Il porto di Ancona (sigla internazionale IT AOI) è un porto situato nella parte più interna del Golfo di Ancona ed è perciò nel suo nucleo più antico un porto naturale; è il primo porto italiano per traffico internazionale di veicoli e passeggeri[2][3].
Tra i primi porti dell'Adriatico per le merci, per ciò che riguarda la pesca, i mercati ittici di Ancona sono nel loro insieme al secondo posto nell'Adriatico[4] e al sesto posto in ambito nazionale[5], mentre per tonnellate di stazza lorda, il porto peschereccio è al terzo posto in Italia e al primo in Adriatico con 4.566 TSL[6]. Sempre per ciò che riguarda la pesca, in termini di volume sbarcato il porto di Ancona è il terzo in Italia e il secondo in Adriatico[7]
Lavorano al porto di Ancona 6.528 addetti: 5.998 nei settori privati, di cui 3.686 nel settore cantieristico, e 530 lavoratori delle pubbliche amministrazioni[9][10].
I Dori, che nel 387 a.C. fondarono la città di Ancona, si fermarono in questo luogo per le possibilità che il porto naturale offriva. La costa infatti forma un gomito, da cui il nome Ancona (Ankon, in lingua greca gomito), che offre un riparo naturale dal mare. Ma già nel III secolo a.C. il golfo era usato dai Piceni per gli scambi commerciali con i Greci.
Secondo la tradizione storiografica, il porto greco non corrisponde esattamente a quello attuale, ma interessava il bacino, molto più ridotto, occupato oggi dall'area di costruzione e alaggio delle navi del Cantiere navale, facente parte dei Cantieri Navali Riuniti - C.N.R. della Fincantieri.
Il porto di Traiano
Nel periodo romano il porto fu notevolmente ampliato, soprattutto dall'imperatore Traiano, che ordinò la costruzione del primo tratto dell'attuale Molo Nord. Per ricordare quest'opera, che rendeva più sicuro l'accesso all'Italia[11], il Senato e il popolo romano fecero costruire nell'area portuale l'Arco di Traiano, presumibilmente opera dell'architetto di fiducia dell'imperatore, Apollodoro di Damasco, eretto intorno al 100 d.C.
Il porto medievale
I Saraceni durante i loro saccheggi alla città avvenuti nel IX secolo danneggiarono anche il porto e razziarono le statue in bronzo dorato presenti sull'Arco di Traiano.
Dall'XI secolo, nel periodo del libero comune e della Repubblica di Ancona[12] il porto fu ricostruito e fortificato in modo considerevole, inglobando la parte dell'area del porto attuale che va dalla Lanterna agli scogli (oggi sotto le banchine portuali) sottostanti il colle Astagno.
La partenza di San Francesco per l'Oriente
Il 24 giugno 1219San Francesco d'Assisi scelse il porto di Ancona quale punto d'imbarco per Damietta in Egitto, dov'era in corso la Quinta crociata[13]. Ivi giunto con 11 compagni, sorretto da una precisa concezione missionaria, chiese al legato pontificioPelagio il permesso di avventurarsi con i suoi confratelli nel territorio musulmano. Il suo scopo era di predicare i valori della fede cristiana al sultanoal-Malik al-Kamil ed ai suoi uomini, e convertirli al cristianesimo, e quindi far cessare le ostilità.
In occasione del suo soggiorno ad Ancona in vista della partenza per l'Egitto, San Francesco, secondo la tradizione[14], indicò ai suoi confratelli il colle Astagno come luogo in cui edificare il convento e l'annessa chiesa. Si tratta della Chiesa di San Francesco ad Alto (oggi sede del Distretto Militare di Ancona), la cui denominazione "ad Alto" sarebbe derivata dalle parole stesse del santo di Assisi, che le pronunciò mentre si trovava sulle banchine del porto, indicando il luogo in cui erigere il primo convento e la prima chiesa francescana di Ancona.
Inizialmente essa era di dimensioni ridotte: lo stesso Santo non voleva che le chiese dei suoi frati fossero ricche e troppo ampie. Tornato dall'Egitto e visto che la chiesa realizzata era troppo grande, nel giro di qualche anno la fece ridurre di dimensioni
Lo sviluppo urbanistico conseguente alla crescita economica della città
L'Ancona medievale si sviluppò parallelamente al fronte portuale, nell'area compresa tra il colle Guasco (dominato dal Duomo di San Ciriaco) ed il colle Astagno (dominato dal convento e dalla Chiesa di San Francesco ad Alto), dov'era collocata la Porta Capodimonte, principale via d'accesso da terra alla città.
