La chiesa prepositurale di Santa Maria Segreta è un luogo di cultocattolico di Milano, sede dell'omonima parrocchia; l'edificio è situato nel municipio 1, in via Mascheroni, in posizione prospiciente piazza Tommaseo.[1]
Storia
Il Sacello di Demetra
Il termine "segreta" nel nome della chiesa è legato alla presenza, sullo stesso luogo dove sorgeva l'antica chiesa di Santa Maria Segreta, di un tempiopagano di epoca romana, per la precisione un sacello (in latino, secretum) dedicato a Demetra[2].
Il culto per questa dea greca, o per Cerere, ossia per il corrispettivo romano di Demetra, era molto importante per la società romana, visto che Demetra (e Cerere) era una divinità materna della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti, ma anche dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni.
Fu sant'Ambrogio a ordinare la demolizione dei templi pagani e la costruzione di chiese e basiliche cristiane: alcune chiese sorsero sullo stesso luogo dove in precedenza erano eretti templi pagani, mentre in alcuni casi questi ultimi furono convertiti in luoghi di culto cristiani[3].
La successiva chiesa
L'antica chiesa di San Maria Segreta, che sorgeva nei pressi del Cordusio, venne costruita nell'836 e poi ricostruita nel XVII secolo in stile barocco. Fu in seguito demolita nel 1911 per permettere la costruzione del palazzo delle poste.[4]
La nuova chiesa venne edificata su un terreno adiacente piazza Tommaseo ceduto dal comune alla parrocchia nel 1909.[5] Il progetto venne affidato all'architetto Augusto Brusconi che si ispirò alla chiesa demolita. La prima pietra del nuovo complesso venne posata nel maggio 1911 dall'arcivescovocardinaleAndrea Carlo Ferrari e la costruzione della chiesa, iniziata nel 1912, venne portata a termine nel 1918.[6]
La chiesa di Santa Maria Segreta è in stile neobarocco. La sua facciata, ispirata a quella della chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia,[8] è affiancata da due bassi campanili a pianta quadrangolare; in quello di destra, si trova un concerto di cinque campane in Si♭3 fuse a Seregno dalla ditta Ottolina.[9] La parte centrale del prospetto, che termina in alto con un timpano triangolare, è decorata da quattro statue, ciascuna all'interno di una propria nicchia, e in essa si apre in basso il portale d'accesso alla chiesa, sormontato da un bassorilievo ovale in marmo di Botticino raffigurante la Madonna col Bambino.[10]
L'interno della chiesa è fortemente ispirato a quello dell'antica Santa Maria Segreta ed è costituito da un'unica navata coperta con volta a botte lunettata, lungo la quale si aprono tre cappelle per lato. Il capocroce è costituito da tre absidi, una in asse con l'ingresso e due ad essa perpendicolari a formare il transetto.[5] Della chiesa demolita si conservano alcune opere, come i due pulpiti di Luigi Canonica posti ai lati del presbiterio e una tavola del 1492 di scuola napoletana raffigurante l'Incoronazione della Vergine;[8] l'apparato decorativo è invece opera di vari artisti attivi nei primi anni del XX secolo, tra i quali Eliseo Fumagalli, Aristide Albertella, Vanni Rossi e Luigi Morgari.[6]
Lo strumento è a trasmissione integralmente meccanica e la sua consolle è a finestra; essa dispone di tre tastiere di 58 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note. I registri sono azionati da manette a scorrimento laterale disposte su quattro colonne ai lati delle tastiere.[12] Il materiale fonico, ad eccezione delle prime canne del registro di Contrabbasso 32' del Pedale, è racchiuso all'interno di una cassa lignea, la cui mostra è costituita da canne di principale, con la griglia della cassa espressiva a vista, sopra la consolle, con ai lati le trombe orizzontali.
Note
^S. Maria Segreta, su to.chiesadimilano.it. URL consultato il 22 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
^Mediolanum-Milano, su romanoimpero.com. URL consultato l'8 luglio 2018.
^ Giuseppe Tesorio, Gli angeli «meteorologi» di Santa Maria Segreta, archiviostorico.corriere.it, 11 marzo 2013. URL consultato il 22 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).