La Marchesa Melibea, dama polacca, vedova d'un generale italiano morto il giorno medesimo delle nozze, in una sorpresa dell'inimico (contralto)
La Contessa di Folleville, giovine vedova, piena di grazia e di brio, pazza per le mode (soprano)
Madama Cortese, donna spiritosa ed amabile, nata nel Tirolo, moglie d'un negoziante francese che viaggia, e padrona della casa de' bagni (soprano)
Il Cavaliere Belfiore, giovine uffiziale francese, gaio ed elegante, che fa la corte a tutte le signore e particolarmente alla contessa di Folleville, e si diletta di pittura (tenore)
Il Conte di Libenskof, generale russo, d'un carattere impetuoso, innamorato della marchesa Melibea ed estremamente geloso (tenore)
Lord Sidney, colonnello inglese, innamorato segretamente di Corinna (basso)
Don Profondo, letterato, amico di Corinna, membro di varie accademie e fanatico per le antichità (basso buffo)
Il Barone di Trombonok, maggiore tedesco fanatico per la musica (basso buffo)
Don Alvaro, grande di Spagna, uffizial generale di marina, innamorato di Melibea (basso)
Don Prudenzio, medico della casa de' bagni (basso)
Don Luigino, cugino della contessa di Folleville (tenore)
Delia, giovine orfana greca protetta da Corinna, e sua compagna di viaggio (soprano)
Maddalena, nativa di Caux, in Normandia, governante nella casa de' bagni (mezzosoprano)
Modestina, ragazza astratta, timida e lenta, cameriera della contessa di Folleville (mezzosoprano)
Zefirino, corriere (tenore)
Antonio, mastro di casa, (basso)
Gelsomino, cameriere (tenore)
Quattro virtuosi ambulanti (soprano, mezzosoprano, tenore e basso)
Coro di contadini e contadine, giardiniere e giardinieri, servi
L'opera non ha una sua ouverture.[3] La cosiddetta sinfonia de Il viaggio a Reims, derivata da una serie di danze de L'assedio di Corinto (1826), una delle quali era stata rielaborata da Rossini proprio su un auto-imprestito dai balletti finali de Il viaggio a Reims,[4] è frutto di un'erronea attribuzione o di un falso storico. Essa è stata pubblicata a Milano, nel 1938, nella revisione di Giuseppe Piccioli,[5] e fu eseguita per la prima volta al Teatro alla Scala, il 5 novembre 1938, sotto la direzione di Richard Strauss.[3] Essa è stata in seguito ripetutamente registrata come presunta ouverture de Il viaggio a Reims, finché non è stato possibile addivenire alla ricostruzione della partitura.
Vicende storiche
L'opera, pur essendo formalmente costituita da un atto unico, è di dimensioni notevoli (dura circa tre ore) e fu in effetti suddivisa in tre parti alla sua prima rappresentazione.[4] Essa ottenne comunque un deciso successo, dovuto soprattutto, da un lato, alla grande attesa dei parigini per la prima opera composta dal Cigno di Pesaro per la capitale francese, dall'altro alla fama e bravura dei numerosi artisti, tutti i gran nomi del canto italiano allora presenti a Parigi, con qualche rinforzo locale di rilievo.
