Presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza;
Cresciuta in una famiglia laica di ascendenza ebraica, a partire dal 1938 subì le imposizioni discriminatorie delle leggi razziali fasciste; all'età di tredici anni fu arrestata e deportata al campo di concentramento di Auschwitz, dal quale fece ritorno alla fine della seconda guerra mondiale. Dopo un lungo periodo di riflessione e silenzio, negli anni novanta iniziò a raccontare pubblicamente la propria esperienza, impegnandosi per sensibilizzare le nuove generazioni contro il razzismo e l'indifferenza.
Il 19 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della RepubblicaSergio Mattarella «per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale»[3]. Dal 15 aprile 2021 è presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Il 13 ottobre 2022 ha presieduto la seduta inaugurale del Senato della Repubblica[4], all'inizio della XIX legislatura, ricoprendo la carica di presidente provvisorio dell'assemblea, per motivi di anzianità[5][6]. È stata la terza donna, dopo Maria Elisabetta Alberti Casellati – che ne fu presidente effettivo (2018-2022) – e Camilla Ravera (12 luglio 1983), a presiedere la camera alta del Parlamento italiano[7].Liliana Segre, nata a Milano il 10 settembre 1930, è una sopravvissuta all'Olocausto e una delle più importanti testimoni delle atrocità naziste. A soli 13 anni, nel 1944, fu deportata ad Auschwitz insieme al padre, ma dopo l'arrivo nel campo di concentramento fu separata da lui. La sua famiglia fu sterminata, ma lei riuscì a sopravvivere fino alla liberazione nel 1945.
Dopo la guerra, ha dedicato la sua vita a raccontare la sua esperienza, affinché le nuove generazioni non dimenticassero l'orrore dell'Olocausto. È stata nominata senatrice a vita nel 2003, per il suo impegno civile e la sua testimonianza. Ha scritto libri, tra cui La memoria del cuore, un racconto autobiografico che descrive la sua deportazione e le sue difficili esperienze ad Auschwitz.
Liliana Segre è anche un punto di riferimento nella lotta contro l'antisemitismo, il razzismo e l'intolleranza, e continua a sensibilizzare l'opinione pubblica, specialmente in un periodo di crescente odio e violenza. Nel 2019, è stata oggetto di attacchi online, ma ha proseguito il suo impegno, diventando simbolo di resistenza contro l'odio e di difesa dei diritti umani.
Biografia
Infanzia e adolescenza nei campi di concentramento
Nata a Milano[8], in una famiglia di ascendenza ebraica, visse con il padre, Alberto Segre,[9] e i nonni paterni, Giuseppe Segre (affetto dalla malattia di Parkinson) e Olga Loevvy.[10] La madre, Lucia Foligno, morì quando Liliana non aveva neanche compiuto un anno. Di famiglia laica, Liliana ebbe la consapevolezza del suo essere ebrea attraverso il dramma delle leggi razziali fasciste del 1938, in seguito alle quali venne espulsa dalla scuola che frequentava.
Dopo l'intensificazione della persecuzione degli ebrei italiani, suo padre la nascose presso degli amici, utilizzando documenti falsi. Il 7 dicembre 1943 provò, assieme al padre e due cugini, a fuggire a Lugano, in Svizzera: i quattro furono però respinti dalle autorità del paese elvetico. Il giorno dopo, Liliana Segre venne arrestata a Selvetta di Viggiù, in provincia di Varese, all'età di tredici anni. Dopo sei giorni in carcere a Varese, fu trasferita a Como e poi a San Vittore a Milano, dove fu detenuta per quaranta giorni.
Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse dopo sette giorni di viaggio. Venne subito separata dal padre, che non rivide mai più e che poi morì il 27 aprile 1944. Il 18 maggio 1944 anche i suoi nonni paterni furono arrestati a Inverigo (provincia di Como); dopo qualche settimana anche loro vennero deportati ad Auschwitz e uccisi nelle camere a gas il giorno dell'arrivo, il 30 giugno 1944.[10]
Alla selezione, Liliana ricevette il numero di matricola 75190, che le venne tatuato sull'avambraccio sinistro. Fu messa per circa un anno ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni Union, che apparteneva alla Siemens. Durante la sua prigionia subì altre tre selezioni, in una delle quali perse un'amica che aveva incontrato nel campo. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l'evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania.
Al rientro nell'Italia liberata, visse inizialmente con gli zii e poi con i nonni materni, di origini marchigiane, unici superstiti della sua famiglia.
Matrimonio e vita privata
Nel 1948, mentre era in vacanza a Pesaro, conobbe Alfredo Belli Paci, cattolico,[13][14] avvocato e anch'egli reduce dai campi di prigionia tedeschi per essersi rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò. Di lui la colpì la somiglianza fisica e caratteriale con il padre Alberto Segre. Già battezzata prima delle leggi razziali,[15] Liliana sposò Alfredo con rito cattolico nel 1951; i due ebbero i figli Alberto, Luciano e Federica.[14][16]
«Era molto difficile per i miei parenti convivere con un animale ferito come ero io: una ragazzina reduce dall'inferno, dalla quale si pretendeva docilità e rassegnazione. Imparai ben presto a tenere per me i miei ricordi tragici e la mia profonda tristezza. Nessuno mi capiva, ero io che dovevo adeguarmi ad un mondo che voleva dimenticare gli eventi dolorosi appena passati, che voleva ricominciare, avido di divertimenti e spensieratezza.»
Nel 1997 è stata fra i testimoni del film-documentario Memoria, presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino. Nel 2004 era, con Goti Herskovits Bauer e Giuliana Fiorentino Tedeschi, una delle tre donne ex deportate intervistate da Daniela Padoan nel volume Come una rana d'inverno. Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz (Bompiani, Milano). Nel 2005 la sua vicenda veniva ripercorsa con maggiori dettagli in un libro-intervista di Emanuela Zuccalà: Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre fra le ultime testimoni della Shoah (Paoline Editoriale Libri, Milano).
Nel 2009 la sua voce fu inclusa nel progetto di raccolta dei "racconti di chi è sopravvissuto", una ricerca condotta tra il 1995 e il 2008 da Marcello Pezzetti per conto del Centro di documentazione ebraica contemporanea, che ha portato alla raccolta delle testimonianze di quasi tutti i sopravvissuti italiani dai campi di concentramento in quegli anni ancora in vita.[18] Nello stesso anno, partecipò al film/documentario Binario 21 di Moni Ovadia, diretto da Felice Cappa, che si ispirava al poema del poeta di origine russaItzhak KatzenelsonIl canto del popolo ebraico massacrato. Il 27 novembre dello stesso anno l'Università di Trieste le ha conferito la laurea honoris causa in giurisprudenza.[19]
Il 26 ottobre 2020, in occasione della cerimonia d'inaugurazione dell'anno accademico 2020/21, l'Università LUMSA le ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Relazioni internazionali.[21]
Per molto tempo non ha voluto parlare pubblicamente della sua esperienza nei campi di sterminio[23]. Come per molti bambini dell'Olocausto, il ritorno a casa e a una vita diversa rispetto alla precedente fu tutt'altro che semplice. Anche Liliana ricorda di non aver trovato in quegli anni orecchie disposte ad ascoltarla.[24]
Il 5 giugno 2018, durante la discussione per il voto di fiducia al governo Conte I, è intervenuta per la prima volta in Senato, ricordando le leggi razziali e il suo ricordo di deportata, suscitando il plauso di tutto il Senato.[29] Ha inoltre dichiarato la sua ferma intenzione di opporsi a qualunque legge discriminatoria contro i popoli nomadi e le minoranze e di astenersi dal dare la fiducia al nuovo governo.
