La regione si distingue per una forte omogeneità[7]: gran parte del territorio è collinare, i centri abitati sono per lo più posti sulle sommità dei rilievi e il paesaggio agrario, derivato dalla mezzadria, è ovunque caratterizzato da numerosi piccoli appezzamenti, bordati da querce secolari e segnati da case coloniche; la percentuale di popolazione sparsa è a tal proposito tra le più alte d'Italia[8]. Dal punto di vista antropico la regione è altrettanto omogenea: nonostante la notevole varietà dei dialetti, l'indole degli abitanti è descritta nei testi come uniforme in tutto il territorio[9]. Inoltre, la storia marchigiana è stata caratterizzata da una serie di autonomie parallele in ogni zona; lo stesso plurale del nome ne sancisce infatti l'unità fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali. La vocazione all'autonomia di ogni zona è anzi paradossalmente il fattore maggiormente unificante. L'economia si caratterizza per un modello economico-imprenditoriale peculiare, definito "modello marchigiano"[10].
Le Marche sono collocate sul versante del medio Adriatico e occupano 9.365,86 km²[21] di territorio italiano, che si estende tra il fiume Conca a nord e il Tronto a sud; a ovest la regione è limitata dall'Appennino umbro-marchigiano. Essa presenta una forma caratteristica di pentagono irregolare e si sviluppa perlopiù longitudinalmente da nord-ovest a sud-est.
Colline e montagne
Le pianure, non rilevabili percentualmente, sono limitate ad una stretta fascia costiera e alla parte delle valli più vicine alla foce dei fiumi. Il territorio marchigiano è dunque interamente collinare e montuoso. In particolare, le Marche sono una delle regioni più collinari d'Italia: le colline comprendono il 69% del territorio (6.462,90 km²) e ben l'82% dei comuni si trova nella fascia collinare[22].
Cecco d'Ascoli, il noto poeta e studioso medievale, rivolgendosi alle Marche, non a caso disse:
Il restante 31% (2.902,96 km²) del territorio è dunque montuoso[23][24]. L'Appennino che attraversa le Marche è chiamato umbro-marchigiano; esso è costituito da cinque pieghe, parallele e incurvate con la convessità diretta verso la costa. La piega occidentale si estende interamente in Umbria, le altre quattro interessano invece il territorio regionale e sono descritte di seguito, da ovest verso est[25].
Panorama delle colline marchigiane da Cingoli, il balcone delle Marche; sullo sfondo il Mar Adriatico ed il Monte Conero
La piega orientale si estende dalla Gola del Furlo a quella di Arquata, per poi continuare per un breve tratto in territorio prima laziale e poi abruzzese, sino al passo di Montereale. Comprende, da nord a sud, Monte Paganuccio, Monte San Vicino, Monte Letegge e la quinta maestosa dei Monti Sibillini, con il Monte Vettore (2478 m), il massimo rilievo regionale, e numerose altre montagne che superano i 2.000 m.
Questa piega è contraddistinta da numerose gole, che i fiumi nati più ad occidente devono attraversare per giungere al mare. I passi più noti sono Passo Cattivo, Forca di Presta e Forca Canapine.
Nelle prime due pieghe si trovano importanti complessi carsici, tra cui le notissime Grotte di Frasassi.
La terza, breve piega ha una forma ellissoidale ed è compresa tra le valli del Musone e del Potenza. Su di essa sorge Cingoli, a 631 m s.l.m.; la cittadina è circondata da colline più basse e domina quasi tutto il territorio marchigiano, meritandosi l'appellativo di "balcone delle Marche". La massima elevazione di questa piega è quella del Monte Acuto (824 m)[26].
L'ultima piega arriva a lambire il mare ed è costituita dal promontorio del Monte Conero (o Monte d'Ancona), che si protende verso est con le sue alte rupi, a metà della costa adriatica, tra Ancona e Numana. Anche questa piega, come la precedente, ha forma ellissoidale; inoltre ha il versante marittimo molto più ripido rispetto a quello interno.
Il litorale, lungo 173 km,[30] ha un andamento rettilineo, con lunghe spiagge sabbiose o ghiaiose.
La costa bassa è interrotta a metà dal promontorio del Conero, che divide la costa marchigiana in due tratti con andamento diverso: quello settentrionale è orientato da nord-ovest a sud-est, il meridionale da nord-nord-ovest a sud-sud-est. Monte Conero, il nucleo del promontorio, dà origine ad alte e spettacolari falesiecalcaree e rappresenta il punto più alto della costa marchigiana e dell'intero litorale adriatico, con rupi alte più di 500 m a picco sul mare.[31] Il Conero protegge a nord il Golfo di Ancona, nella cui parte più interna è situato il porto di Ancona.
Altro tratto di costa alta è quello del Monte San Bartolo, nei pressi di Pesaro; il colle dell'Ardizio, invece, a sud di Pesaro, pur essendo vicinissimo al mare, non lo tocca.
I fiumi hanno carattere torrentizio e sono tipicamente paralleli tra loro, formando una struttura di valli che spesso è chiamata "a pettine".[34] Raramente i fiumi marchigiani sono affluenti di altri corsi d'acqua maggiori. Altra importante caratteristica è il fatto che essi nascono quasi tutti nella catena appenninica che fa da confine con l'Umbria e che dunque, per giungere al mare, attraversano la catena orientale formando gole pittoresche come quelle del Furlo, di Frasassi, della Rossa, di Pioraco, dell'Infernaccio, delle Fucicchie e di Arquata.[35]
È marchigiana l'alta valle del fiume Nera, affluente del Tevere e dunque appartenente al versante tirrenico, mentre tutti gli altri fiumi ricadono nel versante adriatico[36].
Non sono grandi le differenze di lunghezza tra un fiume marchigiano e l'altro: il più lungo è il Metauro (121 km), seguito dal Tronto (115 km), dal Potenza (95 km), dal Chienti (91 km) e dall'Esino (90 km).
Riguardo al bacino idrografico e alla portata idrica media, i maggiori risultano il fiume Metauro, con 1.325 km² e 20,8 m³/s; seguito dall'Esino con 1.203 km² e 18 m³/s, e dal Tronto, con 1.192 km² e 17 m³/s.
Il centro di alcune città è attraversato dal corso di fiumi: nei pressi della foce del fiume Foglia sorge Pesaro; il fiume Misa, prima di giungere al mare, attraversa Senigallia; il centro di Ascoli Piceno è circondato da due corsi d'acqua, il Tronto e il Castellano, che ivi confluiscono. Alcune foci di fiumi sono state utilizzate per ricavare dei porti canale, come nei casi di Pesaro, e Senigallia; nel caso del porto canale di Fano, è la parte terminale del canale Albani, che prende origine dal Metauro, ad essere utilizzata come parte del porto.
Laghi
Nelle Marche non ci sono grandi laghi naturali. Nonostante la loro piccola estensione, sono molto interessanti dal punto di vista paesaggistico e naturalistico i due laghi di Portonovo, costieri, e il Lago di Pilato, glaciale, posto a 1.941 m di altezza.
I principali laghi per estensione sono artificiali: il Lago di Cingoli e il Lago di Fiastra.
Con questo criterio la regione amministrativa coincide in genere con quella geografica; esistono però alcune eccezioni, elencate di seguito.
Alcuni territori dell'alta Valmarecchia sono marchigiani; si tratta delle estreme zone settentrionali del comune di Monte Grimano Terme (provincia di Pesaro e Urbino); questo comune ricade per la maggior parte del suo territorio all'interno del confine naturale marchigiano del bacino del Conca.
L'alta Valle del Tronto, che costituisce l'ampia conca in cui sorgono i comuni di Amatrice e di Accumoli, pur essendo situata sul versante adriatico, non appartiene amministrativamente alle Marche, ma al Lazio (provincia di Rieti).
L'alta valle del Sentino, affluente di sinistra dell'Esino, che coincide pressappoco con il territorio comunale di Scheggia e Pascelupo appartiene all'Umbria.
Parte dell'alta valle del fiume Foglia, che si estende nel territorio comunale di Sestino e in parte in quello di Badia Tedalda, è amministrata della regione Toscana. Nella bassa valle, invece, la maggior parte del territorio comunale di Mondaino ricade nel bacino del Foglia, ma appartiene all'Emilia-Romagna.
