L'attuale sodalizio, costituito il 16 settembre 1927 dalla fusione tra i club locali della FBC Juventus e del Gladiator, fa risalire la propria origine al 1908, anno di fondazione del primo club cittadino, lo Sporting Club Lecce, attivo fino al 1923.[3] I colori ufficiali del club sono il giallo e il rosso;[3] il suo simbolo è una lupa che si trova sotto il leccio, emblema della città di Lecce. La squadra disputa le proprie gare interne allo stadio Via del mare, che, inaugurato nel 1966 e ammodernato nel 1985, ha una capienza di 40 670 posti, di cui attualmente 31 461 omologati.[4] Dal 2015 la proprietà del club appartiene ad un gruppo di soci guidati da Saverio Sticchi Damiani, attuale presidente.[5]
Il 15 marzo 1908 nasce lo Sporting Club Lecce, attivo nell'atletica, nel ciclismo e nel calcio. Il primo presidente del club è, nel corso di quell'anno, Francesco Marangi. Nel 1922 lo Sporting partecipa (nel girone pugliese) al campionato nazionale di Seconda Divisione, in cui si aggiudica la prima promozione nella storia del calcio leccese. Nel 1923 partecipa alla Prima Divisione. Con l'avvento del fascismo, il 16 settembre 1927 nasce l'US Lecce dalla fusione di FBC Juventus, SC Lecce e Gladiator. I colori adottati dalla nuova società sono il bianco e il nero, che lasciano spazio al giallo e al rosso nel 1929, quando i giallorossi ottengono la promozione in Serie B per la prima volta nella loro storia. Tra gli anni trenta e gli anni quaranta il club sospende più volte l'attività. Tornato in Serie B nel 1946, dopo tre anni di cadetteria, dal 1949 attraversa una fase di crisi, che ha l'apice nel 1955 con la retrocessione in IV Serie, da cui i giallorossi risaliranno in C nel 1958.
I salentini, spostatisi nel 1966 allo stadio Via del mare, risalgono in seconda serie al termine dell'annata 1975-1976, vincendo campionato, Coppa Italia di Serie C, nella cui finale superano per 1-0 il Monza, e Coppa Italo-Inglese Semiprofessionisti, dopo aver ribaltato con un 4-0 la sconfitta esterna rimediata contro lo Scarborough (1-0 in Inghilterra).[6] In questo periodo la compagine leccese stabilisce una serie di primati per la categoria e anche alcuni record assoluti, come quello del 1974-1975, quando il portiere Emmerich Tarabocchia resta imbattuto per 1791 minuti, tuttora record italiano nelle prime tre categorie del campionato.[7]
Dopo alcune salvezze sofferte in serie cadetta nei primi anni ottanta, nella stagione 1983-1984, sotto la guida di Eugenio Fascetti, la squadra del presidente Franco Jurlano si piazza al quarto posto in un torneo segnato dalla tragica scomparsa in un incidente automobilistico, il 2 dicembre 1983, dei calciatori giallorossi Michele Lorusso e Ciro Pezzella. Lorusso è tuttora il primatista di presenze del Lecce con 418 partite giocate in maglia giallorossa. La stagione 1984-1985 è quella della promozione in Serie A: in casa del Monza, il 16 giugno 1985, la partita termina 1-1, risultato che consente al Lecce di Fascetti di vincere il campionato insieme al Pisa, con 50 punti ottenuti in 38 partite, e di approdare per la prima volta in massima serie. Nel 1985-1986 il Lecce retrocede in cadetteria, ma alla penultima giornata, già retrocesso aritmeticamente, batte clamorosamente la Roma all'Olimpico (prima vittoria salentina in trasferta in Serie A), privandola dello scudetto, che va alla Juventus dopo la vittoria al Via del mare contro i salentini nel turno successivo.