Fra il XIII ed il XIV secoloAncona e Ragusa, alleate tra loro, furono tra i porti più importanti dell'Adriatico, secondi solo a Venezia, che fu avversaria tenace di entrambi.
Il declino del porto di Ancona e la rinascita con il porto franco del 1732
L'arco Clementino e sullo sfondo, l'arco di Traiano e il Duomo.
Nei secoli successivi, con la scoperta dell'America e lo spostamento dei traffici dal Mediterraneo all'Atlantico, il porto subì un drastico declino, sino ad ospitare soltanto un traffico strettamente locale.
Per vedere una ripresa dei traffici internazionali, bisognò attendere fino al 14 febbraio 1732, quando papa Clemente XII concesse alla città il porto franco e finanziò le opere di ampliamento e ristrutturazione del porto, incentrato sulla realizzazione di tre opere, che ancor oggi caratterizzano il porto:
un nuovo molo, il Molo Clementino, prolungamento dell'antico molo di Traiano;
un nuovo lazzaretto, su una grande isola artificiale appositamente realizzata;
una nuova porta di accesso alla città dal porto: l'Arco Clementino.
Queste opere, che furono alla base della rinascita del porto e di un nuovo periodo di floridi traffici, furono commissionate dal pontefice all'architettoLuigi Vanvitelli.
Durante la seconda guerra mondiale il porto rivestì un ruolo importante nel 1944, durante l'avanzata delle truppe alleate dal sud al nord della penisola: per permettere regolari rifornimenti navali alle truppe anglo-americane, il II Corpo polacco ebbe il compito di liberare la città il 18 luglio 1944, mentre gli anglo-americani liberavano il porto di Livorno. L'area portuale subì gravissimi danni nel corso dei bombardamenti alleati, dato che il comando tedesco era situato su una nave ormeggiata nella parte più interna e che il cantiere navale di Ancona e il porto stesso erano obiettivi strategici. Nel dopoguerra si provvedette celermente alla ricostruzione.
Il porto attuale
Il porto è il primo in Italia, per quanto riguarda il traffico internazionale, per il numero di vetture imbarcate e per il numero di passeggeri, con una media di circa oltre 1,5 milioni di passeggeri e 200.000 TIR ogni anno[16] (soprattutto per coloro che utilizzano i traghetti diretti verso i paesi dell'Europa orientale).
Per le merci in container è al quarto posto tra i porti italiani dell'Adriatico e al sesto comprendendo anche quelli sloveni e croati[17].
Per l'attività di pesca è tra i primi porti d'Italia. I mercati ittici di Ancona sono nel loro insieme al secondo posto nell'Adriatico, dopo Chioggia, e al sesto posto in ambito nazionale[18]. Per tonnellate di stazza lorda, il porto peschereccio di Ancona, con 4.566 TSL, è al terzo posto in Italia[19].
La realizzazione delle banchine 26, 27, 28 e 29, con un fondale di 14 metri, rende il porto di Ancona, insieme a quello di Trieste, l'unico porto dell'Adriatico con queste caratteristiche[20].
La sede dell'Autorità Portuale (ex stazione marittima) al molo Santa Maria
Arrivo della nave Costa Romantica; in primo piano la sede della Guardia Costiera e sullo sfondo la diga foranea
La maggior parte delle persone usa lo scalo dorico come passaggio per raggiungere la propria destinazione e non si ferma in città, come è normale in tutti i porti di imbarco per destinazioni turistiche (ad esempio Livorno o Civitavecchia). Si discute da anni sul modo di proporre all'ingente numero di turisti in transito una sosta dedicata alla conoscenza delle attrattive cittadine, senza che ancora si sia approdato a niente di considerevole[31].
Dall'estate 2005 anche alcune navi da crociera fanno scalo nel porto di Ancona. Il traffico crocieristico ha portato, nel 2009, 75.445 passeggeri;[24] mentre nel 2010 sono stati 135.858, +80% rispetto all'anno precedente.[1]. Al contrario dei turisti che si imbarcano sui traghetti, i crocieristi, per la maggior parte, visitano la città durante la sosta o prima dell'imbarco.
