«Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo.[3]»
La vita dopo le leggi razziali non fu facile: il padre perse il lavoro, la madre Diana morì per una grave malattia, la metà della comunità ebraica di Rodi lasciò l'isola nella speranza di trovare salvezza altrove; anche Sami dovette lavorare per sostenere la famiglia.[3] La situazione a Rodi rimase tuttavia relativamente tranquilla fino all'armistizio che l'Italia firmò con gli Alleati l'8 settembre 1943. Dopo questa data i tedeschi invasero Rodi e il 23 luglio 1944 prelevarono con un inganno tutti gli ebrei presenti sull'isola, senza che nessuno potesse sfuggire, caricandoli nella stiva di un vecchio mercantile in condizioni disumane. Il viaggio durò da Rodi fino al Pireo: il 3 agosto 1944, stipati nel buio soffocante dei vagoni di un treno, partirono diretti verso il campo di sterminio nazista di Birkenau.[4][5][6][7]
Appena arrivati nel campo, il 16 agosto 1944, gli uomini vennero separati dalle donne ed il quattordicenne Modiano rimase con suo padre. Di lì a poco vi fu la selezione operata da Josef Mengele. Il suo destino sarebbe stato la morte nella camera a gas, ma il padre Giacobbe riuscì a portarlo nelle file dei superstiti. Il suo numero di matricola fu B7456, un numero in più di quello del padre, che aveva il numero B7455.[8] Nei mesi successivi Sami perse la sorella Lucia e anche lo stesso padre, che, appresa la morte della figlia, si consegnò volontariamente in infermeria ben sapendo quale fine gli sarebbe stata riservata.
Lo stesso destino di morte sembrò essere riservato anche a Sami in più di un'occasione, come quando venne nuovamente selezionato per il crematorio e, in attesa di entrare nella camera a gas, si salvò solo perché in quel momento arrivò un trasporto di patate ed un ufficiale delle SS ebbe bisogno di manodopera per scaricarlo.[9]
Nel campo Modiano strinse amicizia con un altro ragazzo italiano deportato, Piero Terracina, di due anni più grande di lui, proveniente da Roma, che rimarrà uno dei suoi migliori amici per tutta la vita:
«Fu un'amicizia vera, profonda, fraterna. Avevamo tutti e due bisogno di un punto di riferimento.[10]»
Nel 1945, quando i sovietici erano a poche decine di chilometri dal campo, i tedeschi presero i superstiti e da Birkenau camminarono verso Auschwitz. Durante la marcia Modiano si accasciò a terra senza forze, abbandonando le speranze, ma fu sollevato da due sconosciuti compagni di sventura che lo portarono a destinazione, lasciandolo su un cumulo di cadaveri per mimetizzarlo. Al suo risveglio, ormai salvo, vide una casa in lontananza e ci si trascinò. Lì trovò altri superstiti del campo, fra i quali Primo Levi e l'amico Piero Terracina.[11] Il giorno dopo arrivarono i sovietici. Era il 27 gennaio 1945.
«Io ero adesso un uomo libero, ma in me non c'è stato nemmeno un secondo di allegria. Io mi sono sentito subito colpevole, un privilegiato.[12]»
Dei 776 ebrei italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nei campi di concentramento, Modiano fu tra i soli 25 sopravvissuti.[13] Dell'intera comunità ebraica di Rodi, dopo l'Olocausto, rimasero solo 31 uomini e 120 donne.[4]
Il ritorno alla vita e l'arrivo in Italia, dove Sami non era mai stato prima di allora, furono un percorso arduo e faticoso. Modiano emigrò nel Congo belga, dove svolse la propria attività professionale di commerciante e si sposò; anche in Africa si trovò tuttavia esposto a nuovi pericoli, con lo scoppio della guerra civile e la conquista del potere da parte del dittatore Mobutu Sese Seko.[3]
Tornò quindi in Italia con la moglie, dividendosi tra Ostia e Rodi. Nel 2005 il vecchio amico Piero Terracina lo convinse ad accettare l'invito dell'allora sindaco di Roma Walter Veltroni a prendere parte ad un viaggio ad Auschwitz organizzato per gli studenti dei licei romani.[14] Da allora Modiano durante l'inverno soggiorna in Italia e si dedica a far conoscere la sua esperienza ai ragazzi nelle scuole medie e superiori, mentre in estate vive a Rodi, dove si occupa dell'antica sinagoga e della piccola comunità ebraica presente nel paese.[3]
Nel 2009 la sua voce viene inclusa nel progetto di raccolta dei "racconti di chi è sopravvissuto", una ricerca condotta tra il 1995 e il 2008 da Marcello Pezzetti per conto del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea che ha portato alla raccolta delle testimonianze di quasi tutti i sopravvissuti italiani dai campi di concentramento allora ancora viventi.[15]
Nel 2013 pubblica un libro di memorie, Per questo ho vissuto (Rizzoli, Milano), nel quale descrive l'inferno di Auschwitz e racconta cosa abbia significato per lui ricominciare a vivere dopo essere sfuggito agli orrori del campo di sterminio.
Nel 2014, per il Giorno della Memoria, gli Speciali del Tg1 trasmettono il docu-film “L’Amore dopo la tempesta” di Roberto Olla, che racconta la storia di Sami e Selma Modiano.
In occasione del Giorno della Memoria2018, viene trasmesso su tutte le principali emittenti tv italiane (Rai, Mediaset, LA7 e Sky) il docu-film "Tutto davanti a questi occhi" di Walter Veltroni, prodotto da Sky e Palomar, che racconta la storia di Sami Modiano.
Nel 2018, per il Giorno della Memoria viene trasmesso il docu-film “Amici per la vita” di Roberto Olla, che racconta la storia della grande amicizia tra Sami Modiano e Piero Terracina, nata nelle condizioni drammatiche del campo di sterminio.[17][18]
In occasione del Giorno della Memoria 2020 viene trasmesso il docu-film “L’Uomo di Rodi” di Roberto Olla, che racconta la storia della comunità ebraica di Rodi, narrata in prima persona da Sami Modiano tra le case del quartiere ebraico dell’isola greca. Si tratta di un docu-film prodotto dagli Speciali del Tg5 Mediaset.[19][20]
In occasione del Giorno della Memoria 2021 viene trasmesso lo speciale Tg5 "Parole dal silenzio".[21][22]
In occasione del Giorno della Memoria 2022 viene trasmesso un docu-film "Racconta, anche per noi"[23][24][25] per commemorare le vittime dell'Olocausto, di Roberto Olla, con la partecipazione di Sami Modiano e di un'altra superstite dello sterminio nazista degli ebrei, Edith Bruck, i quali raccontano alcune esperienze vissute nei campi di concentramento, un docu-film prodotto dagli Speciali del Tg5 Mediaset.
Antonio Ferrari e Francesco Battistini, Giorno della Memoria - Sami Modiano, n.B7456 a Birkenau - «Sono scampato alla camera a gas grazie a un carico di patate», in Sette, n. 4, Milano, Corriere della Sera, 2013.
Bruno Maida, La Shoah dei bambini, Torino, Einaudi, 2013, p. 346, ISBN9788806213855.
Camillo Brezzi, L'ultimo viaggio. Dalle leggi razziste alla Shoah. La storiografia, le memorie, 2021, Bologna, Il Mulino, p. 176, ISBN978-88-1529-158-5.
Francesco Zanella, Questi miei occhi non possono dimenticare. La voce dei sopravvissuti nei lager nazisti nelle testimonianze di Sami Modiano e Piero Terracina, 2022, GAEditoriª ed., Agira, p. 122, ISBN978-88-3204-813-1.
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