Pizzi iniziò la sua attività di scenografo nel 1952, collaborando con il Piccolo Teatro di Genova nella messa in scena della Leocadia di Anouilh per la regia di Giulio Cesare Castello[4], nonché, nel campo del melodramma, disegnando per il Teatro Comunale, sempre di Genova, la sua prima opera lirica, Don Giovanni, sempre nel 1952.[5][6] L'affermazione definitiva arrivò successivamente con il sodalizio – protrattosi per molti anni – con la compagnia De Lullo-Falk-Guarnieri-Valli,[7] a partire dal 1955.[4] Con riferimento al primo periodo dell'attività artistica di Pizzi, è da ricordare in modo particolare, nel campo della lirica, "la leggera, forbita eleganza del suo Orlando (1959, Firenze) [che] lo costituì come interprete di punta della tradizione barocca e lo condusse a concentrarsi in modo crescente sul lavoro operistico".[5]
L'attività di Pizzi non si limitò comunque solamente al teatro, lirico e di prosa, ma si estese anche al cinema e alla televisione, per la quale, e precisamente per la Rai, curò, dopo le scenografie di una puntata de Il Mattatore, nei primi anni sessanta i costumi della miniserie televisiva Mastro Don Gesualdo, diretta da Giacomo Vaccari. Nel 1961 curò i costumi della miniserie televisiva Graziella.
Nel 1977 Pizzi decise comunque di passare anche alla regia esordendo con la direzione di un Don Giovanni di Mozart, con protagonista Ruggero Raimondi, al Teatro Regio di Torino, ed iniziando così un capitolo tutto nuovo e particolarmente fecondo della sua attività artistica.
Gli anni ottanta furono il periodo in cui si manifestò in pieno la particolare sensibilità di Pizzi per il barocco e per Rossini, che, se non ne ha certamente esaurito il campo di attività,[8] l'ha altrettanto certamente caratterizzata in modo durevole e profondo, facendo dell'artista uno dei protagonisti di primissimo piano della belcanto-renaissance e consentendo a Rodolfo Celletti di scrivere, fin dal 1983: "l'opera barocca e Rossini hanno oggi un loro regista", Pier Luigi Pizzi.[9] Per la verità, il punto di inizio del carriera registica rossiniana e barocca di Pizzi va antidatato di due anni, al 1978, quando fu messo in scena al Teatro Filarmonico di Verona il vivaldianoOrlando Furioso, produzione che "segnò l'inizio in epoca moderna di un nuovo interesse a livello mondiale per le opere di Antonio Vivaldi",[10], che fu esportata in tutto il mondo e che fu infine videoregistrata nel 1989 all'Opera di San Francisco. Fu a partire da questa "esperienza meravigliosa ed estenuante",[11] che Pizzi sviluppò negli anni ottanta rapporti di collaborazione stretta soprattutto con il Festival di Aix-en-Provence, con il Rossini Opera Festival e con il Teatro Valli di Reggio Emilia, che consentirono l'allestimento di tutta una serie di produzioni che riscossero un clamoroso, quasi unanime, successo, e che costituirono un punto di partenza fondamentale per il rientro del teatro belcantista nel repertorio operistico contemporaneo. Tra i suoi allestimenti più apprezzati vi furono Semiramide di Gioachino Rossini[12][13], Ariodante di Georg Friedrich Händel[14], Tancredi di Gioachino Rossini[15][16], L'assedio di Corinto di Gioachino Rossini[17], Les Indes galantes di Jean-Philippe Rameau[18]Hippolyte et Aricie di Jean-Philippe Rameau[19], Mosè in Egitto di Gioachino Rossini[20], L'Orfeo di Claudio Monteverdi/Luciano Berio,[21], Le comte Ory di Gioachino Rossini[22]Rinaldo di Georg Friedrich Händel,[23]Maometto II di Gioachino Rossini,[24]Bianca e Falliero di Gioachino Rossini[25] e Otello di Gioachino Rossini.[26]
^Il cast dell'esordio di Pizzi nell'opera era, a dir poco, sensazionale: "Donna Anna era cantata da Birgit Nilsson, Nicola Rossi-Lemeni era Don Giovanni, Italo Tajo era Leporello, Cesare Valletti don Ottavio, Alda Noni Zerlina" (Pizzi, Le théâtre d'images de Pier Luigi Pizzi, intervista citata a Odb Opéra).
^All'intervistatrice che gli riferiva dell'appellativo di "principe del barocco", datogli dai francesi, lo stesso Pizzi così rispondeva nel 1991: "Non mi piacciono le etichette. Ho fatto anche molto Wagner e Verdi, e opere russe, e titoli contemporanei. Ma il barocco, certo, è una dimensione che mi è molto congeniale" (L. Bentivoglio, articolo citato).
^' Storia del belcanto, Fiesole, Discanto, 1983, p. 209.
^Guido Johannes Joerg, libretto annesso al DVD Arthaus Musik del 2000 (registrazione 1989).
^Parole di Pizzi riferite da Leonetta Bentivoglio (articolo citato).
^Massimo Mila, Una bella «Semiramide» rilancia il Regio, in La Stampa, 26 aprile 1981.
^Angelo Foletto, È madre e regina: ama, uccide, ma soprattutto canta, in la Repubblica, 7 marzo 1981.
Leonetta Bentivoglio, Pier Luigi Pizzi Il teatro delle macchine (intervista), «la Repubblica», 22 novembre 1991
Salvatore Caruselli (a cura di), Grande enciclopedia della musica lirica (ad nomen, IV, p. 991), Longanesi &C. Periodici S.p.A., Roma
(EN) Marina Henderson, Pizzi, Pier Luigi, in Stanely Sadie (a cura di), The New Grove Dictionary of Opera (III, pp. 1027–1028), New York, Grove (Oxford University Press), 1997. ISBN 978-0-19-522186-2
(FR) Jérémie Leroy-Ringuet, Le théâtre d'images de Pier Luigi Pizzi (intervista), «Odb Opéra» (forum on-line), 26 febbraio 2006
Fabio Poggiali, Sulle orme della Compagnia dei Giovani: De Lullo-Falk-Guarnieri-Valli- Albani, Bulzoni, Roma 2007. ISBN 9788878702059
Fabio Poggiali, Giorgio De Lullo regista pirandelliano, Mimesis, Milano 2012. ISBN 9788857511238