Il territorio è costituito in prevalenza, per circa due terzi, da colline; la sua parte centrale costituisce l'altopiano ibleo, con un'altitudine media compresa tra i 400 e i 600 metri s.l.m.. I picchi più elevati del territorio del consorzio comunale si trovano ai suoi confini settentrionali. I rilievi maggiori sono il Monte Lauro (987 m), il Monte Casale (910 m) e il Monte Arcibessi (906 m).[6][7]
Le uniche pianure presenti sul territorio si trovano nella sua parte occidentale, dove si sviluppa la piana di Vittoria e, all'estremità orientale, nel territorio comunale di Pozzallo e parzialmente in quello di Ispica.
La geomorfologia dell'altopiano ibleo è molto variegata. Il territorio spesso degrada verso il mare con un progressivo terrazzamento e con incisioni profonde delle colline, dette "cave", disposte generalmente in direzione sud. Tali cave, che sono il risultato dell'erosione dei fiumi nel lungo corso delle ere geologiche, presentano frequentemente delle improvvise variazioni di livello, rispetto al fondo (anche di 200 m), come si riscontra nel caso del fiume Irminio. Andando verso la costa, si alternano falesiecalcarenitico-sabbiose e piccole pianure alluvionali marnose o argillose, che spesso formano paludi costiere (quasi tutte prosciugate), delimitate da dune sabbiose. In altre località (Marina di Ragusa, Cava d'Aliga e Pozzallo) si protendono invece sul mare, con scogliere di modesta elevazione.[8][9]
La parte centrale, nota come "Tavolato ibleo", è costituita da formazioni vulcanitiche come il Monte Lauro, che ne è la massima elevazione, segmentate da un complesso sistema di faglie.[10]
È in questo sistema che si inquadrano le strutture geologiche che, nell'area attorno a Ragusa, determinano affioramenti di petrolio, con concentrazioni asfalto-bituminose. In passato la pietra scura presente in tali aree, meglio conosciuta come "pietra-pece", veniva utilizzata come materiale da costruzione e caratteristica decorazione. Fino alla seconda guerra mondiale tale pietra veniva estratta in grandi quantità e trasportata con i treni merci della ferrovia a scartamento ridotto dell'Anapo al Porto di Siracusa; trasportata via mare agli impianti di trattamento, era oggetto di lavorazione per estrarne gli idrocarburi in essa contenuti[11].
La fascia costiera ragusana comprendeva, nei tempi antichi, numerose paludi e pantani che in parte, nel corso di bonifiche occorse tra gli anni trenta e sessanta, vennero prosciugati.
In territorio di Ispica sono presenti le uniche superfici lacustri naturali rimaste: i pantani salati, Longarini, Bruno e Gorgo Salato; gli altri, il pantano Gariffi e il pantano Arezzi sono invece di acqua dolce[12]. Tra il promontorio di Kamarina e Scoglitti si estendeva la Palude di Kamarina, formatasi al riparo dalle dune di sabbia alla foce dell'Ippari che fu prosciugata dai coloni greci nel III secolo a.C..
Coste e isole
La linea costiera del consorzio comunale è bagnata, a sud, dal Mar Mediterraneo tra la foce del fiume Dirillo e il Pantano Longarini. La spiaggia, detta "I Macconi", tra la foce del Dirillo e la foce dell'Ippari, è sabbiosa e lunga[12]. Più oltre, in direzione di Punta Secca, la costa diventa rocciosa, alternando piccole spiagge e scogliere. Tra Marina di Ragusa e Cava d'Aliga il litorale è prevalentemente sabbioso e riprende ad essere roccioso fino a Punta Religione, intervallando falesie e piccole spiagge come quella di Sampieri, costituita da finissima sabbia dorata. Tra Pozzallo e Punta Ciriga tornano nuovamente a prevalere le spiagge sabbiose. In corrispondenza di Punta Ciriga si trovano, l'isola di Iannuzzo e l'isola dei Porri[12].
L'orografia complessa dell'area comporta la presenza di differenti tipologie climatiche.
Nelle aree più meridionali e costiere la piovosità è in genere scarsa: una media dei rilevamenti del trentennio 1961-1990, registrati dalle due stazioni di rilevamento di Gela[14], e di Cozzo Spadaro[15][16] evidenzia, per il trimestre giugno-agosto, precipitazioni di appena 2–3 mm di pioggia. In inverno la piovosità sale a 45–60 mm (ottobre-febbraio), con una punta di 71 mm nel mese di ottobre, soltanto nella seconda località. L'umidità relativa media è invece significativa e risulta maggiore nelle aree pianeggianti del vittoriese, dove per tutto l'anno si mantiene a una media del 72-79%. Sostanzialmente simile, salvo una flessione al 66-69% nel trimestre giugno-agosto, quella dell'area tra Ispica, Pozzallo e Marina di Ragusa.
Diversa invece è la quantità di pioggia che cade sulle zone elevate dell'altopiano, dove in autunno, inverno e primavera i livelli di piovosità sono più elevati. Nella zona di Acate la quantità di pioggia annua varia tra i 205 mm dell'anno meno piovoso e i 588 mm dei picchi, mentre nell'area di Chiaramonte Gulfi l'oscillazione è compresa tra 377 e 1481 mm complessivi[17].
I venti si mantengono in genere moderati, al disotto degli 8,5 nodi con prevalenza da ovest-sud-ovest. I mesi meno ventosi sono giugno per l'area occidentale e settembre per quella orientale[15].
Anche la temperatura media annua è correlata, in linea di massima, con la quota altimetrica: si va dai 13°-14° dell'area montana (tra Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo e Giarratana) ai 14°-15° del capoluogo, per finire con i 18°-19° delle aree in prossimità della costa. Per quanto riguarda la media delle temperature massime del mese più caldo, il valore è simile in tutta l'area: 30°. Unica eccezione la zona di Vittoria, che riporta un valore leggermente inferiore. Le temperature medie del mese più freddo sono invece differenti: 2°-4° nell'area montana, 4°-6° nel ragusano e 6°-8° nel rimanente territorio. L'escursione termica è notevolissima nell'area montana: la sua media annua raggiunge i 17°[18].
