Fondata intorno al V secolo a.C. dagli Umbri, fiorì in epoca romana come centro sulla via Emilia, e di quell'epoca oggi conserva quasi intatta una vasta centuriazione nella pianura circostante. Tra gli altri monumenti, ospita la Biblioteca Malatestiana, risalente al XV secolo, prima biblioteca civica europea e unico esempio di biblioteca monastica umanistica perfettamente conservata nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libraria, inserita dall'UNESCO nel registro della Memoria del mondo.
Centro di attività agricole, commerciali e industriali prevalentemente nei campi ortofrutticolo, alimentare e meccanico, dal 1989 ospita anche una sede distaccata dell'Università di Bologna.[6]
L'altitudine ufficiale, corrispondente al punto sul quale sorge il Palazzo Comunale, è di 44 metri sul livello del mare[8]. La media delle altitudini dell'intero territorio comunale è di 97 m s.l.m.[9]: si passa dai 5 metri del fosso della Valle ai 480 metri di monte Cavallo[8]. Il territorio è pianeggiante verso l'ultimo lembo di Pianura padana a nord-est, collinare con le prime propaggini dell'Appennino tosco-romagnolo a sud-ovest.
Morfologicamente sono il fiume Savio e la sua valle a comporre l'alveo principale del territorio comunale cesenate, andando poi a sfociare a nord-ovest fino al bacino del fiume Ronco e del torrente Bevano, a sud-est fino al versante sinistro del torrente Pisciatello[7].
Cesena ha un clima temperato, (subcontinentale secondo Mario Pinna), moderatamente mitigato dalla vicinanza del mare[10]. In estate raramente le temperature massime superano i 35 °C; possono avvicinarsi ai 40 °C (con tempi di ritorno di 18-20 anni) in casi di intenso foehn appenninico associato a forti avvezioni calde[11].
L'inverno è mediamente rigido sui comparti appenninico e pedeappenninico, per il vento freddo che «esce» dall'inversione termica padana verso l'Adriatico, mentre il comparto costiero risente maggiormente dei flussi di calore provenienti dall'Adriatico[12]; le temperature medie nel corso dell'inverno risultano sulle aree costiere e pericostiere mediamente più alte di circa 2 °C rispetto alla fascia pedecollinare posta circa 10 km più ad ovest[10].
Le giornate di nebbia, nella media trentennale, variano da circa 30 giorni sulla bassa pianura cesenate prossima alla costa, dalle 18-20 delle aree a ridosso dell'Appennino fino alle 12-15 giornate all'interno delle valli[13].
La Valle del Savio e i dintorni dei colli, a cui si appoggia Cesena, furono abitati fin dall'età neolitica, come dimostrano i materiali rinvenuti nella zona della basilica del Monte e, più su, a Borello[17]. Il primo nucleo abitativo sorge con ogni probabilità per opera degli Umbri intorno al VI-V secolo a.C.[18]. Insieme a Forlì, Cesena è epicentro dell'insediamento dei Galli Senoni, uno dei principali popoli celtici della Gallia Cisalpina. Con l'arrivo dei Romani il piccolo nucleo assume forma di villaggio; decade con l'Impero Romano e subisce le incursioni dei barbari[19].
Nel febbraio del 1377 Cesena viene coinvolta nella guerra promossa dalla Repubblica fiorentina contro lo Stato Pontificio[24], ma il cardinale Roberto di Ginevra (futuro antipapa Clemente VII) scatena un violento massacro in città, per impedire che Cesena passi dalla parte dei fiorentini: la strage viene eseguita dalle milizie mercenarie bretoni, guidate dal condottiero inglese Giovanni Acuto, che la radono al suolo[25], causando la morte di più di 5 000 abitanti[26].
Nel 1775, il cesenate Giovan Angelo Braschi diviene Papa col nome di Pio VI, e nuovamente nel 1800, un altro cesenate diviene Papa, Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti col nome di Pio VII. L'esperienza napoleonica (1797-1814), che vede Pio VI e Pio VII tentare invano di opporsi a Napoleone Bonaparte, priva Cesena di un gran numero di monasteri, conventi e chiese che precedentemente la ornavano e dell'Università[32].
Nel gennaio 1832 la città viene saccheggiata e 17 suoi cittadini uccisi durante le Stragi di Cesena e Forlì ad opera delle truppe pontificie durante la repressione finale dei moti romagnoli.
Successivamente, prima e dopo l'Unità d'Italia, la città conobbe un periodo di espansione[32][33]. Dopo il 1861, i liberali governarono l'Amministrazione Comunale fino agli inizi del Novecento; successivamente i repubblicani gestirono il potere fino all'avvento del fascismo e la rivolta dei Comandini. Durante questo periodo la città di Cesena visse una storia molto ricca e sanguinosa allo stesso tempo.[34]
Durante la Resistenza Cesena dette un grande contributo di uomini, e per tale motivo le è stata assegnata la Medaglia d'argento al Valor Militare[35]. Nel dopoguerra la città assiste ad un notevole sviluppo urbano e parallelamente si verifica una notevole crescita economica, che ne fa un polo di livello internazionale nel comparto agroalimentare, soprattutto in materia di ricerca e biotecnologie[36].
Nel 1992, con il distacco del comprensorio di Rimini in nuova provincia, la precedente provincia di Forlì cambia nome in provincia di Forlì-Cesena (pur rimanendo Forlì capoluogo), essendo le due città di importanza pressoché identica.[36] Dal 29 gennaio 2024 la città di Cesena diventa co-capoluogo della provincia di Forlì-Cesena.[37]
Simboli
Stemma
Lo stemma del comune è formato da uno scudo a "balzana": troncato di nero e d'argento, con una bordura cuneata d'oro. Capo d'Angiò.
Lo scudo tradizionalmente indicherebbe la pacificazione tra le opposte fazioni cittadine dei Guelfi e dei Ghibellini; il bordo è preso dallo stemma dei Malatesta e si riferisce alla loro signoria sulla città nel corso del Quattrocento. Il capo è una concessione del re di Napoli Roberto d'Angiò. Lo scudo, in luogo della corona civica, potrebbe fregiarsi della corona nobiliare, essendo stata la città iscritta nell'Elenco ufficiale della nobiltà italiana.
Stemma concesso da re Vittorio Emanuele III con decreto regio del 24 aprile 1927: «Troncato di nero e d'argento, alla bordura dentata di nero e d'oro, col capo d'Angiò»[38].
