Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Juventus Football Club nelle competizioni ufficiali della stagione 1971-1972.
Stagione
A cinque anni di distanza dall'ultimo trionfo nazionale, nel 1972 la Juventus mise in bacheca il suo quattordicesimo scudetto. Iniziò a dare i suoi frutti il progetto di rinnovamento della squadra voluto dal presidente Giampiero Boniperti nell'estate 1970, un lavoro cominciato dallo sfortunato Armando Picchi, precocemente scomparso, e portato a compimento in questa stagione dal tecnico cecoslovacco Čestmír Vycpálek, promosso dalle giovanili bianconere: si trattò del primo tassello di quello passato alla storia come un Ciclo Leggendario capace di dipanarsi per il successivo quindicennio, che vedrà la Juventus di nuovo ai vertici in Italia e, per la prima volta, capace di primeggiare anche in campo continentale.
In quest'annata i numerosi e promettenti giovani che componevano la rosa bianconera, su tutti i difensori Antonello Cuccureddu e Luciano Spinosi, l'ala Franco Causio e la punta Roberto Bettega, consentirono alla Vecchia Signora di avere la meglio in campionato di rivali quali i redivivi concittadini granata nonché le due milanesi.
Una volta chiuso il girone di andata da campione d'inverno, nella tornata conclusiva la Juventus – pur privata dell'apporto sottorete di Bobby Gol Bettega, debilitato da una complicata forma di pleurite che lo costringerà a lunghi mesi di stop, e sostituito nell'undici titolare da Adriano Novellini – mantenne pressoché stabilmente la testa della classifica, resistendo ai ritorni del Milan del parònRocco, di un Cagliari in risalita grazie a un ritrovato Riva, e soprattutto dell'outsiderTorino; proprio gli uomini di Giagnoni si issarono in vetta a quattro giornate dal termine, salvo cadere una settimana dopo nello scontro diretto di San Siro e lasciare strada ai concittadini bianconeri: una formazione già competitiva ma a tratti ancora acerba, che infatti rischiò di gettare al vento il titolo a 180' dal termine con il passo falso di Firenze, e alla fine campione di un solo punto sul tandem rossonerogranata.
Non altrettanto fruttuosi risultarono i percorsi nelle altre competizioni stagionali. In Coppa Italia la Juventus, dopo aver superato la prima fase a gironi, primeggiando in un raggruppamento con i pari categoria della Sampdoria e i cadetti di Genoa, Bari e Taranto, non riuscì poi a passare la seconda fase chiudendo all'ultimo posto un girone con Inter, Milan e Torino. Nella prima edizione della Coppa UEFA – erede de facto della soppressa Coppa delle Fiere – i piemontesi si spinsero fino ai quarti di finale, eliminando in sequenza i maltesi del Marsa, gli scozzesi dell'Aberdeen e gli austriaci del Rapid Vienna, prima di cadere contro gli inglesi del Wolverhampton, futuri finalisti.
^ Massimo Perrone, E poi c'è Milan-Juve... Lo spettacolo è servito, in SportWeek, nº 45 (910), Milano, La Gazzetta dello Sport, 10 novembre 2018, p. 56.
^Gara sospesa all'86' per circa tre minuti a causa di una festosa invasione di campo dei tifosi bianconeri scaturita da un fischio del direttore di gara scambiato per il segnale di chiusura dell'incontro; cfr. Bruno Bernardi, La doppia "festosa" invasione, in Stampa Sera, 29 maggio 1972, p. 9. URL consultato il 28 maggio 2021.
^Giornata di Coppa Italia prevista per sabato 10 giugno 1972 in orario serale, posticipata di un giorno su richiesta di Fiorentina, Inter e Juventus per ragioni d'incasso (concomitanza con la finalissima del telequizRischiatutto); cfr. Il Rischiatutto fa «paura» Coppa Italia alla domenica, in La Stampa, 6 giugno 1972, p. 16. URL consultato l'11 giugno 2021.