La rete tranviaria di Mestre, costituita da linee urbane e ed extraurbane, fu in esercizio fra il 1891 e il 1938, quando venne sostituita da un impianto filoviario.
Storia
Dopo che nel 1885 la città era stata raggiunta dal collegamento tranviario extraurbano Padova-Malcontenta-Fusina[1], nel 1889 fu presentato un progetto per collegare piazza XXVII Ottobre (poi piazza Barche) a San Giuliano e, tramite un ponte metallico, al sestiere veneziano di Cannaregio[2].
Dal tram a cavalli a quello elettrico
Nel 1891 entrarono in funzione 4,3 km di binari a profilo Vignoles e scartamento di 0,950 metri[3][4] per il collegamento tra piazza XXVII Ottobre e San Giuliano con trazione a cavalli.
Le quattro carrozze potevano trasportare fino a 48 passeggeri a seconda dell'allestimento e il percorso veniva coperto in 15 minuti. Il 5 ottobre dello stesso anno la Società Anonima Tranvie Mestre-San Giuliano[2] passò dalla trazione a cavalli a quella a vapore[5].
Il 17 aprile 1904 la linea venne elettrificata[3] e aperta al pubblico il 21 gennaio 1906[6].
La gestione STM
Il 16 ottobre 1905 entrò in servizio un'altra linea elettrica, il cui progetto era stato approvato nel 1903 e che collegava piazza Umberto I, nei pressi della piazza XXVII Ottobre, alla stazione di Mestre[6] percorrendo via Olivi e via Cappuccina. Mestre divenne così la prima città del Veneto ad avere una linea tranviaria elettrica, e di lì a poco la società di gestione cambiò denominazione in Società Anonima Tramvie Mestre (STM)[7]
Il 5 agosto 1908[3][8] entrò in funzione la linea urbana di 1,460 km Mestre-Carpenedo, che serviva una zona in espansione industriale ed edilizia[7].
Negli anni successivi entrarono in funzione altre nuove linee tranviarie gestite dalla STM, che dal 1910 divenne anche responsabile della gestione della rete urbana di Treviso:[9][10] con regio decreto n. 412 del 2 aprile 1911[11] fu accordata all'azienda la costruzione e l'esercizio di due linee tranviarie "fra Mestre e Carpenedo e fra Mestre a Treviso e Sant'Artemio, con diramazione da Piazza dei Noli alla stazione ferroviaria di Porta Cavour in Treviso", sulla base dei relativi progetti redatti dall'ingegner Angelo Bortolato e presentati da quest'ultimo fra il 1908 e il 1910.
Il 20 febbraio 1909[12] era entrata infatti in funzione la Mestre-Treviso di 18,780 km, che richiese lo scavalcamento di due attraversamenti ferroviari (il primo, in località Favorita, sulla ferrovia Venezia-Treviso, mentre il secondo sovrappassava il fascio binari della stazione di Treviso Centrale[12]), con un tempo di percorrenza di due ore e mezza. Un terzo attraversamento (la ferrovia Venezia-Trieste in località quattro cantoni) veniva passato a raso; un addetto munito di apposito bastone abbassava il pantografo dei tram, il vice presidente della STM Giovanni Cecchini[13] si interessò particolarmente alla realizzazione di questi attraversamenti.
Il 1º luglio 1912 fu la volta della Mestre-Mirano, che andava a servire una zona sino ad allora non servita da mezzi di trasporto pubblici[14]; lunga 11,235 km, essa impose lo scavalcamento di tre attraversamenti ferroviari (in località Giustizia sulle linee Venezia-Udine e Venezia-Trieste, a Chirignago sulla linea della Valsugana e a Spinea su un raccordo militare[14]). Il 7 luglio dello stesso mese una vettura deragliò nei pressi del parco Piraghetto[3].
Declino della rete
Nel 1933, in seguito all'apertura del ponte della Libertà, la linea tranviaria Mestre-San Giuliano fu sostituita dalla prima linea filoviaria Mestre-Venezia, che realizzava anche per la prima volta un collegamento diretto tra Mestre (piazza XXVII Ottobre) e Venezia. Nel 1933 la Società Tranvie Mestre cambiò denominazione in Società Filovie Mestre (SFM)[15]. Successivamente anche le altre linee urbane tranviarie vennero smantellate e sostituite da sistemi filoviari, così come le tranvie extraurbane Mestre-Mirano e Mestre-Treviso vennero smantellate e sostituite da linee filoviarie rispettivamente nel 1937 e nel 1938. Le linee filoviarie cessarono di funzionare definitivamente il 21 dicembre 1966[16].
^Il Tram di Mestre, su tramdimestre.it, PMV. URL consultato il 4 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2014).
^La Storia, su actv.it, ACTV, 2011. URL consultato il 4 aprile 2014.
Bibliografia
Francesco Ogliari, Franco Sapi, Sbuffi di fumo. Storia dei trasporti italiani volume 6°. Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, a cura degli autori, Milano, 1966.
Sergio Barizza, Gabriella Passabì, Edoardo Pittalis, Il tram di Mestre (1891-2011) - Dai cavalli alla monorotaia, Editoriale Programma, Padova, 2010.
Gianpaolo Salbe, Storia dei trasporti pubblici di Venezia-Mestre-Lido, Calosci, Cortona, 1985.