Pesca
Il porto di Ancona comprende una zona peschereccia, il mandracchio, che offre 3 scali di alaggio, un pontile, un magazzino per le forniture ai pescherecci, 3 gru per il sollevamento delle imbarcazioni, 4 carrelli elevatori per lo sbarco del pescato, 3 officine meccaniche, distributori di benzina e di gasolio, 2 impianti per la fornitura di ghiaccio con produzione giornaliera di 200 quintali ed un congelatore per la conservazione del pesce. L'approvvigionamento idrico avviene per mezzo di 5 colonnine erogatrici.
Merci
Il traffico merci per l'anno 2009 è stato di 8.772.956 tonnellate;[24] per il 2010 di 8.520.523 tonnellate.[1]; nel 2016 di 8.900.000 tonnellate di merci e il numero di Tir e trailer transitati nel porto è stato di 141.744 unità[32].
Collegamenti viari e ferroviari
Da molti anni si è sollevato il problema sulla carenza delle infrastrutture necessarie a collegare l'area portuale con la rete autostradale. L'uscita del porto è all'interno del centro della città, zona non adatta a sostenere il notevole traffico generato dallo scalo marittimo. Attualmente l'unica via che conduce verso l'Autostrada A14 attraversa infatti interi quartieri della città, come quello di Torrette di Ancona, diminuendo la qualità della vita in queste zone.
Nel corso degli anni sono stati presentati numerosi progetti per la soluzione di questo problema, e con l'alternarsi delle amministrazioni comunali ne sono state finanziati diversi senza che nessuno sia stato portato a compimento. Si è discusso per anni sull'opportunità di realizzare un'uscita a Sud o a Nord, fino a decidersi per la direzione Sud. Il risultato di questa decisione contrastata è la SS 681, della quale è stato realizzato solo un troncone a quattro corsie che poi si è deciso di non completare, a causa dell'alto prezzo in termini di qualità ambientale che la strada avrebbe comportato: il progetto prevedeva la demolizione di un certo numero di abitazioni di un certo valore storico-architettonico[33] e il passaggio dell'arteria al di sopra di parte di due popolosi quartieri cittadini (Vallemiano e Piano San Lazzaro).
Abbandonata le ipotesi Nord e Sud, il progetto perseguito e, finalmente, condiviso da tutti, è stato per anni quello dell'"uscita ad Ovest", la cui approvazione è stata però bloccata nel 2016. Si trattava di una strada che avrebbe dovrebbe collegare il porto ad un nuovo casello (Ancona Ovest) dell'Autostrada Adriatica A14, uscendo dalla città attraverso una lunga galleria, in modo da diminuire drasticamente l'impatto ambientale. Nel 2017 si è ancora in fase progettuale di un nuovo tracciato. Si è poi cambiata ancora una volta la direzione di uscita, tornando a preferire la direzione nord; nel 2021 non si è ancora pervenuti alla realizzazione dell'attesa opera.
Il porto è servito da uno scalo merci ferroviario.
^"Ancona è il primo porto italiano per passeggeri e veicoli, con oltre 1,5 milioni di passeggeri e 200.000 TIR ogni anno" (intervista a Luciano Canepa, presidente dell'autorità portuale, pubblicata dal giornale "Il Sole – 24 ore" del 17/11/2010) Nel 2012 conferma il primatoː Documento della Giunta regionale Marche, pagina 21. Nel 2021 conferma il primato: Passeggeri per porto di imbarco e sbarco - forma di navigazione: internazionale.
^Cfr. René Grousset, Histoire des Croisades et du royaume franc de Jérusalem, Perrin, Parigi, 1936, volume III, pagg. 1188-1291, L'anarchie franque, ISBN 2-262-02569-X.
^Cfr. Angelo Grimaldi, Memorie ecclesiastiche appartenenti alla vita, miracoli, e culto del B. Pietro da Treja dell'ordine de' Minori di S. Francesco, Luigi Perego Salvioni stampator vaticano, 1794 (pagina 19). Il testo è integralmente consultabile su Google libri: [1]
^Cfr. l'intervista a Luciano Canepa, Porto di Ancona da primato., presidente dell'Autorità portuale di Ancona, pubblicata dal quotidiano "Il sole - 24 ore" del 17/11/2010. Sono escluse da questa classifica, naturalmente, gli scali che effettuano trasporto locale diretto alle isole italiane, come Ischia, Livorno o Piombino e i porti interessati al piccolo traffico interno, Reggio Calabria o Messina