Nelle aree più a sud e in quelle costiere non sono presenti stazioni meteorologiche, ma un'indicazione di massima può venire dai dati rilevati dalle stazioni presenti nei limitrofi liberi consorzi comunali di Siracusa e Caltanissetta (Gela e Cozzo Spadaro): i valori e i dati statistici possono essere assimilati a quelli dei territori confinanti, dato che le stazioni rilevatrici sono ubicate a pochi chilometri dai confini con il Libero consorzio comunale di Ragusa.
Complesso boscato Mangiagesso tra i comuni di Modica e Scicli.
Area attrezzata Mangiameli a Monte Arcibessi in comune di Chiaramonte Gulfi.
Complesso boscato Sampieri nel Comune di Scicli.
Complesso boscato Santa Maria del Focallo in comune di Ispica.
Complesso boscato "Pineta Monte Renna" nel comune di Giarratana
È in corso di attuazione l'iter di realizzazione del Parco Nazionale degli Iblei, previsto dall'art. 26, comma 4 septies, della Legge 222 del 29 novembre 2007[24][25]. Si tratta del primo parco nazionale della Sicilia e anche della più grande area naturale protetta dell'isola, che abbraccia i territori di Siracusa (60%), Ragusa (30%), Catania (10%). L'8 febbraio 2011 il consiglio provinciale ha approvato una proposta di perimetrazione del parco[26]. Tale proposta, che esclude le principali aree di interesse del biotopo ibleo e addirittura alcune aree SIC, è stata ritenuta insoddisfacente da larga parte dell'opinione pubblica e dalle associazioni naturalistiche del Ragusano, che hanno manifestato a tutti i livelli il proprio dissenso. La Regione ha quindi chiesto a queste ultime (riunitesi nel Coordinamento delle Associazioni Naturalistiche e Ambientaliste) di presentare una propria proposta di perimetrazione, spiegandone le ragioni[27].
I confini ufficiali e l'autonomia amministrativa dell'ex provincia di Ragusa sono stati definiti nel 1926, durante il fascismo, dal conte Enrico Ucchino.
In seguito il feudo dei Chiaramonte divenne un'entità amministrativa del tutto autonoma rispetto al Regno di Sicilia: aveva tribunali con tre gradi di giudizio (compreso quello delle II Appellazioni, che non esisteva neppure a Palermo), un governatore, amministratori per le singole "università" (cioè gli attuali comuni) e forze di polizia municipale e comitale. Rispetto al territorio del ente territoriale moderno quello del feudo includeva i comuni di Acate (detta Biscari fino al 1930), Comiso, Ispica e Santa Croce Camerina nel periodo dal 1392 al 1457, essendo Conti Bernat Cabrera e suo figlio Giovanni Bernardo. Quest'ultimo, a causa di un debito di 60.000 fiorini, fu costretto ad alienare alcuni feudi per far cassa. Fu così che, fra il 1453 e il 1457, Comiso fu ceduta ai Naselli, Giarratana ai Settimo, Ispica ai Caruso-Statella, Santa Croce al modicano Pietro Celestre, Acate ai Paternò-Castello. Per lungo tempo, invece, il feudo comprese anche Caccamo, Calatafimi e Alcamo, città della Sicilia occidentale, queste ultime due fino all'annessione al regio demanio, avvenuta nel 1802, delle terre della Contea di Modica.
Il 28 marzo 2014 è stata prevista la soppressione delle 9 province regionali, sostituite temporaneamente da nove "Liberi Consorzi comunali" e 3 aree metropolitane in seguito all'entrata in vigore della legge approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana il 12 marzo 2014[29].
In ottemperanza alla legge regionale del 24 marzo2014, n. 8, recante il titolo “Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane”[30] e disciplinata poi con la successiva legge regionale n. 15 del 4 agosto2015, "Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane"[31], la provincia regionale di Ragusa è stata soppressa e sostituita dal libero consorzio comunale di Ragusa[32].
Simboli
Il libero consorzio comunale ha mantenuto inalterato lo stemma e il gonfalone della vecchia provincia. Essi sono così descritti nell'articolo 4 dello Statuto:[33]
«Il Libero Consorzio Comunale di Ragusa adotta lo stemma descritto come segue: scudo araldico inquadrato con fondo azzurro, banda scaccata di due file d'argento e di rosso caricata da un'aquila dal volo abbassato rivolta con la testa a destra, tenente fra gli artigli una corona di alloro e quercia nastrata in rosso. La testa dell'aquila è sormontata da una stella d'argento, a cinque punte. Lo scudo è fregiato dalla corona di Provincia. Il Gonfalone che misura cm 87×195 è di tessuto raso in seta di colore azzurro bordato in oro; termina in tre bande, la centrale più lunga, rifinite con frangia dorata; al centro reca lo stemma, come descritto circondato da decoro a tralci di acanto ricamate in oro. Il Gonfalone come sopra descritto è sorretto da bastone lanciato e completo di due fiocchi che scendono lungo i lati.»
Come per altre aree italiane, quella che nel parlato di tutta la Sicilia, in generale, permane indelebile è la traccia romana o meglio del latino popolare o volgare. La quasi totalità delle popolazioni che facevano parte dell'ex contea di Modica hanno in comune l'evoluzione[34] dei nessi cl e pl, che nel Ragusano sono resi in /t∫/, quando nel resto della Sicilia l'esito è espressi in /K/[35]. Mentre difatti di clavis (chiave), plangere (piangere) e plenus (pieno) gli altri isolani ne fanno "chiavi", "chianciri" e "chinu", il ragusano ne fa "ciavi", "cianciri" e "cinu".
