Considerata tra i migliori architetti della sua generazione, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del design internazionale. Nel corso della sua lunga attività ha vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso Premio Imperiale per l'architettura conferito dalla Japan Art Association di Tokyo.[2]
Del 1965 è la sua celebre lampada da tavolo Pipistrello,[7] disegnata come site specific per lo showroom di Olivetti che realizza contestualmente a Parigi. Poco dopo, per la stessa Olivetti disegnerà lo showroom di Buenos Aires. La collaborazione con la nota azienda produttrice di macchine per scrivere le dà una certa notorietà, tanto che poco dopo Gianni Agnelli la chiamerà per affidarle la ristrutturazione del suo appartamento milanese in zona Brera. Tra i due nasce un'amicizia che durerà per tutta la vita e per gli Agnelli Aulenti concepirà numerosi progetti.
Di sé stessa usava dire di vedere la sua architettura in stretta relazione e in interconnessione con l'ambiente urbano esistente, che diviene quasi la sua forma generatrice, cercando, con questo, di trasferire nel suo spazio architettonico la molteplicità e l'intensità degli elementi, che vanno a definire l'universo urbano. Dal 1974 al 1979 è componente del Comitato direttivo della rivista Lotus International, poi fa esperienze artistiche e dal 1976 al 1978 collabora con Luca Ronconi a Prato al Laboratorio di Progettazione Teatrale.[4]
Nel 1979 le viene affidata la direzione artistica della Fontana Arte, con cui aveva già collaborato in passato. Vengono prodotte lampade e oggetti d'arredo ancora oggi a catalogo, tra i quali la Lampada Giova (1964), Tavolo con ruote (1980) esposto al Museum of Modern Art[8] e Tavolo Tour (1993). Tra i collaboratori di maggior rilievo compaiono Piero Castiglioni, Pierluigi Cerri, Daniela Puppa e Franco Raggi.
Nel 2007 progetta la ristrutturazione di Piazza Mario Pagano a Potenza, ristrutturazione che viene completata nel 2012[9]. L'architetto Gae Aulenti muore poco dopo, questa è quindi tra le sue ultime opere.
Ha una lunga relazione con Carlo Ripa di Meana, da cui si allontanerà per la sua vicinanza a quello che definirà "craxismo deleterio".[10] Nel 1984 viene nominata corrispondente dell'Accademia Nazionale di San Luca a Roma, mentre dal 1995 al 1996 è presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2005 costituì, con Marco Buffoni, Francesca Fenaroli e Vittoria Massa, la Gae Aulenti Architetti Associati.[11]
Muore il 31 ottobre 2012 a Milano all'età di 84 anni.[12][13] Prima della sua scomparsa, il 16 ottobre viene insignita del premio alla carriera consegnatole dalla Triennale. In una nota ufficiale, il Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano esprime il cordoglio per la scomparsa dell'Aulenti, ricordandola come:
«protagonista di primo piano della storia dell'architettura contemporanea, altamente apprezzata in tutto il mondo per il suo talento creativo e, in particolare, per la straordinaria capacità di recuperare i valori culturali del patrimonio storico e dell'ambiente urbano[14]»
Il 7 dicembre 2012 viene inaugurata ed intitolata a suo nome la nuova grande piazza circolare situata al centro del complesso della Torre Unicredit di Milano.
Opere architettoniche rilevanti
Fra le sue opere sia architettoniche, che di design, si ricordano il Museo d'Orsay con il tema floreale delle lunette della volta (1980-86), tra le principali opere della corrente Neoliberty[15].
Il suo archivio è stato ordinato ma è conservato presso privati; per la sua consultazione rivolgersi alla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia. L'archivio è composto da 630 progetti di architettura (dal 1956 ad oggi) corrispondenti a circa 6 300 disegni su lucido (per lo più in formato A0) così suddivisi: 305 progetti in 120 tubi di cartone; 287 progetti in 8 cassettiere metalliche per disegni formato A0; 38 progetti in 4 cassettiere in legno per disegni formato A0. Materiale di progetto per scenografie teatrali/disegni a mano libera o colorati a mano conservati in 1 cassettiera in legno per disegni formato A0. Materiale fotografico in 303 cartelle a sospensione (formato A4) contenute in 4 cassettiere e in 32 cartelle in cartone. 7 modelli architettonici con teca di plexiglas. Solo per i progetti dal 1990 ad oggi: copie piegate dei disegni e corrispondenza relativa ai progetti in 340 faldoni.[25]