Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il Football Club Internazionale Milano nelle competizioni ufficiali della stagione 2004-2005.
(Ricostruzione di Filippo Grassia e Gianpiero Lotito sulla prima stagione di Mancini all'Inter.[4])
Da una Lazio in grave crisi societaria[8][9], proveniva durante l'estate 2004 il tecnico Roberto Mancini[10][11]: personalmente apprezzato da Massimo Moratti per il carisma utile a governare uno spogliatoio incline all'anarchia[12][4], lo jesino instaurò col club un sodalizio mai giunto a compimento negli anni da calciatore.[13][14]
Esame iniziale da sostenere il turno di qualificazione alla Champions League[15], con l'elvetico Basilea liquidato in scioltezza[16][17]: a destare qualche apprensione il sorteggio nel gruppo includente Werder Brema e Valencia[18][19], rispettive campioni in Bundesliga e Primera División con gli spagnoli tra l'altro impostisi nella Coppa UEFA e Supercoppa Europea.[20] In fatto di mercato da segnalare il passaggio di Fabio Cannavaro alla Juventus[21][22], compensato dall'acquisto del portiere Carini[23]: in precedenza tesserato dagli stessi bianconeri[24], l'estremo difensore uruguaiano raccolse poco spazio a Milano.[25]
Chiamata a esordire in campionato nell'anticipo pomeridiano del sabato[26], l'Inter si misurò con il Chievo sul difficile terreno del Bentegodi[27][28]: votati alla copertura i nuovi laterali Favalli e Mihajlović[29][30], l'incursore Zé Maria e un «tuttocampista» Cambiasso formavano assieme all'incontrista Davis e al regista Verón la linea mediana.[31] Aperto il punteggio grazie a Stanković[32][33], un black out difensivo comportò la rimonta scaligera col pari fissato da Adriano[34][35]: sempre opera del brasiliano un gol decisivo per centrare a Bergamo la prima vittoria[36][37], col debutto del classe 1980 Burdisso macchiato dal sanguinoso retropassaggio di cui approfittò Budan per trovare il momentaneo 1-0.[38]
Presentandosi all'Olimpico dopo aver espugnato Anderlecht in coppa[39][40], Javier Zanetti e soci dilapidarono clamorosamente un vantaggio per 3-1 facendosi riprendere dalla Roma[41][42]: sotto accusa l'esperto quanto a tratti rivedibile Toldo[43], sostituito da Fontana nella trasferta del Mestalla.[44] Ammutolito a suon di reti il pubblico iberico[45][46], i nerazzurri trassero un prezioso punto dalla stracittadina del 24 ottobre 2004 anche per merito della riserva cesenate tra i pali[47][48]; la chiara tendenza al pareggio sarebbe assurta a «costante» stagionale per i 18 nulla di fatto su 38 gare[49][50], con 7 di essi raccolti addirittura consecutivamente nel pieno dell'autunno.[51][52]
Accompagnato da carenze financo elementari del pacchetto arretrato[54], il succitato filotto giunse a termine col derby d'Italia del 28 novembre 2004[55][56]: Zalayeta e Ibrahimović sembrarono consegnare il trionfo ai piemontesi[57][58], senza aver però fatto i conti col modulo iperoffensivo tentato da Mancini – gettando nella mischia Vieri e Recoba per supportare Martins e Adriano –[59][60] che portava all'insperato 2-2 nei minuti conclusivi.[61][58] Rivelatasi almeno in avvio poco funzionale[62], l'imbattibilità era salvaguardata in extremis a Siena[63][64]: ben più soddisfacente il percorso in Europa[19], con l'abbinamento al Porto (accentratore dei titoli continentale e mondiale nell'anno solare[65]) una volta chiuso in testa il girone senza concedere gol a San Siro.[19]
Guarita strada facendo da pareggite e lacune nell'impianto difensivo – riassumibili nel generico sfilacciamento di un reparto «colabrodo» e spesso manchevole su concetti basilari del gioco –[66][67] la formazione partì con altro piglio nel 2005[68][69], inseguendo un terzo posto conteso da Sampdoria e Udinese[49][70]: sconfitti i liguri al Meazza capovolgendo in appena 6' il passivo[71][72], Vieri evitò un tracollo a Parma raggiungendo nell'occasione le 100 marcature con la squadra.[73][74] Lasciatasi sfuggire i 3 punti nello stadio friulano[75][76], domenica 27 febbraio 2005 la Beneamata incappava in una battuta d'arresto sconosciuta da 40 partite[77][78]: anteprima dell'euroderby valevole per i quarti di finale[79][80], il confronto meneghino era risolto da Kakà.[48][81]
Sbrigata senza eccessivi patemi la formalità costituita dai lusitani[82][83], con tripletta di Adriano nel retour match[84], l'Inter cadeva in maniera arrendevole dinnanzi ai rossoneri[85][86]: già maturata in pratica sul rettangolo erboso[87][48], l'eliminazione venne sancita dalla giustizia sportiva a causa delle intemperie dei tifosi che provocarono il 12 aprile 2005 un'anticipata sospensione della sfida e la conseguente squalifica per il pubblico.[88][89]
A riprova della fiducia e consapevolezza acquisite dall'ambiente[90][4], i milanesi colsero a Torino un fondamentale successo per l'obiettivo del podio[58][91]: pur soffrendo a Messina una beffa nel recupero[92][93], all'allenatore marchigiano riuscirono il piazzamento-Champions e l'affermazione in Coppa Italia.[94][95] Lanciando segnali incoraggianti in ottica futura[96][97], la società veniva nominata al primo posto nella graduatoria mondiale redatta dalla IFFHS[98][99]: ipotecata la conquista del summenzionato trofeo già nella partita d'andata[100], il 15 giugno 2005 una punizione di Mihajlović stese definitivamente i capitolini aprendo la bacheca di Via Durini per la prima volta dal 1998.[101][102]
Lo sponsor tecnico per la stagione 2004-2005 fu la Nike[103], mentre lo sponsor ufficiale era la Pirelli.[103]
Per gli incontri casalinghi di Champions League, venne utilizzata una divisa ispirata a quella della stagione 1997-98 (impiegata nella circostanza per gli appuntamenti di Coppa UEFA).[103]
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Area direttiva
Area marketing
Area organizzativa
Area comunicazione
Area tecnica
Area sanitaria
Statistiche aggiornate al 15 giugno 2005.
Legenda: Luogo: C = Casa; T = Trasferta. Risultato: V = Vittoria; N = Pareggio; P = Sconfitta.
Sono in corsivo i calciatori che hanno lasciato la società a stagione in corso.[1][2]