Nella zona litoranea a nord di Ancona il clima è submediterraneo con sbalzi di temperatura da stagione a stagione: estati calde, ma rinfrescate dalla benevola brezza marina, e inverni freddi (a Pesaro la temperatura media di gennaio è di 3,8 °C) con regolari piogge di stagione. A sud di Ancona la subcontinentalità si attenua per lasciare posto a un clima sublitoraneo che assume caratteri più spiccatamente mediterranei nella Riviera delle Palme (a Grottammare la temperatura media di gennaio è di 7,6 °C).[39]
Nelle aree vallive e nelle zone collinari basse regna un clima piuttosto subcontinentale, con estati assai afose e inverni rigidi caratterizzati da nebbie dense in autunno e possibili abbondanti nevicate in inverno. La primavera può essere abbastanza piovosa.
Nelle zone montuose e di alta collina vi sono estati fresche e inverni rigidi con ampia possibilità di neve; l'inverno risulta altresì rigido nelle zone collinari interne dove si possono verificare basse temperature. Infatti le Marche sono state una delle regioni italiane più colpite durante la nevicata del 2012.
Il primo periodo di unità culturale delle Marche fu nell'Età del ferro, quando la regione era abitata per la quasi totale interezza dai Piceni. La diffusione della civiltà picena segna il passaggio dall'Età del Bronzo a quella del Ferro, nonché l'introduzione della scrittura.
Le testimonianze lasciate da questa civiltà sono molto ricche e fortemente caratterizzate, specie nella scultura, anche monumentale, nell'arte figurativa, che presenta una notevole fantasia nelle figure ed una tendenza all'astrattismo, nell'originalità delle forme della ceramica, nell'abbondante uso dell'ambra, nella grande varietà di armi, nei vistosi corredi femminili. La lingua picena è italica ed era diffusa in tutte le attuali province delle Marche; l'enigmatica lingua di Novilara è attestata da quattro iscrizioni.
Nel IV secolo a.C., la regione vide l'arrivo dei Galli Senoni, popolazione gallica proveniente dalla provincia francese dello Champagne[40], che occuparono tutto il settore settentrionale della regione, fino al fiume Esino, ma anche alcune zone più a sud.
Nello stesso periodo i Greci di Siracusa fondarono la colonia di Ankón, l'attuale Ancona. Con la fondazione siracusana l'emporio divenne una città di lingua, cultura ed aspetto greco, che poi mantenne a lungo, quando già la regione circostante e l'Italia centrale erano entrate prima nell'influsso e poi nello stato romano.
I Piceni, dunque, che prima dell'arrivo dei Sènoni vivevano in tutto il territorio che oggi definiamo marchigiano, si trovarono a convivere con culture diverse, che influirono profondamente sul loro modo di vivere, tanto che gli archeologi parlano di una nuova fase della civiltà picena: la "Piceno IV", l'ultima di questo popolo italico prima della sua romanizzazione[41]. Nello stesso tempo, anche l'originaria cultura celtica dei Sènoni, a contatto con Piceni e Greci, subisce un'evoluzione, dissolvendosi in una koiné celto-greco-italica, dove l'elemento celtico rimase immutato solo per ciò che riguarda l'armamento[42]
Ankón, attraverso il suo porto, mantenne rapporti intensi con i principali centri del Mediterraneo orientale, come provano le testimonianze archeologiche, numerose e significative specialmente per l'età ellenistica. Tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. fu gradatamente assorbita nello stato romano, pur rimanendo per alcuni decenni un'isola linguistica e culturale greca[43].
Periodo romano
Dopo la battaglia del Sentino, nel 295 a.C., i Galli vennero sconfitti da una coalizione tra Romani e Piceni. Quando gli alleati romani divennero troppo invadenti, con la fondazione di colonie in territorio piceno (la più importante Firmum Picenum, odierna Fermo), i Piceni si ribellarono dando vita alla guerra picentina, che si concluse con la sottomissione ai Romani, e poi alla guerra sociale.
Due importanti strade collegavano le Marche a Roma: la Flaminia, che raggiungeva l'Adriatico a Fano e terminava a Rimini, e la Salaria, che arrivava a Porto d'Ascoli. Inoltre durante il periodo imperiale, Ancona venne scelta da Traiano come porto di Roma verso oriente, come testimonia anche l'iscrizione dell'arco di Traiano di Ancona, nella quale il capoluogo marchigiano è chiamato accessum Italiae, cioè "ingresso d'Italia".
Come tutti i territori delle moderne regioni italiane, anche quello marchigiano ebbe nel periodo romano diverse variazioni amministrative. Sotto l'impero di Augusto il sud della regione faceva parte della Regio V, detta Picenum, mentre la parte nord, detta Ager gallicus picenus, era compresa nella Regio VI, che comprendeva anche i territori orientali dell'attuale Umbria. Con la riorganizzazione amministrativa di Diocleziano, tutto il territorio delle attuali Marche era riunito nella Flaminia et Picenum, che comprendeva anche la Romagna. Questa provincia venne suddivisa sotto l'impero di Teodosio I in due circoscrizioni: le Marche settentrionali, dette Picenum Annonarium, formarono con la Romagna la Flaminia et Picenum Annonarium, mentre il sud della regione costituì il Picenum Suburbicarium[44]. Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, le Marche, dopo aver fatto parte del regno di Odoacre, entrarono nell'orbita dell'Impero Romano d'Oriente come il resto d'Italia, mentre il vecchio nome "Piceno" si perse.
Alto Medioevo
Durante la Guerra gotico-bizantina, il territorio delle odierne Marche fu teatro di importanti azioni militari; Ancona ed Osimo furono due capisaldi delle azioni militari, la prima bizantina e la seconda gotica. Dopo la vittoria bizantina, la regione, insieme al resto d'Italia, fu sotto il dominio dell'Impero d'Oriente.
Successivamente, in seguito all'invasione dei Longobardi, il territorio regionale si ritrovò spezzato in due parti: le città del nord della regione fino ad Ancona rimasero sotto la giurisdizione dell'Impero romano d'Oriente, costituendo la Pentapoli bizantina, a sua volta divisa fra le città costiere inglobate nella Pentapoli marittima (Rimini, Pesaro, Ancona, Senigallia e Fano) e quelle interne comprese nella Pentapoli annonaria (Gubbio, Cagli, Urbino, Fossombrone, Jesi e Osimo).
Il sud della regione e la parte nord dell'Abruzzo (odierne province di Macerata, Fermo, Ascoli, Teramo e Pescara) furono invece conquistati dai Longobardi, che istituirono la Marca Fermana, la quale confinava ad ovest con il Ducato di Spoleto e a sud con il Ducato di Benevento, anch'essi di istituzione longobarda. La presenza dei Longobardi ha lasciato notevoli vestigia, come ad esempio la necropoli a Castel Trosino sulla via Salaria.
Successivamente l'intero territorio regionale venne unificato prendendo il nome di Marca di Ancona (chiamata anche Marca Guarnerii, dal nome del primo marchese, Guarnieri appunto, della fine dell'XI secolo[45]), indicata sulle antiche carte con il nome di Marca Anconitana olim Picenum. Il termine marca, o "marka", introdotto dai Longobardi, deriva dal germanico e significa "territori di confine" del Sacro Romano Impero. Il governatore inizialmente aveva sede ad Ancona, poi, quando questa città si svincolò dal controllo dello Stato della Chiesa, il governo della Marca si spostò a Fermo, che era la seconda città della regione per importanza politica.
Il 26 dicembre 1194 nasceva a JesiFederico II di Svevia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, che onorò la città nel 1216 col titolo di Città Regia[49] conferendole anche il titolo di Respublica Aesina, confermando tutti i suoi diritti sulle terre del Contado. Questi privilegi permisero a Jesi una certa autonomia anche durante la successiva dominazione papale.
Tra la metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento le città marchigiane entrarono nello Stato della Chiesa, che, come tutti gli stati regionali italiani, annullò le entità politiche più piccole. Seguì un periodo di recessione, condiviso da gran parte d'Italia, rischiarato solo dal pontificato di Clemente XII che nel Settecento tracciò la strada oggi detta Vallesina e diede respiro all'economia regionale dichiarando Anconaporto franco.
Periodo napoleonico e risorgimentale
Con l'arrivo delle truppe francesi, le Marche si diedero ordinamento repubblicano costituendosi nel 1797 in Repubblica Anconitana, poi assorbita dalla Repubblica Romana. Durante il Regno d'Italia napoleonico, le Marche furono ridenominate Dipartimento del Metauro, esistito dal 1808 al 1815, che prendeva il nome dal fiume Metauro e aveva per capoluogo Ancona.