Dato il suo carattere celebrativo e d'occasione, l'opera non poteva entrare in repertorio, e infatti Rossini ne ritirò la partitura dopo sole altre tre rappresentazioni e ne impedì ogni altra esecuzione, limitandosi, tre anni dopo, a riutilizzarne egli stesso molti numeri per Le Comte Ory. Nel 1848, tuttavia, il Théâtre Italien riuscì in qualche modo a rimetterla in scena, su un nuovo libretto intitolato Andremo a Parigi?, per celebrare, questa volta, niente meno che le barricate rivoluzionarie. Dopo un'ulteriore fugace riapparizione come Il viaggio a Vienna, nel 1854, in occasione delle nozze tra Francesco Giuseppe e Elisabetta di Baviera, dell'opera non si ebbe più notizia e la partitura fu ritenuta per più di un secolo dispersa, fino al ritrovamento nel 1977, presso la Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, delle parti non prese in prestito per Le Comte Ory.[6]
Contrariamente alle aspettative, lo straordinario numero di cantanti necessario per rappresentare Il viaggio a Reims e la relativa gracilità della sua trama, invece di esserne un ostacolo alla diffusione, la facilitano. Da una parte si è visto che, essendo le parti vocali non particolarmente estese, l'opera può essere affidata agevolmente a una compagnia di giovani, dall'altra essa offre a registi fantasiosi la possibilità di sbizzarrirsi in trovate scenotecniche e registiche (come nel 2003 nell'allestimento di Dario Fo all'Opera di Helsinki o di Damiano Michieletto all'Opera di Roma nel 2017[7])
Trama
A Plombières, nell'albergo termale "Il Giglio d'Oro" sono radunati ospiti illustri che si preparano a partire insieme per Reims per assistere all'incoronazione di re Carlo X. Tra questi, le belle e capricciose dame dell'alta società, la contessa di Folleville, che "per le mode notte e dì delira", la vedova polacca Melibea e Corinna, una famosa improvvisatrice romana, corteggiate, con maggiore o minor successo, dai nobili della compagnia: il Grande spagnolo Don Alvaro, il conte russo Liebenskof, il console inglese Lord Sidney e il cavaliere francese Belfiore. Il barone tedesco Trombonok, fanatico della musica, e Don Profondo, fanatico di antiquariato, completano la compagnia.
Mentre fervono i preparativi per la partenza (introduzione: "Presto, presto! Su coraggio"), Madama Cortese, proprietaria dello stabilimento, dà ordine alla servitù di affrettare i preparativi per il viaggio (cavatina e cabaletta: "Di vaghi raggi adorno... Or state attenti badate bene, i forestieri presto sen vanno"). Arriva la notizia che il guardaroba della contessa di Folleville (tra cui i vestiti preparati per l'incoronazione) è andato perso in un incidente della diligenza che li trasportava, causando un momentaneo mancamento a quest'ultima. Mentre medico Prudenzio e il barone Trombonok discutono su come soccorrerla la contessa rinviene e accoglie con gioia la notizia che almeno l'amato cappellino si è salvato tra l'ilarità generale (aria e cabaletta: "Partir, oh ciel, desio... Grazie vi rendo, oh Dei!").
Entra Melibea assieme a Don Alvaro. I due sono sorpresi dal conte Liebenskof, follemente geloso, minaccia di sfidare lo spagnolo a duello (sestetto: "Sì, di matti una gran gabbia") ma gli animi si calmano quando si ode, fuori scena, la cantata di Corinna (cavatina: "Arpa gentil, che fida") che invita all'amore fraterno e auspica il trionfo della croce sulla mezza luna ottomana.
Nel frattempo Lord Sidney, come ogni giorno, fa recapitare in segreto dei fiori a Corinna, troppo timido per dichiararle il suo amore (scena e aria: "Invan strappar dal core... Dell’alma diva"). Entrata in scena, questa intuisce l'origine del pegno d'amore, e discute poi con la sua protetta Delia le notizie circa la guerra di liberazione greca. Rimasta sola, viene avvicinata dal donnaiolo Cavalier Belfiore che cerca di corteggiarla, ottenendo però un rifiuto scandalizzato (duetto: "Nel suo divin sembiante... Oh, quanto ingannasi").
Don Profondo, appassionato antiquario, che ha assistito alla scena, si prepara per il viaggio facendo l'ironico inventario degli effetti personali degli ospiti (aria: "Medaglie incomparabili"). Arriva però la notizia che non si trovano più cavalli per Reims. Dopo un momento di sbigottimento generale, la contessa, offrendo ospitalità alla compagnia, propone di partire il mattino seguente con la diligenza giornaliera per Parigi, dove si stanno allestendo grandi festeggiamenti per il re di ritorno da Reims (concertato per 14 solisti: "Ah! A tal colpo inaspettato... Tra dolci e cari palpiti").