La senatrice si è inoltre opposta con fermezza all'abolizione del tema di ambito storico dall'esame di maturità.[30]
Un anno più tardi, il 10 settembre 2019, in occasione del voto di fiducia sul secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha deciso di votare a favore, suscitando le critiche del centro-destra e soprattutto della Lega, che ne ha criticato l'intervento, nel quale, tra le altre cose, la senatrice aveva affermato:
«La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi e questo è pericoloso. A me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, l'accoglienza rende più saggia e umana la nostra società.»
Come primo atto legislativo ha proposto l'istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, proposta sostenuta tra gli altri dai colleghi senatori a vita Renzo Piano ed Elena Cattaneo.[31] Il 30 ottobre 2019 il Senato della Repubblica, con i 151 voti favorevoli di Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e Autonomie e le 98 astensioni di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, ha approvato la mozione, che prevede nello specifico tre articoli: il primo istituisce la commissione, il secondo ne specifica i compiti, il terzo riguarda il funzionamento stesso della commissione[32]. Durante la discussione in Senato la senatrice è intervenuta affermando:
«Tale Commissione potrà svolgere una funzione importante: è un segnale che come classe politica rivolgiamo al Paese, di moralità, ma anche di attenzione democratica verso fenomeni che rischiano di degenerare. Istituire questa Commissione, però, è anche l'occasione per colmare una «lacuna» - e qui uso le virgolette con proprietà di causa - perché si tratta di dare un senso più compiuto alla già citata decisione europea.»
Il 7 novembre 2019, a causa delle crescenti minacce e insulti che le vengono rivolti via internet, il prefetto di Milano Renato Saccone, sentito il comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza, le ha assegnato una scorta.[33]
Il 10 dicembre dello stesso anno il comune di Milano, assieme all'Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha organizzato una grande manifestazione per testimoniarle la vicinanza di piccoli, medi e grandi comuni. Vi hanno partecipato oltre 600 sindaci, che hanno marciato insieme a lei fino a piazza della Scala, dove le è stata donata una fascia tricolore; la senatrice è intervenuta dal palco dicendo:[34]
«Siamo qui per parlare di amore e lasciamo l'odio agli anonimi della tastiera e invece guardiamoci da amici anche se ci incontriamo anche per un attimo.»
Nel 2019 ha ricevuto il Premio Art. 3[35], assegnatole "per il coraggioso e quotidiano impegno a mantenere viva la memoria e i valori civili e morali che la nostra Carta costituzionale detta, in particolare con gli articoli 3, 8, 19". Sempre nel 2019 ha ricevuto la Penna d'oro nell'ambito del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo.[36]
Il 19 ottobre 2019 le è stato conferito il riconoscimento "Testimone del Tempo" durante il Premio Acqui Storia, insieme al filosofo Stefano Zecchi e all'antropologo e geografo americano Jared Diamond.[37]
Nel gennaio 2020, durante la trasmissione Che tempo che fa, ha comunicato che in primavera avrebbe tenuto il suo ultimo incontro pubblico, dopo 30 anni come attiva testimone della Shoah.[38][39] L'evento, organizzato col contributo dell’associazione Rondine Cittadella della Pace, si sarebbe dovuto tenere presso uno stadio di Arezzo. A causa dell’emergenza epidemiologica per la COVID-19, però, l’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre è stata posticipata al 9 ottobre 2020.[40]
Nel settembre dello stesso anno, a pochi giorni dal referendum costituzionale sul taglio del numero di parlamentari,[43][44] Liliana Segre ha annunciato il suo voto contrario.[45]
Il 9 ottobre 2020 ha pronunciato l'ultimo discorso pubblico, prima di ritirarsi a vita privata, presso la Cittadella della Pace di Rondine, in provincia di Arezzo.[46]
Il 19 gennaio 2021 ha deciso di presentarsi in Senato per votare la fiducia al Governo Conte II. Il suo ingresso in aula è stato accolto dagli applausi dei senatori, che si sono alzati in piedi,[47] ma Vittorio Sgarbi durante il suo intervento ha criticato la decisione di Liliana Segre di non astenersi.[48] È tornata in Senato il 14 aprile 2021 per votare la mozione di conferimento della cittadinanza italiana onoraria a Patrick Zaki.[49]
Il 2 febbraio 2021 l'Università di Pisa ha conferito a Liliana Segre la laurea magistrale honoris causa in "Scienze per la pace".[50]
Nel 2021 è stata criticata a una manifestazione di no-vax a Bologna a causa del suo testimoniare come le restrizioni anti-COVID-19 prese dal governo Draghi non abbiano niente a che vedere con i tempi del nazifascismo,[51] contraddicendo quindi il paragone denunciato dal movimento no-vax.[52][53]
Il 9 maggio 2023 viene eletta all'unanimità Presidente della commissione straordinaria per la lotta a intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio, istituita nuovamente anche nella XIX legislatura[54].