Fino al 2009 la regione includeva il territorio dell'alta valle del fiume Marecchia, già parte del Ducato di Urbino (fin dal XV secolo) e la cui appartenenza alla delegazione di Urbino e Pesaro fu confermata da Pio VII con motu proprio il 6 luglio 1816. Nel 2009 esso venne però distaccato dalle Marche a seguito di un referendum a favore dell'entrata nella Regione Emilia-Romagna e, a seguito dell'esito positivo di quest'ultimo, aggregato alla stessa. Le Marche proposero ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della regione; nel luglio 2010 la Corte si pronunciò sul ricorso giudicandolo infondato[50][51].
Nel comune di Monte Grimano Terme, il 9 e 10 marzo 2008, contemporaneamente al comune di Mercatino Conca si è tenuto un referendum per chiedere alla popolazione di far parte integrante della regione Emilia-Romagna sotto la provincia di Rimini. L'esito è stato negativo in quanto i voti favorevoli non hanno raggiunto il 50%+1 degli aventi diritto e tra i votanti la maggioranza ha votato contro l'aggregazione all'Emilia-Romagna[52][53][54].
Nel 2006[56] i nati sono stati 13.757 (9,0‰), e i morti 15.809 (10,3‰), con un incremento naturale di -2.052 unità rispetto al 2005 (-1,3‰). Le famiglie contano in media 2,5 componenti. Il 31 dicembre 2007 su una popolazione di 1.520.636 abitanti e una densità di 157 abitanti per km² si contavano 81.890 stranieri (5,4%). Nel 2010, la popolazione straniera è aumentata notevolmente superando le 155000 persone e raggiungendo il 10% del totale.[57]
Città più popolate
Comuni più popolati della regione, al 31 dicembre 2021, secondo la stima dell'ISTAT[58].
Le città sedi di studi universitari sono quindici, appartenenti a quattro università: Università Politecnica delle Marche di Ancona (con sedi anche ad Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, San Benedetto del Tronto, Pesaro), Università di Urbino[59] (con sedi anche a Fano e Pesaro), Università di Macerata (con sedi anche a Civitanova Marche, Fermo, Jesi, Osimo, Spinetoli), Università di Camerino (con sedi anche ad Ascoli Piceno, Matelica, Recanati, San Benedetto del Tronto); ciò rende le Marche la seconda regione d'Italia per rapporto tra abitanti ed università (388.242 abitanti per università) e per rapporto tra abitanti e sede universitarie (103.000 abitanti per sede).
Etnie e minoranze straniere
Nella seguente tabella sono riportati gli stranieri residenti in regione al 31 dicembre di ogni anno.[60]
Le Marche, insieme all'Umbria e al Lazio, si contraddistinguono per la presenza di un continuum fra tre ripartizioni dialettali, una delle quali ulteriormente suddivisa. Le suddivisioni dialettali sono dunque quattro, che sfumano impercettibilmente una nell'altra:
Tre degli otto grandi gruppi dialettali italiani sono così rappresentati nelle Marche: uno diffuso soprattutto in Italia settentrionale, uno in Italia centrale, uno in Italia meridionale.
Il Presidente della Giunta regionale è eletto a suffragio universale e diretto in concomitanza con l'elezione del Consiglio regionale, e fa parte dell'organo consiliare. Nella prima seduta del nuovo Consiglio regionale il Presidente della giunta espone il programma del governo regionale e presenta gli assessori, tra i quali indica il Vicepresidente chiamato a sostituirlo in caso di assenza o impedimento temporaneo. Il Presidente della Giunta regionale può sostituire il Vicepresidente e gli assessori previa comunicazione al Consiglio regionale.
Il Presidente della giunta regionale ha le seguenti funzioni:
Nomina e revoca gli assessori, fra i quali il Vicepresidente, attribuisce le deleghe agli assessori e può revocarle.
Può conferire incarichi particolari a singoli consiglieri regionali.
Dirige la politica della Giunta e ne è responsabile.
Promulga le leggi, emana i regolamenti, indice i referendum previsti dallo Statuto
Sovrintende all'azione amministrativa regionale.
Partecipa ai lavori della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza unificata, tenuto conto degli indirizzi generali del Consiglio.
Promuove, su deliberazione della Giunta, la questione di legittimità costituzionale e i conflitti di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale e ne dà immediata comunicazione al Consiglio.
La Giunta regionale è l'organo esecutivo della Regione ed è composta dal Presidente e da non più di dieci assessori, compreso il Vicepresidente.
La Giunta opera collegialmente, in armonia con le direttive impartite dal Presidente della Giunta.
La Giunta adotta, su proposta del suo Presidente, un regolamento interno che ne disciplina il funzionamento.
Le deliberazioni della Giunta non sono valide se non è presente la maggioranza dei suoi componenti e se non sono assunte a maggioranza dei presenti.
Le sedute della Giunta non sono pubbliche, salvo diversa decisione della Giunta stessa.
La Giunta regionale pubblica periodicamente il Notiziario della Giunta regionale Marche[61], che può essere sia letto direttamente on line in versione digitale, che in versione cartacea facendone richiesta gratuita dal suddetto sito. Data la varietà e la facilità di fruizione dei servizi offerti, il sito è visitato periodicamente dai marchigiani residenti all'estero, in particolare da quelli che si trovano negli Stati Uniti e in Argentina. Il Notiziario, sia in versione cartacea che in digitale, e la newsletter permettono infatti loro di restare in contatto con la Regione Marche e con ciò che vi avviene.
Consiglio regionale (Assemblea legislativa delle Marche)
Il Consiglio regionale è l'organo legislativo e della rappresentanza democratica della Regione ed è eletto a suffragio universale e diretto; esso svolge la funzione di indirizzo e di controllo politico del governo regionale.
Il Consiglio della regione Marche è formato da quarantadue consiglieri regionali. Ha il compito di eleggere il proprio presidente e l'ufficio di presidenza, e approvare a maggioranza assoluta dei componenti il proprio regolamento di organizzazione e funzionamento interno ed il regolamento interno di amministrazione e contabilità.
Il Consiglio organizza i suoi lavori in commissioni permanenti per l'esame, in sede referente, delle proposte di legge regionale e di altre deliberazioni consiliari e per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo sull'amministrazione regionale, nelle materie di rispettiva competenza. Il Consiglio può inoltre istituire Commissioni speciali e di inchiesta.
Con legge regionale n. 13 del 15 marzo 1980[62] e pubblicata sul bollettino regionale n. 28 del 22 marzo 1980, vengono definiti lo stemma ed il gonfalone della regione.
«Lo stemma della regione Marche è costituito dal disegno stilizzato di un picchio verde che si sovrappone in parte alla lettera maiuscola m, di colore nero, in campo bianco delimitato da una striscia verde in forma di scudo.»
(Art. 1)
«Il gonfalone della regione è di colore bianco con la scritta "Regione Marche" in colore verde e reca al centro lo stemma di cui all'articolo precedente. Il gonfalone si completa con il nastro tricolore (verde, bianco, rosso) annodato al di sotto del puntale.»
(Art. 2)
Nel 1980 la Regione ha adottato come stemma l'immagine di un picchio verde, in quanto simbolo e totem dei Piceni, cioè della prima civiltà che caratterizzò tutta la regione nell'Età del Ferro.[63]
Nel 2007 è stato commissionato al musicista ascolano Giovanni Allevi l'Inno delle Marche.[64]
Nel 2013 la regione Marche decide di aggiungere un testo all'Inno delle Marche e incarica una commissione di cui fa parte Giulio Rapetti, in arte Mogol, di scegliere il miglior testo tra tutti quelli partecipanti al pubblico concorso indetto. La scelta della commissione cade sulle parole scritte dal marchigiano Giacomo Greganti e vengono scelti i BTwins, due allievi di Mogol, per l'interpretazione del pezzo. Ed è stato proprio Mogol nel corso delle celebrazioni della Giornata delle Marche il 10 dicembre 2013 a San Benedetto del Tronto a tenere a battesimo l'esecuzione dell'Inno cantato dai due gemelli ascolani.