Tra la metà degli anni ottanta e gli anni duemiladieci il Lecce fa la spola tra Serie B e Serie A, militando in un'occasione (1995-1996) in terza serie. Si segnala la stagione 1988-1989, quando, sotto la guida di Carlo Mazzone, i giallorossi ottengono la prima salvezza in Serie A e uno storico nono posto finale (31 punti). Retrocesso in Serie C1 nel 1995, nel biennio 1995-1997, sotto la guida di Gian Piero Ventura, il Lecce ottiene due promozioni consecutive, passando dalla terza alla massima serie nel giro di due anni, per poi retrocedere nuovamente nel 1998 e ottenere una nuova promozione in A l'anno dopo. Nei primi anni duemila il club salentino continua l'altalena tra A e B: nella stagione 2004-2005, in Serie A, sotto la guida di Zdeněk Zeman, chiude all'11º posto con il secondo miglior attacco del campionato (sempre in quella stagione è il club che, per la prima volta nella storia della Serie A, non retrocede pur avendo la difesa più battuta del campionato).
Nella stagione 2009-2010, per la prima volta nella propria storia, il club salentino vince il campionato di Serie B e alza al cielo la Coppa Ali della Vittoria. Dopo due stagioni in Serie A, al termine dell'annata 2011-2012 il Lecce, retrocesso in Serie B sul campo, viene declassato in Lega Pro Prima Divisione per illecito sportivo; poco dopo la proprietà del club passa, dopo 18 anni, dalla famiglia Semeraro alla famiglia Tesoro, la cui gestione dura tre anni segnati da vani tentativi di promozione in serie cadetta, più volte sfiorata dai giallorossi. Rilevato nel 2015 dalla cordata di imprenditori leccesi guidata dall'avvocato Saverio Sticchi Damiani, il club ritrova la Serie B vincendo il campionato di Serie C nel 2017-2018. Nella stagione successiva, per la seconda volta nella propria storia, il Lecce riesce, sotto la guida di Fabio Liverani, nel doppio salto dalla Serie C alla Serie A, per poi tornare in serie cadetta. Nella stagione 2021-2022 i giallorossi vincono il campionato di Serie B e si aggiudicano il trofeo Nexus, tornando così in massima serie.
Cronistoria
Cronistoria dell'Unione Sportiva Lecce
15 marzo 1908 - Fondazione dello Sporting Club Lecce.
1922-1923 - 5º nel girone unico Puglia della Prima Divisione. Retrocesso in Seconda Divisione e successivamente non iscritto.
1923-1927 - La società non partecipa ad alcun campionato e nella città di Lecce disputano i campionati minori cinque società: Lecce F.B.C., Juventus, Gladiator, Avanguardia Giovanile Fascista e La Veloce.
1927 - Il 16 settembre, viene fondata l'Unione Sportiva Lecce dalla fusione tra Juventus e Gladiator che riparte dal campionato di Seconda Divisione.
1931-1932 - 17º in Serie B. Retrocesso in Serie C e successivamente radiato dai ruoli federali per inadempienze finanziarie.
1932-1934 - La società non partecipa ad alcun campionato e nella città di Lecce disputano i campionati minori due società: U.S. Vittoria e Salento F.C.
1934 - L'Unione Sportiva Pro Lecce si affilia alla F.I.G.C. e s'iscrive al campionato di Terza Divisione.
1934-1935 - Il club vinse la Terza Divisione Pugliese. Promosso nella Prima Divisione Pugliese, nuovo nome della ex Seconda Divisione.
1935 - L'U.S. Pro Lecce cambia denominazione in Dopolavoro Lecce.[8]
1935-1936 - 4° nella Prima Divisione Pugliese. Ammesso in Serie C. Durante la stagione cambia denominazione in Associazione Sportiva Lecce.[9]
1937-1938 - La società partecipa al girone E della Serie C, ma si ritira alla quarta giornata di campionato, venendo poi riammessa a completamento organici con una nuova squadra dopo lo scioglimento della precedente.[10]
1938 - Il sodalizio cambia denominazione in Associazione Calcistica Lecce visti i nuovi quadri societari.
1938-1939 - 3º nel girone H della Serie C. Declassato all'ultimo posto per delibera della Presidenza Federale a causa di irregolarità commesse in diversi trasferimenti di giocatori e inizialmente retrocesso, viene successivamente riammesso.
I colori della squadra salentina sono attualmente il giallo e il rosso[12] e sono stati utilizzati per la prima volta nel 1928[13], un anno dopo la nascita dell'Unione Sportiva Lecce, quando i colori sociali erano ancora il bianco e il nero. Per il vecchio Sporting Club Lecce, fondato nel 1908 fino al 1923, i colori erano il rosso e nero con pantaloncini bianchi e calzettoni neri, con una stella bianca cucita sulla parte sinistra della maglia.
