Di questo genere di costruzioni esistono resti archeologici nella Germania del Nord, datati sin dal VII secolo a.C., alcuni secoli prima che queste terre fossero invase dai Romani: vedasi il sito di Ockenhausen vicino a Leer, dove sono stati scoperti i resti di una strada rialzata sopra una palude, della lunghezza di circa un chilometro, composta da ben 13.000 assi di quercia.[1] Le prime tecniche di base sembrano appartenere, pertanto, all'esperienza palafitticola e terramaricola, antecendenti all'invasione romana della Germania Magna. Si tratterebbe di costruzioni risalenti addirittura del IV millennio a.C.[2]
I Romani inizialmente utilizzarono un sistema di sopraelevazione delle strade rispetto al terreno in Italia. La prima operazione consisteva nel segnare il percorso da realizzare con dei piloni, successivamente lo spazio fra di essi era riempito con grandi quantità di pietre, innalzando il livello stradale fino a 2 metri sopra la palude.
Nelle province il metodo di costruzione differiva lievemente in quanto nel corso della prima fase di conquista le costruzioni dovevano essere sia stabili che rapide da realizzare, per meglio penetrare nei territori di recente acquisizione: In questo caso i piloni e l'intera struttura erano fatti con tronchi d'albero: i cosiddetti pontes longi.