Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Juventus nelle competizioni ufficiali della stagione 1942-1943.
Stagione
La rosa vide le maggiori novità negli innesti di un nuovo portiere, il promettente Sentimenti IV, e in ottobre di un crepuscolare Giuseppe Meazza, all'unica stagione in maglia bianconera[2] e in cerca di riscatto dopo alcune stagioni non all'altezza della sua fama.
Più vivace fu la situazione relativa alla panchina: in estate la Juventus iniziò la preparazione agli ordini di Virginio Rosetta e Luis Monti, rispettivamente direttore tecnico e allenatore, tuttavia tra agosto e settembre Felice Borel, di ritorno in bianconero dopo un'annata trascorsa con i concittadini granata, pur da calciatore cominciò a insegnare alla squadra il modulo del sistema, collaborando con i due tecnici e proponendosi di fatto nel doppio ruolo di giocatore-allenatore; per precedenti accordi con il Torino, infatti, Farfallino non poteva essere impiegato in campo sino al 1943. Frattanto, in novembre Monti andò al Varese, mentre i granata liberarono anticipatamente Borel permettendogli di rivestire immediatamente la maglia juventina.[3]
Proprio nella stracittadina del 18 ottobre 1942, infortunato, Farfallino seguì ugualmente in campo la squadra nelle vesti di allenatore, utilizzando il tesserino di Rosetta: tale comportamento portò alla squalifica di entrambi sino alla fine del mese.[4] Successive indagini della Federcalcio stabilirono che Borel da tempo svolgeva abusivamente attività tecnica per i bianconeri, imponendo che questi venisse da quel momento utilizzato dalla formazione piemontese esclusivamente come calciatore; sicché dal 30 ottobre 1942 sino al termine dell'annata, la Juventus fu ufficialmente guidata dal solo Rosetta.[3]
Per quanto concerne il lato sportivo, i piemontesi chiusero il campionato di Serie A al terzo posto, dietro a un nascente Grande Torino e alla rivelazione Livorno, distinguendosi per il miglior attacco del torneo grazie al tridente composto da Riza Lushta (16 gol), Sentimenti III (17) e Meazza (10).[1] Infine in Coppa Italia la Juventus, detentrice del trofeo, dopo aver superato ai sedicesimi di finale la MATER di Roma in goleada (con una cinquina di Sentimenti III che bastò a farne, in coabitazione con il granata Valentino Mazzola e il genoano Bruno Ispiro, il capocannoniere dell'edizione), venne eliminata agli ottavi da un'altra formazione capitolina, la Lazio del futuro bianconero Silvio Piola.
Fabrizio Melegari (a cura di), Almanacco illustrato del Calcio - La storia 1898-2004, Modena, Panini, 2004.
Fabrizio Melegari e Luigi La Rocca (a cura di), Storia del Campionato Italiano dal 1941-42 al 1946-47, in Calciatori 1963-64, edizione speciale per "La Gazzetta dello Sport", Modena, Franco Cosimo Panini Editore, 2005.
Collegamenti esterni
Stagione 1942/43, su myjuve.it. URL consultato il 7 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2012).