Il Lecce del 1973-1974, con una divisa recante insoliti pantaloncini neri e calzettoni rossi.
Simboli ufficiali
Stemma
Il simbolo del Lecce è la lupa che si trova sotto il leccio, albero tipico della Puglia; questo è anche il simbolo della città.[14]
Gli stemmi che ha utilizzato la società hanno subito trasformazioni nel tempo. Nei primi anni di vita, lo Sporting Club Lecce indossava una maglietta a strisce rosse e nere, con una stella bianca cucita sulla parte sinistra della maglia.
Successivamente si adottò un logo con l'aspetto di uno scudetto rosso, con il simbolo della città su sfondo bianco.[15]
Lo storico stemma del Lecce, usato fino al 1981, presenta i colori sociali della società, ben visibili nel logo, che è metà giallo e metà rosso, con al suo interno il simbolo della città e un pallone di calcio.[15]
Il successivo stemma (quello esistente nel periodo 1981-2001) raffigurava la classica lupa, nascosta dietro l'albero, con un pallone da calcio sotto una zampa. Questo logo era racchiuso in un cerchio, dove alla base dell'albero sono raffigurati i colori giallo e rosso.[15]
L'attuale stemma societario è stato adottato per la prima volta nella stagione agonistica 2001-2002 ed è la sua versione più moderna. Ha una forma somigliante a quella di uno scudo, con sfondo blu scuro e bordino in oro, così come le scritte U.S. LECCE 1908 e la lupa, rappresentata nella parte centrale del simbolo.[15]
Lo stemma in uso fino al 1981
Lo stemma in uso dal 1981 al 2001
Lo stemma in uso dal 2001 a oggi
Inno
Nella sua storia il Lecce ha avuto diversi inni. In occasione della prima storica promozione in Serie A furono composti tre brani, Lecce grande amore (vinile 33 giri del 1985), Lecce cha cha cha di Chaly Albert e Lecce è il cuore di Sparapano-Gemma, cantata da N. Missoni. Un altro storico inno è Arcu te pratu del cantautore leccese Bruno Petrachi,[16] che ha composto anche, in onore del Lecce, le canzoni Forza Lecce, Lecce ... cuore mio, dedicata alla promozione in Serie A ottenuta al termine del campionato di Serie B 1996-1997, e Stornellando, dedicata alla promozione in Serie B ottenuta al termine del campionato di Serie C1 1995-1996. Sono, invece, cantati dal figlio Enzo Petrachi, fratello dell'ex calciatore Gianluca, i brani Forza Lecce miu e Grande Lecce Alé.
Dal 2001 al 2003 fu adottato l'inno Giallurussu dei Sud Sound System, inciso per la prima volta nel novembre del 1999. Il 26 agosto 2014 fu presentato in piazza Sant'Oronzo, a Lecce, un nuovo inno dei Sud Sound System, dal titolo Lu core pe tie scalpita, in uso per una sola stagione.[16]
L'attuale inno ufficiale, riprodotto dai diffusori dello stadio, è quello realizzato nel 1999 da Sergio 'Gioy' Rielli, con il titolo Giallorossi per sempre, che è stato l'inno del Lecce dal 2003 al 2012, per poi tornare ufficialmente dalla stagione 2015-2016.[16]
Mascotte
La mascotte ufficiale dell'Unione Sportiva Lecce è Wolfy, un lupo in maglia giallorossa. Il lupo è, infatti, il simbolo storico sia della città salentina sia della squadra e compare sullo stemma societario. La mascotte in peluche è presente a bordo campo nelle partite casalinghe disputate al Via del mare dal 25 settembre 1999, in occasione del vittorioso match con la Juventus (2-0). Wolfy è stato anche protagonista del Progetto Scuola, una serie di incontri tra calciatori giallorossi e scolaresche salentine.
Strutture
Panorama dello stadio Via del mare di Lecce il 22 settembre 1985, giorno dell'esordio casalingo dei salentini in Serie A contro il Torino (0-0).
