Giuseppe Peano nacque il 27 agosto 1858 in una modesta fattoria chiamata "Tetto Galant" presso la frazione di Spinetta di Cuneo. Fu il secondogenito di Bartolomeo Peano e Rosa Cavallo; sette anni prima era nato il fratello maggiore Michele e successivamente nacquero Francesco, Bartolomeo e la sorella Rosa. Dopo un inizio estremamente difficile (doveva ogni mattina fare svariati chilometri per raggiungere la scuola), la famiglia si trasferì a Cuneo. Il fratello della madre, Giuseppe Michele Cavallo, accortosi delle sue notevoli capacità intellettive, lo invitò a raggiungerlo a Torino, dove continuò i suoi studi presso il Liceo classico Cavour. Nel 1876 si iscrisse all'Università di Torino, dove si laureò in matematica nel 1880. Subito dopo fu prima assistente di Enrico D'Ovidio poi di Angelo Genocchi all'Università di Torino, quindi divenne professore di calcolo infinitesimale presso lo stesso ateneo a partire dal 1890.[1]
Vittima della sua stessa eccentricità, che lo portava a insegnare logica in un corso di calcolo infinitesimale, fu più volte allontanato dall'insegnamento a dispetto della sua fama internazionale, perché "più di una volta, perduto dietro ai suoi calcoli, [..] dimenticò di presentarsi alle sessioni di esame"[2].
Ricordi del grande matematico (e non solo della vita familiare) sono raccontati con grazia e ammirazione nel romanzo biografico Una giovinezza inventata della pronipote Lalla Romano, scrittrice e poetessa.
Il 24 dicembre 1885 fu affiliato col grado di Maestro nella loggia massonicaDante Alighieri di Torino, presieduta dal socialista Giovanni Lerda[3][4].
Morì nel 1932 nella sua casa di campagna a Cavoretto, presso Torino, per un attacco di cuore che lo colse nella notte.
Peano precisò la definizione del limite superiore e fornì il primo esempio di una curva che riempie una superficie (la cosiddetta "curva di Peano", uno dei primi esempi di frattale), mettendo così in evidenza come la definizione di curva allora vigente non fosse conforme a quanto intuitivamente si intende per curva.
Da questo lavoro partì la revisione del concetto di curva, che fu ridefinito da Camille Jordan (1838 – 1922) (curva secondo Jordan).
Sviluppò il Formulario mathematico, scritto dapprima in francese e nelle ultime versioni in interlingua, come chiamava il suo latino sine flexione, contenente oltre 4 000 tra teoremi e formule, per la maggior parte dimostrate.
Tale lingua fu concepita per semplificazione della grammatica ed eliminazione delle forme irregolari, applicandola a un numero di vocaboli presi tra quelli principalmente di origine latina e greca rimasti in uso nelle lingue moderne.
Lo sforzo verso la semplificazione
Uno dei grandi meriti dell'opera di Peano sta nella ricerca della chiarezza e della semplicità. Contributo fondamentale che gli si riconosce è la definizione di notazioni matematiche entrate nell'uso corrente, come, per esempio, il simbolo di appartenenza (es: x ∈ A) o il quantificatore esistenziale "∃".
L'opera di Peano verte sulla ricerca della semplificazione, dello sviluppo di una notazione sintetica, base del progetto del già citato Formulario, fino alla definizione del latino sine flexione. La ricerca del rigore e della semplicità portarono Peano ad acquistare una macchina per la stampa per comporre e verificare di persona i tipi per la Rivista di Matematica da lui diretta e per altre pubblicazioni. Peano raccolse una serie di note per le tipografie relative alla stampa di testi di matematica, uno per tutti il suo consiglio di stampare le formule su righe isolate, cosa che ora viene data per scontata, ma che non lo era ai suoi tempi[6].
Giuseppe Peano, Giochi di aritmetica e problemi interessanti, Paravia, Torino, 1925.
Dissero di lui
«Provai una grande ammirazione per lui [Peano] quando lo incontrai per la prima volta al Congresso di Filosofia del 1900, che fu dominato dall'esattezza della sua mente.»
^*Nicola D'Amico, Storia e storie della scuola italiana. Dalle origini ai giorni nostri, Zanichelli, Bologna, 2009 (p. 43)
^Celebrazioni di Giuseppe Peano nel 150° della nascita e nel 100° del Formulario Mathematico a cura di Erika Luciano e Clara Silvia Roero Torino 2008 Dipartimento di Matematica dell’Università ISBN 8890087668 (.htm testo on line)
^Fulvio Conti, I Fratelli e i Profani. La Massoneria nello spazio pubblico, Pacini ed. Pisa, 2020, p. 222.
^abHubert C. Kennedy, Peano - storia di un matematico. Boringhieri 1983
^Hubert C. Kennedy, Peano - storia di un matematico. Boringhieri 1983 pag. 200