Capoluogo della Comunità comprensoriale del Burgraviato, è circondata dalle montagne (1500–3330 m) e si trova nel fondovalle all'inizio di tre importanti valli: la Val Venosta, la Val Passiria e la Val d'Adige.
A sud Merano dista 30 km dal capoluogo di provincia, Bolzano, al quale è collegata da una superstrada a 4 corsie, conosciuta come "MeBo", e da una linea ferroviaria. A ovest comincia la Val Venosta, con la ferrovia della Val Venosta, a sud-ovest la Val d'Ultimo e a nord-est la Val Passiria.
Alla periferia di Merano sorgono il paese e il castello di Tirolo (Dorf Tirol, Schloss Tirol) da cui prende nome la regione storica del Tirolo.
Quartieri
Merano è divisa in diversi quartieri. Il vecchio nucleo di Merano con il centro storico e il quartiere Steinach si trovano sulla riva destra orografica del Passirio; le frazioni di Maia Alta (Obermais) e Maia Bassa (Untermais), si trovano di fronte sulla riva sinistra del fiume. Quarazze (Gratsch) e Labers sono distretti rurali: il primo occupa l'estremo nord-ovest dell'area urbana ai piedi delle pendici del gruppo Tessa, mentre Labers si estende sulle pendici del Montezoccolo (Tschögglberg) a est. Sinigo, con la sua zona industriale e commerciale, è separata dal resto della città a sud.
Considerato luogo di cura sin dal XIX secolo, Merano era inizialmente orientata verso un turismo per la terza età, grazie al clima mite e alla quiete che la caratterizzano. Nel XX secolo e particolarmente negli ultimi due decenni questa tendenza è cambiata soprattutto grazie a un'offerta più variegata e all'arrivo del turismo nazionale e internazionale che ha raggiunto e superato quello dei paesi germanofoni facendo notevolmente scendere l'età media dei suoi visitatori.
Origini del nome
Il toponimo è attestato come Mairania nell'857, nel 1242 come Meran e nel 1317 come stat ze Meran ("città di Merano"). Dal XV secolo prevale la forma auf der Meran[6]. Il toponimo è un prediale derivato da Marius + anum, come attestano anche molti altri esempi italiani; la e è facilmente spiegata come -arj- > -ajr- > -er-; la forma tedesca Meran, per l'accento non ritratto, riflette una germanizzazione piuttosto recente[7].
Storia
In epoca romana la zona dell'attuale Merano è detta Maia e si trova sul confine tra la provincia della Rezia e la Regio X Venetia et Histria, ai margini settentrionali del municipium di Trento. In epoca tardo-antica vi si sviluppa il castrum Maiense, un insediamento fortificato localizzato a partire dalla rocca dell'attuale castel San Zeno (Zenoburg). Nella cappella del castrum furono sepolti san Valentino di Rezia (alla fine del V secolo) e san Corbiniano di Frisinga (attorno al 730). È invece del 857 la prima menzione del nome di Mairania.[8]
Merano si sviluppa notevolmente sotto la famiglia d'arme divenuta allora proprietaria del castello di Tirolo. La dinastia assume il nome di conti del Tirolo nel corso del Duecento, in particolare con Alberto III di Tirolo e con Mainardo II di Tirolo-Gorizia, quando l'antico nucleo urbanistico assume la sua caratteristica fisionomia. Di quel periodo rimane l'imponente torre Ortenstein (anche nota come torre delle Polveri - Pulverturm - perché usata dal XVI secolo come deposito di esplosivi), sede un tempo del burgravio principesco.[9]
Merano diviene città nel corso del XIII secolo e acquisisce diritti cittadini nel 1317.[10] Nel XIV secolo, grazie anche ai privilegi concessi da Leopoldo III, divenuto per eredità anche Conte del Tirolo, si sviluppa molto il settore commerciale. Ne è anche testimone l'attività intensa di notai nel Tre e Quattrocento.[11]
Con il trasferimento della sede dei nuovi conti d'Asburgo ad Innsbruck nel 1420 la città perde la sua primaria importanza come centro economico, pur rimanendo formalmente capitale della contea del Tirolo fino al 1848. Solo con le guerre di liberazione del Tirolo del 1809, guidate da Andreas Hofer della Passiria, Merano ritorna al centro dell'attenzione: sul monte Benedetto (Segenbühel), sopra Merano, i tirolesi combattono vittoriosamente una battaglia contro i Francesi e i Bavaresi nell'ambito della guerriglia da loro condotta contro le truppe franco-bavaresi, che alla fine di una lunga battaglia combattuta al Bergisel di Innsbruck, Andreas Hofer, non ottenuto il promesso appoggio dell'imperatore asburgico, perde per nettissima inferiorità di forze la battaglia finale e verrà pochi mesi dopo giustiziato a Mantova, mentre la figlia dell'imperatore d'Austria va in sposa a Napoleone quale pegno di pace.