A causa della crescita del fenomeno della violenza negli stadi, negli anni 2000, per motivi di sicurezza, una parte della curva sud è stata chiusa e il numero dei posti omologati è stato ridotto a 36.827.[18] Il 31 gennaio 2013, con la caduta del Lecce in Lega Pro, è stata chiusa la Curva Sud e sono stati ridotti i posti disponibili negli altri settori, per un totale di 14 287 posti omologati. Il 31 ottobre 2016 il numero di posti utilizzabili è stato aumentato a 20.373, con la riapertura della Curva Sud e l’utilizzo di ulteriori sub-settori, precedentemente interdetti al pubblico, della Tribuna Centrale Superiore e Inferiore[19]. Dalla stagione 2019-2020, in seguito al ritorno in Serie A del club e a lavori di adeguamento e restyling della struttura, la capienza dello stadio è stata aumentata a 31 559 spettatori.
Nell'ospitare le partite del Lecce, il Via del mare sostituì lo stadio Carlo Pranzo, antico impianto intitolato alla memoria di un giovane leccese caduto durante la seconda guerra mondiale. In precedenza l'impianto era intitolato ad Achille Starace, il gerarca fascista che ne aveva voluto la costruzione nel 1924.[20][21]
Il Via del mare fu inaugurato l'11 settembre 1966 con la partita amichevole Lecce-Spartak Mosca.[1] Il 2 ottobre ospitò la prima partita tra squadre italiane (Lecce-Taranto 1-0). Con la prima storica promozione del Lecce in Serie A, nel 1985, venne parzialmente distrutto e ampliato a circa 55000 posti.[1] La prima gara che si disputò nell'impianto fu Lecce-Torino (0-0) del 22 settembre 1985, valevole per la terza giornata del campionato di Serie A 1985-86.
La sede degli allenamenti della prima squadra è, stabilmente dal 2020, il golf resort di Acaya. Occasionali sedute di allenamento vengono svolte presso il campo sportivo di San Pietro in Lama, a pochi chilometri dal capoluogo.
Dal 2019 al 2020 il Lecce si è allenato presso il resort Ristoppia di Lequile[22], comprendente un'area polifunzionale con campi più piccoli, palestre, un campo in sintetico da calcio a 6 e un altro campo in erba naturale.[22] In precedenza i giallorossi si sono allenati stabilmente a Calimera, Martignano e Squinzano.
Il settore giovanile si allena presso il centro sportivo Kick Off, situato a Castromediano, alle porte di Lecce. Il Kick Off è un impianto sportivo che ospita tutte l’attività del settore giovanile giallorosso e, all’occorrenza, anche a disposizione della prima squadra. È una struttura all’avanguardia, dotata di un campo da calcio in erba sintetica (con tribunetta), due da calcio a otto e tre da calcio a cinque, oltre a campi da paddle, palestra e pista di atletica.[23]
Società
La squadra di calcio maschile del Lecce, fondata il 15 marzo 1908 come associazione con il nome Sporting Club Lecce, è attualmente una società per azioni costituita il 25 maggio 1975[24] con la denominazione ufficiale Unione Sportiva Lecce, assunta fin dal 1940.[25] La società, avente sede legale in via C.A. Costadura 3 a Lecce[24] e iscritta alla Camera di Commercio della stessa città,[24] risulta avere, al 2024, 111 dipendenti e un capitale sociale di 2 174 000 euro.[24]
Dal 1° luglio 2022 il club è controllato dall'avvocatoitaliano Saverio Sticchi Damiani,[26][27] che esercita il controllo tramite il possesso a titolo personale del 54,6% del capitale del club.[28] Il rimanente capitale azionario del 45,40% è suddiviso tra il Gruppo Boris Collardi (10,00%, tra i quali figurano come soci l'imprenditore indonesiano Alvin Sariaatmadja e lo svizzero Pascal Picci, già presidente di Sauber F1 Team),[29] Luciano Barbetta (10,00%), Famiglia Carofalo (10,00%), Corrado Liguori (7,80%), la Winner Corporation s.r.l. (di cui fanno parte anche gli stessi Sticchi Damiani, Liguori e Carofalo, al 6,64%) e Alessandro Adamo (1,60%).[28]
La società giallorossa è inoltre la capogruppo del "Gruppo U.S. Lecce S.p.A.",[30] del quale fanno parte anche le seguenti controllate:[30] M908 s.r.l. (al 60%) che si occupa di merchandising; S.S.D. A.R.L. Women Soccer (al 51 %) che si occupa della squadra femminile di calcio.