Gonfalone
Il gonfalone è formato dal drappo troncato di nero e di bianco con al centro lo stemma della città.
«Fedele ad antiche e gloriose tradizioni patriottiche e democratiche, la Città di Cesena sin dall'armistizio dell'8 settembre 1943 fu centro di decisa reazione di lotta contro l'oppressione tedesca e fascista. Esprimendo e sostenendo coraggiosamente agguerrite forze partigiane, la cui organizzazione ebbe inizio con la costituzione della prima base di volontari a Pieve di Rivoschio e nella circostante zona collinare, durante quattordici mesi di duro impegno operativo, i cesenati contribuirono validamente ad imporre un consistente logoramento alle forze nemiche e a danneggiare mezzi ed apprestamenti[35]. Zona di Cesena, 8 settembre 1943 - novembre 1944» — 19 settembre 1974[39]
L'imponente millenario complesso sorge sul colle Spaziano, dove era solito andare in preghiera il vescovo Mauro, proclamato santo dall'XI secolo[40]; dopo la sua morte, intorno all'anno Mille fu eretta una chiesa, e tra il 1001 e il 1026 venne edificato un monastero. Nel corso degli anni la basilica si è arricchita di notevoli opere d'arte. Va ricordata la collezione di ex voto, la più grande d'Europa[41].
Di valore storico-artistico è anche il duomo cittadino dedicato a san Giovanni Battista, in stile gotico-romanico e risalente alla fine del Trecento, al cui interno sono racchiuse le spoglie di san Mauro. All'interno della cattedrale un piccolo e importante dipinto raffigurante il santo Battista eseguito su lastra di rame è stato recentemente attribuito dal ricercatore Alex Cavallucci al pittore manierista Livio Agresti[42]. Nella Cappella della Madonna del Popolo sono presenti affreschi di Corrado Giaquinto del 1750[43].
Il complesso venne creato nel 1394, ma l'edificio venne completato nel 1424 e rifatto nel 1486; nel 1810 chiesa e convento furono soppressi e il complesso divenne sede della casa di ricovero delle Figlie del Povero. È sede della Pinacoteca Comunale[44].
Sorgono su un colle immediatamente a ridosso della città. Di costruzione relativamente più recente rispetto agli altri complessi cesenati, conserva la splendida tela del Guercino raffigurante l'Estasi di San Francesco[45].
Il complesso, fondato per iniziativa di Malatesta Novello su consiglio della moglie Violante, venne edificato tra il 1459 e il 1464 su progetto del maestro Maso della Val Lugano. L'esterno, di puro geometrismo neoclassico, è caratterizzato dalla facciata rimasta incompiuta. Il portico presenta cappelle che una volta erano semplici arcate[46].
Si trova nel centro storico della città. Il convento, inizialmente dei frati Osservanti, fu ceduto alla fine del XV secolo ai monaci Agostiniani che intrapresero una vasta opera di ristrutturazione e di decorazione della chiesa e del convento, che terminò nel 1520. La forma attuale della Chiesa risale al 1748 su disegno di Luigi Vanvitelli[47].
È situata in contrada Chiaramonti. Di origine medievale, fu riedificata più volte nel corso dei secoli, in particolare nel 1470, nel 1630 e nel 1740, quando fu risistemata da Francesco Zondini. Fu definitivamente terminata nel 1825 con poche varianti rispetto al progetto originale di Giuseppe Valadier[48].
Edificata tra il 1706 e il 1772, sorge sui resti di una precedente chiesa quattrocentesca della quale restano i due chiostri.
L'interno della chiesa è formato da una sola navata e ai lati troviamo tre cappelle per parte, nelle quali sono conservate testimonianze della pittura locale del XVII secolo[49].
Un preesistente complesso religioso venne probabilmente ricostruito nel 1240, e nel 1367 vi si insediarono i Servi di Maria. Tra il 1756 e il 1765 la chiesa assunse le forme attuali su progetto di Pietro Carlo Borboni[50].
La confraternita omonima venne fondata nel 1633 per suffragare le anime del Purgatorio, mentre la piccola chiesa venne edificata tra il 1685 e il 1689, su progetto di Pier Mattia Angeloni. Nella seconda metà del Settecento, la facciata e l'interno della chiesa furono pesantemente ritoccati venendo ad assumere l'aspetto attuale[43].
Edificato su progetto di Barbieri (1809) nel luogo in cui sorgevano la chiesa e il monastero di Santa Croce, il cimitero fu terminato e inaugurato il 1º maggio del 1813 da Giacomo Bertozzi, e quasi subito fu oggetto di numerosi ampliamenti (1819-1825 e 1929-1946). La struttura, in stile neoclassico, è caratterizzato da due aree, una a pianta quadrangolare e l'altra ottagonale, attorno a cui si sviluppano il portico con colonne in ordine dorico e le cappelle gentilizie. La chiesa a pianta centrale con pronao dorico sulla facciata, nel XVIII secolo è stata abbellita nella cupola da dipinti murali di Leandro Marconi.
È stato inaugurato il 9 aprile del 2011, ed è stato progettato dall'architettoPaolo Portoghesi. La cappella per i riti religiosi, di forma circolare, è rivestita con mattoni a faccia vista, mentre la copertura ha una struttura concentrica in legno. Sono presenti un forno crematorio e luoghi di sepoltura per i non cattolici. Nel comune esistono poi altri 35 cimiteri sparsi nelle varie frazioni[51].
Il palazzo Albornoz, o Palazzo Comunale, si affaccia su piazza del Popolo; fu costruito per volere del cardinale Egidio Albornoz a partire dalla metà del Trecento. L'edificio è costituito da due strutture più antiche: il Palatium Vetus e il Palatium Novum. Al suo interno sono presenti affreschi e arredi settecenteschi[53].
Nel 1807papa Pio VII acquistò il palazzo dai Carli, lo donò al nipote Scipione Chiaramonti e ne stabilì l'ammodernamento da parte dell'architetto Tomba. È qui che il pontefice, di ritorno dall'esilio, dimorò durante la permanenza nella sua città natale (1814). Dal 1910 è sottoposto alla normativa sugli immobili di interesse storico-artistico. Durante la seconda guerra mondiale subì danni rilevanti a causa di tre colpi di obice sparati per errore[54].