Dal 22 settembre 2023, data del decesso del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, è la più anziana senatrice e parlamentare in carica.
L'Osservatorio Antisemitismo
L'Osservatorio Antisemitismo che opera dal 1975 presso la Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC) di Milano svolgendo «una costante azione di monitoraggio e studio del fenomeno antisemitismo in tutte le sue molteplici manifestazioni in Italia»[55], rileva che la senatrice Liliana Segre è stata oggetto di pesanti insulti antisemiti da parte di un docente di storia in una università del Centro-sud che ha pubblicato anche diversi tweetneofascisti soffermandosi in polemiche antiebraiche. L'Osservatorio denota che «dopo l’intervento della senatrice a vita Liliana Segre in Senato a sostegno del governo Conte II, quel docente ha twittato una serie di malevoli post cui sono seguiti decine di insulti contro Liliana Segre».[56]
In un articolo del 26 ottobre 2019 in cui si cita anche un rapporto dell'Osservatorio, la Repubblica ha parlato di «duecento messaggi di odio al giorno» indirizzati alla senatrice Segre[57]; la notizia è stata rilanciata da altre testate nazionali,[58][59] anche se, in seguito, vari giornali[60][61] e siti di debunking[62] hanno rilevato una contraddizione fra i dati riportati.
Opere
AA.VV., 'Un'infanzia perduta', in Voci dalla Shoah. Testimonianze per non dimenticare, a cura dell'Associazione Donne Ebree, Prefazione di Alessandro Galante Garrone, Firenze, La Nuova Italia, 1996, ISBN88-221-1762-X. - a cura di C. Facchinelli, Udine, Gaspari, 2020, ISBN 978-88-754-1734-5.
Scegliete sempre la vita. La mia storia raccontata ai ragazzi, Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2020, ISBN978-88-7713-882-8.
Ho scelto la vita. La mia ultima testimonianza pubblica sulla Shoah, a cura di Alessia Rastelli, prefazione di Ferruccio de Bortoli, Milano, Solferino, 2020, ISBN978-88-282-0674-3.
La stella polare della Costituzione. Il discorso al Senato, a cura di Daniela Padoan, Collana Vele, Torino, Einaudi, 2023, ISBN978-88-062-6023-1.
Uno strano destino, a cura di Alessia Rastelli, Prefazione di Carlo Verdelli, Postfazione di Luciano Belli Paci, Milano, Solferino, 2023, ISBN978-88-282-1253-9.