Merano ha un'antica tradizione turistica. Molti sono infatti gli ospiti della politica e della cultura che hanno passato le loro vacanze nella città, per esempio l'imperatrice Sissi e gli scrittori Franz Kafka e Gottfried Benn.[15] Questo soprattutto perché scienziati e medici hanno sempre consigliato la città per il suo clima mite e quasi mediterraneo e per la qualità dell'aria. Nel 1914 viene ampliato il Kurhaus, opera dell'architetto Friedrich Ohmann che era legato alla Secessione viennese.[16]
Le prime corse di cavalli a Merano risalgono al 1896 e la creazione di un primo ippodromo al 1900. Dopo un decennio di crisi, una nuova imponente struttura per la corsa ad ostacoli è realizzata e aperta agli appassionati nel 1935. Il Gran Premio Merano è abbinato ad una ricca lotteria nazionale.
A differenza di Bolzano, il volto di Merano non viene stravolto dal fascismo. Inoltre, nel corso della seconda guerra mondiale, Merano non subisce bombardamenti, per via del fatto che viene considerata una zona adibita al ricovero dei malati di guerra. La città è a lungo amministrata (fino al 1935) dal sindaco e poi podestà Maximilian Markart, che sa conservarne la vocazione turistica internazionale. Gli interventi pubblici sono tesi per lo più a sviluppare le strutture esistenti, come nel caso dell’ampliamento dell’ippodromo di Maia, o a dare attuazione ad antiche aspirazioni, come negli studi per la realizzazione della città termale.
Se si prescinde dal caso di Sinigo, la frazione meridionale sorta attorno alla bonifica del fondovalle e alla fabbrica della Montecatini, gli investimenti per l’edilizia popolare saranno spesso tardivi e comunque non inquadrabili in un progetto di promozione dell’immigrazione.
Tra le due guerre Merano riprende il suo volto di città internazionale. Negli anni ’30 diviene meta di molte famiglie ebree in fuga dal resto d’Europa. Questa situazione va in crisi a partire dal 1938 e soprattutto dopo il settembre 1943.
A metà settembre 1943 scattano i rastrellamenti degli ebrei. A seguito delle leggi razziali fasciste del 1938, la popolazione ebraica della provincia, residente in maggioranza a Merano, si era già oltremodo assottigliata. I più si erano trasferiti altrove e in città erano rimaste circa sessanta persone. Ventidue di esse (seguite poi da altre) sono arrestate dal SOD (Sicherheits- und Ordnungsdienst) per ordine delle SS tedesche e avviate, il 16 settembre, ai campi di sterminio.[17] Si tratta della prima deportazione di ebrei avvenuta su territorio italiano.
Merano non subisce attacchi aerei (tranne quello su Sinigo all’inizio di aprile del 1945). Già nei primi anni di guerra infatti alcuni alberghi meranesi sono trasformati in ospedali militari. Dopo l’occupazione tedesca Merano diviene città ospedaliera, meta per i feriti provenienti dal fronte italiano. Nel 1944 essa viene dichiarata formalmente “città ospedaliera” (Lazarettstadt), una qualifica che assicura particolare salvaguardia in base alle convenzioni internazionali. Merano è perciò rifugio sicuro per diverse personalità e attività segrete, centro tra l’altro della rete di distribuzione di denaro falso nota come operazione Bernhard.
Dopo la distruzione degli impianti norvegesi Norsk-Hydro di Vemork, che producono l’acqua pesante destinata ai progetti tedeschi per realizzare la bomba atomica, nel novembre 1943 un gruppo di scienziati tedeschi visita lo stabilimento di Sinigo e la centrale di Marlengo per verificare se l’impianto di elettrolisi della Montecatini sia tecnicamente adatto alla produzione di acqua pesante. Malgrado il parere negativo, a Sinigo avrà comunque luogo una piccola produzione del prezioso liquido.
La fabbrica di Sinigo viene bombardata il 4 aprile del 1945, non a causa dell’acqua pesante, ma per la produzione di metanolo.