Il Palazzo Ghini è situato in corso Gastone Sozzi. Progettato nel XVII secolo dall'architetto Pier Mattia Angeloni su commissione dei marchesi Ghini. Ospita nel cortile monumentale alcune sculture di Francesco Calligari, raffiguranti quattro divinità: Cerere, Gloria, Marte e Minerva.
La costruzione risale al 1401 e successivamente venne ampliato nel 1466 e nel 1472. Per volontà dei nobili cesenati, nel 1792, fu posta una statua in omaggio al pontefice Pio VI[55].
La facciata, elemento di grande interesse, è composta di due ordini di lesene sovrapposti: dorico al piano inferiore e ionico a quello superiore[56].
Il piano terra del palazzo ospita la Galleria comunale d'arte adibita ad esposizioni temporanee, mentre la sala al primo piano è utilizzata per convegni e manifestazioni pubbliche[57].
È un palazzo monumentale, fatto edificare nel XVIII secolo dal marchese Michelangelo Romagnoli (1719-1780). Realizzato su progetto dell'architetto Pietro Carlo Borboni, fu decorato dal pittore Giuseppe Milani[58]. Quando nel 1785 Margherita Romagnoli sposò un marchese Ghini, metà del palazzo passò in proprietà ai Ghini (e vi restò fino agli anni Duemila).
Si tratta di una cortina in laterizio, alta oltre 20 metri, con camminamento (Loggetta Veneziana) e torrione di piazza (torrione del Nuti). Sulla parete si trova l'iscrizione che ricorda la citazione che Dante fece di Cesena nel canto XXVII dell'Inferno e lo stemma di Lorenzo Zane, governatore pontificio all'epoca della costruzione[53]. Gli edifici ospitano anche le sale del Museo di scienze naturali[53].
Villa Silvia fu acquistata dalla famiglia Pasolini-Zanelli. Carducci e Bonci sono solo alcuni dei nomi più famosi ad aver frequentato la villa, insieme con Paolo Amaducci o Antonio Messeri. Il 3 settembre 1920 la contessa Silvia Baroni Semitecolo (vedova Pasolini Zanelli) morì senza più eredi, ed in qualità di ultima proprietaria della villa la lasciò in eredità al Comune. Venne in seguito utilizzata come colonia estiva per bambini colpiti da tubercolosi. È circondata da un'area verde di quattro ettari, nella quale sono presenti numerose piante secolari e che conserva un roseto di epoca ottocentesca. La stanza di Carducci è tuttora visitabile[59].
Il teatro fu inaugurato il 15 agosto del 1846, tre anni dopo l'inizio dei lavori, su progetto dell'architetto Vincenzo Ghinelli[48]. Dotato di ottima acustica, è un teatro all'italiana a ferro di cavallo, con quattro ordini di ventitré palchi ciascuno, due di proscenio ed un loggione[60]. Fu dedicato al tenore cesenate Alessandro Bonci dopo le sue esibizioni nel 1904 e 1927. Fin dall'inizio si distinse per la rappresentazione delle migliori produzioni drammatiche e soprattutto liriche, con la presenza di acclamati soprani e tenori italiani del periodo. In occasione del 150º anniversario della sua inaugurazione, il 25 gennaio 1996, fu riaperto al pubblico dopo un restauro[61].
Teatro Comandini
Il teatro fa parte di palazzo Guidi, costruito nel 1719 su commissione della famiglia Carli e poi ceduto ai marchesi di Montiano. Dall'Ottocento fino agli anni novanta il complesso fu destinato ad attività scolastiche; dal 1993 ospita la Socìetas Raffaello Sanzio.
Nato come arena, cioè teatro all'aperto per gli spettacoli estivi, fu inaugurato nel 1874. Vi venivano rappresentate opere di prosa, operetta, opera lirica ed esibizioni ginniche. La struttura era costruita interamente in legno. Successivamente fu creata la copertura per rendere possibile la sua fruizione anche nelle altre stagioni. Fu nel Teatro Verdi che venne proiettata la prima pellicola cinematografica in tutta Cesena: ciò avvenne nel dicembre 1896. Nell'aprile 1907 un furioso incendio lo distrusse completamente. Si decise di ricostruirlo in muratura. Il tipo di spettacoli ospitati rimase lo stesso: il teatro leggero. Fu molto frequentato anche per veglioni e feste di carnevale. Nel 1919 assunse la denominazione definitiva di «Teatro Verdi». Dalla fine degli anni 1970 fu utilizzato solamente come sala cinematografica, fino al declino e alla chiusura. Dopo alcuni anni di oblio, nei primi anni 2000 ha ripreso vita dopo un restauro. Oggi è un locale di intrattenimento utilizzato come discoteca, sala da concerto e sede di convention aziendali[62]
Il Ponte Vecchio, o Ponte Clemente, oltre ad essere il ponte più antico di Cesena è anche uno dei simboli della città. Il ponte attraversa il fiume Savio, in uno dei suoi punti più stretti.
Furono la costruzione del Ponte del Risorgimento, nel 1914, e l'apertura di via Cesare Battisti, nel 1921, a creare un secondo accesso al centro provenendo da Forlì, rendendo più scorrevole il traffico cittadino[64].
Ponte Europa unita
Il ponte Europa unita è parte di un progetto di riqualificazione urbana dell'area dell'ex zuccherificio, ad opera di Vittorio Gregotti. Il ponte è stato aperto al traffico nel 2003[65].
Cesena deve alla famiglia dei Malatesta anche la sua rocca, una delle più imponenti della Romagna, con "corte" e due torrioni centrali, chiamati Maschio e Femmina. In quest'ultimo è allestito il Museo di storia dell'agricoltura che offre ai visitatori uno spaccato sul mondo rurale romagnolo nel corso dei tempi, mentre nel Maschio è posta l'esposizione permanente di ceramiche malatestiane[66].
L'inizio della costruzione della cinta muraria di Cesena si fa risalire intorno all'anno Mille. Di tre antiche porte ci è stata tramandata l'esistenza: porta Ravegnana, porta dei Leoni e porta Sapigna[66]. A partire dal XVII secolo le porte risultavano sette: (in senso orario) porta Fiume, Porta Trova, porta Cervese, porta Romana (poi dei Santi), porta Figarola (poi porta Santa Maria), la Portaccia, porta Montanara. Ancora oggi il centro storico è delimitato dalla cinta muraria che, con i torrioni e alcune porte (Trova e Santa Maria abbattute, Cervese sostituita dalla Barriera Cavour), è giunta fino a noi intatta, sebbene parzialmente interrata a causa del riempimento dei fossati.
