Il vocabolo deriva dal termine latinotemplum, che tuttavia non indica l'edificio, ma un luogo consacrato, orientato secondo i punti cardinali, secondo il rito dell'inauguratio e che corrisponde allo spazio sacro del cielo.
Per indicare l'edificio sacro veniva utilizzato il termine aedes, la dimora destinata al culto della divinità mediante la cerimonia della consecratio e della dedicatio[1].
L'architettura romana sacra insieme con quelle greca ed etrusca si influenzano vicendevolmente anche se ognuna ha dei caratteri peculiari.
La più marcata differenza del tempio romano rispetto al tempio greco è la sua sopraelevazione su un alto podio, accessibile da una scalinata spesso frontale. Inoltre si tende a dare maggiore importanza alla facciata, mentre il retro è spesso addossato a un muro di recinzione e privo dunque del colonnato[2].
La realizzazione del tempio era scandita da cinque fasi[4];
votum, promessa della costruzione del tempio ad un dio, generalmente per supplica o ringraziamento in occasione di battaglie, lotte interne o calamità naturali;
locatio, la scelta del luogo della costruzione del tempio;
inauguratio, prima della costruzione il luogo prescelto veniva delimitato e sacralizzato dagli Auguri;
consecratio, terminata la costruzione, i Pontefici consacravano il tempio alla divinità;
dedicatio, la dedica ufficiale al dio, che in quel giorno (dies natalis) veniva celebrato con cerimonie annuali.
Funzioni
Dal punto di vista sacrale il tempio era la dimora del dio, il luogo sacro deputato alle cerimonie ed alle preghiere e nel quale venivano conservati gli oggetti votivi offerti dai fedeli.
La principale caratteristica della religione romana, che era inscindibilmente legata alla sfera pubblica, trova conferma nell'utilizzo dei templi come luoghi nei quali si svolgevano attività anche non religiose, come le sedute del Senato (Tempio di Bellona, Tempio di Apollo Palatino)[1].
Altri esempi sono il tempio diGiove sul Campidoglio, davanti al quale si fermavano i cortei trionfali[5], e il tempio di Saturno, dove era conservato l'erario e sul cui podio erano affissi i documenti pubblici.
Note
^abAedes in Enciclopedia dell'arte antica Treccani, 1958
^La sua forma circolare venne ricondotta sia dalle fonti antiche (Ovidio, Fasti, 6, 261-262), sia nei primi studi archeologici, alla forma delle originarie capanne della Roma antica