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010 [65]
Economia
Industria e artigianato: il modello marchigiano
L'economia marchigiana è caratterizzata da una fiorente piccola-media industria ad alta specializzazione distribuita equamente in tutto il suo territorio, ma concentrata soprattutto sul litorale e nelle valli, in distretti industriali specializzati; tali industrie sono la naturale evoluzione di antiche attività artigianali. Si tratta del cosiddetto "modello marchigiano", espressione coniata da Giorgio Fuà, il padre fondatore dell'ISTAO di Ancona, centro di formazione dell'imprenditoria marchigiana, dai fratelli Merloni ai Guzzini ai Della Valle. Nelle Marche ci sono ventotto distretti industriali, come in Lombardia, ma con una buona qualità della vita e senza i problemi di periferie, ritmi frenetici, pendolarismo. Altra caratteristica fondamentale del modello marchigiano è un'imprenditoria che non dipende né da aiuti statali né da grandi prestiti chiesti alle banche, come al Nord. Piuttosto questa forma di economia si può avvicinare a quella del Veneto e del Friuli[66].
Tra i settori di spicco e di rilevanza nazionale si segnalano (da nord a sud):
l'industria delle calzature, al primo posto in Italia, in numerosi centri delle province di Macerata e Fermo[80] (tra le aziende maggiori si ricordano la Tod's e la Hogan).
Si devono inoltre ricordare le industrie diffuse su tutto il territorio regionale, non propriamente inseribili nel modello marchigiano:
l'industria turistica, florida grazie ai numerosi centri balneari, alle città d'arte, ai quattro parchi regionali e ai due nazionali;
le industrie collegate alla pesca, nei porti di Fano, Ancona, Civitanova Marche, San Benedetto del Tronto: le Marche sono la terza marineria italiana per catture, dietro Sicilia e Puglia, che hanno peraltro uno sviluppo costiero notevolmente maggiore. Ogni anno questo settore fornisce più di 30.000 tonnellate di pesce per un valore di circa 115 milioni di euro.
PIL ai prezzi di mercato per abitante[pil 1] (Euro)
20.898,0
22.002,8
22.946,7
23.278,2
23.925,7
24.277,5
25.150,1
26.166
26.652
Ripartizione del PIL per macro-attività economiche[pil 1][pil 2]
Macro-attività economica
PIL prodotto
% settore su PIL regionale
% settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca
€ 598,0
1,55%
1,84%
Industria in senso stretto
€ 8.967,9
23,27%
18,30%
Costruzioni
€ 2.006,3
5,21%
5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
€ 7.166,9
18,59%
20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari e imprenditoriali
€ 8.711,1
22,60%
24,17%
Altre attività di servizi
€ 6.753,5
17,52%
18,97%
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni
€ 4.338,9
11,26%%
10,76%
PIL Marche ai prezzi di mercato
€ 38.542,6
^abcDati Istat - Tavole regionali, su istat.it. URL consultato il 5 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2008).
^Milioni di euro, ai prezzi correnti di mercato nel 2006
Pesca
Per ciò che riguarda la pesca, le Marche rivestono un importante ruolo a livello nazionale. Le statistiche nazionali per la consistenza della flotta vedono infatti ben quattro porti marchigiani tra i primi venti italiani per tonnellata di stazza lorda (TSL): il porto di Ancona è al terzo posto, quello di San Benedetto al nono posto, quello di Civitanova Marche al quattordicesimo, quello di Fano al diciassettesimo. Complessivamente le Marche sono al secondo posto nella classifica nazionale per tonnellaggio, con 11.200 TSL, dopo la Sicilia, che ha 29.800 TSL[81]. Dato che la Sicilia ha però uno sviluppo costiero notevolmente maggiore (1500 km contro i 173 marchigiani), le Marche risultano avere il primato in Italia nel rapporto tra tonnellaggio della flotta peschereccia e sviluppo costiero: 64 TSL/km contro i 19,8 TSl/km dell'Sicilia.
Anche per quanto riguarda la commercializzazione del pescato, le Marche hanno rilevanza nazionale: i mercati ittici di Ancona sono nel loro insieme al secondo posto nell'Adriatico[82] e al sesto posto in ambito nazionale[83].
Il maggiore aeroporto della regione è l'aeroporto di Ancona-Falconara, in cui operano sia i vettori di linea, sia le più importanti compagnie charter internazionali. Di importanza locale è l'Aeroporto di Fano.
Porti
Il porto principale è il porto di Ancona, nel 2010 risultò essere il primo in Italia per traffico internazionale di veicoli e passeggeri, con oltre 1,5 milioni di passeggeri e 200.000 TIR ogni anno[84], e uno dei primi dell'Adriatico per le merci[85]. È sede di autorità portuale e di direzione marittima.
Dalla costa risalgono le valli e si dirigono verso l'Appennino e il confine con l'Umbria quattro strade principali (statali e con la caratteristica di superstrade) e varie provinciali, elencate di seguito da nord a sud[87]:
Tagliano invece trasversalmente le valli le seguenti strade:
la provinciale 361 Septempedana (già statale), che parte da Ancona, serve Osimo e Macerata ed arriva sino al confine con l'Umbria seguendo in parte la valle del fiume Potenza;
La linea ferroviaria più importante che percorre la regione è la Milano-Lecce, classificata tra le linee fondamentali italiane[88]; essa comprende il tratto Bologna–Ancona, aperto nel 1861, e il tratto Ancona-Lecce, aperto tra il 1863 e il 1866. Linea fondamentale[88] è anche la linea ferrovia Roma-Ancona, completata nel 1866.
I dati riguardanti il turismo nelle Marche indicano un aumento costante anno dopo anno. Nel 2007 si sono registrati più di 2 milioni di arrivi (1.820.473 italiani e 349.898 stranieri[90]) e 12 milioni e mezzo di presenze.[91]
Diciassette sono le bandiere blu assegnate ai comuni della costa, diciannove quelle arancioni assegnate dal Touring Club Italiano ai comuni montani e dell'entroterra; ventidue borghi inoltre rientrano nell'"Associazione dei borghi più belli d'Italia". Inoltre quasi il 10% della superficie regionale risulta tutelata, tra cui due parchi nazionali, quattro parchi regionali, sei riserve naturali.
Promozione turistica
Sino al 2010, lo slogan scelto dalla regione Marche per la promozione turistica era Le Marche: l'Italia in una regione, tratto dal libro di Guido PioveneViaggio in Italia del 1957[92].
Nel gennaio 2010 è stato prodotto uno spot televisivo e cinematografico della regione dal titolo Marche: le scoprirai all'infinito, in cui Dustin Hoffman legge L'infinito del poeta recanatese Giacomo Leopardi.[93]
Sempre nel 2010, in occasione della fiera del turismo di Shanghai, la Rainbow ha prodotto un filmato dove le Winx illustrano le risorse turistiche della regione; da esso è stato tratto uno spot, trasmesso durante la prima edizione di Carosello Reloaded.
Le "Marche non ti abbandonano mai" è lo spot di promozione delle Marche interpretato da Neri Marcorè nel 2014.[94]
La promozione turistica delle Marche punta su sei temi[95]: "Marche in blu", "Made in Marche", "The Genius of Marche", "Spiritualità e Meditazione", "Parchi e Natura", "Dolci colline e antichi borghi".
Nel 2014 e nel 2017 nelle Marche, e precisamente Fabriano, sono stati girati gli esterni della terza e della quarta stagione della fictionChe Dio ci aiuti; gli episodi erano preceduti da brevi video promozionali (Su e giù per le Marche aspettando Suor Angela).
L'Expo 2015 è stata una sede privilegiata per valorizzare le eccellenze regionali sotto il profilo enogastronomico, culturale e turistico, per comunicare le strategie di internazionalizzazione e presentare le qualità dei prodotti marchigiani[96].
Una nuova campagna promozionale è lanciata nel 2019, con lo slogan Bellezza infinita, e con testimonial Vincenzo Nibali.
Località balneari
Le Marche hanno ottenuto nel 2016 diciassette bandiere blu, che salgono a 19 nel 2024[97], seguendo in Italia soltanto la Liguria (34) e la Toscana (19); in rapporto allo sviluppo costiero la regione è al primo posto in Italia, con una bandiera blu ogni 10,5 km, mentre la Liguria ne ha una ogni 13,2 km e la Toscana una ogni 20 km[98].