La guerra si conclude con un inutile fatto di sangue dai contorni mai del tutto chiariti. Il 30 aprile 1945 a Merano i militari tedeschi aprono il fuoco su due cortei di persone che intendevano festeggiare la fine del conflitto. Otto morti e molti feriti.
Anche dopo il 1945 Merano è una delle mete più frequentate dai turisti in Alto Adige.
A Merano si trova il museo provinciale del turismo "Touriseum", ospitato nel castel Trauttmansdorff, al quale è annesso il giardino botanico, uno dei più belli in Italia. A dicembre 2005 sono state riaperte le Terme di Merano con annesso un hotel a quattro stelle. Nel corso del 2017 la città di Merano ha festeggiato i 700 anni dalla introduzione del suo primo ordinamento civico,[18] con una serie di mostre e manifestazioni storiche durate 365 giorni.
Stemma
Lo stemma mostra l'aquilatirolese, seduta su un muro con quattro pezzi di merlatura ghibellina e tre arcate che simboleggiano la città. L'insegna è conosciuta dal XIV secolo; il sigillo più vecchio risale al 1353 e quello a colori al 1390. In un'immagine del 1759 l'aquila viene raffigurata con una corona e una ghirlanda verde d'onore, il cosiddetto Ehrenkränzel. Nel 1911 fu concesso uno stemma simile, ma con le arcate con i cancelli aperti sopra un prato di trifoglio. Tale aspetto venne confermato anche nel 1928, ma nel 1973 si decise di tornare allo stemma precedente.[19]
Progettato nel 1873 dall'architetto Josef Czerny, il Kurhaus (casa di cura) venne inaugurato il 14 novembre 1874 e ristrutturato successivamente tra il 1913 e il 1914 dall'architetto Friedrich Ohmann. È di Ohmann il progetto della grande sala "Kursaal" della rotonda. L'edificio è stato sottoposto ad un radicale restauro negli anni '80, e ora presenta 13 sale e permette di ospitare fino a 1000 persone.[20]
Verso la fine del XIII secolo la città fu dotata di mura citate anche nel primo ordinamento cittadino del 1317. Esse racchiudevano l'attuale centro storico e, nella parte meridionale, fungevano anche da difesa contro le piene del torrente Passirio che non aveva argini. I passaggi attraverso le mura avvenivano esclusivamente in quattro porte.
Il Ponte Romano (Steinerner Steg) è il ponte più antico ancora conservato della città di Merano, risalendo al 1617. Fu edificato sul luogo dove in precedenza erano esistiti altri ponti, per lo più realizzati in legno. È chiuso al traffico e collega il quartiere Steinach a Maia Alta superando il torrente Passirio.
Eretta in stile architettonico Jugendstil viennese su modello del von Chabert[22] con piazza antistante disegnata dall'urbanista Theodor Fischer[13].
Architetture militari
A Merano esistono le caserme:
"Ugo Polonio" in via Cadorna, oggetto di una ristrutturazione totale a cura della Provincia autonoma di Bolzano nel quadro di un protocollo di intesa con il Ministero della Difesa;[23]
"Francesco Rossi", dove dal 2014 sono stati costruiti alloggi per il personale militare;[24][25]
"Villa Acqui" in via O. Huber, oggi sede della Agenzia delle Entrate;
inizialmente chiamata "Venosta", poi dedicata al capitano degli Alpini "Leone Bosin", caduto in Albania nel 1941 e medaglia d'argento al valore militare, la struttura venne realizzata negli anni 1938-1939 e ha chiuso nel 1991 lasciando nei pressi del raccordo stradale con la MeBo il terreno libero riconvertito oggi a zona produttiva. L'amministrazione comunale di Merano nel giugno 2016 ha posizionato una targa commemorative presso l'incrocio fra via Zuegg e via Brogliati alla memoria di Bosin;
il 1º aprile 1946 a Merano si ricostituisce il 6º Reggimento Alpini.[26][27]
Merano è stata sede della Brigata alpina "Orobica" fino al 1991; ora invece è di stanza il Reggimento Logistico "Julia", unità logistica operativa dell'Esercito Italiano il cui Comando è dislocato alla caserma "Battisti".[28]
Passeggiate
Merano è una città che possiede passeggiate molto sviluppate, in posizione panoramica. La più famosa è la passeggiata Tappeiner, che a mezza costa del Monte Benedetto collega Quarazze a castel San Zeno. Da questa passeggiata è facilmente raggiungibile la Torre delle Polveri e anche la passeggiata Gilf, che si snoda sui due lati del Passirio poco prima del suo ingresso in città.