Il club è membro network dell'European Club Association (ECA),[31] organismo privato che rappresenta le società calcistiche a livello europeo e riconosciuto dall'UEFA.
La sede sociale si trova dal 2016 al civico 3 di via Colonnello Archimede Costadura, nel capoluogo salentino.[32] In precedenza, durante la presidenza di Franco Jurlano, la sede si trovava in viale Ugo Foscolo, poi, periodo della gestione di Giovanni Semeraro, fu ospitata per 18 anni in via Templari, nel centro di Lecce; infine, nel 2012, la sede fu trasferita in piazza Mazzini, dopo il passaggio delle quote societarie alla famiglia Tesoro.[33]
Il Lecce è attivo nel campo sociale e umanitario. In ambito sanitario ha stipulato una partnership con la fondazione Sandri per sensibilizzare alla donazione del sangue e supporta il progetto "IO POSSO", rivolto a persone affette da sclerosi laterale amiotrofica e altre disabilità motorie.[41][42] Inoltre viene favorito l'ingresso allo stadio a disabili e disagiati, mettendo a disposizione biglietti gratuiti e ambulanze con assistenza medica, grazie alla collaborazione con l'associazione Emergenza Salento.[43]
Il Lecce ha contribuito anche ad iniziative di solidarietà internazionale, collaborando con l'associazione umanitaria internazionale ActionAid, impegnata nella lotta alla fame e alla povertà nel mondo.[41]
Nella stagione 2009-2010 i salentini, come sponsor ufficiale dalla 23ª alla 26ª giornata, hanno inserito sulle divise di gioco la dicitura: HAITI - SMS 48541, con il numero per gli aiuti dopo il terremoto del 2010.[44][45]
Il club salentino ha collaborato anche all'affermazione della lealtà sportiva e lotta al razzismo, sostenendo l'associazione Imbriani non mollare.[41]
Il settore giovanile del Lecce, il cui responsabile è Gennaro Delvecchio, si compone di nove squadre: Primavera, Berretti, Under 17, Under 16, Under 15, Giovanissimi Regionali, Giovanissimi Provinciali, Esordienti e Pulcini.[46]
Tra gli allenatori della Primavera giallorossa, oltre a Rizzo si ricorda Antonio Toma, che alla guida della Berretti vinse nel campionato 2012-2013 ben 15 gare su 15, convincendo il presidente Savino Tesoro a chiamarlo in prima squadra il 21 gennaio 2013.
Tra i leccesi cresciuti nel Lecce, Conte esordì con i giallorossi in Serie A a 16 anni, il 6 aprile 1986, in Lecce-Pisa (1-1) del campionato 1985-1986, Moriero esordì con il Lecce in Serie B a 17 anni, il 15 marzo 1987, in Bari-Lecce (2-0) del campionato di Serie B 1986-1987, Andrea Esposito debuttò con i giallorossi a 17 anni, il 25 gennaio 2004, in Lecce-Lazio (0-1) del campionato di Serie A 2003-2004 e fece parte della pluridecorata formazione Primavera allenata da Rizzo, mentre Graziano Pellè militò nelle giovanili del Copertino dal 1995 al 2002,[48] anno in cui si trasferì nella Primavera del Lecce guidata da Roberto Rizzo, per poi esordire con la prima squadra dei giallorossi l'11 gennaio 2004 in Lecce-Bologna (1-2) del campionato di Serie A 2003-2004.
Sezione femminile
Dopo aver acquisito il controllo della società calcistica femminile ASD Salento Women Soccer, già attiva dal 2000, nella stagione 2019-2020 il club ha istituito una propria formazione calcistica femminile, la Women Lecce, iscritta al campionato di Serie C e militante anche nei campionati giovanili Under-17 e Under-15[49].