Notevole è il patrimonio artistico regionale, con opere che vanno dal Romanico al Gotico cistercense, dalla pittura trecentesca a quella rinascimentale di Raffaello, Carlo Crivelli e Lorenzo Lotto. Le città della regione sono ricche di luoghi con atmosfere medievali o settecentesche, oppure hanno il carattere di "città ideali" del Rinascimento, capitali di piccole repubbliche. Nei centri urbani, spesso ancora cinti da mura, si alternano antichi luoghi commerciali e di potere, piazze toccate da antiche vie romane, palazzi di antiche famiglie nobili o luoghi dello spirito e sedi ecclesiastiche.
La città di Urbino, con la sua architettura rinascimentale, è patrimonio dell'umanità, ed insieme ad Ascoli Piceno, con il suo centro storico interamente costruito in travertino, sono tra le mete più visitate.
Le Marche hanno una singolare ricchezza di musei ed aree archeologiche: sono più di 400, tra pubblici e privati, appartenenti alle più svariate tipologie[99]. Si elencano qui i soli musei nazionali o statali[100].
Nel corso dell'anno si susseguono nelle Marche diversi eventi legati al ciclo delle stagioni. Non si riportano qui le manifestazioni e le usanze nate dopo gli anni sessanta del Novecento.
Gennaio
La festa dell'Epifania, oltre che con le usanze diffuse in tutta Italia, come quella della Befana, è celebrata anche con i canti rituali di questua detti "della Pasquella", che è il nome locale della festa. Vivissima un tempo, poi quasi caduta in disuso, l'usanza si è salvata dall'oblio grazie all'impegno di alcuni gruppi musicali e di alcuni comuni. I canti, nei diversi dialetti della regione, hanno un testo antico, sono accompagnati dall'organetto e sono itineranti, in quanto hanno lo scopo di augurare il buon anno casa per casa, raccogliendo offerte di cibi e di vino.[104][105]
Il ventiquattro giugno è la festa di San Giovanni Battista, che è celebrata nelle Marche con l'usanza di lavarsi il viso con acqua profumata, come in un rito di purificazione; l'acqua si prepara raccogliendo fiori ed erbe profumate e immergendoli in un catino, tenuto fuori dalla finestra per tutta la notte.[104]
Lo stesso giorno, ogni anno, a Fabriano si chiude il Palio di San Giovanni Battista, dove le quattro porte delle città competono nella tradizionale sfida del maglio.
Agosto
Ad agosto si svolgono tre delle più note manifestazioni tradizionali marchigiane, sul tipo delle giostre e dei tornei medievali: la Cavalcata dell'Assunta a Fermo (dal 1182, ripresa nel 1982), la Quintana ad Ascoli (almeno dal 1377, ripresa nel 1955), la Contesa del secchio a Sant'Elpidio a Mare (dal 1953).
Settembre
Nel mese di settembre, si svolge ad Urbino dal 1955 la Festa dell'aquilone, legata alla nota poesia di Giovanni Pascoli; in questa occasione centinaia di aquiloni volteggiano sopra il cielo della città ducale. Inoltre in settembre si tiene a Loreto sin dal XVIII secolo la Corsa del drappo, spettacolare corsa di cavalli lungo la ripida salita di Montereale.
Feste del raccolto
Le feste del raccolto più importanti, denominate "feste del covo", sono la Festa del Covo di Campocavallo di Osimo, risalente al 1939[112], e la Festa del Covo di Candia di Ancona, risalente nelle sue attuali forme al 1932.[113]
Dicembre
In dicembre si deve ricordare anzitutto l'antichissima festa della Venuta, festa medievale che nel 1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra' Tommaso,[114] si diffuse capillarmente in tutte le Marche;[115] a questa celebrazione è dedicato il successivo paragrafo. Si ricorda anche la tradizione del presepe marchigiano, affermatasi in seguito della precoce diffusione dei conventi francescani, risalente al tempo in cui San Francesco era ancora in vita e frequentava la regione.[116] L'ambientazione è la tipica campagna collinare marchigiana, ma rivisitata in chiave medio-orientale.
Il ballo tradizionale tipico marchigiano è il Saltarello, che ancora vanta scuole di ballo ed entusiasmo popolare[117]; è accompagnato dal tamburello e dall'organetto. Lo strumento musicale per eccellenza delle Marche è la fisarmonica, prodotta artigianalmente nella zona di Castelfidardo[118].
Viva è la tradizione degli stornelli[119] e dei canti popolari in dialetto, accompagnati dalla fisarmonica o dall'organetto; alcune cittadine organizzano rassegne ad essi dedicate[120].
Nelle Marche, come in altre regioni che un tempo appartenevano allo Stato della Chiesa, si gioca a carte con le carte piacentine. Gioco di carte tipico marchigiano è la Petrangola; il fatto di poter essere giocato anche in più di dieci persone lo fanno preferire specialmente durante le festività natalizie, in occasione di raduni di parenti ed amici[121]. Un altro gioco di carte popolare in questo territorio è la Cispa; anche in questo gioco si usano le carte piacentine[122].
Il consiglio regionale ha deciso nel 2004 di celebrare il 10 dicembre la giornata delle Marche[123], allo scopo di "riflettere e sottolineare la storia, la cultura, le tradizioni e le testimonianze della comunità marchigiana, per rafforzarne la conoscenza e il senso di appartenenza".[124] La data scelta è quella in cui, in ogni parte del mondo, le tante comunità marchigiane residenti all'estero ricordano da sempre, spontaneamente, le loro origini; lo stesso 10 dicembre è infatti anche la festa della Madonna di Loreto, riconosciuta dai marchigiani come riferimento ideale e spirituale della propria terra e delle proprie origini. Infatti, nelle due notti che precedono la ricorrenza, nelle città e nelle campagne marchigiane si usa celebrare la festa della Venuta, accendendo grandi focaracci, o favori, o falò[125].
In occasione della celebrazione viene assegnato il "Picchio d'oro" ai marchigiani "che si sono distinti nei rispettivi settori professionali o che con il loro nome abbiano portato lustro alla comunità regionale".[126]
L'idea di celebrare una giornata delle Marche è nata tra le comunità marchigiane dell'Argentina, in cui tra il XIX secolo e il XX secolo emigrarono migliaia di marchigiani contribuendo al progresso argentino, che coltivano il legame con la loro terra d'origine.
Le prime dieci edizioni sono state dedicate ai temi seguenti:
2005: "Le Marche nel mondo"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Buenos Aires;
2006: "Le Marche e l'Europa"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Bruxelles;
2007: "I giovani delle Marche"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Montréal;
2008: "Gli anziani delle Marche, pieni di vita"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Sydney;
2009: "Anniversario di padre Matteo Ricci - le Marche e l'Oriente";
Per la ricorrenza della 20° edizione, che si è svolta al Teatro della Fortuna di Fano il giorno 11 dicembre 2024, il tema scelto è stato: "Le Marche protagoniste"[127].
Durante la manifestazione il presidente Francesco Acquaroli, intervistato dalla giornalista Silvia Sacchi[133], ha sottolineato l’importanza della giornata dedicata alla Regione per “ricostruire il senso di appartenenza della comunità marchigiana, riscoprire il suo orgoglio e celebrarne i successi"[134].
Le Marche offrono un'ampia varietà di piatti, contando su sapori provenienti sia dal pesce dell'Adriatico che da quelli tipici della collina e della montagna. Inoltre 20 vini, tra DOC e DOCG, accompagnano le creazioni della cucina locale con aromi più o meno intensi.
L'antipasto tipico della regione è freddo e si può comporre di un'ampia varietà di salumi e formaggi locali come il salame di Fabriano, i salamini alla cacciatora, il prosciutto, il ciauscolo, la lonza, il lonzino, il prosciutto di Carpegna, il ciarimbolo, la coppa marchigiana, il mazzafegato, la galantina, il migliaccio, il salame di pecora, il prosciutto aromatizzato del Montefeltro, il salame soppressato lardellato e di Frattula, la salsiccia di fegato, il casecc, il formaggio di fossa, il pecorino in botte, il raviggiolo e la casciotta d'Urbino).
Tra i formaggi, la cui produzione è diffusa in tutto il territorio regionale, in particolare vanno menzionati i pecorini, che si differenziano in base all'area di produzione: nelle province di Pesaro-Urbino, Ancona e Macerata, finita la salatura, le forme vengono scottate con il siero per ritardare la maturazione; ai monti Sibillini si utilizza il caglio aromatizzato coi profumi e sapori quali fiori di basilico, maggiorana, chiodi di garofano, noce moscata; nel Montefeltro si fa stagionare il pecorino nelle caverne di tufo e prende il nome di formaggio di fossa. La pancetta, la goletta e la salsiccia sono tra i prodotti più frequentemente usati per il condimento.
