nel medesimo periodo l'odierno Alto Adige era noto come "Mitteltirol".
Durante l'impero napoleonico il territorio a nord del Brennero venne inglobato e denominato "Baviera meridionale", mentre dal 1810 al 1814 la zona meridionale prese il nome di dipartimento dell'Alto Adige. Durante il ventennio fascista la regione trentino-sud tirolese venne denominata Venezia Tridentina. Nel dopoguerra si andarono a delineare definitivamente i nomi: Tirol, Alto Adige/Südtirol, Trentino.[5]
Lingua e cultura
Attualmente le lingue parlate nell'area del Tirolo storico sono:
Benché le lingue ufficiali della regione, oltre al ladino, siano le lingue nazionali di riferimento, ossia il tedesco standard e l'italiano standard, le lingue parlate comunemente da larga parte della popolazione, soprattutto nelle vallate e nei centri minori, sono parlate locali, dialettali, rispettivamente di ceppo germanico e di ceppo romanzo. Il patrono del Tirolo è San Giuseppe. La sua festa e solennità è il 19 marzo ed è stata istituita dall'imperatrice Maria Teresa nel 1750.
^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte. Die geschichtlich gewachsenen Namen der Gemeinden, Fraktionen und Weiler, Bozen, Athesia, 1991, pp. 470–471, ISBN88-7014-634-0.
^ Josef Fontana e Peter Haider, Geschichte des Landes Tirol, Teil 2, Bozen, Athesia, 1986, ISBN9788870144178.
^ab Thomas Benedikter, I sudtirolesi, Bolzano, Arca edizioni, 2017, pp. 136-143, ISBN9788888203676.
^In particolare nel territorio amministrato dall'Italia tale identificazione è vista spesso come segno di simpatie autonomistiche e separatiste. O in altri casi come distinzione linguistica: tirolese (madrelingua tedesca) opposto a "altoatesino" (madrelingua italiana).
Thomas Benedikter, I sudtirolesi, Bolzano, Arca edizioni, 2017, pp. 136-143, ISBN 9788888203676.
^Venezia Tridentina, in Dizionario di storia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
^"Suso in Italia bella giace un laco [...] c’ha nome Benaco." / "[...] a piè de l’Alpe che serra Lamagna sovra Tiralli [...]", Dante Alighieri, Inferno, Canto XX, vv.61-63.
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