La relazione del cardinale Anglico de Grimoard del 1371 (Descriptio Romandiole) parla di circa 1660 famiglie dentro le mura e di un castello (la Rocca Vecchia, ormai diroccata) di otto porte.
Dopo l'Unità d'Italia dei sette varchi nelle mura medievali alcuni furono abbattuti, altri modificati, mentre il fossato veniva riempito dalla perforazione del tunnel.
La cinta muraria risulta ancora per la maggior parte intatta e ben individuabile nel tessuto urbanistico; le porte giunte fino a noi sono quattro: porta Santi, porta Fiume, una delle due Portacce e porta Montanara[50].
L'abbattimento dell'antica porta Cervese e l'edificazione di questa costruzione nel 1864, su progetto di D. Angeli, costituiscono uno degli interventi di maggior rilievo tra i tanti che, dopo l'Unità d'Italia, diedero alla città un indiscutibile aspetto "borghese"[50].
Altro
Piazze
Piazza Amendola
Sorta negli anni trenta del XX secolo per effetto della demolizione di alcuni edifici, fra cui un antico lavatoio e la copertura del torrente Cesuola[67], la piazza è stata oggetto di un intervento di riqualificazione nel settembre del 2008 che ha coinvolto anche il tratto iniziale di via Pescheria. L'asfalto è stato sostituito con pietre di varie forme e al centro della piazza è stata collocata una fonte che ricorda il vecchio modello ottocentesco.
Piazza Mario Guidazzi
In piazza Guidazzi si affaccia il teatro Alessandro Bonci. Qui, il 16 gennaio del 1915, fu tenuta una conferenza da Cesare Battisti che fu molto osteggiata dai neutralisti; in ricordo di quell'evento si può leggere un'iscrizione incisa su una targa posta sulla facciata del teatro[68].
La caratteristica principale è quella di essere stata privata del quarto lato nella seconda metà del XIX secolo, a causa della demolizione del quartiere di Chiesanuova. La piazza, passaggio della via Emilia fino al 1914, presenta approssimativamente una forma rettangolare. La sua caratteristica architettonica è il contrasto tra l'imponenza del Palazzo Comunale (o palazzo Albornoz) e della Loggetta Veneziana e delle ben più ridotte dimensioni delle strutture opposte in stile neoclassico ed eclettico. Nei secoli passati è stata anche chiamata piazza Inferiore, piazza Maggiore e piazza Vittorio Emanuele. Al centro della piazza è posta la fontana Masini[69].
L'arteria venne costruita tra il 189 e il 187 a.C. In quel periodo la colonia di Placentia era circondata dai Galli Boi che, nonostante fossero stati sconfitti, non avevano voluto firmare la pace con Roma. Il pericolo di rivolte era quindi reale. Roma decise allora di realizzare una strada militare fino a Placentia per far spostare velocemente l'esercito allo scopo di reprimere eventuali rivolte. Alcuni decenni dopo la via Emilia venne prolungata da Piacenza a Milano[70].
Nell'antichità la via Emilia girava intorno al colle Garampo, mentre il nuovo tracciato (le attuali via Emilia Ponente, via Carlo Cattaneo, viale Giacomo Matteotti, via Zuccherificio, viale Europa, viale Giovanni Bovio, viale Guglielmo Oberdan, viale Guglielmo Marconi e via Emilia Levante), passa in mezzo a due modeste alture[71].
Via Chiaramonti
La via è una delle più importanti della città per il suo valore artistico e storico. Definita da sempre dai cittadini cesenati come la "via dei Signori", si trova esattamente sull'asse viario della strada europea E45. Taglia perpendicolare l'antica via Emilia all'altezza di via Carbonari. Termina a Porta trova. Nella via è presente la chiesa di Santa Cristina, con la famosa cupola ispirata alla cupola del Pantheon. Sono presenti alcuni dei maggiori palazzi cittadini e in successione, adiacenti l'uno all'altro, i palazzi delle famiglie nobili che dal XVIII secolo a oggi hanno risieduto in Romagna. Di valore artistico e storico si segnalano Palazzo Chiaramonti, il Palazzo Ghini di fronte al Palazzo Chiaramonti e prossimo alla Chiesa di Santa Cristina, inoltre il Palazzo Ghini all'inizio della via (civico n.1), Palazzo Sirotti-Gaudenzi e Palazzo Guerrini Bratti.
Viale Jacopo Mazzoni
Viale Jacopo Mazzoni nacque dopo l'Unità d'Italia. Nel 1861 le autorità cittadine decisero di abbattere un intero rione, il Borgo Chiesanuova, creando così un largo viale, costeggiato da alberi, per coloro che provenivano da Forlì[72].
Via delle Scalette
Via delle Scalette è una stradina di ciottoli e gradini che parte vicino ai giardini pubblici e termina accanto all'abbazia di Santa Maria del Monte, in cima al colle Spaziano. Il 15 agosto, durante la Festa dell'Assunzione, viene percorsa a piedi dai fedeli per raggiungere l'abbazia[73].
Al tempo dei Romani, la via Emilia, dopo l'ampia curva che dette il nome alla città (Curva Caesena), tagliava il centro quasi longitudinalmente, fino alla porta Santi, situata nel tratto settentrionale delle mura malatestiane. Nel Medioevo le cose cambiarono e, dalla piazza Maggiore, poi divenuta piazza del Popolo, prese a incunearsi questa stradina, per poi girare a destra di fronte al palazzo del Ridotto e proseguire verso Rimini. Si trattava di un tratto alquanto importante, giacché vi si trovavano i banchi dei fruttivendoli: da qui il nome tradizionale via delle Ortolane. All'incrocio con via delle Erbe (via Albizzi) e via degli Orefici (via Fantaguzzi) formava il caratteristico Trivio di San Paolo dove, fino al 1801, sorgeva un oratorio dei frati Camaldolesi[74].
Durante lavori di scavo effettuati nel 1993 e 2005 sono stati scoperti nel centro storico dei reperti di epoca romana, fra i quali un mosaico pavimentale in tessere bianche e nere con decorazioni vegetali e libere che, "staccato" dalla sua originaria collocazione ed interamente ristrutturato dagli esperti restauratori della scuola di Ravenna, è esposto in una sala del Palazzo Comunale[75][76].
