La Società Anonima dei Tramways di Torino, a capitale belga ed esercente la rete tranviaria del capoluogo subalpino e la linea per Moncalieri[1], aprì la prima tratta, tra la Barriera di Casale e la Madonna del Pilone, nel 1877[2] con trazione a cavalli[3]. L'esercizio a cavalli fu richiesto per ottenere più velocemente la concessione; poco tempo dopo l'apertura al traffico si richiese l'autorizzazione prefettizia per l'esercizio a vapore[4].
Il 28 novembre 1880 fu inaugurata la tratta fino a Gassino, della quale la società aveva avuto la concessione all'esercizio con trazione a vapore in quello stesso anno[5], alla presenza del sindaco di Torino Luigi Ferraris; l'esercizio al pubblico iniziò il successivo 1º dicembre[6]. La restante tratta della linea, tra Gassino, Chivasso e Brusasco, fu inaugurata il 19 dicembre 1883[7]. Funzione della linea era, come per altre linee dei dintorni di Torino, agevolare gli spostamenti dei pendolari verso il capoluogo[8] in una direttrice che si rivelò redditizia[4].
La linea fu elettrificata il 15 luglio 1908 nella tratta Torino-Castagneto Po-Chivasso[9]; la tratta Castagneto-Brusasco, rimasta a trazione a vapore, fu elettrificata il 19 aprile 1931[10].
Nel 1936 il Comune di Torino, tramite la Società Anonima Tranvie Torino Ovest (SATTO), concluse le trattative con la Società Anonima dei Tramways di Torino e i comuni interessati per rilevare la gestione delle linee della "belga": dal 1º gennaio 1937 la SATTO, che prese la nuova denominazione SATTI, subentrò nella gestione, impostando un piano di miglioramento e rinnovo delle linee[10] che ebbe buoni risultati: nei primi otto mesi della nuova gestione i passeggeri trasportati salirono a 680.000 dai 605.000 registrati nel corrispondente periodo del 1936[11].
Durante la Seconda guerra mondiale la tranvia subì solo lievi danni al materiale rotabile[12], contribuendo allo sfollamento della popolazione di Torino[13].
Il 1º giugno 1949 la tranvia per Chivasso e Brusasco chiuse[14], sostituita da un'autolinea, a causa della scarsa manutenzione del materiale e della linea dovuti alla guerra e all'interferenza con il crescente traffico automobilistico[15].
Caratteristiche
La linea tranviaria era a scartamento normale di 1435 mm,
e si sviluppava per 37,421 km, di cui 1,519 km la tratta Castagneto Po-Chivasso; il raggio minimo di curva era di 59 metri (11 sulla tratta per Chivasso), la pendenza massima del 35 per mille, che saliva al 50 per mille sulla Castagneto Po-Chivasso. La velocità massima ammessa era di 30 km/h[16]. La linea, inizialmente con trazione a vapore, fu elettrificata a 600 V cc[17]. La linea nel suo percorso extraurbano era interamente a binario unico con dieci raddoppi, ai quali se ne aggiunsero altri quattro con l'elettrificazione della Torino-Chivasso; durante la seconda guerra mondiale a Gassino fu costruito un triangolo di inversione per permettere l'utilizzo di tram urbani monodirezionali, ma non fu mai impiegato[18].
Il capolinea di Torino, comune alla tranvia per Moncalieri, era situato in piazza Castello davanti alla prefettura; da lì procedeva per via Po, piazza Vittorio e corso Casale (dove si trovava anche il deposito)[20].
Con l'inaugurazione della funicolare per Superga, nel 1884, furono introdotte carrozze dirette tra il capolinea e Superga, che alla stazione di Sassi venivano agganciate ai locomotori Agudio della funicolare[21].
Il capolinea fu spostato nel 1927 in corso Regina Margherita nei pressi dei Giardini Reali[20]. Nel 1940 il capolinea torinese fu ulteriormente trasferito nella nuova stazione tranviaria di via Fiochetto (all'angolo con via Gené), comune alla linea per Settimo Torinese[24], inaugurata ufficialmente il 21 aprile[25]. Il trasferimento in via Fiochetto si era reso necessario per l'intralcio al traffico causato dal vecchio capolinea. I mutamenti nel capolinea portarono ad alcune modifiche nel percorso urbano della tranvia[18].
Materiale rotabile
Sulle linee per Chivasso, Brusasco e Poirino la Società Anonima dei Tramways di Torino impiegò locomotive a vapore cabinate di tipo tranviario[26]:
1: costruita dalla SLM nel 1878, rodiggio B, 20 km/h;
2÷14: costruite dalla Henschel & Sohn tra il 1878 e il 1881, rodiggio B, 16 km/h;
15÷19: costruite dalla Henschel & Sohn tra il 1883 e il 1885, rodiggio B, 20 km/h.
Con l'elettrificazione della tratta Torino-Gassino-Chivasso, nel 1908, entrarono in servizio elettromotrici a carrelli con scompartimenti di prima e seconda classe[23].
Nel 1936 il parco rotabili delle linee per Chivasso, Brusasco e Poirino era costituito da 24 elettromotrici, un locomotore elettrico, 62 rimorchiate a due assi e 96 carri merce[17],
^Orario generale Ferrovie dello Stato e secondarie - Tranvie - Servizi lacuali ed automobilistici - Navigazione marittima - Linee aeree, quadro 788, Fratelli Pozzo Editori, Torino, luglio 1939, p. 362
^Walter Hefti, Dampf-Strassenbahnen, Birkhäuser Verlag, Basilea, 1984, ISBN 978-3-7643-1536-8, p. 204
Bibliografia
Francesco Ogliari, Franco Sapi, Scintille tra i monti. Storia dei trasporti italiani vol. 8 e 9. Piemonte-Valle d'Aosta, a cura degli autori, Milano, 1968.
Antonio Accattatis, Torino tram filobus metro. Le reti torinesi di trasporto urbano a impianto fisso, Editrice Trasporti su Rotaie, Salò (BS), 2010, ISBN 978-88-85068-38-4.