Una presenza costante nell'alimentazione marchigiana sono gli animali da allevamento di bassa corte, ossia polli, conigli, tacchini e altri, e a tal proposito è nota la ricetta tipica del coniglio in porchetta.
Nell'entroterra, nel corso dell'anno, è possibile trovare tartufi bianchi e neri. Le zone tipiche del tartufo sono l'entroterra della provincia di Pesaro-Urbino, parte di quello di Ascoli Piceno, Macerata e Ancona. Il tartufo bianco, il più pregiato, si può trovare in particolare nella provincia di Pesaro-Urbino, nelle zone di Sant'Angelo in Vado, Acqualagna (capitale del tartufo), Pergola e Apecchio. Ad Amandola, nel Fermano, in autunno, si tiene la mostra mercato del tartufo bianco pregiato dei monti Sibillini. Il tartufo nero è diffuso nelle zone interne dell'intero territorio regionale, soprattutto ad Acqualagna, Cagli, Acquasanta Terme, Roccafluvione, Comunanza, Montefortino, Camerino, Castelsant'Angelo sul Nera e Visso.
L'olio marchigiano è di antiche origini e veniva apprezzato sin dal XIII secolo. Si distinguono quattro distretti produttivi: Colli Pesaresi, Colline Anconetane, Castelli di Jesi e Ascolano. Tuttavia l'olio extravergine di oliva di Cartoceto è l'unico marchigiano a denominazione DOP. Esistono poi i seguenti oli di oliva monovarietali: Coroncina, Piantone di Mogliano, Mignola, Raggia, Raggiola, Sargano di Fermo e Piantone di Falerone.
Per lungo tempo il simbolo gastronomico della regione marchigiana è stata la polenta, tanto che i marchigiani, proprio per questo, erano definiti 'magna-pulenda'. Versata fumante sulla spianatora (grande tavolo di legno), riuniva la famiglia 2 volte al giorno. Ancora oggi i condimenti sono numerosi e molteplici, e variano durante il periodo dell'anno e le zone. Sul territorio regionale si può provare la polenta con ceci e fave, allo stoccafisso, con ricotta e saba, alla carbonara, il pulendo' a butta' ggjio e persino la polenta Vruscata, ovvero avvolta in foglie di cavolo e lasciata per tutta la notte a cuocere sotto la brace. Numerosi sono gli adagi popolari al riguardo: "Trenda di', sessanda pulende" (in trenta giorni si mangia sessanta volte la polenta), "La pulenda preshto tira e preshto 'llenda" (la polenta sazia subito, ma altrettanto presto fa perdere quel senso di pienezza).
Tuttavia vi sono anche altri primi piatti tipici nelle Marche. Fra tutti meritano di essere menzionati i frascarelli, diversi tipi di gnocchi, che vengono chiamati "surcitti", i celebri cappelletti e il brodetto di pesce, che viene preparato in maniera diversa in ogni località costiera marchigiana (brodetto di Porto Recanati, alla fanese, alla sambenedettese, all'anconitana). La regione è anche celebre, come l'Emilia-Romagna, per la produzione di pasta all'uovo, fra cui spiccano i maccheroncini di Campofilone e i Vincisgrassi, specialità culinaria simile alle lasagne, dalle quali però differiscono per la sfoglia più sottile e per la presenza di animelle e chiodi di garofano nel sugo.
La crescia, da cui ha preso origine la moderna piadina romagnola, è una focaccia originaria di Urbino, diffusa però su tutto il territorio regionale. Particolare è "la crescia co' lu paulittu" preparata il primo gennaio. Si tratta di una specie di pizza con dentro una piccola moneta, detta paulittu (da Paolo, moneta di 50 centesimi dello Stato pontificio). Chi l'avesse trovata nella sua fetta di pizza sarebbe diventato padrone di casa per un anno intero.
Il chichì ripieno è una focaccia rustica tipica di Offida, condita con tonno, acciughe, peperoncino, capperi e carciofi sottaceto.
È nei secondi piatti che il carattere del popolo marchigiano si delinea in modo più preciso, esprimendo sempre la sua predilezione per un mangiare semplice e talvolta robusto. Il piccione ha da sempre rappresentato per la gente delle Marche un boccone appetitoso ed esistono numerose ricette che vedono come ingrediente questo volatile. Ascoli Piceno è una delle città italiane in cui il fritto è parte integrante della tradizione e della cultura popolare. Nel Piceno sono molti gli alimenti che vengono fritti, soprattutto durante le ricorrenze religiose. Le olive ascolane, ripiene di carne o pesce, sono oggi diffuse in tutto il mondo. Meno famose, ma altrettanto buone, sono le cotolette d'agnello fritte, la crema fritta (servita con le olive), i carciofi fritti, le cervella d'agnello fritte, la salvia in pastella fritta e le zucchine fritte.
Ma è nei secondi piatti di pesce che la cucina regionale è più nota: per comprendere quanto è variegata e ampia la cucina di mare, basti sapere che le Marche sono la regione italiana in cui il rapporto fra pesce pescato e abitanti è il più alto. San Benedetto del Tronto, primo porto peschereccio dell'Adriatico, è l'emblema delle tradizioni culinarie della costa marchigiana. Sarebbe prolisso dilungarsi a citare ogni ricetta a base di pesce in uso nella regione, così ci si può limitare a citarne le più famose. Primi fra tutti il brodetto di pesce, i "guatti" e i bombetti (molluschi endemici del medio-alto Adriatico), le cozze e lo stoccafisso, specialità all'anconetana.
Alcuni dei dolci tipici marchigiani sono il salame di fichi, di cui Giacomo Leopardi era ghiotto, il pan nociato, il ciambellone, i fuscelli al forno, le zeppole, diffuse anche in altre regioni, il frustingo, antichissimo e tipico del periodo natalizio, la rocciata, dolce invernale, i ravioli dolci, detti calcioni, i cavallucci e la serpe di Apiro, la tartaruga e i ciceru', ovvero una sfoglia ripiena di ceci, zucchero e saba e lu serpe, dolce natalizio. Nel periodo pasquale ancora oggi si prepara la pizza dolce, detta anche crescia brusca o caciu', le ciambelle, spesso insaporite con l'anice, e la rècina di Camerino. I dolci tipici del periodo di Carnevale sono le sfrappe, gli scroccafusi, le castagnole, la cicerchiata, il sanguinaccio dolce, i caciune di Monte Urano, gli Arancini (dolce) e la frustenga.
Le Marche vantano inoltre la produzione di alcuni particolari tipi di marmellata, come quella di pomodori verdi, o la confettura di bacche di rosa canina, la marmellata di mele cotogne e radici di cicoria, e la visciolata.
salamini italiani alla cacciatora (prodotti anche in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Abruzzo, Lazio e Molise)[136].
Gli impianti sportivi all'aperto più capienti della regione sono lo stadio Del Conero di Ancona (23.976 posti), lo stadio Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno (20.550 posti) e lo stadio Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto (15.000 posti). I principali palasport sono l'Adriatic Arena di Pesaro (10 323 posti) e il PalaRossini di Ancona (5 066 posti). La capienza indicata è in tutti i casi relativa ai posti a sedere.
Calcio
Il calcio occupa una fetta importante degli sport più praticati nella regione Marche, in particolare dal secondo dopoguerra. Le squadre più rappresentative sono l'Ascoli, l'Ancona, la Sambenedettese, il Fano, la Vis Pesaro e la Fermana. In particolare l’Ascoli e l’Ancona hanno partecipato alla massima serie diverse volte, rispettivamente 16 e 2 partecipazioni.
Pallacanestro
Altro sport molto diffuso è la pallacanestro, rappresentata a livello nazionale in particolare dalla Victoria Libertas Pallacanestro, conosciuta in passato come Scavolini Pesaro, che ha vinto due scudetti. Le altre società di pallacanestro marchigiane che hanno disputato la massima serie nazionale sono la Sutor, il Fabriano Basket e l'Aurora Basket Jesi.
Pallavolo
Per la pallavolo spiccano squadre rilevanti a livello nazionale ed internazionale sia maschili che femminili: la Volley Lube, squadra maschile di Treia, vanta la conquista di 5 scudetti e due Champions League, mentre la Robursport, squadra femminile di Pesaro, ha ottenuto la vittoria di 3 scudetti.
