Si tratta di un linguaggio misto giudeo-livornese, con una base assai prossima all'italiano, arricchito di componenti toscane, spagnole, portoghesi, ebraiche, arabe e tracce di greco, turco e yiddish, con una produzione anche letteraria che si è prolungata fino agli anni cinquanta del XX secolo.
l'italiano, come lingua dei rapporti con la società toscana.
Il bagitto propriamente detto era dunque la forma espressiva degli ebrei livornesi, prevalentemente usato come gergo specializzato nei rapporti interni alla comunità.
In tutto l'ebraismo sefardita sono presenti alcune caratteristiche linguistiche comuni. La base è il castigliano del Cinquecento parlato con un forte accento nasalizzato[1]. Sono frequenti gli scambi di consonanti e di vocali e molto numerosi i prestiti dall'italiano. La parlata giudeo-portoghese, caratteristica della prima comunità ebraica livornese, lasciò relativamente poche tracce a fronte di un prevalere della componente ebraico-spagnola.
La letteratura in bagitto non è ricca, ma significativa. Si ricordano, tra gli ebrei, Cesarino Rossi, Guido Bedarida e Mario della Torre (Meir Migdali); tra i non ebrei (che impiegano il bagitto, o meglio, una sua banalizzazione a scopi di dileggio) Giovanni Guarducci.
Con la dispersione della comunità ebraica livornese a seguito degli avvenimenti della seconda guerra mondiale, del bagitto sono rimaste solo poche tracce.
Note
^La grande cacciata fu nel 1492, ma i contatti si interruppero definitivamente solo qualche decennio dopo.
Bibliografia
Guido Bedarida “Un intermezzo di canzoni antiche”, in La Rassegna Mensile di Israel, a.XIII n.24, 15/3/1928, p. 52-59
Angelo Beccani “Contributo alla conoscenza del dialetto degli Ebrei livornesi”, in “L'Italia Dialettale”, vol.XVIII, 1942 pp. 189–202
Guido Bedarida “Alla banca di Memo, Il lascito del sor Barocas”, Città di Castello, 1950
Guido Bedarida “Ebrei di Livorno - Tradizioni e gergo in 180 sonetti giudaico-livornesi“, Le Monnier, Firenze 1956
Guido Bedarida “Il gergo ebraico-livornese”, in “Rivista di Livorno”, 1-2, 1957, pp. 77–89
Giuseppe Tavani “Appunti sul giudeoportoghese di Livorno”, in “Annali - sezione romanza”, Napoli 1959, pp. 61–100
Maria Luisa Modena Mayer “Osservazioni sul tabù linguistico in giudeo-livornese” in “Scritti in memoria di Umberto Nahon – Saggi sull'Ebraismo Italiano”, Fond.S.Mayer-Fond.R.Cantoni, Gerusalemme 1978, pp. 166–179.
Paolo Edoardo Fornaciari “Aspetti dell'uso del Bagitto da parte dei Gentili” in “La Rassegna Mensile di Israel”, luglio-agosto 1983, vol.XLIX, pp. 432–454
Autori vari “Livorno e il Mediterraneo: la Nazione Ebrea tra Italia, Levante ed Africa del Nord”, in La Rassegna Mensile di Israel, vol.L n.9-12, settembre-dicembre 1984.
Guido Bedarida “Il siclo d'argento, Vigilia di sabato” in “Il ghetto in scena – Teatro giudeo-italiano del Novecento – Storia e testi” a cura di Umberto Fortis, Carucci editore, Roma 1989, pp. 197–318
Gabriele Bedarida “Tradizioni folcloriche sefardite a Livorno” in “E andammo dove il vento ci spinse” Marietti Genova 1992, pp. 81–102
Paolo Edoardo Fornaciari, Fate onore al bel Purim: il bagitto, vernacolo degli ebrei livornesi, Erasmo, 2005.
Cees Wagemans “‘Un solo debarìm - La divulgazione attuale del giudeo-parlare livornese, il bagitto” - Rijksuniversiteit Groningen - Tesi di Laurea in Lingue e culture romanze A.accademico 2008-2009
D. Filippi, Per una storia della Comunità ebraica di Livorno. Contributo bibliografico (1706-2019). In "Nuovi studi livornesi", XXV, n-1-2, 2018. Livorno 2019.