Società
Ripartizione linguistica
La popolazione meranese è grosso modo, per metà di madrelingua italiana e per metà di madrelingua tedesca:
Prima dell'approvazione del Pacchetto per l'Alto Adige Merano era una città a maggioranza italofona (58,6% al censimento del 1961) e lo rimase fino al 1981. Dal 2024 la maggioranza dei residenti è nuovamente di madrelingua italiana. Anche se non vi sono dati ufficiali in merito, è notevole la presenza di famiglie mistilingui e/o persone che parlano entrambe le lingue.[33]
Religione
A Merano vive una piccola comunità ebraica con una propria sinagoga, inaugurata nel 1901 ed un piccolo museo.[34] Vi sono anche una chiesa dedicata al culto russo-ortodosso, completata nel 1897 all'interno della Casa Borodine su progetto dell'architetto Tobias Brenner e dedicata a San Nicola taumaturgo[35] e, dalla seconda metà dell'Ottocento, una comunità e una chiesa evangelica luterana, eretta nel 1885 su progetto dell'architetto Johann Vollmer di Berlino e preceduta da una casa di preghiera (Bethaus) del 1862, fondata da Thilo von Tschirsky nel quartiere di Steinach.[36] Un tempo c'erano una chiesetta anglicana e una piccola comunità anglo-americana.
La bellissima Chiesa Evangelica è tra i monumenti più apprezzati e visitati della città. La religione evangelica ha un rapporto speciale con questo territorio, se si pensa che alcune Radio locali sono in seguito diventate celebri e seguite sia in zona che in Europa, in particolare la già citata ERF Radio che dispone ormai di un numero considerevole di sale di registrazione e diffusione di programmi religiosi e culturali prodotti e diffusi in diverse lingue ovunque nel continente europeo.
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 7.356 persone, pari al 17,53% della popolazione.[38]
Cultura
Dal 1986 a Merano si svolgono le Settimane Musicali Meranesi, ideate nel 150º anniversario della fondazione della città come luogo di cure termali. Il Festival si svolge all´interno del padiglione del Kurhaus dove orchestre di fama internazionale si alternano nel corso della estate musicale.
MeranoJazz è un importante festival jazz organizzato dal comune di Merano che si svolge annualmente nel mese di luglio, a partire dal 1997. La programmazione si concentra su noti musicisti e formazioni della scena nazionale e mondiale. Dal 2002 comprende la Mitteleuropean Jazz Academy[39], un workshop per musicisti jazz che, all'interno di un contesto internazionale, mira ad unire concettualmente l'area culturale italiana e tedesca, coinvolgendo insegnanti delle due aree linguistiche. Inoltre, ogni anno è presente presso la Jazz Academy un artist in residence di fama mondiale.
La città di Merano è dal 1993 sede del Meraner Lyrikpreis (premio di poesia lirica di Merano), uno dei più prestigiosi premi letterari in lingua tedesca. Fra i vincitori della competizione biennale, scelti da una giuria internazionale, si annoverano Kurt Drawert, Kathrin Schmidt, Jürgen Nendza, Oswald Egger, Michael Donhauser, Ulrike Almut Sandig e Uwe Kolbe.[40]
Nel 2017 l'Amministrazione comunale meranese candida la città per il titolo di "Capitale italiana della cultura 2020" con il motto "Una piccola Europa d'Italia".[41] Il 15 gennaio 2018 viene reso noto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che Merano è fra le dieci città finaliste assieme ad Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.[42]
Negli anni 2020 e 2024 l'amministrazione comunale ha dedicato convegni internazionali al ricordo della permanenza di Franz Kafka a Merano nel 1920 e nel centenario della sua morte, intitolando nel 2024 anche una piazzetta alla memoria sua e di Milena Jesenská.[43][44]
Il museo del turismo Touriseum è stato inaugurato nel 2003 e mostra l'evoluzione storica del turismo in Alto Adige.
Il museo delle Donne (Frauenmuseum) fornisce una visione d'insieme sulle diverse epoche della storia della donna.
Kunst Meran/Merano Arte è un museo di arte contemporanea gestito da un'associazione senza scopo di lucro. Si trova sotto i portici.
Il museo civico fondato nel 1899 è il più antico museo dell'Alto Adige. È stato riaperto nel 2015 nella nuova sede di Palais Mamming Museum.
Media
Nel comune c'è la sede italiana della radio ERF Südtirol.
