Soprannominato Re Leone e Super Mario sia per la maestosità e potenza dei suoi sprint che per la folta chioma di capelli[4], fece parlare di sé anche per l'abbigliamento di gara a volte eccentrico (su tutti il body integrale rappresentante le fasce muscolari umane indossato durante il cronoprologo del Giro d'Italia 2001)[4][5] e per alcune polemiche relative al mondo del ciclismo professionistico.[2][6][7]
Carriera
Gli esordi
È il secondogenito di Vivaldo Cipollini e Alfreda Pracchia. Il padre in gioventù era un corridore amatoriale.[8]
Fratello minore di Cesare Cipollini, ciclista classe 1958 e professionista dal 1978, crebbe a San Giusto di Compito, frazione di Capannori.[1][2] Nelle categorie giovanili ottenne novantotto vittorie,[9] tra cui nel 1985 il titolo mondiale Juniores nella cronometro a squadre.[1]
1989-2002: il professionismo e l'affermazione
Passò professionista nel 1989 con la Del Tongo di Paolo Abetoni. Ottenne il primo successo da pro il 20 aprile di quell'anno, a Rutigliano, nella terza tappa del Giro di Puglia davanti ad Adriano Baffi;[10] in stagione si aggiudicò cinque corse, tre tappe nella corsa pugliese, la frazione con arrivo a Mira al Giro d'Italia e un circuito a Firenze.[10] Nel 1992, con la chiusura della Del Tongo, passò con nove ex compagni e alcuni tecnici alla nuova formazione italo-belga GB-MG Maglificio.[11] Nel 1994 venne quindi messo sotto contratto dalla Mercatone Uno-Medeghini diretta da Antonio Salutini; durante la stagione per una gravissima caduta fu però costretto a rinunciare sia al Giro d'Italia che al Tour de France.[12] Nel 1996, con la maglia della nuova Saeco, si laureò campione italiano in linea.
Al Giro d'Italia vinse 42 frazioni, record assoluto della corsa, tutte in volata: una nel 1989, due nel 1990, tre nel 1991, quattro nel 1992, due nel 1995, quattro nel 1996, cinque nel 1997, quattro nel 1998 e nel 1999, una nel 2000, quattro nel 2001, sei nel 2002 (record per lui in un singolo Giro, con successi sui traguardi di Münster, Esch-sur-Alzette, Caserta, Conegliano, Brescia e Milano) e due nel 2003.[10] La 42ª e ultima vittoria arrivò il 19 maggio 2003 a Montecatini Terme: il precedente record, di 41 vittorie, resisteva dagli anni trenta e apparteneva ad Alfredo Binda.[3][14] Ai successi di tappa al Giro si aggiungono i cinque giorni in maglia rosa, due nel 1997, uno nel 1999, uno nel 2000 e uno nel 2002, e le tre vittorie nella classifica a punti della corsa, nel 1992, 1997 e 2002.[10]
Al Tour de France ottenne dodici vittorie di tappa, record per un italiano ex aequo con Gino Bartali, vestendo anche la maglia gialla per sei giorni, due nel 1993 e quattro nel 1997. Il suo apice al Tour lo raggiunse nel 1999, quando trionfò in ben quattro tappe consecutive (Blois, Amiens, Maubeuge e Thionville), sfiorando il record assoluto del lussemburghese François Faber che nel 1909 arrivò a cinque. Proprio nella frazione con arrivo a Blois, il 7 luglio 1999, vinse con il record di velocità per una tappa in linea di un Grande Giro, 50,355 km/h.[1][10] Il Tour gli riservò anche delle delusioni, come l'esclusione della sua squadra dall'elenco delle squadre partecipanti per le edizioni del 2001, 2002 e 2003.[6] Alla Vuelta a España vinse tre frazioni, tutte nell'edizione 2002.
2003-2008: gli ultimi anni
Dopo il 2002, in concomitanza con l'esplosione agonistica di un altro grande velocista, Alessandro Petacchi, ottenne sempre meno successi. Nel 2003 una rovinosa caduta a poche centinaia di metri dal traguardo della tappa di San Donà di Piave lo costrinse al ritiro dal Giro d'Italia.[15] Tornò al Giro d'Italia 2004, ma un'altra volta cadde in volata.[16] Il 7 maggio 2005, a dieci giorni dall'inizio del Giro d'Italia, annunciò il ritiro dalle competizioni; si presentò però per un'ultima passerella alla partenza del Giro, a Reggio Calabria, correndo per ultimo nel cronoprologo della corsa.[17]
All'inizio del 2008, a più di due anni dal primo ritiro, annunciò la firma di un contratto per tornare a correre con la formazione statunitense Rock Racing: gareggiò in febbraio al Tour of California, dove giunse terzo in volata nella terza tappa alle spalle di Tom Boonen e di Heinrich Haussler, ma già in marzo interruppe consensualmente il contratto[18] per ritirarsi definitivamente dalle corse.
Caso doping
Nel febbraio 2013, sono emerse notizie secondo cui Cipollini avrebbe potuto essere un cliente del dottor Eufemiano Fuentes dal 2001 al 2004.[19] Un rapporto pubblicato dal quotidiano italiano Gazzetta dello Sport ha affermato che il nome in codice di Cipollini fosse "Maria" e che avesse ricevuto vari prodotti dopanti, inclusa l'iniezione di 25 sacche di sangue dall'inizio del 2003 fino all'inizio del Giro d'Italia di maggio.[20] L'avvocato di Cipollini ha dichiarato che le affermazioni erano false quando la storia è stata rivelata il 9 febbraio 2013.[21]
Il suo nome era nella lista dei test antidoping pubblicata dal Senato francese il 24 luglio 2013, che includeva i campioni raccolti durante il Tour de France 1998 e risultati positivi all'EPO quando ritestati nel 2004.[22]
Alcuni anni dopo il ritiro ha intrapreso la carriera di costruttore di biciclette da corsa entrando nella società che costruisce e vende biciclette col suo marchio MCipollini.[1][24]
Controversie
Dopo essere stato denunciato dalla ex moglie Sabrina Landucci nel 2017, è stato imputato dei reati di lesioni, maltrattamenti e minacce e condannato a tre anni di detenzione da una sentenza del Tribunale di Lucca dell'ottobre 2022. La condanna è intervenuta anche per le minacce nei confronti del compagno di lei, l'ex calciatore Silvio Giusti.[25][26] Il giudice ha anche deciso la condanna al pagamento di 80 mila euro alla ex moglie e 5 mila euro a Silvio Giusti.[25][26]