Il conclave del marzo 1605 venne convocato a seguito della morte del papa Clemente VIII e si concluse con l'elezione del papa Leone XI.
Con l'aggravarsi dello stato di salute di Clemente VIII, iniziarono i giochi politici delle grandi potenze in vista del prossimo conclave. Il 28 ottobre 1604 Enrico IV di Francia disse ai cardinali francesi di stare pronti a sostenere Alessandro de' Medici oppure Cesare Baronio[1] e nel marzo seguente palesò al cardinale François de Joyeuse l'intenzione di comprare l'appoggio di Pietro Aldobrandini[2].
Il 14 marzo 1605, undici giorni dopo la morte di Clemente VIII, sessanta cardinali entrarono in conclave nella Cappella Sistina. Nove erano stati nominati da Sisto V, trentotto da Clemente VIII, seguivano sette nominati da Pio IV e altrettanti da Gregorio XIII e cinque da Gregorio XIV[3]. Gran parte del Sacro Collegio percepiva pensioni e prebende dalla Corona Spagnola, cosicché Clemente VIII per controbilanciare tale influenza negli anni aveva creato molti cardinali, di cui però solo trentotto gli sopravvissero; forza comunque sufficiente per contrastare gli spagnoli se l'Aldobrandini, a capo proprio della fazione italiana, fosse stato in grado di gestire al meglio le manovre politiche durante l'elezione.
Appena aperto il conclave Aldobrandini compì il primo errore, dichiarando ufficialmente Baronio come candidato e tentando di farlo eleggere velocemente: la scelta era una sfida aperta alla Spagna, poiché Baronio recentemente aveva scritto un libro sugli abusi perpetrati dai governanti spagnoli in Sicilia sia nelle sfere secolari che in quelle ecclesiastiche. La fazione spagnola si sarebbe opposta con forza ad un nemico personale del re Filippo III di Spagna. Aldobrandini confidava in un supporto della fazione francese, non sapendo che Joyeuse aveva avuto preciso incarico da parte di Enrico IV di sostenere il cardinale Alessandro de' Medici, cugino del granduca Ferdinando I de' Medici e già legato pontificio in Francia.
Com'era prevedibile al solo nominare il Baronio l'arcivescovo d'Avila prese provvedimenti: l'uomo non solo era un nemico dichiarato della Spagna, ma era anche estremamente austero e rigido, qualità che non erano gradite a molti cardinali, giovani e di scarsa continenza, creati da Clemente VIII. Questo, assieme all'astensione dei prelati francesi fu un colpo inatteso per l'Aldobrandini, che comunque perseverò nella candidatura proposta: per parecchi giorni il numero dei voti a suo favore variò tra i quindici ed i ventitré.
Nel frattempo i francesi erano riusciti a portare dalla loro parte quindici cardinali con donazioni in denaro, doni e promesse di vescovati e prebende. Similmente gli spagnoli e i fiorentini stavano inondando d'oro gli altri cardinali ed usando varie lusinghe: l'ambasciatore spagnolo fece arrivare al cardinale Ginnasi guanti del valore di 500 corone, mentre Belisario Vinta, su mandato di Ferdinando I de' Medici regalava cosmetici e scatole di dolciumi ai prelati. Alessandro de' Medici si impegnò a difendere Baronio dagli attacchi degli spagnoli, ma allo stesso tempo si avvicinò al cardinal Peretti, che alla fine fece convogliare su di lui un numero tale di voti da fargli superare il quorum dei due terzi nella notte tra il 1º ed il 2 aprile[4].
Cardinali elettori
- Tolomeo Gallio, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio
- Alessandro Ottaviano de' Medici, vescovo di Palestrina (eletto Papa Leone XI)
- Domenico Pinelli, vescovo di Frascati
- François de Joyeuse, vescovo di Sabina
- Girolamo Bernerio, vescovo di Albano
- Agostino Valier, vescovo di Verona
- Antonio Maria Galli, vescovo di Osimo
- Benedetto Giustiniani, legato pontificio nella Marca Anconitana
- Antonio Maria Sauli
- Giovanni Evangelista Pallotta
- Federico Borromeo, arcivescovo di Milano
- Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria
- Mariano Pierbenedetti
- Gregorio Petrocchini
- Paolo Emilio Sfondrati, legato pontificio a Bologna
- Ottavio Paravicini
- Ottavio Acquaviva d'Aragona
- Flaminio Piatti
- Pietro Aldobrandini
- Francesco Maria Tarugi, arcivescovo di Siena
- Ottavio Bandini, arcivescovo di Fermo
- Anne d'Escars de Givry, vescovo di Lisieux
- Giovanni Francesco Biandrate di San Giorgio Aldobrandini, legato pontificio in Romagna
- Camillo Borghese
- Cesare Baronio
- Lorenzo Bianchetti
- Francisco de Ávila
- Francesco Mantica
- Pompeo Arrigoni
- Bonifazio Bevilacqua Aldobrandini, legato pontificio a Perugia e in Umbria
- Alfonso Visconti, arcivescovo di Spoleto
- Domenico Toschi, vescovo di Tivoli
- Paolo Emilio Zacchia
- Roberto Bellarmino
- François d'Escoubleau de Sourdis
- Séraphin Olivier-Razali
- Filippo Spinelli, vescovo di Policastro
- Carlo Conti, vescovo di Ancona
- Carlo Gaudenzio Madruzzo, vescovo di Trento
- Jacques Davy du Perron, vescovo di Évreux
- Innocenzo Del Bufalo-Cancellieri, vescovo di Camerino
- Giovanni Dolfin
- Giacomo Sannesio
- Erminio Valenti
- Girolamo Agucchi
- Girolamo Pamphilj
- Ferdinando Taverna
- Anselmo Marzato
- Francesco Sforza
- Alessandro Damasceni Peretti
- Odoardo Farnese
- Giovanni Antonio Facchinetti de Nuce
- Cinzio Passeri Aldobrandini
- Bartolomeo Cesi
- Andrea Baroni Peretti Montalto
- Alessandro d'Este
- Giovanni Battista Deti
- Silvestro Aldobrandini
- Giovanni Doria
- Carlo Emmanuele Pio di Savoia
Cardinali assenti
- Ascanio Colonna, arciprete della Basilica Lateranense
- Pierre de Gondi, vescovo di Langres
- Carlo di Lorena, vescovo di Metz
- Fernando Niño de Guevara, arcivescovo di Siviglia
- Bernardo Sandoval Rojas, arcivescovo di Toledo
- Franz Seraph von Dietrichstein, arcivescovo di Olomouc
- Domenico Ginnasi, arcivescovo di Manfredonia
- Antonio Zapata y Cisneros, arcivescovo di Burgos
- Bernard Maciejowski, arcivescovo di Gniezno
Note
- ^ Lettres missives de Henri IV, a cura di B. Barbiche, Città del Vaticano 1968, p. 315-320
- ^ Lettres missives de Henri IV, pp. 315-320, a cura di B. Barbiche, Città del Vaticano 1968
- ^ Enciclopedia dei Papi, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2000, p. 274
- ^ Enciclopedia dei Papi, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2000, pg.275
Bibliografia