Morsenchio (Morsencc[1] in dialetto locale, IPA: [murˈsẽːtʃ]) è un antico borgo, ora quartiere di Milano, di cui già dal tredicesimo secolo è documentata l'esistenza, essendo costruito intorno alla chiesetta dedicata alla "Beatissima Vergine Maria", vicino al quale sorgeva un piccolo cimitero[2] dove nel 1571 vi si recò in visita pastorale San Carlo, arcivescovo di Milano.
Storia
Il Comune di Morsenchio aveva origine molto antiche, essendo già attestato nel tardo Medioevo. I suoi confini toccavano a nord e ad ovest i Corpi Santi, ad est Linate, e a sud San Donato e Nosedo. Al censimento del 1751 la comunità comprendeva 123 persone e tutto il suo territorio, comprese le cascine di Ponte Lambro, costituiva un'unica proprietà privata senza nessuna autorità pubblica.[3]
Al 1808, quando la popolazione aveva raggiunto le 200 unità, risale la prima esperienza di annessione a Milano su decreto di Napoleone, ma il ritorno degli austriaci cancellò quell'esperimento. Il paese crebbe lentamente, raggiungendo le 278 anime nel 1853, le 289 nel 1859, e le 314 nel 1861.[4]
Nel 1870 il Comune di Morsenchio venne soppresso e aggregato a quello di Mezzate,[5] municipio che ad inizio del Novecento cambiò nome in Linate. La definitiva sistemazione amministrazione avvenne il 1º gennaio 1925 allorquando, nell'ambito della ridefinizione dei confini sudorientali della città di Milano,[6] la frazione di Morsenchio passò nel territorio comunale del capoluogo meneghino.[7]
Nel dopoguerra la zona ospitò i capannoni della Montedison ed a partire dagli anni '60 subì un forte sviluppo urbanistico.
Note
^Dante Olivieri, Dizionario di toponomastica lombarda: nomi di comuni, frazioni, casali, corsi d'acqua ecc. della regione lombarda, studiati in rapporto alla loro origine, ed. Famiglia Milanese, 1931