A difesa dei pali era schierato Zenga, con Bergomi e Brehme terzini[6]: lo «Zio» collaborava con il centrale difensivo Ferri in marcatura, mentre l'apporto del tedesco risultò fondamentale all'azione offensiva.[6] Nel ruolo di libero agiva Mandorlini, con la retroguardia che poteva inoltre contare su Baresi[6]; al regista Matteoli erano affiancati Berti e Matthäus, con l'ala Bianchi in appoggio alle punte Serena e Díaz.[6] Tra i rincalzi figuravano Malgioglio, Verdelli, Rivolta, Fanna e Morello.[6]
In Coppa Italia i nerazzurri accedettero al secondo turno[11][12], venendo però eliminati dalla Fiorentina.[13][14] A scongiurare una possibile rottura tra tecnico e spogliatoio, ascrivibile ai deludenti risultati, furono tuttavia i consigli di Matthäus al presidente Pellegrini[6]; sul versante agonistico l'Inter conobbe immediato riscatto portandosi in vetta al campionato sin dai primi turni[15], pur a fronte di un contesto tragico che vide la morte del tifoso ascolano Nazzareno Filippini a seguito di un'aggressione dei supporter meneghini.[16][17] In ambito sportivo, da segnalare invece una vittoria contro il Cesena firmata dalla rete di Matteoli dopo appena 9".[18] La squadra partecipò inoltre alla Coppa UEFA, arrendendosi al Bayern Monaco negli ottavi di finale[6]: dopo una storica affermazione in Germania[19] – cui concorse peraltro un celebre gol di Berti –[20] i nerazzurri caddero a San Siro in 7'[21] abbandonando il torneo.[6][22]
La Beneamata consolidò il primato in campionato grazie anche al successo nella stracittadina dell'11 dicembre 1988, con un gol realizzato da Serena in tuffo.[23] Benché sconfitta a Firenze nell'ultimo turno del girone di andata[24], la compagine lombarda incamerò il titolo d'inverno con un punto di margine sul Napoli di Maradona.[6] A tingere definitivamente di nerazzurro la stagione contribuì l'avvio della fase di ritorno[25][26], con Trapattoni che inanellò una serie di 8 vittorie consecutive eguagliando i record stabiliti da Cargnelli e Herrera nei tornei 1939-40 e 1964-65.[27][28] A fruttare un vantaggio di 7 punti nei confronti dei campani concorse anche il 6-0 sul campo del Bologna[29], circostanza corrispondente alla più ampia affermazione esterna del club (statistica poi migliorata nel 2013[30]).
A conferire matematicamente il titolo ai nerazzurri risultò proprio lo scontro diretto con i partenopei[31], battuti per 2-1 a Milano il 28 maggio 1989.[32] Assicuratasi il tricolore con 4 giornate di anticipo[33], la squadra subì la seconda sconfitta del campionato in casa del Torino[6], terminando alla quota di 58 punti in classifica sui 68 disponibili[34]: il ritardo accumulato dal Napoli secondo in classifica, fu pari a 11 lunghezze.[6] In aggiunta al punteggio – record assoluto per tornei con 18 partecipanti e 2 punti a vittoria –[6] l'Inter risultò primatista anche in fatto di gol realizzati e subìti, posizionando peraltro Serena in vetta ai marcatori con 22 centri.[35] Il primo successo colto da Trapattoni in panchina corrispose al 13º titolo nazionale della Beneamata, giunto a 9 anni dal precedente di Bersellini.[10]
Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico per la stagione 1988-1989 fu Uhlsport, mentre lo sponsor ufficiale fu Misura.
^abcGara disputata in campo neutro per lavori di ristrutturazione nei maggiori stadi italiani in vista dei Mondiali 1990; cfr. Daniele Mastrogiacomo, I Mondiali dei miliardi, in la Repubblica, 2 marzo 1990, p. 11.