Altri reperti di epoca romana e medievale (fondamenta di edifici e strade adiacenti) che si ritengono di notevole valore storico, sono stati rinvenuti nel 2005, durante gli scavi per la costruzione di un parcheggio, nelle immediate vicinanze del centro storico[77].
Fornaci romane di Ronta
Nel settembre del 2005, durante i lavori per la realizzazione del Canale Emiliano Romagnolo, sono state scoperte nella frazione Ronta delle fornaci romane per la produzione di laterizi. Si tratta delle più integre mai rinvenute in Emilia-Romagna. Il complesso risale al II secolo a.C. ed è composto da tre fornaci di forma rettangolare di grandi dimensioni, con pavimentazione in mattoncini[78].
A marzo 2015 a Cesena sono state censite 96 921 persone[80]. L'aumento della popolazione è dovuto soltanto ai flussi migratori perché il saldo naturale è negativo, mentre in città arrivano costantemente qualche centinaio di immigrati al mese. Il numero delle famiglie è in aumento: alla fine del mese di marzo 2015 erano 41 944, costante la tendenza alla diminuzione del numero medio dei componenti, sceso a 2,33 persone per famiglia nel 2012 (nel 1974 erano 3,46). Tra la popolazione un numero importante è rappresentato da coloro che vivono da soli (soprattutto le donne, che per la metà sono vedove) rappresentando oltre il 33% del totale delle famiglie (erano il 25% nel 2000). Il tasso di nuzialità continua la sua discesa: nel 2011 si sono celebrati 2,66 matrimoni ogni mille abitanti, nel 2000 erano 4,57[81].
Secondo i dati dell'Ufficio SIT - Statistica del Comune di Cesena al 31 dicembre 2014 la popolazione straniera residente era di 9 329 persone.
Le nazionalità maggiormente rappresentate erano[83]:
A Cesena, accanto all'italiano, si parla uno dei dialetti della lingua romagnola. Quest'ultima, derivante dal latino e inclusa nella famiglia delle lingue gallo-italiche, è caratterizzata da un forte rilievo delle consonanti nelle parole e da una notevole moltiplicazione dei fonemi vocalici rispetto all'italiano, che ne ha solo sette.
Il buddhismo si è diffuso a partire dagli anni '70 del Novecento. Altre religioni, quella islamica principalmente, ma anche fedi cristiano-ortodosse e l'induismo sono praticate per la presenza di immigrati di diversi continenti. Nella frazione Torre del Moro è attivo il Centro di Cultura e di Studi Islamici[91] mentre nella frazione di Monte Aguzzo è presente l'unico luogo di sepoltura per gli islamici in Romagna[92].
Istituzioni, enti e associazioni
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A Cesena sono presenti numerosi istituti culturali che operano attivamente e sono presenti nella realtà locale, come: l'Istituzione Biblioteca Malatestiana, la Fondazione Renato Serra, l'Emilia-Romagna Teatro, il Conservatorio Statale di musica "Bruno Maderna", l'Istituto di cultura musicale "Arcangelo Corelli", la Biblioteca di scienze giuridiche ed economiche "Giovanni Ghirotti", il Centro di Documentazione Educativa e il Teatro Comandini-Socìetas[93].
Sanità
L'Ausl della Romagna serve tutto il comprensorio cesenate, dalla Valle del Savio alla riviera, coprendo un territorio di 15 comuni (oltre 200 000 abitanti).
L'Ospedale Maurizio Bufalini è una struttura di rilevanza regionale[94] essendo, tra l'altro, sede del Dipartimento Chirurgico e Grandi Traumi[95].
Il Laboratorio Unico di Area Vasta Romagna è situato nel Centro Servizi di Pievesestina. La struttura, progettata per servire oltre un milione di abitanti, costituisce una forma di gestione unificata di attività laboratoristiche e serve l'intera Area Vasta Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini).
Nel 2009 è stato inaugurato il Laboratorio Unico di Patologia Clinica romagnolo[96].
Cultura
Istruzione
Biblioteche
Biblioteca Malatestiana e biblioteche di quartiere
La Biblioteca Malatestiana è una biblioteca monastica di particolare importanza storica. Fondata alla metà del XV secolo, detiene due primati assoluti: è stata la prima biblioteca civica italiana[97]; è l'unico esempio di biblioteca monastica medievale perfettamente conservata nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libraria[98]. L'UNESCO ha riconosciuto l'importanza culturale della Malatestiana inserendola, prima in Italia, nel Registro della Memoria del Mondo[99]. Nella sezione moderna della Biblioteca Malatestiana sono presenti oltre centomila volumi, disponibili ad accesso diretto. È divisa nelle sotto-sezioni: Biblioteca Moderna, che raccoglie più di 60 000 volumi[100], e Biblioteca dei Ragazzi, ove sono custoditi quasi 24 000 testi destinati ai lettori fino a 16 anni[101].
Sono presenti biblioteche dei quartieri Al Mare, Borello, Cervese Nord, Cervese Sud, Cesuola, Dismano, Oltresavio, Rubicone, Valle Savio.
La Biblioteca Comandini
Con 70 000 volumi e circa 3 200 monete, armi e medaglie varie, la biblioteca fu donata dalla famiglia Comandini al Comune di Cesena alla morte di Federico Comandini nel 1967. Tra le opere vi sono i documenti privati della famiglia Comandini. Documenti relativi alla loro storia nel corso delle generazioni; da Ubaldo Comandini (detto “Baldino il Tintore”), nato a Cesena nel 1772, che si unì a Napoleone I contro gli austriaci. Poi dei suoi figli, al fianco di Giuseppe Garibaldi nella lotta per l'Unità d'Italia. Terza generazione con Ubaldo Comandini (dallo stesso nome del nonno), nato a Cesena il 25 marzo 1869, eletto deputato repubblicano nel 1900, che morì il 1º marzo 1915.
Il conservatorio è intitolato al direttore d’orchestra e compositore Bruno Maderna (1920 –1973). Unico conservatorio della Romagna, è attivo dal 1970, prima come succursale del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, divenendo autonomo nel 1988[114].
Fino al 1994 ha avuto sede nelle sale adiacenti al Ridotto del Teatro Bonci, trasferendosi poi all'interno di Palazzo Guidi. L’edificio fu fatto erigere nei primi anni del Settecento da Francesco Maria Carli ed è appartenuto alla famiglia Guidi fino al 1899. Divenne poi bene comunale e tuttora conserva pregevoli soffitti affrescati.