Diffusione nella cultura di massa
Il Lecce ha trovato spazio in numerosi film e fiction che hanno fatto la storia del cinema e della televisione italiana.[50]
Fra i più importanti si ricorda il celebre film Al bar dello sport, pellicola cult del 1983, con protagonisti Lino Banfi e Jerry Calà. Nella scena in cui Banfi ascolta alla radiolina i risultati della domenica, tra le varie partite si sente nominare anche Lecce-Pescara 2-0.[50]
Si fa riferimento al Lecce anche in Benvenuti al Nord, commedia del 2012 diretta da Luca Miniero, con Claudio Bisio e Alessandro Siani.[50] In una scena ambientata a casa di Alberto (Claudio Bisio), questi cerca di sentire la partita Milan-Lecce alla radio, mentre il suo amico napoletano Mattia Volpe (Alessandro Siani) guarda Napoli-Juventus sul divano con Chicco, il figlio di Alberto (la partita è del 9 gennaio 2011, vinta per 3-0 dal Napoli con la tripletta di Edinson Cavani): a un certo punto viene fischiato un calcio di rigore per il Lecce, ma la trasmissione si interrompe, per poi riprendere in seguito con l'annuncio del vantaggio dei salentini.[50]
Questa sezione riporta un elenco dei calciatori italiani convocati nella nazionale maggiore e nazionale Under-21 durante la loro militanza nel Lecce.
Il primo calciatore del Lecce a ottenere la convocazione in nazionale maggiore fu Marco Cassetti, che esordì in maglia azzurra nell'amichevole giocata allo Stadio Euganeo di Padova contro l'Islanda il 30 marzo 2005.[53] Lo stesso CT ct azzurro Marcello Lippi convocò il giallorosso Vincenzo Sicignano come terzo portiere nella gara contro la Moldavia, disputata a Lecce il 12 ottobre 2005.[54] Vanta una convocazione in nazionale anche il salentino (e giocatore del Lecce) Andrea Esposito, chiamato da Lippi per la partita amichevole contro l'Irlanda del Nord del 6 giugno 2009, nella quale non fu impiegato.[55]
Per quello che riguarda gli azzurrini, fra i giocatori con più presenze che ha militato nel Lecce c'è Cesare Bovo, che ha fatto parte della nazionale Under-21, di cui è stato anche capitano, vincendo il campionato europeo Under-21 nel 2004, nel quale ha anche segnato il gol del momentaneo 2-0 all'81', in finale contro la Serbia e Montenegro.
Di seguito sono riportati i nomi dei calciatori che hanno vestito la maglia della nazionale italiana durante la militanza nel Lecce, con accanto indicati il numero di presenze e reti in nazionale.[56]
L'elenco che segue indica tutti i giocatori stranieri che contano almeno una presenza nelle proprie rispettive nazionali maggiori durante la loro militanza nel Lecce.
Il Lecce ha disputato 85 stagioni sportive a livello nazionale; ha militato per 2 stagioni nel Direttorio Divisioni Inferiori Sud (C). Il Lecce sospese qualsiasi attività tra il 1932 e il 1934.
Statistiche di squadra
Il Lecce ha disputato 85 stagioni sportive a livello nazionale (dal 1908 al 1927 la squadra si chiamava Sporting Club Lecce). Le attività sono state sospese tra il 1943 e il 1944 per la guerra.
Nella classifica della tradizione sportiva, che tiene conto di tutte le 67 squadre di calcio che hanno militato almeno una volta nella massima serie nazionale, il Lecce si colloca al 24º posto in Italia con 535 punti, quinta società del Mezzogiorno d'Italia in ordine di graduatoria, mentre nella classifica perpetua nazionale si piazza al 27º posto, sesta società del Mezzogiorno d'Italia in ordine di graduatoria.[107]
Il Lecce nella stagione 1985-1986, all'esordio in Serie A.
L'esordio del Lecce in Serie A risale alla stagione 1985-1986, mentre l'esordio in Serie B è avvenuto nella stagione 1929-1930. La squadra conta 18 partecipazioni al campionato di Serie A, l'ultima delle quali nella stagione 2023-2024. Il miglior piazzamento in Serie A è il 9º posto della stagione 1988-1989. Il maggior numero di punti del Lecce in Serie A (44) è invece risalente al campionato 2004-2005. I peggiori piazzamenti in massima serie sono il 18º posto della stagione 1993-1994 (campionato a 18 squadre) e il 20º posto della stagione 2008-2009 (campionato a 20 squadre). Il minor numero di punti ottenuti è 11 (quando la formula dei punti era di due a vittoria e non tre), totalizzati nella stagione 1993-1994.