Infrastrutture e trasporti
Strade ed autostrade
Il consorzio per decenni non è stato dotato di tratte autostradali sul proprio territorio nonostante, fin dalla fine degli anni sessanta, fosse esistito il progetto dell'autostrada Siracusa-Gela, i cui lavori sono stati realizzati lentamente e con lunghi periodi di interruzione. L'autostrada è stata realizzata solo nel tratto tra Siracusa e il casello di Modica, servendo quindi solo la parte orientale del consorzio con gli svincoli di Ispica-Pozzallo e Modica.[36] Al mese di dicembre 2023, i lavori dei tratti autostradali successivi non sono ancora partiti.[37]
L'asse principale della rete viaria ragusana è la strada statale 115, che proviene da Siracusa, attraversa i maggiori centri urbani e prosegue per Gela. La trafficatissima e pericolosa[38]strada statale 514 convoglia il traffico automobilistico da e per Catania; sulla stessa direttrice – ma attraverso i centri di Monterosso Almo e Giarratana – si snoda anche la tortuosa ed altrettanto pericolosa[39]strada statale 194. L'intero sistema viario della zona necessita di interventi radicali[40], anche in considerazione del fatto che si tratta di uno dei poli produttivi agro-alimentari più importanti d'Italia[41]; non avendo un sistema ferroviario efficiente, è costretto ad un intenso uso del trasporto su gomma. La strada provinciale 25 collega il capoluogo ibleo a Marina di Ragusa.
Il territorio ragusano è attraversato dalla ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì, gestita da RFI, per poco più di 119 km di binari; la tratta per molti decenni rimase in condizioni precarie che non permettevano velocità commerciali adeguate ai tempi[42]. Un ammodernamento e un potenziamento delle opere d'arte (ponti e viadotti), tra Vittoria e Siracusa, venne eseguito nell'ambito del Programma integrativo FS con i fondi stanziati dalla legge 12 febbraio 1981[43][44] ma le strategie economiche attuate in seguito alla "riforma delle ferrovie" nel corso degli anni duemila ne hanno prodotto la progressiva sottoutilizzazione[45]. La linea, pur tortuosa e con elevate pendenze, attraversa e collega direttamente alcuni tra i più grandi centri urbani ragusani con i territori confinanti (Siracusano e Nisseno) e le grandi aree metropolitane di Palermo e Catania. Il traffico merci su rotaia è quasi inesistente (al 2014)[45], nonostante l'alto potenziale[46] costituito dalle aree di grande produzione ortofrutticola di Vittoria, Scicli e Ispica.
Lo scalo marittimo più importante del territorio è il Porto di Pozzallo che, oltre al traffico mercantile e peschereccio, vanta anche un collegamento di linea passeggeri con la vicina Malta. Nel 2022 il porto di Pozzallo ha movimentato 307.027 passeggeri e 1.366.216 t tonnellate di merci.
Oltre a quello di Pozzallo esistono anche altri porti da pesca e da diporto: Scoglitti, Marina di Ragusa, Donnalucata e Punta Secca, località che ha ospitato le riprese della serie televisiva Il commissario Montalbano. Il nuovo porto di Marina di Ragusa, è stato dichiarato operativo il 3 luglio del 2009, ha oltre 800 posti barca e sarà uno dei tre "Hub" per la nautica da diporto della Sicilia[47].
Sul territorio ragusano insiste l'Aeroporto di Comiso, dal quale fino all'inizio degli anni settanta l'ATI effettuava collegamenti con alcune località della Sicilia e della penisola. Dato il modesto traffico[48], tuttavia, il collegamento venne soppresso e dal 1983 la struttura fu destinata a Base Nato. Dopo vari decenni di pressioni operate da parte dei settori produttivi ed imprenditoriali del territorio[49], è stato riconvertito da aeroporto militare in aeroporto civile. Lo scalo è stato aperto al traffico civile il 30 maggio del 2013. Nel Ragusano sono presenti anche strutture minori:
I livelli occupazionali e il reddito medio pro capite erano nel 2005, nell'allora provincia, fra i più elevati del Mezzogiorno[50], e quella di Ragusa era la provincia con il più basso tasso di disoccupazione in Sicilia (non superava il 16%, mentre nel comune di Ragusa presentava un valore in linea con la media nazionale[51]. Nel 2013 il tasso di disoccupazione è cresciuto al 19,3%, inferiore al dato regionale e del Mezzogiorno ma superiore di quasi 6 punti percentuale al dato nazionale[52]. È presente inoltre la Banca Agricola Popolare di Ragusa, primo istituto di credito del territorio che con i suoi 40 sportelli nel Ragusano è fra le banche più rappresentate nel territorio. Fra le banche di una certa dimensione è l'unica che abbia mantenuto la sua sede in Sicilia dopo che il Banco di Sicilia è stato inglobato nel gruppo UniCredit.
L'indice di libertà economica (che tiene conto non solo del Pil prodotto ma anche di elementi quali economia, lavoro, contesto sociale, finanza, fisco e trasferimenti) poneva nel 2006 il ragusano ai livelli delle province del nord Italia, collocando l'ex provincia al cinquantunesimo posta della classifica nazionale, con un indice di 64,8 su 100[51].
La pietra-pece[53], conosciuta anche come pietra-oro, è quel particolare tipo di roccia che impera nel panorama architettonico del barocco ibleo. Si tratta di una roccia sedimentaria calcarea risalente al Cenozoico, che essendo impregnata di bitume, in proporzioni che variano dal 4% al 10%, non è particolarmente soggetta a sgretolarsi ed è particolarmente atta all'uso in ambienti soggetti a forte umidità. Il colore varia in proporzione alla quantità di bitume contenuto e può assumere varie gradazioni dal marrone al quasi nero.
Essa viene utilizzata da secoli per usi ornamentali, come nel caso del Castello di Donnafugata; viene usata anche come pavimentazione, decorazione e per lapidi sepolcrali. In contrada Tabuna, ad esempio, sono stati ritrovati dei sarcofagi pre-ellenici. Altri esempi del XVI secolo sono i capitelli del Duomo di San Giorgio.
La pietra pece attivò gli interessi di società francesi ed inglesi, e in seguito anche tedesche, per l'estrazione di idrocarburi, tra la fine del XIX secolo e la prima guerra mondiale. L'estrazione avveniva con l'impiego di bassa manodopera locale; un grosso esercito di minatori, anche adolescenti, e carrettieri erano impiegati per estrarre dalle cave migliaia di tonnellate di roccia, parte lavorata sul posto e parte imbarcata verso Gran Bretagna, Francia, Germania e altre località europee. La Grande guerra mise fine all'opera delle aziende tedesche e vide la nascita di quelle italiane che poi si svilupparono, a causa dell'autarchia, nel periodo fascista. Infatti dal minerale veniva prodotto carburante per autotrazione, ma probabilmente non tanto quanto si diceva che fosse anche perché il contenuto in frazioni leggere era molto scarso. In ogni caso fu questa, probabilmente, una delle motivazioni principali che portarono alla costituzione della provincia di Ragusa.
