Alfero è la frazione più popolata del comune, con circa 1 000 abitanti, nonché stazione turistica posta a 750 metri sul livello del mare.[4] La località è posta in una conca, dominata dai massicci del Comero e del Fumaiolo e solcata dalle acque del torrente Alferello, che forma poco lontano dal centro abitato la Cascata dell’Alferello. Ad Alfero si trova anche il castagneto più vasto della Romagna.[5] Le sorgenti del Tevere si trovano nei pressi della frazione Balze, borgo posto alle pendici del Fumaiolo ad un'altitudine di 1.090 metri sul livello del mare, stazione turistico-climatica, uno dei pochissimi centri abitati dell'Emilia Romagna situati oltre lo spartiacque Adriatico (fa parte del bacino del Tevere, che sfocia nel Mar Tirreno). Ville di Montecoronaro è il paese dove è stata rinvenuta e viene coltivata la pera cocomerina, varietà con caratteristiche particolari, dal 2003 entrata a far parte dei presidi slow food.
Nel territorio comunale è presente una rete di sentieri da percorrere a piedi o in mountain bike nel periodo estivo, mentre in quello invernale si può usufruire di un impianto di risalita che serve tre piste da discesa. È presente anche un anello di 5 km per gli amanti del fondo.
Clima
Secondo la stazione meteorologica di Verghereto il clima è tipico delle località montane dell'Appennino: estati relativamente corte e fresche con temperature fortemente mitigate dall'altitudine, e inverni relativamente lunghi e rigidi accompagnati da estese nevicate anche abbondanti.
Storia
Le prime notizie storiche certe riguardano il periodo medievale quando, attorno ad un monastero (ora disperso) fondato da San Romualdo, nacque il primo centro abitato stabile.
Intorno al 1400 il nucleo fu fortificato e conteso da alcune famiglie locali anche per la sua posizione dominante e di controllo sulle vallate sottostanti. Nel 1405 gran parte dell'attuale circoscrizione comunale fu annessa alla Repubblica fiorentina costituendo la Podesteria più antica della Valle del Savio. Il Comune fu istituito con un regolamento del Granduca Pietro Leopoldo datato 24 luglio 1775.
Restò sotto l'influenza di Firenze fino al 1923 quando, per volontà di Benito Mussolini, questa parte di Romagna Toscana fu annessa alla provincia di Forlì, in modo che il dittatore potesse poi affermare di essere nato nella provincia dove nasceva il Tevere.
Nell'estate 1944 il territorio comunale di Verghereto fu interessato da una serie di rastrellamenti nazifascisti che culminarono con l'eccidio di sessantaquattro civili nella borgata di Tavolicci.
Simboli
«D'azzurro, al troncone sradicato d'argento, germogliato, in apice, di tre foglie in ventaglio del medesimo. Ornamenti esteriori da Comune.»
«Ritenuto nascondiglio dei partigiani, durante l'ultimo conflitto mondiale fu oggetto della ferocia e cieca rappresaglia di Fascisti e dei Tedeschi che trucidarono sessantaquattro suoi cittadini, in maggioranza anziani, donne e bambini, distrussero l'intero centro abitato, causando un gran numero di feriti. 22 luglio 1944 Verghereto (FO).» — 8 febbraio 2001[6]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 96 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Nel comune di Verghereto è presente una parrocchia, facente parte della diocesi di Cesena-Sarsina.
Sul monte Fumaiolo si trova l'eremo di Sant'Alberico († 1050). La data di fondazione è incerta.
Geografia antropica
Frazioni
In base allo statuto comunale le frazioni ufficiali sono quattro; ciascuna comprende vari nuclei abitativi[8]:
Verghereto (il capoluogo)
Sant'Alessio, Montione, La Strada, Ronco dell'Asino
Alfero
Riofreddo, Mazzi, Corneto, Pereto, Villa di Corneto, Tavolicci, Donicilio, Trappola, Pastorale, Para, Renicci, Castelpriore, Tre Cavoli, Nasseto, Castellane