Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il Football Club Internazionale Milano nelle competizioni ufficiali della stagione 2005-2006.
(Estratto di un'intervista a Massimo Moratti del 14 dicembre 2006.[7])
A capeggiare sulle maglie dell'annata una coccarda tricolore[8][9], simbolo della recente vittoria in coppa nazionale cui il 20 agosto 2005 fu dato seguito dall'affermazione in Supercoppa italiana[8][10]: opponente del caso la scudettata Juventus[11][12], battuta nei tempi supplementari dalla rete di Verón dopo un gol erroneamente annullato a Trezeguet.[13][14]
Pronta a riscattare il sofferto passato[15][16], l'Inter imbastiva un ennesimo assalto allo Scudetto[17]: conquistato temporaneamente il secondo posto a danno della Fiorentina[18][19], i nerazzurri caddero a 6 punti dalla capolista piemontese.[20][21] Domenica 2 ottobre 2005 andò infatti in scena un derby d'Italia «a senso unico»[13], con Ibrahimović a tenere in apprensione la retroguardia tanto da costringere Materazzi al fallo da giallo per neutralizzarne le giocate.[22][23]
Benché squalificato per un involontario sputo a Nedvěd[24][25], Samuel assurse ben presto a leader del pacchetto arretrato[26]: con la catena di sinistra formata da Wome e Solari per arginare l'annosa falla del binario[26], Júlio César scalzava Toldo e Orlandoni nelle gerarchie a protezione dei pali[27], rinunciando alla quinta punta dopo il trasferimento di Vieri in rossonero.[11][28] Pizarro si ergeva a «faro» del centrocampo[29], mentre l'ex Pallone d'Oro Luís Figo — unico rappresentante europeo nello schieramento titolare che si oppose all'Artmedia Bratislava con soli effettivi stranieri —[30][31] costituiva un riferimento per trequarti e corsie laterali[32][33], queste ultime puntellate da Aparecido César nel mercato invernale.[34][35]
La favorevole stracittadina milanese dell'11 dicembre 2005 restituiva una supremazia assente dal 3 marzo 2002[8][36], oltre a fruttare una piazza d'onore in solitaria mantenuta sino alla gara coi sabaudi del 12 febbraio 2006[37][38]: al comando di uno spogliatoio finalmente libero da malumori[39][40] l'allenatore Roberto Mancini — che pure strizzava l'occhio alla moda «esterofila» anche in campo locale —[41][42] vantò un saldo positivo di +11 rispetto all'ultimo torneo considerando un arco di 25 giornate.[43][44]
Il sipario sui sogni di gloria veniva calato dal già citato svedese e Alessandro Del Piero[13][45], le cui reti permisero di violare il Meazza aggravando a 12 lunghezze il ritardo della Beneamata[46][47]: controverso anche lo strascico del terzo appuntamento stagionale[48][49], ora a causa del presunto contatto avvenuto negli spogliatoi tra Luciano Moggi e il corpo arbitrale.[22][50]
Sul raggiungimento del podio incisero quindi il georgiano Kaladze — match winner del derby svoltosi il 14 aprile 2006[38][51], cui Javier Zanetti e compagni si approcciarono reduci dall'eliminazione in coppa maturata col Villarreal[52][53] — e il succitato difensore azzurro con una clamorosa autorete a Empoli[54][55], archiviando a quota 76 il campionato.[53][8]
Da menzionare tra l'altro una prima fase di Champions League tenutasi nella cornice di uno stadio Meazza deserto — complice la sanzione imposta dalla UEFA —[56][57], la marcatura più longeva del club in Serie A (opera di Mihajlović all'età di 37 anni e 47 giorni[58]) e un Adriano divenuto top scorer nella massima competizione d'Euorpa[59]: degno di nota anche il lancio professionistico che lo jesino riservò all'allora diciannovenne Leonardo Bonucci[60], nonché la riuscita difesa del titolo in Coppa Italia sempre a scapito della Roma.[9][61]
I provvedimenti adottati dalla Corte Federale in relazione allo scandalo-Calciopoli mutarono il responso del campo[62][63], allorché la condanna delle storiche opponenti ebbe per conseguenza il figurare dell'Inter al primo posto[64][65]: il 26 luglio 2006 una apposita commissione istituita da Guido Rossi (nominato a capo della Federazione[65][66]) si pronunciava in merito all'attribuzione del tricolore[65][64], coi legali Roberto Pardolesi e Massimo Coccia a coadiuvare l'ex arbitro e segretario Gerhard Aigner.[67][65]
Localizzando il fondamento del verdetto nell'articolo 49 del protocollo interno federale — il cui contenuto trattava per l'appunto casistiche di graduatorie sconvolte da provvedimenti quali retrocessioni a tavolino e similari —[67][65] i saggi disposero che la società venisse insignita del riconoscimento di campione d'Italia dovendosi tenere conto di una classifica stilata al netto delle sanzioni.[67][65]
Oggetto di un lungo contenzioso insorto tra le parti[68], l'esito del processo fu avversato a più riprese dal sodalizio bianconero con istanze volte a ottenere la restituzione del campionato in esame oppure la revoca del medesimo ai lombardi senza ulteriore conferimento[69][70]: l'inammissibilità dei vari ricorsi dichiarata dagli organi competenti determinò l'epilogo della controversia tanto sul piano ordinario quanto su quello sportivo[71], con rispettive decisioni della Cassazione e del Collegio di Garanzia CONI assunte nel dicembre 2018 e gennaio 2020.[72][73] Alla medesima linea si attenevano il TAR della regione Lazio nell'ottobre 2022 e, infine[74], il Consiglio di Stato nell'agosto 2023[75]: gli stessi torinesi abbandarono, in seguito, l'ipotesi della presentazione di un nuovo ricorso.[76][77]
Lo sponsor tecnico per la stagione 2005-2006 fu la Nike, mentre lo sponsor ufficiale fu la Pirelli.
Per gli incontri casalinghi con Livorno (16 ottobre 2005) e Lazio (19 marzo 2006) fu utilizzata in via sperimentale una maglia recante caratteri in lingua cinese[78], posizionati in luogo del normale sponsor.[79]
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Area Direttiva
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Statistiche aggiornate al 14 maggio 2006.
Legenda: Luogo: C = Casa; T = Trasferta. Risultato: V = Vittoria; N = Pareggio; P = Sconfitta.
Sono in corsivo i calciatori che hanno lasciato la società a stagione in corso.[1][2]