Dopo la seconda guerra mondiale venne avviata la produzione di cemento pozzolanico utilizzando proprio la pietra-pece, privata dell'idrocarburo. Tuttavia venuta meno la convenienza economica dell'estrazione, dalla fine degli anni ottanta solo qualche azienda specializzata, per lo più nel restauro conservativo di edifici antichi, continua nella lavorazione della roccia scura.
Le affiorazioni bituminose nell'area ragusana erano note sin dall'antichità ed erano perciò sorte attività estrattive e di lavorazione della pece; il prodotto è presente negli scisti bituminosi di cui è ricca l'area. Nei primi decenni del XIX secolo società francesi ed inglesi acquisirono le licenze di produzione ed esportazione di roccia petrolifera, con ampio uso di manodopera locale. A metà degli anni venti iniziò la distillazione, di idrocarburi come benzina per autotrazione e gasolio, anche da parte di aziende italiane a mezzo di impianti situati intorno alla città di Ragusa.
Fino al 1957, anno in cui venne attivato l'oleodotto che univa l'area di estrazione (Ragusa) e quella di raffinazione (Augusta) venivano impiegati tra 7 e 8 treni giornalieri di carri cisterna per il trasporto del greggio[54].
A Comiso è fiorente l'attività di lavorazione di vari tipi di roccia e di marmi, nazionali ed esteri, per uso edilizio ed architettonico.
È presente un sistema di piccole e medie imprese, articolato in sei raggruppamenti merceologici[56]: agroalimentare e mangimistico, materiali e complementi per l'edilizia, marmi e graniti, legno-arredo, chimico-plastico e metalmeccanico-impiantistico. Più recentemente si è sviluppata l'attività industriale legata al settore lattiero-caseario, con la nascita di aziende di respiro nazionale. L'industria vanta il 60% della produzione lattiero-casearia dell'isola[57] ed un'importante produzione di polietilene e di materiali plastici per l'agricoltura, utilizzati prevalentemente per la copertura delle serre.
Agricoltura
L'agricoltura del Ragusano presenta molti aspetti tradizionali: sui terreni dell'altopiano sono prevalenti i seminativi asciutti, soprattutto cereali, e le colture arboree. Un mosaico di colture arboree e impianti ortofrutticoli caratterizza le aree di Ispica e Pozzallo, le zone collinari e la pianura tra Vittoria, Comiso ed Acate. Ma il settore più rilevante e innovativo è quello delle serre, soprattutto sui suoli sabbiosi che si distendono da Vittoria fino al litorale; milioni di metri quadrati di coltivazioni, realizzati con grande economia di materiali, in cui si realizza una produzione di zucchine, melanzane, pomodori e fiori (questi ultimi, specialmente nel territorio di Vittoria) che interessa l'intero anno. La coltura in serra si presenta – in ambiti monofunzionali o con altre tipologie di insediamento polifunzionali – nell'area di Ispica, tra Donnalucata e Scicli, oltre che lungo la costa e nell'entroterra tra Punta Secca e Santa Croce Camerina e tra Marina di Acate ed Acate. Nei primi anni settanta l'esplosione delle serre ragusane ha costituito, secondo Antonio Saltini, uno dei fenomeni di vivacità più singolari dell'intera agricoltura italiana[58] creando, su terreni che non offrivano praticamente alcun reddito, un flusso di produzione di decine di miliardi di lire, coinvolgendo una serie ingente di settori connessi, dal commercio di sementi e antiparassitari a quello del polietilene, dal gas in bombole per il riscaldamento invernale delle serre agli impianti di refrigerazione ed ai trasporti su strada.
Il Ragusano, tra i territori siciliani, è quello che ha sviluppato su vasta scala l'allevamento del bestiame, soprattutto di bovini da latte tra cui primeggia una razza autoctona detta razza modicana. Questa particolare vocazione l'ha resa leader nella produzione lattiero-casearia regionale. I dati statistici relativi al 2005 registrano infatti ben 2.169 aziende del settore con una produzione di 437.737 tonnellate di latte vaccino[59]. Numerose anche le aziende correlate, alcune di grandi dimensioni, che producono formaggi e derivati del latte tra cui il caciocavallo ragusanodop. Una caratteristica stabilita per legge prescrive che la zona di provenienza del latte per la produzione del Ragusano comprende l'intero territorio dei comuni di Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo, Pozzallo, Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli e Vittoria. Il formaggio viene prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, crudo: l'alimentazione delle mucche da cui deriva il latte è costituita prevalentemente da erbe spontanee dell'altopiano ibleo.
Turismo
Il Terremoto del Val di Noto del 1693, a cui ha fatto seguito il fervore della ricostruzione, ha prodotto nell'intera area una serie di città il cui patrimonio architettonico, facente parte del barocco siciliano, è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità: si tratta di Ragusa, Modica e Scicli, le cui architetture sono state rese note dai film e dalle serie televisive cui hanno fatto da sfondo (da Il Gattopardo di Luchino Visconti all'L'uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, fino alla serie televisiva Il commissario Montalbano).
Oltre al turismo culturale, che oltre alle già città del barocco interessa anche le zone archeologiche di Kamarina e Casmene, è sviluppato un turismo di balneare grazie alla costruzione, avvenuta negli ultimi quindici anni, di diversi villaggi turistici ed infrastrutture, che date le condizioni climatiche favorevoli, consentono la balneazione per almeno sei mesi all'anno.