Per la sera viene quindi organizzato un banchetto. Prima però, grazie all'intervanto del barone, Melibea e il conte Liebenskof si rinconciliano, dopo che questo le ha chiesto perdono per la sua gelosia (duetto: "D'alma celeste, oh dio!... Ah no, giammai quest'alma"). Infine, durante la festa, tra canti e balli, i convitati celebrano la famiglia reale improvvisando sugli inni delle rispettive nazioni e Corinna improvvisa sulle virtù di Carlo X (finale: "L'allegria è un sommo bene... Or che regna fra le genti... All'ombra amena").
Introduzione Presto, presto, su coraggio - Di vaghi raggi adorno - Or state attenti badate bene, i forestieri presto sen vanno(Maddalena, Coro, Don Prudenzio, Antonio, Madama Cortese)
Aria Partir, o ciel! Desio (Contessa)
Sestetto e Cavatina Sì, di matti una gran gabbia - Arpa gentil (Trombonok, Don Profondo, Don Alvaro, Melibea, Libenskof, Madama Cortese, Corinna)
Scena ed Aria Invan strappar dal core (Sidney, Coro)
Recitativo accompagnato e Duetto Nel suo divin sembiante (Belfiore, Corinna)
Aria Medaglie incomparabili (Don Profondo)
Gran pezzo concertato a 14 voci A tal colpo inaspettato - Signori, ecco una lettera (Contessa, Madama Cortese, Corinna, Delia, Melibea, Modestina, Libenskof, Belfiore, Zefirino, Don Alvaro, Sidney, Trombonok, Don Profondo, Prudenzio)
Recitativo accompagnato e Duetto D'alma celeste - Al barbaro rigore (Melibea, Libenskof)
Finale:
Ritornello
Coro L'allegria è un sommo bene
Inno tedesco Or che regna tra le genti (Trombonok)
Polacca Ai prodi guerrieri (Melibea)
Inno russo Onor, gloria ed alto omaggio (Libenskof)
Canzone spagnolo Omaggio all'augusto duce (Don Alvaro)
Canzone inglese Del grand'Enrico (Sidney)
Canzone francese Madre del nuovo Enrico (Belfiore, Contessa)
Tirolese Più vivace e più fecondo (Madama Cortese, Don Profondo)
Strofe d'improvviso All'ombra amena (Corinna)
Coro Viva il diletto augusto regnator (Tutti)
Brani significativi
Che miro! ah! qual sorpresa!, scena (Contessa, Tutti)
Sì, di matti una gran gabbia, sestetto (Barone, Don Profondo, Don Alvaro, Melibea, Conte, Madama Cortese)
^abRoberto Maietta, Per un catalogo del “Fondo Giuseppe Piccioli”: inquadramento delle opere e catalogo delle edizioni, Tesi di Laurea triennale in Musicologia, Università degli Studi di Cremona, Facoltà di Musicologia, anno accademico 2009-2010: Catalogo delle opere edite del “Fondo Giuseppe Piccioli”, p. 22, nota 5 (pubblicata nella Biblioteca on-line Library della Facoltà di Musicologia dell'Università degli Studi di Pavia). La fonte dichiarata di Maietta è la Prefazione all'edizione critica dell'opera, curata da Janet J. Johnson: Il viaggio a Reims, ossia, L'albergo del Giglio d'oro, dramma giocoso in un atto di Luigi Balocchi, musica di Gioachino Rossini, Pesaro, Fondazione Rossini, 1999, I, p. xxxv
^ab(EN) Janet Johnson: A Lost Masterpiece Recovered, p. 37-38 delle note di accompagnamento della registrazione DG del 1984
^Il viaggio a Reims. Sinfonia / Gioacchino Rossini, revisione di Giuseppe Piccioli — Partitura — Milano, Carisch, 1938