Il ciborio è un elemento architettonico a forma di baldacchino che sovrasta l'altare maggiore nelle chiese. Poggia generalmente su quattro supporti verticali raccordati mediante archi e reggenti una volta piana o cupoletta, destinata a custodire la pisside contenente le ostie consacrate. Se il ciborio è privo delle colonne di sostegno ed è appeso al soffitto, prende il nome di capocielo.[1]
Descrizione
In molte altre lingue la parola ciborio è utilizzata sia per indicare la struttura qui descritta, sia per indicare la pisside. In italiano, generalmente, si distingue tra ciborio e pisside. Il primo corrisponde al complesso che include anche il tabernacolo.
Il ciborio è posto a protezione dell'altare che, infatti, è anche l'immagine dell'altare di cui parla l'Apocalisse di Giovanni all'apertura del quinto sigillo: l'altare sotto il quale si trovano "le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa" (Ap. 6,9). Essi sono martiri cristiani la cui morte è a immagine di quella di Cristo. Dal V secolo nell'altare vengono deposte le reliquie dei martiri, oppure l'altare si erge sulla tomba di un martire. Simbolicamente questo significa che i martiri, testimoni della Parola, vengono assimilati al sacrificio di Cristo.[2]
Note
^Capocielo, su garzantilinguistica.it. URL consultato il 18 gennaio 2017.
^Maria Luisa Mazzarello, Maria Franca Tricarico, La Chiesa nel tempo. La narrazione dell'architettura sacra. Ed. Il Capitello, Elledici scuola, pag. 52.