La tranvia Ostellato-Comacchio-Porto Garibaldi era una linea tranviaria interurbana a scartamento metrico che collegava Ostellato, sulla tranvia Ferrara-Codigoro (ferrovia Ferrara-Codigoro dal 1932), a Porto Garibaldi (fino al 1919 "Magnavacca"). Fu attiva dal 1911 al 1945.
Storia
Con regio decreto dell'8 marzo 1900 fu concessa alla Società Anonima delle Tramvie Ferraresi a Vapore (TFV) la costruzione e l'esercizio di una tranvia a vapore da Ferrara a Codigoro, completata nel 1901; la TFV assunse nel 1907 la nuova denominazione di Società Anonima delle Ferrovie e Tramvie Padane (FTP)[1] e si vide altresì concessa la costruzione e l'esercizio della diramazione Ostellato-Magnavacca, affidata con regio decreto nº 779 del 29 agosto 1908[2]. L'apertura all'esercizio avvenne il 15 luglio 1911[3].
A seguito del fallimento della FTP, nel 1933 passò alla Gestione Commissariale Governativa delle Ferrovie Padane (FP), che progettò la trasformazione della ferrovia, come essa classificava l'impianto[4], in un autoservizio[5].
La tranvia fu bombardata durante la seconda guerra mondiale. A causa di un'interruzione al km 23+400,[6] il suo servizio fu limitato a Comacchio il 30 giugno 1944. Dal 13 dicembre 1944 si effettuarono solo saltuari convogli merci, a cui veniva agganciata una vettura per il servizio viaggiatori;[6] l'esercizio cessò definitivamente il 31 gennaio 1945[7] e sostituito il giorno dopo da un autoservizio.[8].
Caratteristiche
La linea presentava caratteristiche di tranvia a carattere interurbano lunga 28,54 km[3], con scartamento di 1000 mm[9][10].
Le pendenze della linea, a carattere pressoché pianeggiante, raggiungevano il 6 per mille, con curve dal raggio minimo di 75 m[8].
Diversamente dalla tranvia Ferrara-Codigoro, con cui era collegata al chilometro 32+075, la linea per Porto Garibaldi era considerata a tutti gli effetti una ferrovia poiché, a differenza della prima, non interferiva con la strada lungo cui correva parallela, era equipaggiata con segnalamento di protezione a disco per le stazioni ed era armata con rotaie da 23 kg/m lunghe 15 m, ancorate su 16 traverse di legno; inoltre il raggio di curvatura minimo di 75 m, contro i 30 m della Ferrara-Codigoro, consentiva velocità più elevate rispetto a quest'ultima[4][11].
Percorso
Il tracciato seguiva la strada provinciale Ostellato-Comacchio-Porto Garibaldi.
Lungo il percorso erano presenti le stazioni intermedie di San Giovanni e Comacchio e la fermata di Bivio Gallare (Casello nº 3), alla quale si aggiunsero in un secondo tempo le fermate di Campolungo (Casello nº 1), Cavallara (Casello nº 4) e Belfiore (Casello nº 5)[9]. L'intero servizio era svolto con 3 coppie di treni al giorno con una percorrenza di più di un'ora[12].
Dalla stazione di Magnavacca (Porto Garibaldi dal 1919[13]) la linea proseguiva fino a Magnavacca Porto (o Magnavacca Marittima, poi Porto Garibaldi Marittima) a ridosso della banchina del porto che alimentava il traffico merci della linea; su questo tratto, che terminava a breve distanza dalla spiaggia in corrispondenza di Villa Bellini, veniva anche prolungato il servizio viaggiatori nel periodo estivo[3][9][12].
Materiale rotabile
Il materiale motore impiegato sulla tranvia era costituito da locomotive a vapore immatricolate nel parco delle Ferrovie Padane nei gruppi 20 (unità 22÷23), 30 (unità 31÷32), e 70 (unità 71, ceduta nel 1969 al convento di San Benedetto di Ferrara)[14].
Completavano la dotazione 14 carrozze passeggeri e 23 carri merci[3].
Note
- ^ FENIT 1946 1996, p. 126.
- ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 9 del 13 gennaio 1909
- ^ a b c d Ogliari e Sapi, p. 236.
- ^ a b La classificazione come ferrovia è confermata anche dalla carta n° 8 della statistica 1935-36 sulle ferrovie concesse e tramvie estraurbane redatta dall'Ispettorato Generale Ferrovie Tramvie Automobili.
- ^ Ogliari e Sapi, p. 244.
- ^ a b Cacozza e Damiani, p. 39.
- ^ Ogliari e Sapi, p. 346.
- ^ a b FENIT 1946 1996, p. 127.
- ^ a b c d Bruzzo, p. 60.
- ^ Bruzzo, planimetria della fossetta di trasbordo di Ostellato, riprodotta a p. 65.
- ^ Bruzzo, pp. 59-60.
- ^ a b Cugini.
- ^ Bruzzo, p. 59.
- ^ Giorgio Moreschi, Le locomotive a vapore delle Ferrovie Padane, in Bollettino GRAF, n. 6, 30 novembre 1973, pp. 131-132.
Bibliografia
- Daniele Cacozza e Marco Damiani, Comitato per la Storia delle Ferrovie e Tramvie (C.S.F.T.) Bologna (a cura di), I cinquant'anni della Gestione Governativa Ferrovie Padane, Ferrara, Gestione Governativa Ferrovie Padane, 1984, ISBN non esistente, SBN CFI0085463.
- FENIT 1946 1996, Roma, Ed. FENIT, 1996.
- Francesco Ogliari e Franco Sapi, Ritmi di ruote. Storia dei trasporti italiani, vol. X. Emilia-Romagna, edizione a cura degli autori, Milano, 1969.
- Marco Bruzzo, La Ferrovia per Magnavacca, in Tutto treno & storia, n. 34, secondo semestre 2015, pp. 58-66.
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
- Omar Cugini, La ferrovia Ostellato-Porto Garibaldi, su Il mondo dei treni. URL consultato il dicembre 2013.
- Orario ferroviario 1938. Quadro 243, Ferrara-Ostellato-Porto Garibaldi. Cfr. scansione (JPG), su i770.photobucket.com. URL consultato il 20 gennaio 2013.