La casa natale di Renato Serra è diventata un museo dedicato al critico letterario[115] Dal 28 febbraio 2023 è inserita nel novero delle «Case e studi delle persone illustri dell'Emilia-Romagna»[116].
La galleria comunale d'arte è collocata al pianterreno del Palazzo del Ridotto e nell'ex pescheria; ospita periodicamente mostre temporanee di dipinti o sculture[117].
La galleria conserva quadri principalmente di scuola emiliana. La collezione comprende opere dal XV al XIX secolo e si è arricchita soprattutto dagli anni settanta agli anni 2000. Dal 1991 è collocata nel monastero dei Celestini, ora anche sede centrale degli uffici della banca[118].
Il museo è collocato al pianterreno dell'edificio in cui è situata la Biblioteca Malatestiana e conserva al suo interno una raccolta di reperti provenienti dall'area cesenate, dalla preistoria fino all'umanesimo[119]. Nel 1972 ebbe anche una menzione speciale dell'UNESCO[119].
Una mostra permanente di documenti e fotografie testimonia la presenza e l'importanza dell'opera agrimensoria condotta dai romani nel Cesenate, tra la città e il mare, verso nord-est[120]. È anche un museo all'aperto lungo le strade del territorio comunale[121]; lungo via Calabria è inoltre possibile seguire la segnaletica che indica l'antico reticolo della centuriazione[122]
Collocato nel ristretto ma suggestivo spazio un tempo occupato dalla cappella di San Tobia, presenta importanti oggetti per la celebrazione liturgica e parametri sacri, alcuni dei quali donati dai pontefici di Cesena, e alcune opere d'arte appartenenti al capitolo della cattedrale o ad edifici di culto distrutti o di varia destinazione[123].
Museo Archivio dell'Immagine
Vi sono conservati gli archivi privati di autori cinematografici, comprendenti carteggi con soggetti e sceneggiature originali, fotografie di scena, recensioni su centinaia di film di produzione nazionale e straniera: la sezione, in continua crescita, deve la sua consistenza alle donazioni dei registi, fotografi, sceneggiatori, e critici[124].
Di valore soprattutto didattico, è composto da: Sala degli strumenti, Corridoio con insetti e conchiglie dell'Adriatico, Sala con animali del Cesenate ed, infine, la Sala degli animali che contiene esemplari zoologici di tutto il mondo[125].
Ospitato all'interno della Rocca Malatestiana, è nato grazie alla donazione alla città dell'artista Mario Bocchino nel 1974 e rappresenta nel settore una delle collezioni più ricche dell'intera regione[125].
Conserva la documentazione della storia del teatro Alessandro Bonci e della musica a Cesena, di cui sono testimonianza locandine, manifesti e programmi di sala, fotografie e disegni, costumi, scenografie e registrazioni video e audio[126].
La collezione dei dipinti di proprietà del comune si forma tra il XIX secolo e il XX secolo; il primo allestimento del 1883 fu in alcune stanze della Biblioteca Malatestiana, in seguito, nel 1984, ha trovato una sistemazione espositiva stabile presso l'ex monastero di San Biagio. Le opere esposte coprono un arco di tempo compreso tra il XV secolo e l'età contemporanea, offrendo anche una panoramica della produzione di dipinti locali, arricchita da alcune importanti presenze di rilevanza nazionale[127].
Media
Stampa
Due quotidiani a diffusione nazionale Il Resto del Carlino[128] e il Corriere Romagna[129] sono presenti con redazioni locali e pubblicano un'edizione specifica per Cesena. Il Corriere Cesenate, settimanale della diocesi, fondato nel 1911 si occupa di cronaca locale[130].
Radio
Nella città hanno sede tre stazioni radio. Radio Studio Delta, nata nel 1981, è, secondo i dati Audiradio, l'emittente più ascoltata in Romagna[131]. Radio Centrale, sorta nel 1976, è una delle prime radio private d'Italia[132]. UniRadio, nata nel 2010[133], è la prima radio universitaria dell'Università di Bologna, gestita da studenti del Campus di Cesena[134] e da volontari.
Rilevante per la città, nel corso di feste nazionali o rievocazioni storiche, è la Banda Musicale Città di Cesena.
Teatro
Due importanti compagnie teatrali hanno sede in città.
Il Teatro Valdoca è una compagnia fondata nel 1979, e tuttora condotta da Cesare Ronconi, regista, e Mariangela Gualtieri, poetessa, drammaturga e attrice. Ha svolto una profonda ricerca a ridosso della parola poetica, nella quale rientrano anche canto, musica dal vivo e danza, conducendo anche un lavoro pedagogico e formativo sull'attore attraverso una "scuola nomade"[136].
La Socìetas Raffaello Sanzio, nata nel 1981 ad opera di Claudia e Romeo Castellucci, Chiara Guidi e Paolo Guidi, presenta un teatro caratterizzato da un ricco e complesso linguaggio scenico, con la rottura della comunicazione tradizionale in un'anarchica fantasia linguistica, e incentrato sulla forza comunicativa del corpo[136][137].
In primavera si svolge la Cesena Fashion Week, una settimana di eventi, con sfilate dedicate alla moda, ove stilisti, designer, fotografi e blogger emergenti con gli imprenditori locali presentano i nuovi arrivi e le tendenze della stagione primavera-estate. In autunno, invece, in maniera analoga, viene presentata la stagione autunno-inverno[138].
Sempre a maggio si tiene la rievocazione storica del Palio di Cesena (1377 DC) e della sua Giostra d'Incontro storica (1465-1838).
A giugno si svolge la principale manifestazione popolare cesenate: la Fiera di San Giovanni, il patrono. Sulle molte bancarelle, tra le altre cose, la tradizione vuole che siano offerti profumati mazzetti di lavanda, le prime trecce d'aglio e soprattutto il rinomato fischietto rosso, fatto di zucchero, che assume la forma di gallo e papera[141].
L'estate è la stagione del ricco cartellone di spettacoli all'aperto (musica, teatro, cinema, burattini e lirica): Autori sotto le stelle propone incontri con scrittori e giornalisti nell'antico Chiostro di San Francesco della Biblioteca Malatestiana; Suoni del Tempo dal 1982 è un ciclo di concerti che annualmente intervalla musica sacra a canzone d'autore, mentre la rassegna i Suoni dello Spirito spazia tra musica, spiritualità e poesia (entrambe le manifestazioni sono ospitati al Chiostro di San Francesco della Biblioteca Malatestiana e all'Abbazia di Santa Maria del Monte); per quanto riguarda la musica rock e pop nella corte della Rocca Malatestiana viene ospitata una rassegna di tribute band di rilievo nazionale.