Il Ragusano non ha propri atenei, ma Ragusa ospita alcuni corsi di laurea dell'Università degli Studi di Catania: Lingue e letterature straniere. Esiste un "Consorzio universitario della Provincia di Ragusa", costituito nel 1995 con il fine di gestire iniziative universitarie e culturali del territorio ibleo. Il consorzio, fondato dall'allora provincia, dal comune di Ragusa e dall'"Associazione per la Libera Università degli Iblei" a cui si sono aggiunti altri comuni, associazioni di categoria e professionali, enti finanziari e associazioni culturali, si propone di assicurare la prosecuzione degli studi universitari a Ragusa, nella volontà di realizzare il quarto polo universitario statale dell'isola[60].
Il Castello di Donnafugata
Il suo nome è di origine araba dato probabilmente a una costruzione o alla località. Le origini di una parte dell'edificio, tra cui la torre, risalgono alla metà del Settecento ma nel suo complesso il possente edificio è dovuto al Barone Corrado Arezzo che lo fece realizzare un secolo dopo inserendo nella facciata principale, in stile neogotico con richiami del veneziano, la bella loggia con gli eleganti archi trilobati. L'edificio si sviluppa su una superficie di 2500 m² e consta di ben 122 vani. Il piano nobile è dotato dell'arredamento originale dell'epoca; vi si accede mediante una grande scalinata monumentale in pietra-pece (tipica della zona ragusana ricca di bitume e olio minerale). Notevoli il salone degli stemmi, con affreschi parietali di insegne nobiliari delle grandi famiglie siciliane, il salone degli specchi, la sala della musica, la stanza del biliardo e la stanza da letto della principessa di Navarra. Le stanze, le sale e i corridoi sono decorati con stucchi ed affreschi.
Il Castello è attorniato da un parco lussureggiante di quasi 8 ettari con grandi alberi di Ficus, ed altre essenze esotiche. Al suo interno si trovano un labirinto, un tempietto circolare, una coffee-house e delle grotte artificiali.
Il castello è stato acquisito dal Comune di Ragusa nel 1982 e in seguito restaurato. Le sale del castello vengono spesso utilizzate come set di produzioni cinematografiche.
Eventi culturali
A Tutto Volume - Libri in Festa: festival letterario che dal 2010, in giugno, propone a Ragusa, Ragusa Ibla e Marina di Ragusa, decine di incontri scrittori e personaggi del mondo della cultura.
Festival organistico internazionale. Si svolge a Ragusa tra novembre e dicembre e consiste in una rassegna di 6 serate con concerti organistici di musica barocca eseguiti, nelle chiese cittadine dotate di organi, da organisti italiani e stranieri.
Festival ibleo del jazz si svolge in ottobre, per la durata di una settimana, a Ragusa Ibla ed è dedicato al jazz sperimentale con la presenza di jazzisti da tutto il mondo.
Eurochocolate Modica è una manifestazione promossa per valorizzare la ultra centenaria tradizione cioccolatiera di questa città ragusana e che nella sua ancor breve tradizione, è giunta alla sua quarta edizione, ha saputo riscuotere già grande successo tanto che nella edizione del 2007 ha richiamato, nel corso di nove giorni, quasi 200.000 visitatori[61].
I Sapori della Cultura a Modica il 7, 8 e 9 dicembre. Evento organizzato dalla cooperativa Etnos, in collaborazione con l'assessorato regionale ai beni e alle attività culturali, il comune di Modica, il libero consorzio comunale di Ragusa, il distretto culturale del sud-est e l'UNESCO.
Tra gli eventi religiosi del territorio vi è il complesso di manifestazioni che si svolgono a Ispica durante la settimana santa. Caratteristica è la processione del giovedì santo, detta del "Cristo alla colonna". Nata nel Medioevo, originariamente era formata da un gruppo di "flagellanti" che, a torso nudo e con una corona di spine, si percuotevano le spalle con cordicelle con vetro, ferro e chiodi: quest'ultima cruenta cerimonia è lentamente caduta in disuso mentre è ancora oggetto di grande culto la processione del simulacro.
La festa di San Giovanni Battista, patrono della città e della Diocesi di Ragusa, è l'evento religioso più importante. Si svolge in tre giornate alla fine del mese di agosto con una processione che, partendo dalla cattedrale di San Giovanni, si snoda fino alla chiesa dell'Ecce Homo. Il giorno seguente la processione si svolge in senso opposto fra due ali di folla devota. Il terzo giorno la statua del santo patrono e i cerrei votivi effettuano un giro che prevede il rientro a tarda notte nella stessa cattedrale.
La festa di San Giorgio è celebrata l'ultima domenica di maggio. La chiesa omonima viene infiorata e addobbata con stendardi policromi con la statua del santo al centro della chiesa. Vengono aperte le porte scolpite, occultate da paratie per il resto dell'anno, e la statua viene sollevata dai portatori, che le fanno compiere evoluzioni a suon di musica facendola roteare e lanciandola in aria per poi riprenderla. San Giorgio, come da iconografia, è vestito da soldato romano e uccide il drago con la lancia. Insieme al simulacro, anche il reliquiario del santo viene portato in processione.
La festa di Pasqua, denominata A' Paci: dalla Chiesa di Maria SS. Annunziata in mattinata vengono portati fuori i simulacri di Gesù Risorto e della Madonna Annunziata e per l'intera giornata percorrono le principali vie cittadine, ripetendo in ogni parrocchia della città il cosiddetto rito della Paci durante il quale i due simulacri, posti l'uno di fronte all'altro, vengono avvicinati e allontanati correndo per tre volte tra due ali di folla. La festa affonda le sue radici nel periodo della dominazione spagnola.
La terza domenica di maggio si svolge la festa di Maria SS. Addolorata, patrona della Chiesa Madre, Santa Maria delle Stelle. Caratteristica principale è la Svelata del settecentesco simulacro di Maria SS. Addolorata, che viene fatta il sabato vigilia della festa; per l'occasione l'altare maggiore viene adornato da fiori, tende, stucchi, elementi architettonici appositamente creati, candelabri, ceri e quant'altro occorrente al fascino della festa. Altro momento caratteristico della domenica è a Sciuta (l'uscita): il fercolo dorato della Madonna non appena esce dalla Chiesa Madre viene trasportato nella vicina piazza Fonte Diana ove migliaia di fedeli attendono il canto dell'Inno all'Addolorata cui segue lo sparo di mortai a volantini ed una nutrita moschetteria. Segue la lunga processione per le strade cittadine fino alla mezzanotte e, al termine, un imponente spettacolo pirotecnico.