Nelle Marche sono nate grandi marchi, tecnici e piloti di levatura mondiale. L'azienda motociclistica di maggior rilevanza nazionale e internazionale è la Benelli, fondata nel 1911 a Pesaro, dove tuttora risiede. Il pilota di maggior rilievo è stato Valentino Rossi, nato ad Urbino e vissuto a Tavullia, considerato uno dei più grandi di tutti i tempi. Sono molto attivi i Moto Club regionali sia in ambito crossistico che di velocità. Nel 2017 è nata un'associazione denominata Terra di Piloti e Motori, con sede a Tavullia, per la promozione del turismo motociclistico nella regione.
Tennistavolo
Trainata dalla storica piazza di Senigallia - con lunga militanza nelle serie A e B - e da varie città limitrofe, le Marche hanno anche in questo sport una discreta tradizione ed hanno visto fiorire campioni di livello nazionale ed europeo.
Futsal
Nella città di Pesaro (Provincia di Pesaro e Urbino) ha sede la squadra di futsal Italservice Pesaro, squadra che milita nella massima serie Italiana di futsal e che nella stagione 2019-2020 vinse il campionato posizionandosi prima.
Autori vari, Letture delle Marche, R.A.D.A.R., 1969 (pagina 59)
Paolo Volponi (a cura di) Scrittori di "Attraverso l'Italia," 1930/1972, Touring club italiano, 1984 (pagina 212)
Elisée Reclus, Attilio Brunialit, L'Italia nella natura, nella storia, negli abitanti, nell'arte e nella vita presente, Società editrice libraria, 1904 (pagina 23)
Autori vari, Studi maceratesi, Volume 16, Centro di studi storici maceratesi, 1982 (pagina 13): ...non è unità nella uniformità, ma unità nella pluralità;
Sergio Anselmi, Le Marche, Giulio Einaudi, 1987 (pagina 53): ...la sostanziale unità della regione;
Elisée Reclus, Attilio Brunialit, L'Italia nella natura, nella storia, negli abitanti, nell'arte e nella vita presente, Società editrice libraria, 1904 (pagina 23): Alla varietà del suolo corrisponde grande varietà di abitudini e linguaggio... permane però la nota comune che è il carattere dei marchigiani...
(EN) Bernard Berenson, Italian Painters of the renaissance, vol. 2, Phaidon 1952 (p. 94). Da questo testo si cita: the "most famous and most loved" master of the High Renaissance ("il più famoso e più amato maestro del Rinascimento");
(EN) Robert Williams, Raphael and the Redefinition of Art in Renaissance Italy, Cambridge University Press, 2017 (p. 1). Da questo testo si cita: ..the gratest pinter of all time ("...il più grande pittore di tutti i tempi").
^In Inglese: Oxford History of Western Music, da cui si cita: Rossini's fame surpassed that of any previous composer, and so, for a long time, did the popularity of his works (la fama di Rossini ha superato quella di qualsiasi compositore precedente, e così, per lungo tempo, la popolarità delle sue opere").
^In Italiano: Autori vari, Tutto letteratura italiana, De Agostini, 2010 (pagina 182);
in Inglese: Presentazione della figura di LeopardiArchiviato il 29 settembre 2019 in Internet Archive. da cui si cita: Giacomo Leopardi, one of the greatest Italian poets of all times (Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi").
^In Inglese: Sito di biografie, da cui si cita: Maria Montessori was a pioneer of theories in early childhood education, which are still implemented in Montessori schools all over the globe ("Maria Montessori è stata una pioniera delle teorie di educazione della prima infanzia, ancora applicate in scuole Montessori in tutto il mondo"). Per il numero delle scuole Montessori nel mondo vedi: Sito statunitense sul Metodo MontessoriArchiviato il 30 ottobre 2019 in Internet Archive., da cui si cita: there are about 4,500 Montessori schools in the United States and about 20,000 worldwide (Ci sono circa 4.500 scuole Montessori negli Stati Uniti, e circa 20.000 in tutto il mondo).
^In Inglese: Colum Hourihane, The Grove Encyclopedia of Medieval Art and Architecture, volume 2, OUP USA, 2012 (voce Gentile da Fabriano) da cui si cita: "He was the most important italian representative of the elaborate Late Gothic style of painting that dominated European painting around 1400 ("fu il più importante rappresentante italiano dello stile tardo gotico che dominò la pittura europea nel tardo Quattrocento").
^In Inglese: Edward W. Bodnar, with Clive Foss Later travels, Harvard University Press, 2003, da cui si cita: Cyriac of Ancona was the most enterprising and prolific recorder of Greek and Roman antiquities in the fifteenth century and the accuracy of his records entitles him to be called the founding father of modern classical archeology (Ciriaco d'Ancona è stato il raccoglitore più intraprendente e prolifico di antichità greche e romane nel XV secolo e la precisione dei suoi scritti permette di considerarlo il padre fondatore della moderna archeologia classica).
^In Inglese: Catholic Encyclopedia, da cui si cita: with Michaelangel, Raphael, and Leonardo, he is one of the great intellects of the High Renaissance (con Michelangelo, Raffaello e Leonardo è uno dei grandi intelletti del primo Rinascimento").
^In Inglese: Encyclopaedia Britannica, voce Matteo Ricci da cui si cita: was a pioneer in the attempt at mutual comprehension between China and the West (pioniere nel tentativo di comprensione reciproca tra la Cina e l'Occidente).
^Encyclopaedia Britannica, voce Giovanni Battista Pergolesi, da cui si cita: Italian composer whose intermezzo La serva padrona (“The Maid Turned Mistress”) was one of the most celebrated stage works of the 18th century ("Compositore italiano il cui intermezzo La Serva Padrona fu una delle più celebrate composizioni del Settecento"). Si veda anche: M. Accattatis, Giovanni Battista Pergolesi: la creazione del mito nell'ideologia romantica, consultabile qui da cui si cita: Why has this musician in particular been elevated as a symbol not only of a period of Italian music, but as a symbol of music itself, of its capacity to express the history and destiny of man? Why a myth of Pergolesi? We must not forget that the myth of Pergolesi is also a historic reality (Perché questo musicista in particolare è stato elevato come simbolo non solo di un periodo della musica italiana, ma come un simbolo della musica in sé, della sua capacità di esprimere la storia e il destino dell'uomo? Perché un mito di Pergolesi? Non dobbiamo dimenticare che il mito di Pergolesi è anche una realtà storica).
^In Francese: François-Joseph Fétis, Correspondance, da cui ci cita: célèbre compositeur italien d'opéra, connu particulariement pour "La Vestale" et "Ferdinand Cortez" (celebre compositore d'opera italiano, conosciuto particolarmente per "La Vestale" e "Ferdinand Cortez").
^Dopo lo scorporo dei sette comuni dell'Alta Valmarecchia ceduti alla regione Emilia-Romagna nel 2009.
Francesco Bonasera, La realtà dell'Italia d'oggi, G. Giappichelli, 1987 (pagina 87).
^I dati sulle montagne sono tratti dai volumi seguenti, incrociandone i dati:
Silvano Vinceti, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Armando Editore, 2007;
Renzo Roiati, La Sibilla appenninica e le nove stelle maggiori della vergine, Lìbrati Editrice, 2006 (pagina 87), per Cima Vallelunga, Monte Torrone e Cima di Prato Pulito
G. Colombo, Who's who in Italy - parte 3, (pagina 2892): per la cima dell'Osservatorio.
^Carta geografica delle Marche, Belletti editore, Misano Adriatico.
^Franco Bertini (a cura di). Storia delle Marche. Bologna, Poligrafici editoriale, 1995, pagg. 12-13.
^A volte vengono considerate quelle del Parco di Strugnano, in Slovenia, le più alte dell'Adriatico, con i loro 80 metri sul livello del mare. Vedi l'articolo di Adriana Galvani (Università di Bologna, Dipartimento di Discipline Storiche, Antropologiche, Geografiche): L'Adriatico tra Est ed Ovest (PDF), su amsacta.unibo.it. URL consultato il 2 agosto 2022.
^Lorenzo Quilici, Stefania Quilici Gigli, Campagna e paesaggio nell'Italia antica, L'Erma di Bretschneider, 2000 (pagina 166). Consultabile su Google libri.