A livello internazionale il Lecce ha vinto nel 1976 la Coppa Italo-Inglese Semiprofessionisti, superando la squadra inglese dello Scarborough in due gare (sconfitta per 1-0 all'andata in trasferta e vittoria per 4-0 al ritorno in casa). Tale competizione metteva di fronte i vincitori della Coppa Italia Semiprofessionisti (oggi Coppa Italia Serie C) e della Football Conference inglese (oggi National League).
Nella stagione 1994-1995 i giallorossi hanno partecipato alla Coppa Anglo-Italiana, venendo eliminati nella fase a gironi.
Anselmo Bislenghi, con 87 reti è il miglior realizzatore di sempre del Lecce.
Considerando le sole gare di campionato (play-off esclusi), il migliore cannoniere del Lecce è Anselmo Bislenghi, autore di 87 gol in 163 presenze (nella stagione 1951-1952 realizzò ben 32 reti in 34 gare, laureandosi capocannoniere della Serie C). Il secondo bomber in questa classifica è, con 67 gol, Franco Cardinali, che ha formato insieme a Bislenghi la coppia più prolifica nella storia del Lecce. A seguire Pietro De Santis (57), mentre al quarto posto figura l'uruguaiano Ernesto Chevantón, che ha realizzato con il Lecce 53 gol in 116 presenze. Chevantón è inoltre il miglior marcatore del Lecce in Serie A con 32 reti e detentore del record di gol segnati in una singola stagione in massima serie (19 nel -2003-2004) insieme a Mirko Vučinić, che eguagliò il record dell'uruguaiano nel 2004-2005[109].
Il portiere Emmerich Tarabocchia detiene attualmente il record italiano di imbattibilità nelle prime tre categorie (1790 minuti), stabilito con il Lecce nel campionato di Serie C 1974-1975[110].
Di seguito sono i primi 10 giocatori per presenze e reti, relativi ai soli campionati disputati dal Lecce. In grassetto eventuali giocatori ancora in attività con la maglia giallorossa.
Dati aggiornati al 1º settembre 2023 e relativi al solo campionato.
Secondo un'indagine condotta e pubblicata annualmente da due società specializzate in sondaggi e ricerche di mercato, la StageUp e la Ipsos, al 2023 la squadra poteva contare in Italia su un seguito stimato in circa 288 000 tifosi in Italia,[111] un dato in netta crescita rispetto alla rilevazione precedente del 2022.[112]
La tifoseria giallorossa ha contribuito a una percentuale di riempimento dello stadio Via del mare dell'83,81% nel girone d'andata della stagione 2023-2024.[113] La migliore media di pubblico stagionale per la squadra, in campionato, fu registrata nell'annata 1985-1986, annata del debutto assoluto in Serie A per il club, quando in media al Via del mare furono presenti 32 071 spettatori per gara.[114] Il primato di abbonamenti stagionali in campionato per il club, con 21 247 tessere, risale alla stagione 2023-2024.[115]
Storia
«L'aritmetica dice che sono retrocesso con il Lecce, ma poi c'è un'altra classifica che è quella dei tifosi. E allora a Lecce ho vinto uno scudetto.[116]»
Tifosi della curva nord del Via del mare durante la partita Lecce-Lazio (5-3) del 1º maggio 2005.
Il Lecce è molto popolare in tutto il Salento. Sostengono la squadra anche i numerosi emigranti salentini residenti nell'Italia centrale e settentrionale o all'estero.
La sede storica dei sostenitori organizzati del Lecce, gli Ultrà Lecce (gruppo ultras nato nel 1996), è la curva nord dello stadio Via del mare, la parte più passionale della tifoseria giallorossa. Un altro gruppo storico è la Gioventù, che ha sede nella curva sud.
Memorabile rimane la trasferta al Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto l'8 luglio 1987 per lo spareggio valevole la promozione in Serie A contro il Cesena, con l'esodo di circa 10 000 sostenitori salentini. Lo spareggio premiò i romagnoli, che vinsero l'incontro per 2-1.