La seconda domenica di luglio si festeggia il patrono San Biagio, a cui i comisani attribuiscono la salvezza del paese dalla peste e dal terremoto del 1693; la festa è un susseguirsi di Messe officiate da tutti i parroci delle parrocchie mentre la chiesa di San Biagio per tutta la giornata è affollata di fedeli. La processione pomeridiana con il simulacro del Santo è caratterizzata da fedeli che fanno "u viaggiu" (la processione) per espletare il loro voto chi percorrendola a piedi scalzi chi portando a spalla il simulacro o portando le torce votive decorate (i 'ntocci) con i ceri accesi.
A Chiaramonte Gulfi la festa più importante è quella della Beata Maria Vergine di Gulfi, patrona principale della città, che si svolge la domenica in Albis e il terzo martedì dopo Pasqua, con tradizione immutata sin dall'anno 1644. L'altra ricorrenza è quella della festa di San Giovanni Battista, compatrono e protettore della città; si svolge il 23 e 24 giugno preceduta da dodici giorni di preparazione con manifestazioni di fede, folclore e cultura; il 23 con la sacra rappresentazione della vita del santo e il 24, al tramonto, con uscita del Santo seguita dalla processione per le vie della città.
A Giarratana tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto si svolge la Festa della Madonna della Neve con caratteristiche processioni che si tramandano da centinaia di anni. L'evento più importante è la festa del Patrono ab antiquo, san Bartolomeo Apostolo venerato quasi da 1000 anni con il titolo patronale; importantissima è la fiera che si svolge 3 giorni prima della festa.
La processione della Madonna Vasa-Vasa[62] si svolge nella mattinata della domenica di Pasqua. Risale alla metà del Settecento e si svolge con l'incontro fra il simulacro di Maria che muove le braccia, impartisce benedizioni e si china a baciare il petto del Cristo morto. A mezzogiorno in punto, cade il mantello nero che la ricopre mostrandola nella sua veste azzurra mentre viene liberato un nugolo di colombe bianche dal basamento posto ai piedi del simulacro della Vergine.
Altra festa importante è quella di San Pietro, compatrono della città (il principale è San Giorgio), che si svolge il 29 giugno. Fino alla metà del secolo scorso partecipavano alla processione pomeridiana dodici statue di cartapesta, alte circa quattro metri, rappresentanti i dodici apostoli (detti i santuni), che seguivano il simulacro del Cristo. Le statue venivano mosse dalle gambe di alcuni fedeli, nascosti all'interno, che guardavano il percorso della processione tramite una finestrella ricavata nel busto di cartapesta della statua; tale tradizione è caduta in disuso e viene portata in processione soltanto l'artistica statua in legno di quercia detta di San Pietro e il Paralitico conservata all'interno della Chiesa.
A Scicli nel corso dell'anno si svolgono tre eventi religiosi importanti:
Il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, ha luogo la "Cavalcata di San Giuseppe". È una processione, quasi una riedizione in costume, della vita della Sacra Famiglia, che si snoda per le vie della città fra falò e fuochi d'artificio fra due ali di folla festante.
Il giorno di Pasqua si svolge la processione dell'"Uomo vivo". Una statua del Cristo risorto viene portata in processione; le vengono fatte fare alcune evoluzioni che mandano in visibilio la numerosa folla assiepata lungo il percorso.
L'ultimo sabato del mese di maggio si svolge la festa della "Madonna delle Milizie", rievocazione delle lotte tra Normanni e Arabi che si contesero la Sicilia. Il momento più religioso culmina con la processione, per le vie della città, del simulacro della Madonna su un cavallo bianco posto sopra un carro infiorato[63].
A Vittoria è molto sentita la celebrazione del Venerdì Santo la cui tradizione esiste praticamente dalla fondazione della città. Dal 1657 la Congregazione del SS.mo Crocifisso ebbe il compito di fare una processione solenne il Venerdì santo dalla Chiesa madre al Calvario e ritorno. La processione a partire dal 1669 fu arricchita da una recita incentrata sul dramma della passione in versi dialettali recitati da popolani. Nel 1834 la Congregazione fece costruire un'urna in legno per trasportare il Cristo morto e deposto dalla croce e dall 1858 la sacra rappresentazione è incentrata sul dramma scritto dal marchese Alfonso Ricca. I Parti rappresentano la tradizione più sentita e amata dai vittoriesi, unica nel panorama della zona in cui si preferisce festeggiare la domenica di Pasqua.
Nell territorio ibleo, soprattutto tra i comuni di Ragusa, Modica e Scicli, sono state girate la maggior parte delle scene de Il commissario Montalbano, serie televisiva poliziesca tratta dai romanzi di Andrea Camilleri; in particolare, la casa dove risiede il commissario si trova a Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina, mentre la sede del commissariato di polizia della fittizia Vigata è il municipio di Scicli.
A differenza di altre aree della Sicilia, nelle quali domina la cucina a base di pesce, la gastronomia ragusana è orientata maggiormente sui piatti a base di carne, latte, formaggi e prodotti della terra[64].
Le tagliatelle casarecce cco maccu[64]: un piatto il cui condimento sono le fave secche cotte e ridotte a crema (maccu) e aromatizzate con finocchietto selvatico.
I turciniuna[66] sono budella ovine cotte in tegame.
Le scacce[67], tipiche focacce coperte, farcite in vari modi: salsiccia sbriciolata, cipolle stufate, prezzemolo e ricotta; con patate, melanzane, cipolla e pomodoro; cipolla pomodoro prezzemolo e caciocavallo ragusano; verdure lesse e caciocavallo, etc.
Una specialità molto conosciuta è il cioccolato modicano[68]. Il cacao venne portato a Modica, intorno alla metà del Seicento, dai padri Gesuiti; in seguito venne aperta una delle prime fabbriche artigianali d'Europa[69], ancora esistente, che produceva un tipo di cioccolato particolare mediante un procedimento di origine azteca, che gli stessi religiosi avevano appreso nelle colonie spagnole sudamericane.
