Palazzo Serbelloni fu uno dei primi palazzi patrizi costruiti sul corso[1] che, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, mutò radicalmente aspetto, per passare da strada suburbana, perlopiù circondata di orti e boschetti, ad elegante corso delle carrozze[2]. Sul posto era già presente un palazzo seicentesco[3], e taluni corpi di fabbrica medioevale[4]: la facciata viene radicalmente mutata da Simone Cantoni, che progetta il loggiato neoclassico che caratterizza la facciata, finito nel 1793[1].
Tale loggiato costituisce l'elemento di spicco della facciata: un grandioso timpano corona la loggia, in cui si possono notare i bassorilievi in stucco, realizzati da Francesco Carabelli, raffiguranti episodi della vita di Federico Barbarossa[5]. Visibile dall'esterno è l'atrio del palazzo, affrescato a trompe-l'œil, mentre non è più possibile trovare lo scalone monumentale, distrutto dai bombardamenti assieme al salone da ballo. Il palazzo attualmente ospita convegni e altre manifestazioni nel salone napoleonico, adeguatamente ristrutturato dopo i bombardamenti[6].
Il palazzo fino alla fine dell'Ottocento comprendeva, come del resto molti degli altri palazzi nobiliari della zona, un vasto giardino che si estendeva dal retro del palazzo fino all'attuale corso Monforte: il giardino fu per la prima volta diviso nel 1890 per realizzare l'Istituto dei Ciechi, e in seguito per la lottizzazione del terreno e l'apertura e l'edificazione delle nuove vie Mozart, Serbelloni e Barozzi tra il 1907 ed il 1926.
Note
^abc Attilia Lanza, Milano e i suoi palazzi: Porta Orientale, Romana e Ticinese, Libreria Meravigli Editrice, 1993, pg. 30.
^Così veniva chiamato corso Venezia, dato che per i suoi eleganti palazzi, e il giardino all'italiana a fianco, veniva scelto come meta di passeggio dalla nobiltà milanese
^di cui si può ancora vedere l'ala su via San Damiano