^Romano Gasperoni, Fulvio Fulvi, Umbria e Marche (pagina 103)
^I.S.T.A.T., Statistiche Meteorologiche, Roma, 1967-1977 (11 anni rilevati). Dati estratti dagli 11 annuari meteorologici relativi agli anni 1967-1977 e successivamente rielaborati.
^Delia Lollini, La civiltà picena, in Popoli e civiltà dell'Italia antica, Roma, Biblioteca di Storia Patria, 1976, vol. V.
^Venceslas Kruta, I Senoni nel Piceno, in AA.VV., Piceni. Popolo d’Europa, Roma, De Luca, 1999, (pagina 175). ISBN 9788880164326.
^Maurizio Landolfi, Ancona greca e romana, in Scultura nelle Marche, a cura di Pietro Zampetti, Nardini editore, 1993.
^Luca Antonelli, I Piceni: corpus delle fonti, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2003. ISBN 88-8265-242-4; Ulrico Agnati, Per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino, ed. L'Erma di Bretschneider
^Anton Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi, VI, Bologna, Forni Editore, 1971, sub anno 1100.
^Filippo Ermini, Gli ordinamenti politici e amministrativi nelle «Constitutiones Aegidianae», Fratelli Bocca, 1893 - Pagina web
^I referendum di distacco-aggregazione previsti dall'art. 132 della costituzione sono approvati qualora voti in senso favorevole un numero non inferiore alla maggioranza degli aventi diritto. (Legge 25 maggio 1970, n. 352, articolo 45)
^Referendum consultivo 9 e 10 marzo 2008, su prefettura.it, Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Pesaro-Urbino, 16 ottobre 2008. URL consultato il 29 aprile 2022 (archiviato il 1º maggio 2022).
^Articoli della Stampa del 5 marzo 1980: Decentramento e l'università torna a vivere e Urbino è da cinque secoli la Oxford italiana. Consultabile alla seguente pagina
Curzio Maltese, I padroni delle città, Feltrinelli Editore, 2007 (capitolo "Ancona, modello Marche"), ISBN 978-88-588-0177-2. Testo consultabile su Google Libri a questa pagina. Si cita la frase: Ancona è al centro esatto, nel cuore del "modello marchigiano", il Sud del Nord e il Nord del Sud, nel senso che si lavora e si guadagna molto, ma si campa bene.
Sull'origine e sulle caratteristiche del modello marchigiano si vedano i seguenti articoli di giornale, scritti nel 1980, ossia nel momento in cui si cominciò a parlare a livello nazionale della peculiare situazione economica delle Marche, tutti riportati in stralcio nel volume di Francesco Flamini Marche...isola felice?, ediz. f.lli Aniballi, 1981 (pagine 131-205):
G. Da Rold, Corriere della Sera del 13 maggio 1980;
R. Lugli, La Stampa del 5 marzo 1980;
L. Vergani e A. Giuliani, Corriere della Sera;
A. Mazzuca, Il Giornale del 26 marzo 1980;
Si riportano infine gli articoli del numero speciale della Stampa dedicato al modello marchigiano, consultabile a questa pagina:
C. Granata, La Stampa del 5 marzo 1980: Il nuovo slogan è produrre meglio, non di più
F.A., La Stampa del 5 marzo 1980: Non basta lavorare bene, bisogna saper vendere
F.C., La Stampa del 5 marzo 1980: Quasi 50.000 le imprese artigiane, spesso al confine tra industria ed arte
R.L., La Stampa del 5 marzo 1980: Qui l'emiro viene a scegliersi la barca che costa miliardi
R. Lugli, La Stampa del 5 marzo 1980: Forse in questa terra vent'anni fa è nato il «boom» economico
C. Granata, La Stampa del 5 marzo 1980: Con scarpe e strumenti musicali Macerata ha invaso l'Europa
V.S., La Stampa del 5 marzo 1980: Record di produzione a Pesaro. Due ruote per fuggire il traffico
R.S., La Stampa del 5 marzo 1980: Il gusto di un ragazzino marchigiano cent'anni fa inventò la fisarmonica
M.V., La Stampa del 5 marzo 1980: I mobili di Pesaro prendono la strada dell'Arabia Saudita
^Per tutti i cantieri marchigiani: Fulvio Fortezza, La nautica da diporto: reti produttive, risorse umane e sfide strategiche, FrancoAngeli, 2009 (pagina 40). Il cantiere navale di Ancona non è propriamente inseribile nel modello marchigiano, in quanto è un'industria di grandi dimensioni (per lo meno prima della crisi dei primi anni 2000) e che per di più usufruisce di fondi statali, appartenendo alla Fincantieri. È inserito nell'elenco in quanto le sue maestranze hanno dato origine ad una tradizione che si è poi riversata nella cantieristica minore, sia in Ancona, sia negli altri centri cantieristici marchigiani.
S. Gatti, Società, politica e impresa a Fabriano, Ancona 1995;
C. Bariberis, Aristide Merloni, storia di un uomo e di un'industria di montagna, Bologna 1981.
^Autori vari, Top Employers Italia 2012, FrancoAngeli, 2012 (pagina 113). Consultabile su Google libri a questa pagina.
^Mario Gastaldi, L'Italia centrale: meridionale e insulare; viste da centinaia di poeti e scrittori italiani contemporanei Gastaldi, 1967 (pagina 122).
^Enrico Bracci, Emidia Vagnoni, Sistemi di programmazione e controllo. Strumenti e processi per le decisioni in azienda, Maggioli Editore, 2011.
^Adele Zito, Moda italiana: i protagonisti: ritratti di grandi firme, Il Ventaglio, 1993
^Decio G. R. Carugati, Decio Giulio Riccardo Carugati, Poltrona Frau: senza tempo nel tempo, Electa, 2000.
^Carlo Cipriani, Economia e management delle imprese calzaturiere. Prospettive e strumenti per la competitività dell'industria marchigiana, FrancoAngeli, 2012 (capitolo Il settore calzaturiero nelle Marche: dinamiche recenti e aspetti strutturali).
^intervista a Luciano Canepa, Porto di Ancona da primato., presidente dell'autorità portuale, pubblicata dal giornale "Il sole - 24 ore" del 17/11/2010. Si escludono da questa classifica, naturalmente, i porti interessati al piccolo traffico interno, come Ischia, Reggio Calabria o Messina
^per ciò che riguarda i container, Ancona è al quarto posto tra i porti adriatici italiani e al sesto comprendendo anche quelli sloveni e croati, come risulta dalla relazione dell'ISTAO del 2010 citata in altra nota
^Norberto Mancini, I canti della Natività di Jacopone da Todi, ed. Macione e Pisani, Isola del Liri, 1941; Norberto Mancini, La mia Terra, edizione CEI, 1954 (pagina 289)
In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.
Серкебаєв Єрмек Бекмухамедовичказ. Ермек Бекмұхамедұлы СеркебаевОсновна інформаціяДата народження 4 липня 1926(1926-07-04)[1]Місце народження Петропавловськ, Akmola Governorated, Казакська Автономна Соціалістична Радянська Республіка, РСФРР, СРСР[1]Дата смерті 16 листопада 2013(2...
«White Christmas» Пісня Бінг КросбіВипущено 1942Тип Різдвяна пісняЖанр Різдвяні пісні[d]Мова АнглійськаАвтор слів Ірвінг БерлінКомпозитор Ірвінг Берлін[1] Цей твір у Вікісховищі «White Christmas» (с англ. — «Світле Різдво») — пісня Ірвінга Берліна, яка була написана для ...
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Pakistani music channel Television channel OxygeneBroadcast areaPakistanHeadquartersIslamabad, PakistanProgrammingLanguage(s)UrduOwnershipOwnerSan Media / Aap Media NetworkSister channelsIndus NewsHistoryLaunched24 January 2009 (2009-01-24)[1]ReplacedJuly 2020ClosedJuly 2021; 2 years ago (2021-07)LinksWebsiteoxygene.com.pk Oxygene was a Pakistani musical, lifestyle and entertainment tv channel owned by Classic Entertainment Ltd[2][3 ...
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Beauty contest Miss NormandyTypeBeauty pageantHeadquartersNormandy, FranceMembership Miss FranceOfficial language FrenchRegional directorJulie GalaudWebsitewww.missnormandie.fr Miss Normandy (French: Miss Normandie) is a French beauty pageant which selects a representative for the Miss France national competition from the region of Normandy. Women representing the region under various different titles have competed at Miss France since 1952, although the Miss Normandy title was not used regul...
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