Nell'antica Roma il pulpito indicava il luogo elevato dal quale il magistrato romano amministrava la giustizia, un palco dal quale parlavano gli oratori e, come faceva Vitruvio, il palcoscenico su cui recitavano gli attori.
Uso cristiano
Con l'avvento del cristianesimo e la trasformazione della società, in epoca medievale si identifica il pulpito con il palco da cui parla il predicatore. Successivamente divenne un elemento obbligatorio per le chiese romaniche.
Attualmente tale struttura è raramente utilizzata, anche grazie ai moderni sistemi di amplificazione che consentono al sacerdote di essere udito chiaramente anche dall'altare.
Il pulpito può essere in legno, marmo o anche ferro battuto ed è collocato nella navata centrale della chiesa, normalmente accanto all'altare maggiore. Fra i più antichi vi è quello di Sant'Ambrogio a Milano, risalente all'XI secolo.
Può essere costituito da una struttura ornamentale poggiata al pavimento, sulla cui sommità si pone il predicatore, o rialzato, addossato a un pilastro o parete della chiesa, con una scala di accesso, una piattaforma circolare o quadra (o poligonale) contornata da un parapetto e destinata ad ospitare il predicatore, una copertura (paracielo) di forma rotonda o quadra, in armonia con quella della piattaforma, che ha la funzione d'impedire la dispersione della voce dell'oratore verso l'alto, riflettendola verso il basso.
Nelle chiese cristiane, il pulpito si differenzia dall'ambone o pergamo: quest'ultimo è esclusivamente dedicato alla proclamazione delle letture bibliche e, di regola, non alla predicazione.