Da luglio 2011 nelle piazze del centro storico si svolge la manifestazione Piazze di Cinema –Festa del cinema in piazza, dove viene proposta una rassegna di cinema contemporaneo e del passato[142]; in contemporanea si svolge il Premio Monty Banks ove le più significative opere prime della stagione saranno accompagnate dall'autore o dagli interpreti che incontreranno il pubblico[143]; a conclusione si svolge la Notte del Cinema, una notte bianca di cultura e spettacolo dove simultaneamente varie piazze, chiostri e parchi pubblici del centro saranno animati da proiezioni cinematografiche e concerti di musiche da film[144].
Verso fine settembre o inizio ottobre si svolge il Week-end della cultura, dedicato alla cultura e al divertimento[145] e contemporaneamente si svolge il Festival Internazionale del Cibo di Strada, uno spaccato gastronomico dedicato ai cibi di strada provenienti da tutto il mondo[146].
Ad ottobre si svolge, dal 2007, Màntica, un festival dedicato a concerti, laboratori, film, ascolti guidati realizzato dalla compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio[147].
Il mondo della produzione ortofrutticola si dà appuntamento ai primi di ottobre, quando il complesso fieristico di Pievesestina ospita il Macfrut[112][148], una delle più importanti fiere internazionali dedicate alla lavorazione, al trasporto e alla tecnologia per l'ortofrutta.[112][149].
Alla fine del mese sempre i padiglioni fieristici di Pievesestina tornano ad ospitare Arredo Casa, dedicata alla casa, al fai-da-te e al giardinaggio[150].
Nel novembre 1997 è nato il Festival Nazionale del Teatro Scolastico "Elisabetta Turroni": una rassegna di spettacoli teatrali prodotti dalle scuole secondarie di secondo gradoitaliane; una giuria, che in base alle performance live, segnala le punte d'eccellenza dei singoli spettacoli (drammaturgia, messa in scena, scenografia, adattamento di un testo classico, coralità d'esecuzione, tema civile) e assegna premi alle scuole. In contemporanea si svolgono mostre fotografiche e corsi di formazione per insegnanti e operatori del teatro scolastico.
Il centro accoglie i padiglioni di Cesena a Tavola, rassegna gastronomica di ristorazione ed enologica che offre un'ampia panoramica dei sapori della Romagna[151].
Lo sviluppo urbanistico della città è stato fortemente influenzato dalle antiche strade che la attraversano. Sulla via Emilia si sono formati insediamenti abitativi e artigianali, su via Dismano centri agricoli e industriali, mentre su via Cervese e via Cesenatico solo edifici per scopo abitativo[152].
L'apparato urbano si è strutturato, man mano che i secoli passavano, in base a tre elementi: la barriera naturale costituita dal fiume Savio e dalle colline, le quattro strade storiche e la linea ferroviaria[152].
Il territorio del Comune di Cesena è suddiviso in 12 quartieri, ognuno dei quali elegge un presidente ed un proprio consiglio di quartiere in concomitanza con le elezioni regionali[154].
I dodici quartieri, secondo l'enumerazione adottata ufficialmente dal comune, sono i seguenti[155]:
All'interno di ciascuno dei quartieri sono ben identificabili, pur non definiti ufficialmente, rioni e zone urbane, talvolta corrispondenti a frazioni poi inglobate nella città: Barriera, Borghetto (Ponte di San Martino), Campino (San Rocco), Cappuccini, Ex Zuccherificio, Case Finali, Ippodromo, Fiorita, Madonna delle Rose, Madonna del Monte, Montefiore, Osservanza, Ponte di San Martino, Ponte Vecchio, Ponte Nuovo, Porta Santi, Porta Trova, Sant'Egidio, San Mauro in Valle, Torre del Moro, Valdoca, Vigne, Villa Arco, Villa Chiaviche.
All'interno del Comune sono presenti le frazioni:[156]
Cesena è un importante centro agricolo e industriale, a capo di un distretto basato sulla trasformazione e lavorazione dei prodotti agricoli e sull'autotrasporto, caratterizzato da una struttura produttiva di piccole e medie imprese nella quale non mancano aziende significative a livello nazionale e internazionale[157].
Agricoltura
I prodotti ortofrutticoli tipici del territorio, come le pesche di Romagna sono conosciuti anche fuori dei confini nazionali[36].
Altri campi, come la produzione di alimenti surgelati, vedono aziende cesenati, come il Gruppo Apofruit ed Orogel, ai primi posti in Italia. Il grande successo che riscuote ogni anno il Macfrut, una delle fiere più importanti al mondo nel comparto ortofrutticolo, è solo il segno di un primato consolidato[112].
Accanto ai cereali, rimasti per secoli il primo prodotto locale, si è sviluppata la coltivazione degli alberi da frutto (soprattutto pesche, ma anche albicocche, susine, mele e pere); anche le patate, le barbabietole e i prodotti orticoli vantano produzioni cospicue. Anche il vino ha una certa importanza nell'economia cesenate e fra gli altri vanno ricordati l'Albana e il Sangiovese[157].
L'artigianato, a Cesena, conserva alcuni esempi di vecchi mestieri: vi sono piccole botteghe che lavorano la ceramica, la pelle, l'oro o che restaurano oggetti del passato. Appena al di fuori dei confini comunali si ritrovano prodotti tradizionali più tipicamente romagnoli, come le tele a stampo a mano (Gambettola) o le teglie per cuocere la piadina (Montetiffi di Sogliano)[158].
Industria
Dopo l'agroalimentare il settore più forte, anche per numero di addetti, è quello metalmeccanico, favorito dalla stretta connessione con le attività agroindustriali: furgonature per il trasporto generico e per gli alimenti deperibili, officine meccaniche che a questi prestano assistenza tecnica, costruzione macchine per la lavorazione, la conservazione e l'imballaggio dei prodotti ortofrutticoli[159].
All'industria cesenate appartengono realtà imprenditoriali note a livello internazionale. La società edileTrevi realizza in vari paesi del mondo importanti opere di alta ingegneria[160]. La Technogym è leader mondiale nella produzione di attrezzi per esercizi ginnici e per la riabilitazione del corpo; nel 2008 ha aperto a Cesena la nuova sede principale[161]. L'Olidata opera nel settore dei personal computer ed altri prodotti di alta tecnologia[112].