Cava d'Ispica. (Il nome di "cava" nella Sicilia sud-orientale sta ad indicare le profonde gole scavate dai fiumi che scendono dall'altipianoibleo). Si tratta di una grandiosa cava lunga circa 10 km che oltre all'aspetto decisamente panoramico offre la possibilità di una carrellata nel tempo seguendo le tracce degli insediamenti umani che qui si insediarono sin dalla preistoria; si tratta di necropolisicule, catacombe protocristiane, cappelle rupestri bizantine e insediamenti abitativi del medioevo.
Castello di Donnafugata. Il castello, conservato a cura del comune di Ragusa che ne cura anche le visite turistiche. Di origini tardo medievali e poi modificato in stile gotico e rinascimentale, si trova 20 km a sud-ovest di Ragusa. Contiene una biblioteca con circa 4.000 volumi ed è dotato di un ampio parco.
Museo civico Franco Libero Belgiorno che raccoglie reperti archeologici del Paleolitico, tra cui quelli della grotta di Cava Lazzaro, del Neolitico, provenienti dal villaggio di contrada Pirrone, e di epoca paleocristiana. Vi si trovano anche materiali dell'antica età del bronzo provenienti dal villaggio di Baravitalla a Cava d'Ispica e da Cava Lazzaro. Il museo si trova in corso Umberto.
Monte Arcibessi. Nel territorio di Monte Arcibessi sono presenti insediamenti fortificati ("castellieri") dell'età del Bronzo e dell'età del Ferro. Abitati preistorici, resti di insediamenti abitati greci arcaici, testimonianze di epoca ellenistico-romana e resti bizantini e medievali.
Monte Casasia. Necropoli ellenistica del VII-VI secolo a.C. con tombe a grotticelle artificiali nei pressi di Monterosso Almo.
Il libero consorzio comunale di Ragusa ha una popolazione di 317.790 (dato di giugno 2023)[70] abitanti con densità abitativa di circa 195 abitanti per km².
Il capoluogo, Ragusa, è il comune più popolato, ma vista la considerevole estensione del territorio comunale, con 167 abitante per km², risulta soltanto settimo quanto a densità abitativa.
La popolazione dell'ex provincia, dal 1982 al 2001 ha avuto un incremento pari al 7,6% con un differenziale positivo di 20.811 abitanti[71].
Degli altri undici comuni del libero consorzio, Vittoria e Modica superano i cinquantamila abitanti, mentre gli altri hanno una popolazione fra i trentamila e i tremila abitanti. Il comune meno popoloso è Monterosso Almo, mentre quello più densamente popolato è Pozzallo con una densità abitativa di 1.230,05 ab./km². Pozzallo è anche il comune meno esteso con una superficie di soli 14,94 km².
Nel calcio sono quattro le società ragusane ad aver raggiunto i campionati nazionali, anche se alcune sono incorse in difficoltà economiche di rilievo:
L'associazione polisportiva dilettantistica Victoria Docet Basket che ha raggiunto il campionato di Serie D.
La Virtus Eirene Ragusa, squadra femminile, nella stagione 2012-13 ha raggiunto la serie A1 e si è subito affermata come una delle squadre più forti a livello nazionale, vincendo 2 Coppe Italia e arrivando due volte agli ottavi di finale di Eurocup.
Altri sport
Rugby
Il Ragusa Rugby Club rappresenta il rugby ibleo dal 1967: al massimo è arrivato in Serie B[75].
Automobilismo
Coppa Monti Iblei, cronoscalata che si svolge ogni settembre a Chiaramonte Gulfi.
Rally del Barocco, sul territorio provinciale.
Tamburello
Le società ragusane ad aver vinto titoli nazionali sono:
G.S. Tamburello Ragusa che ha vinto pure molti titoli europei di tamburello a 3 e tambeach
Tambeach Kaukana di Ragusa che ha vinto titoli nazionali di tambeach
G.S.A. Modic che ha vinto nel tamburello a 3 femminile
Tambeach Cava d'Aliga che ha vinto molti titoli nazionali in tutte le specialità di tambeach
Tennis Tavolo
Emaia Vittoria, che ha vinto i campionati italiani femminili di tennis tavolo nel 1991 e 1992[76]. Negli ultimi anni sta scercando di affermarsi questa disciplina nei paesi iblei con risultati soddisfacenti: nel 2011/2012 l'Asd ScicliSport ha ottenuto la promozione in serie C1 dove ha militato per un anno, prima di essere retrocessa in serie C2. L'Asd TT Vittoria milita anch'essa i serie C2 da diversi anni, sfiorando per diversi anni, la promozione.
A Modica l'attività è ripresa dopo alcuni anni di difficoltà. attualmente la Pgs Orsa Modica, legata all'Oratorio salesiano "San Domenico Savio", milita in serie D1. Il Tennis Tavolo è stato impiantato presso l'oratorio di Modica nel 1997 dal Sacerdote Salesiano don Giovanni Alibrandi (1933-2005) che ha coinvolto decine di ragazzi attraverso questo sport. si sono ottenuti risultati brillanti in ambito PGS (Polisportiva giovanile Salesiana) giungendo alla conquista dei Campionati nazionali nel 2000 a Senigallia. È stata ottenuta la promozione di Serie C2 dove la Pgs Orsa Modica ha militato per 8 anni fino al 2006. il ricordo di Don Alibrandi è vivo nel ricordo dei ragazzi di Modica per la sua passione per il tennis tavolo e il suo tifo proverbiale per il Milan.
[77] Attualmente nel Ragusano esistono 5 società sportive legate a questa pratica sportiva: Asd Tennis tavolo Vittoria, Asd Tennis-Tavolo Scicli Sport , Asd Pgs Orsa Modica[78], Ping pong Club Ragusa Dimensione Corpo e Risurrezione vittoria, legata all'Asd TT Gela.
Atleti
Santino Coppa di Ragusa, allenatore di pallacanestro, è il fondatore e il tecnico del Trogylos Priolo dal 1970 e ha diretto anche la nazionale maltese di basket femminile.
