I primi progetti di tranvie attorno a Tortona risalgono al 1878, quando l'ing. Pietro Frascaroli pubblicò una relazione sulla costruzione di una serie di tranvie a vapore tra Tortona, Serravalle Scrivia, Volpedo, Sale e Castelnuovo Scrivia[1]. Tale relazione fu appoggiata dal comune di Tortona, dalla Banca dei Piccoli Prestiti e Cassa di Risparmio di Tortona e dai comuni del circondario[2]; nel frattanto due imprenditori italiani, il cavalier Domenico Bellisomi di Sale e Ercole Belloli, avevano ottenuto la concessione per la costruzione e l'esercizio di una tranvia da Alessandria a Sale, inaugurata nel 1880.[3].
Bellisomi, ottenuto il sostegno della belga Società Anonima delle Tramvie a Vapore della Provincia di Alessandria, ottenne il 1º novembre 1881 la concessione ad esercire una linea tranviaria a vapore tra Tortona e Sale[4]: la linea aprì all'esercizio il 14 aprile 1882 operando 8 treni con fermate a Cascina Succina, Cascina Viscarda, Cascina Passalacqua, Rondò e Tortona e servizio di 1ª e 2ª classe. La durata del percorso era di 45 minuti.[4] Contemporaneamente Bellisomi cedette la concessione, a partire dal 1º aprile 1885, al commendator Francesco Grattoni (fratello del più noto ingegner Severino)[5]. Nel 1903 la tranvia effettuava quattro coppie di corse giornaliere, percorrendo la tratta in 40 minuti[6].
La tranvia si mostrò meno frequentata di quanto previsto[5], e si dimostrò piuttosto deficitaria: nel biennio 1905-1906 risultava avere 116,35 lire di spese per ogni 100 lire di prodotto[7]. Ciò porto nel 1909 al fallimento dell'impresa Grattoni (passata nel frattanto agli eredi del fondatore)[8]. Le linee facenti capo a Grattoni rimasero in amministrazione provvisoria fino al 1914, anno in cui furono vendute all'asta alla Società Anonima delle Tramvie a Vapore della Provincia di Alessandria, anche nota come la "Belga", che nella provincia di Alessandria gestiva le linee Alessandria-Sale, Marengo-Mandrogne e Alessandria-Casale[9].
Col passare del tempo la linea, ormai in pessime condizioni, non fu più in grado di soddisfare i bisogni delle popolazioni locali. Si pensò di elettrificare la linea o di impiegare motrici ad accumulatori, ma ciò non fu possibile[10]. La linea chiuse il 10 marzo 1933, e fu sostituita dal successivo 1º agosto da autobus della Società Autotrasporti Alessandria (SAA)[11]
La linea tranviaria era a binario singolo a scartamento ordinario di 1445 mm, interamente in sede promiscua. Si sviluppava per 12,400 km. Il raggio di curvatura era di 35 metri, la pendenza massima del 5 per mille[12][13]. I tram potevano toccare una velocità massima di 18 km/h[8][13].
Percorso
Il capolinea iniziale si trovava a Tortona nei pressi dei giardini pubblici[12]; con la costruzione della tranvia della Val Curone, inaugurata nel 1889, fu costruita una nuova stazione, situata nei pressi di Porta Milano, e la precedente fu demolita[14].
La tranvia proseguiva quindi per la circonvallazione (divenuta in seguito corso Romita) e corso Alessandria. Uscita dalla città la linea percorreva la provinciale per Alessandria attraversando i torrenti Ossona e Scrivia, quindi attraversava a livello la ferrovia Alessandria-Piacenza[12]. Da lì la tranvia toccava le località di Passalacqua, Viscarda e S. Romano per terminare il proprio percorso a Sale, stazione in comune con la tranvia per Alessandria dotata di deposito e officina[5].
Nel 1894 fu realizzato un raccordo tra la stazione tranviaria di Tortona e lo scalo merci della stazione ferroviaria[15].
Materiale rotabile
Sulla tranvia prestarono servizio cinque locomotive a vapore bidirezionali di tipo tranviario a due assi, realizzate tra il 1881 e il 1882 dalla Schweizerische Lokomotiv- und Maschinenfabrik e dalla Krauss. Come usuale all'epoca, furono battezzate con nomi: rispettivamente Tortona, Camilla, Roma, Mafalda e Jolanda[16].
Il materiale trainato era costituito da 18 carrozze passeggeri a due assi e 14 carri merci; tutto il materiale rotabile era usato promiscuamente anche sulla linea per Monleale e sulla ferrovia per Castelnuovo Scrivia[16].
Con l'assorbimento delle linee tortonesi da parte della "Belga" il materiale rotabile fu usato anche sulle altre linee sociali[17]; tra il 1927 e il 1930 il parco rotabili della "Belga" risultava composto di dodici locomotive a vapore, 31 rimorchiate a due assi e 70 carri merci[18].
^abOgliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 764, riportano per la linea un raggio di curvatura di 40 metri, una pendenza massima del 12 per mille e una velocità massima di servizio di 20 km/h.
Francesco Ogliari, Franco Sapi, Scintille tra i monti. Storia dei trasporti italiani vol. 8 e 9. Piemonte-Valle d'Aosta, a cura degli autori, Milano, 1968.
Francesco Ogliari, Francesco Abate, Il tram a vapore tra l'Appennino e il Po. Piacenza, Voghera e Tortona, Arcipelago, Milano, 2011. ISBN 978-88-7695-398-9.
Armando Bergaglio, In tram da Tortona a Sale, a Monleale e a Castelnuovo : dal 1882 al 1934 con la popolare principessa Camilla, in Iulia Dertona : bollettino della Società storica tortonese per gli studi di storia, d'economia e d'arte , n. 1/2004, pp. 105–139.