Importante è il Polo fieristico, costituito da 32000 m² di spazi espositivi[162], che tra le sue varie manifestazioni spicca il Macfrut, fiera di interesse internazionale nel settore dell'orto-frutta, una risorsa per la città in quanto è un'eccellenza per tutto il sistema economico nazionale[163].
La città stessa offre realtà artistiche, culturali, naturali e luoghi di divertimento; come l'importante Biblioteca Malatestiana, il Parco naturale del fiume Savio, i negozi e locali che animano il centro storico e festival, fiere e kermesse di elevato livello come la Fiera di San Giovanni, il Festival del cibo di strada e la Festa del cinema in piazza[164].
Per il turismo in città nell'anno 2016 gli arrivi e le presenze hanno registrato un incremento. Si sono registrati poco meno di 74 000 arrivi, con un incremento del 2,3% rispetto al 2015; le presenze si sono attestate quasi a quota 135 000, con un incremento del 6,1% (dati dell'Ufficio Turistico Provinciale).
Secondo uno studio del Centro Studi Indipendente sulla Sicurezza Stradale (Ce.S.I.S.S), le strade più sicure d'Italia sono a Cesena, essendo la città risultata prima fra i 200 comuni presi in considerazione. Il comune ha ottenuto la Stella d'oro con encomio[167].
Il traffico urbano è fortemente alleggerito dalla Secante, superstrada che taglia la città comprendente un tratto sotterraneo lungo un chilometro e seicento metri (Galleria Vigne), primo tunnel eco-compatibile costruito in Italia, il terzo in Europa[168].
La supervisione dei servizi di trasporto pubblico è affidata a Start Romagna nata il 1º gennaio 2012 dall'unione delle agenzie AVM, ATM e TRAM. Comprende le linee urbane, suburbane ed extraurbane dirette sia verso il comprensorio cesenate della provincia che fuori.
Nel 1940, dalle ceneri dell'«Unione Sportiva Renato Serra» (1921-1939), fu fondata l'«Associazione Calcio Cesena». La società ha disputato tredici campionati di Serie A e trentadue di Serie B. Inoltre è stata la prima squadra (nell’epoca del girone unico) avente sede in un comune non capoluogo di provincia a qualificarsi per la Coppa Uefa, in seguito al 6º posto ottenuto nella stagione 1975-1976: i territori Forlivese, Cesenate e Riminese erano infatti interamente ricompresi nell’allora provincia di Forlì, di cui era capoluogo la città di Forlì.
La seconda squadra di calcio cittadina è stata l'«Associazione Sportiva Dilettantistica Romagna Centro», che dal 2013 al 2018 ha militato in Serie D.
Nel 2018, in seguito al fallimento dell'A.C. Cesena, le due squadre si sono unite per ripartire dalla Serie D sotto il nome di «Associazione Sportiva Dilettantistica Romagna Centro Cesena». La squadra, oggi denominata «Cesena Football Club», milita in Serie B.
La società di pallacanestro femminile, è stata molto attiva tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta. La squadra romagnola, conosciuta con il nome di Unicar Cesena, riuscì ad aggiudicarsi lo scudetto della stagione sportiva 1989/1990, denominata Conad Cesena, ha vinto nella stagione successiva la Coppa dei Campioni.
A Cesena si svolge il trofeo di tennis "Marchi Giorgio", facente parte dell'ITF Men's Circuit.[174] A seguito di una storica promozione dalla serie B, dal 2017 il circolo tennis della città schiera una squadra che milita nel campionato nazionale A2.
Triathlon
Il Cesena Triathlon viene fondato nel novembre 2014 da un gruppo di triatleti locali con passati agonistici nel mondo del nuoto, del ciclismo e del podismo[175].
Impianti sportivi
Tra i numerosi impianti sportivi di Cesena, si menzionano: lo stadio comunale "Dino Manuzzi", l'ippodromo del Savio, il palazzetto dello sport Carisport, un impianto comunale di atletica leggera, un impianto comunale di tiro con l'arco, un campo di baseball, un campo di rugby, un campo da golf,[176] due circoli tennis, una piscina comunale.[173]
^Giovan Battista Pellegrini, Toponimi ed etnici delle lingue dell'Italia antica, in Aldo Luigi Prosdocimi (a cura di), Lingue e dialetti dell'Italia antica (spoglio), vol. 6, Roma, Biblioteca di Storia Patria, 1987, p. 86, SBNIT\ICCU\VIA\0472046.
^abc Carlo Cambi, Le Terre del Carlino - Forlì Cesena: tra storia e mare, in il Resto del Carlino, 26 maggio 2010, p. 11.
^Decreto-legge29 gennaio 2024, n. 7, articolo 3, in materia di "Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell'anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale."
^ Ivan Severi, Lo stemma, su Comune di Cesena, 17 settembre 2010. URL consultato il 24 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2012).
^ Cecilia Gaetani, Al Centro di Cultura Islamica s'insegna l'arabo e si fa la preghiera del venerdì, in il Resto del Carlino - Cesena, 11 febbraio 2011, p. 4.
^Cesena Golf Club, su cesenagolfclub.it. URL consultato il 2 dicembre 2009.
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In neretto i capoluoghi di regione, in corsivo le città metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica la città metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.
Warren's shaft. Warren's shaft. Terowongan Warren (bahasa Inggris: Warren's Shaft adalah suatu terowongan kuno yang ditemukan pada waktu dilakukan penggalian arkeologi di Yerusalem pada tahun 1867 oleh insinyur Britania Raya, Sir Charles Warren (1840–1927). Terowongan itu menghubungkan kota tua sampai ke suatu titik dekat mata air Gihon. Ketika ditemukan pada abad ke-19 dianggap sebagai saluran air utama pada zaman kuno, karena membuat penduduk tetap mendapat air segar dengan aman pada ...
Arena in Chicago, Illinois, United States International AmphitheatreA postcard of the venue from 1953Address4220 South Halsted StreetChicago, Illinois 60609United StatesCoordinates41°48′58″N 87°38′46″W / 41.81611°N 87.64611°W / 41.81611; -87.64611[1]OwnerUnion Stock Yard and Transit Company (until 1983)Capacity9,000ConstructionOpenedDecember 1, 1934 (1934-12-01)[2]Closed1999DemolishedAugust 3, 1999 (began)Construction cost$1.5...
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