Luca Marin di Vittoria, nuotatore, detiene il primato italiano dei 400 metri misti in vasca da 25 metri con il tempo di 4‘01‘‘71. Ha vinto la medaglia d'oro sulla stessa distanza in vasca breve ai Campionati europei del 2006 a Helsinki.
Il principale impianto sportivo ragusano è lo Stadio Aldo Campo, situato in contrada Selvaggio, nel capoluogo. È stato edificato nel 1972 ed è impiegato per calcio e rugby potendo ospitare un massimo di 3.500 spettatori[79]. Nella stessa zona, si trova il principale Palazzetto dello sport della zona, il PalaMinardi, che può ospitare 3.500 persone. Impiegato fino a poco tempo fa per la pallavolo (ha ospitato anche la nazionale italiana[80]) e per la pallacanestro (vi giocava la Virtus Ragusa in Legadue), è stato impiegato anche per le arti marziali[81]. Altri impianti sportivi iblei sono il PalaPadua di Ragusa con 2.000 posti a sedere, il PalaMarsala (Ragusa) con 500 e a Comiso il PalaDavolos che ha 620 posti.
Il Comunale di Vittoria, con 5.000 posti è diventata la struttura più capiente del territorio di Ragusa ed è il secondo impianto calcistico per importanza, seguito dal Caitina di Modica, che arriva a 2.500 posti a sedere[82]. Il comunale di Comiso può ospitare 1800 spettatori mentre la Pro Scicli gioca al campo Geodetico di villaggio Jungi[83].
Galleria d'immagini
Arco dell'Annunziata, XIV secolo a Chiaramonte Gulfi
Panorama di Ispica
La facciata della basilica di Santa Maria Maggiore ad Ispica
La matrice di san Bartolomeo ad Ispica
Palazzo Bruno di Belmonte ad Ispica
Particolare della Torre di Palazzo Bruno di Belmonte ad Ispica
^Home, su Libero Consorzio Comunale di Ragusa. URL consultato il 9 ottobre 2023.
^ In tale occasione furono riuniti i comuni di "Ragusa Superiore" e di "Ragusa Inferiore" (poi rinominata "Ragusa Ibla" nel 1922) che si erano in precedenza separati nel 1866.Scheda dell'Archivio di Stato di RagusaArchiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive.
^ab Daniele Pavone, Il trenino degli Iblei, in iTreni, n. 299, Salò, ETR, 2007.
^abcdIstituto geografico De Agostini-Oggi, Il grande atlante stradale d'Italia in 182 tavole, tavv. 162-164, Novara, 1991.
^Diga Santa Rosalia, su digasantarosalia.it. URL consultato il 31 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2013).
^abLa stazione di Gela si trova a pochi chilometri dal comune di Vittoria ed è indicativa delle condizioni meteorologiche della zona costiera ragusana.
^abcdEurometeo, su eurometeo.com. URL consultato il 31 dicembre 2007.
^abLa stazione di Cozzo Spadaro si trova a pochi chilometri dal confine con il libero consorzio comunale di Ragusa ed è indicativa delle condizioni meteorologiche della stessa.
^Sias Regione Siciliana, su sias.regione.sicilia.it. URL consultato il 29 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2013).
^Sias Regione Siciliana, su sias.regione.sicilia.it. URL consultato il 31 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2013).
^. All'interno del territorio di Ragusa si trova qualche eccezione di questo caso linguistico, come per esempio Acate che mantiene il /K/, ma in proposito bisogna aggiungere che questo fenomeno è presente anche in qualche paese al di fuori di queste zone: una di queste è Licata, nell'Agrigentino, dove pure il /t∫/ ha il sopravvento sul /K/
^Regione Siciliana, Piano regionale dei trasporti e della Mobilità-parte I,12/2003:punto I-3.4
^Regione Siciliana, Piano regionale dei trasporti e della Mobilità-parte I, 12/2003:punto I-3.4.1
^Regione Siciliana, Piano regionale dei trasporti e della Mobilità-parte I, 12/2003:punto I-3.4 [...] le caratteristiche delle SS 194 e SS 514 [...] sono al disotto degli standard normativi.
Francesco Alaimo, Sicilia, supplemento a ciao Sicilia, Palermo, Sicilian Tourist Service, 1990.
Fulvio Stanganelli, Vicende Storiche di Comiso Antica e Moderna, Vittoria, Rotary Club, 2004. (edizione orig. Stab. Tip. S. Di Mattei & C., Catania 1926)
Assessorato Agricoltura e Foreste.Terra, il multimediale dell'agricoltura. Palermo, Regione Siciliana, 2007.
Salvatore Spoto, Sicilia antica, Roma, Newton e Compton editori, 2002, ISBN88-8289-750-8.
Moses Finley, Storia della Sicilia Antica, Bari, Editori Laterza, 1979.
Sandro Attanasio, Sicilia senza Italia, Milano, Mursia editore, 1976.
Denis Mack Smith, Storia della Sicilia medioevale e moderna, Bari, Giuseppe Laterza e figli, 1976.
Giuseppe Iacono, Perle di Sicilia - Avola, Modica, Noto, Ragusa, Scicli, Edizioni Affinità Elettive, 1998.
Piero Guccione, Il Parco degli Iblei in Provincia di Ragusa, Argo Software, 2006, ISBN978-88-88659-24-4.
AA. VV., Sicilia, Milano, Touring Club Italiano, 2006, ISBN88-365-3916-5.
Giuseppe Iacono, Folklore religioso nella Contea di Modica, Edizioni Tomaselli, 2005.
Giuseppe Iacono, Le riserve naturali della Provincia di Ragusa, Edizioni Tomaselli, 2006.
Antonio Saltini, Sicilia fra feudi e giardini, Bologna, Edagricole, 1982.
AA. VV., Almanacco illustrato del calcio, Panini, Modena, 2006.
AA. VV., Almanacco illustrato del basket, Panini, Modena, 1989.
AA. VV., Bell'Italia-Sicilia 2, Editoriale Giorgio Mondadori, 1994.
AA. VV., Bell'Italia-Sicilia 4, Editoriale Giorgio Mondadori, 1998.
In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.