Economia
Con 16.913 occupati in 3.946 posti di lavoro Merano viene a essere la seconda città della provincia, dopo Bolzano, come offerta lavorativa. Tre aziende della città hanno più di 250 lavoratori ciascuna.
La principale infrastruttura storicamente utilizzata per i collegamenti con Merano, oltre allo stesso fiume Adige utilizzato fin dall'antichità, è la strada statale dello Stelvio da cui proprio in tale città si dirama la statale del Passo di Giovo.
Il trasporto pubblico urbano è gestito dalla SASA, che gestisce il trasporto pubblico urbano anche a Bolzano. I nodi d'interscambio delle autolinee sono Piazza Stazione, Via IV Novembre (di fronte a Piazzale Prader) e Via Andreas Hofer, di fronte alla stazione ferroviaria di Merano.
Fra il 1908 e il 1956 era inoltre attiva una rete tranviaria costituita da una linea urbana fra la stazione e piazza Fontana e una extraurbana fra piazza del Teatro e Foresta, nelle adiacenze della birreria Forst. Gestita da altro concessionario, fra il 1906 e il 1950 nella stessa piazza del Teatro aveva inoltre capolinea la tranvia Lana-Merano.
Dal 25 novembre del 2019 a Merano è iniziata la prima sperimentazione su scala nazionale di un autobus elettrico a conduzione autonoma. La sperimentazione è nata dal progetto Mentor, finanziato dal programma di cooperazione europea Interreg V/A Italia-Svizzera, con capofila i comuni di Merano e Briga-Glis, in Svizzera.[48]
Il 6 giugno 1984 la 18ª tappa del Giro d'Italia si è conclusa a Merano con la vittoria di Bruno Leali.
Il 2 giugno 1986 a Merano con la 22ª tappa sul circuito cittadino per un totale di 108 km vinta da Eric Van Lanker si conclude il 96º Giro d'Italia con la vittoria di Roberto Visentini.
Il 6 giugno la 15ª tappa Spondigna - Merano 2000 del 71º Giro si è conclusa a Falzeben.
il 7 giugno partenza della 16ª tappa del Giro d'Italia Merano Innsbruck attraversando il Passo del Rombo
Nel calcio è presente la squadra del F.C. Maia Alta (Obermais) nata nel 1972, che milita nel campionato di Eccellenza e il Football Club Merano Calcio, nato nel 2002 dalla fusione tra l'U.S. Merano Sinigo e l'F.C. Fortuna Merania, che milita nel campionato provinciale di Promozione. Nel 2013 è nata una nuova società, l’A.S.D. Olimpia Holiday Merano, dopo un distacco di molti allenatori dall’F.C. Merano Calcio e dall’unione con la società amatoriale Holiday Merano. Nel 2017, è la società che conta il maggior numero di bambini e ragazzi di tutto il Burgraviato. Nel 2016 l'U.S. Sinigo è stata rifondata ed ha mantenuto gli storici colori biancoverdi.
Nel basket, il Charly Merano ha vinto il titolo regionale di Serie D 2007-08 ed è stato ripescato in C2 Veneto dopo aver perso lo spareggio contro la Pol. Impa Casier (TV).
Merano è stata sede di arrivo finale del Giro d'Italia nell'edizione del 1986, con il traguardo del 2 giugno posto in corso della Libertà, dove si concluse l'ultima tappa (circuito cittadino in linea) con la vittoria del belga Eric Van Lancker e successo finale di Roberto Visentini.[51]
In totale, la città è stata sede di tappa della "Corsa Rosa" in quattordici occasioni (otto partenze e sei arrivi).[51]
Note
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^Beda Weber, Meran und seine Umgebungen. Oder: Das Burggrafenamt von Tirol – Für Einheimische und Fremde, Innsbruck, Wagner, 1845, p. 6.
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^Anna Pixner-Pertoll, Ins Licht gebaut: Die Meraner Villen, ihre Gärten und die Entwicklung der Stadt (1860–1920), Bolzano, Edition Raetia 2009.
^Vedi Ferruccio Delle Cave et al., Meran - ein literarischer Spaziergang durch die Passerstadt, Bolzano, Athesia, 1998. ISBN 88-7014-954-4
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^Cfr. la documentazione Lyrik im Gespräch. Der Lyrikpreis Meran, a cura di Ferruccio Delle Cave e Martin Hanni, Folio Verlag, Vienna-Bolzano, 2010, ISBN 978-3-85256-530-9.
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^Al Kurhaus trionfa il Body Painting, su video.gelocal.it. URL consultato il 26 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2017).
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