Opere teatrali
Come un ermellino nel fango.[63] Un progetto teatrale nato nel 2012 basato su testi di Liliana Segre e Tadeusz Borowski che si propone di commemorare i milioni di vittime dei campi di concentramento e di sterminio assassinate dai nazisti.[64] L'opera individua tre diverse fasi della Shoah: «le persecuzioni razziali fino alla deportazione attraverso l'esperienza di Liliana Segre bambina, a Milano, nell'indifferenza di quasi tutti; la soluzione finale, nelle parole di Tadeusz Borowski che descrive l'arrivo di un "trasporto" ad Auschwitz dove i prigionieri hanno il "compito" di scaricare i vagoni; e dopo la liberazione dei Campi l'impossibilità di ritrovare una normalità e rientrare in una società che non è in grado di accogliere chi ha subito il "male assoluto": di nuovo soli davanti ad una cortina di indifferenza».[65] L'opera è stata riproposta più volte negli anni nei teatri di Milano, in occasione della giornata della memoria.[66][67]
Nel gennaio 2020, esordisce lo spettacolo Se questa è un'infanzia, diretto e interpretato da Milo Vallone. La pièce, realizzata seguendo il progetto CineprOsa,[68] è il racconto delle vicende di Liliana Segre affidando la narrazione al padre Alberto, interpretato da Vallone. Il testo del cine-spettacolo, scritto dallo stesso regista con la collaborazione del giornalista Luca Pompei è strutturato basandosi su testi biografici e dichiarazioni della stessa Segre.
«In segno di apprezzamento e riconoscenza verso Liliana Segre, per essere portatrice di pace per la dedizione nel tramandare la memoria alle nuove generazioni.» — 1º dicembre 2019[70]
^ Liliana Segre, Un'infanzia perduta, in Voci dalla Shoah testimonianze per non dimenticare, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1996, p. 63.
^ Ufficio stampa Inaf, Un asteroide dedicato a Liliana Segre, in Media INAF, Istituto nazionale di astrofisica, 26 gennaio 2021. URL consultato il 26 gennaio 2021.
^Tweet contro Liliana Segre, su osservatorioantisemitismo.it, CDEC Osservatorio antisemitismo, 12 settembre 2019. URL consultato il 3 novembre 2019 (archiviato il 26 ottobre 2019).
«Di messaggi come quelli qui riportati contro Liliana Segre, superstite dell'Olocausto, testimone del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, ogni giorno ne partono duecento.»
^ Liliana Segre e Tadeusz Borowski, COME UN ERMELLINO NEL FANGO, su donneteatrodiritti.blogspot.com, Progetto DtD, DonneTeatroDiritti, 29 e 30 gennaio 2013. URL consultato il 3 novembre 2019 (archiviato il 15 novembre 2019).
^ Liliana Segre e Tadeusz Borowski, COME UN ERMELLINO NEL FANGO (PDF), su forumtools.biz, L'arte del Presente e Associazione Borgo di Chiaravalle (forumtools.biz), 26 gennaio 2014. URL consultato il 3 novembre 2019 (archiviato il 31 dicembre 2018).
^Conferimento cittadinanza Sen. Liliana segre, su comuneghisalba.it, Comune di Ghisalba, 10 giugno 2021. URL consultato il 29 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2021).
Riccardo Cestelli, Vita e opere di Liliana Segre, Milano, Virginio Cremona Editore, 2021, ISBN979-12-80010-31-5.
Marina Ricucci e Laura Ricotti, Il dovere della parola - La Shoah nelle testimonianze di Liliana Segre e di Goti Herskovitz Bauer, Ospedaletto (Pisa), Pacini editore, 2021, ISBN978-88-6995-838-0. (Libro completo online: qui)
Stefania Consenti, Il futuro della memoria. Conversazioni con Nedo Fiano, Liliana Segre e Piero Terracina, testimoni della Shoah, Edizioni Paoline, 2011.
Silvana Greco, La spirale del misconoscimento e la lotta per il riconoscimento di Liliana Segre, testimone della Shoah, in Giulio Busi ed Ermanno Finzi (a cura di), Lombardia judaica. I secoli aurei di Mantova e un caso emblematico della Shoah milanese, Firenze, Giuntina, 2017, ISBN978-88-8057-722-5.
Bruno Maida, La Shoah dei bambini, Torino, Einaudi, 2013.
Emanuela Zuccalà, Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre fra le ultime testimoni della Shoah, Milano, Paoline Editoriale Libri, 2005, ISBN978-88-315-2769-9.