Il 18 settembre 2004 l'Unione Sportiva Lecce, nella persone dell'allora presidente Quirico Semeraro, dedicò la maglia numero 12 ai supporter salentini. La maglia fu consegnata ai tifosi da tutta la squadra di quella stagione, capitanata da Cristian Ledesma. I tifosi del Lecce rappresentano simbolicamente il dodicesimo uomo in campo.[117]
In seguito alla retrocessione del club salentino in Serie B del 13 maggio 2012 maturata dopo la sconfitta a Verona contro il Chievo, i tifosi del Lecce non smisero di applaudire i giocatori che si trovavano sotto il settore ospiti del Bentegodi, in lacrime al termine della gara. L'episodio fu sottolineato da Dario Massara, telecronista di Sky,[118] ed ebbe risalto sui media nazionali.[119]
Coreografia della tribuna est del Via del mare in occasione del derby di Puglia contro il Bari del 6 gennaio 2011.
I tifosi del Lecce sono gemellati da molti anni con i tifosi del Palermo.[120] Spesso in nome di tale vicinanza i tifosi delle due squadre espongono bandiere della compagine amica durante le partite. L'esempio più eclatante del grande gemellaggio tra i leccesi e i palermitani è l'ultima partita del campionato di Serie B 2002-2003, decisiva per la promozione in Serie A. La sfida, che vide i leccesi vittoriosi per 3-0 e promossi in Serie A, avrebbe potuto promuovere in massima serie anche i palermitani in caso di vittoria esterna: malgrado la sconfitta, i tifosi ospiti festeggiarono con i sostenitori avversari e il gemellaggio rimase intatto[121]. Negli anni 1980 forte era il gemellaggio con il Taranto, che si ruppe in seguito al gemellaggio dei salentini con i supporter del Verona, finito però dopo breve tempo.[122]
Rapporti di amicizia legano i tifosi giallorossi a quelli del Genoa.[120] La simpatia reciproca nacque nella stagione 2010-2011 di Serie A, quando i giallorossi ebbero la meglio sull'altra squadra di Genova, la Sampdoria, che retrocesse in cadetteria. Amicizia sussiste tra i sostenitori giallorossi e i sostenitori della Cavese.[120]
Rivalità
La rivalità sportiva più accesa riguarda il Bari, con il quale il Lecce gioca il cosiddetto derby di Puglia,[120] disputatosi per la prima volta l'8 dicembre 1929 in Serie B a Lecce, dove la squadra di casa si impose sul Bari per 1-0.[123] Da quel momento il derby si giocò in più occasioni anche in Serie C e Coppa Italia, ma soprattutto in Serie A. Il primo derby tra Lecce e Bari giocato nella massima serie risale al 27 ottobre 1985, quando, allo stadio della Vittoria di Bari, i padroni di casa si imposero per 2-0.[123] L'ultimo derby giocato in massima serie risale al 15 maggio 2011, quando allo stadio San Nicola di Bari i salentini vinsero per 2-0 contro il Bari già retrocesso, festeggiando il raggiungimento della salvezza con un turno di anticipo rispetto alla fine del campionato di Serie A 2010-2011.[124] La partita fu poi messa sotto inchiesta dalla giustizia sportiva, che emise delle condanne per illecito sportivo.[125][126]
^Direttorio Federale - Comunicato Ufficiale n. 5 del 4-9-1935 pubblicato sul Littoriale del 7-9-1935Archiviato l'8 maggio 2011 in Internet Archive. a metà della seconda colonna da destra in "Cambiamenti di denominazione sociale".
^Direttorio Federale - Comunicato Ufficiale n. 41 del 5-2-1936 pubblicato sul Littoriale del 6-2-1936Archiviato il 2 novembre 2013 in Internet Archive. sull'ultima colonna a destra in "Cambiamento denominazione sociale" confermato anche da successivo Comunicato n. 47 del 25-4-1936 sul Littoriale del 28-4-1936Archiviato il 2 novembre 2013 in Internet Archive. sull'ultima colonna a destra in "Cambiamento denominazione sociale".
«Fusione - Si dà atto della fusione delle società A.C. Lecce e A.C. Salento. La Società sorta dalla fusione assumerà la denominazione sociale di "Unione Sportiva Pro Lecce".»