Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Juventus Football Club nelle competizioni ufficiali della stagione 1995-1996.
Stagione
L'organico impostosi nel campionato precedente conobbe nuovi innesti, tra i quali il giovane Pessotto e l'esperto Vierchowod chiamati a puntellare la retroguardia,[3]Jugović a rinfoltire la mediana[4] e Padovano deputato a prima riserva dell'attacco;[5] sfortunato il neoacquisto Lombardo, gravemente infortunatosi nell'amichevole agostana di Cesena contro il Borussia Dortmund (frattura di tibia e perone) e costretto a rimanere ai margini della rosa per gran parte dell'annata.[6]
Lasciò Torino un protagonista della Juventus d'inizio decennio, lo stopper Kohler,[5] ma a destare scalpore fu soprattutto il divorzio dal fantasista e capitano Roberto Baggio,[3] costretto malvolentieri ad accasarsi al Milan per fare spazio all'emergente Del Piero su cui la società decise di puntare per ragioni sia anagrafiche sia economiche: un avvicendamento rivelatosi a posteriori un importante passaggio di consegne, ma che nell'immediato non mancò di suscitare perplessità presso la tifoseria e gli addetti ai lavori, circa il rischio di affidare gran parte delle sorti della squadra a un ventenne che, sia pur promettente, era ancora atteso al definitivo salto di qualità.[7] Sotto il profilo tattico, il nuovo numero dieci bianconero andò a sostituire Baggio posizionandosi in appoggio alle confermate punte Ravanelli[8] e Vialli,[9] quest'ultimo nominato nuovo capitano della squadra.[10]
In ambito europeo la Juventus fece il proprio debutto in Champions League cominciando il proprio cammino da un girone nel quale erano inserite Borussia Dortmund, Steaua Bucarest e Rangers: sconfitti i teutonici all'esordio, la compagine sabauda s'impose poi contro i romeni tra le mura amiche e in entrambe le sfide con gli scozzesi, guadagnando anzitempo il passaggio del turno.[12] A complicare la difesa del titolo nazionale soggiunsero invece una pluralità d'incertezze, fattore che precluse agli uomini di Lippi un duello ad armi pari con Milan e Fiorentina;[13] arresasi con entrambe le formazioni capitoline, la squadra bianconera – che pure rifilò una netta manita al Torino nella stracittadina del 3 dicembre 1995[14] – fallì nell'insidiare meneghini e gigliati durante la fase di andata del campionato.[15]
Nel gennaio 1996 fu comunque incamerata la Supercoppa italiana, l'unico trofeo nazionale sino a quel momento assente dalla bacheca del club: ad affossare il Parma, rivale d'elezione nella stagione passata[16] e finalista uscente in Coppa Italia, contribuì una rete di Vialli.[17] Proprio nella coppa nazionale tuttavia la squadra bianconera, detentrice della Coccarda, già in ottobre aveva pagato una precoce eliminazione nei supplementari del terzo turno per mano dell'Atalanta, futura finalista dell'edizione.[18]
Pur a fronte di un principio di rimonta lanciato nelle battute iniziali della seconda parte di torneo,[19] la Juventus conobbe maggiori fortune sul versante continentale. Nei quarti di finale della Champions League i piemontesi superarono il Real Madrid, riuscendo a ribaltare nel retour match al Delle Alpi, grazie alle reti di Del Piero e Padovano, la sconfitta di misura patita all'andata sul terreno degli iberici.[20] Avversario in semifinale risultò quindi il Nantes-Atlantique, regolato 2-0 nella gara di andata a Torino, parziale che rese ininfluente la sconfitta 2-3 nel ritorno in terra francese;[21] nuovamente ammessa alla finale della massima competizione europea dopo undici anni dal trionfo dell'Heysel, frattanto la Juventus concluse il campionato al secondo posto con 8 lunghezze di ritardo dal Milan scudettato.[22]
Il successo continentale si consumò all'Olimpico di Roma, ai danni dell'Ajax campione d'Europa uscente, che replicò al vantaggio di Ravanelli con un gol di Litmanen:[23] col risultato persistito in equilibrio anche all'overtime, l'epilogo ai tiri di rigore premiò gli italiani, dopo le parate del numero uno bianconero Peruzzi sui tentativi di Davids e Silooy, cui fece seguito la decisiva realizzazione di Jugović.[24]
Divise e sponsor
Il fornitore tecnico per la stagione 1995-1996 fu Kappa, mentre lo sponsor ufficiale fu Sony;[26] in quest'ultimo caso, per la prima volta nella sua storia la Juventus optò per un composit sponsor, ovvero mostrare due differenti marchi nel corso di un'unica annata: nella parte iniziale della stessa, sulle divise bianconere riservate all'ambito nazionale comparve infatti, abbinato al logo Sony, anche quello del suo prodotto MiniDisc.[27]
La squadra confermò le uniformi già utilizzate nella precedente annata, solo aggiornate in piccoli aspetti – dettati dall'inserimento dello scudetto, sopra al cuore, e specularmente della coccarda tricolore, a testimonianza del double nazionale realizzato pochi mesi prima –:[28] in particolare nella seconda divisa gialloblù «stellata», rispetto alla stagione 1994-1995 lo stemma societario, per far posto allo scudetto, analogalmente con quanto già accadeva sulla divisa casalinga venne miniaturizzato e spostato all'interno dello scollo del colletto.[25][29] Venne anche riproposta per il secondo anno di fila una terza divisa giallonera basata sul template della seconda uniforme, ma come già accaduto nella precedente stagione, non fu mai sfoggiata in gare ufficiali dalla formazione piemontese.[25]
Casa
Trasferta
Terza divisa
Novità regolamentare della stagione, per la prima volta nella storia del calcio italiano fu introdotta la numerazione fissa, con l'apposizione del cognome dei giocatori sopra ai numeri di maglia che diventavano quindi prestabiliti per l'intera annata.[30] Tale pratica venne adottata in tutte le competizioni della Lega Nazionale Professionisti (Serie A, Coppa Italia e Supercoppa di Lega), mentre in Champions League l'UEFA la impose unicamente per la finale; ciò portò a una discriminante per quanto concerne la seconda divisa gialloblù: mentre nelle mute approntate per le competizioni nazionali i cognomi erano riportati in bianco così come i numeri, alle uniformi utilizzate a Roma contro l'Ajax venne applicata una banda bianca riportante al suo interno, in nero, i cognomi dei calciatori.[31]
^Gara in programma il 16 marzo 1996 (ore 15:00 CET), rinviata come l'intera giornata di campionato del 16-17 marzo 1996 per uno sciopero indetto dall'AIC; cfr. Il calcio fa autogol: domenica niente partite, in La Stampa, 15 marzo 1996, p. 1. URL consultato il 10 aprile 2021.
Bibliografia
AA.VV., Calciatori 1995-96, edizione speciale per "La Gazzetta dello Sport", Modena, Franco Cosimo Panini Editore, 2005.
Nicola Calzaretta, I colori della vittoria, Pisa, Goalbook Edizioni, 2014, ISBN978-88-908115-9-3.