La fumata nera e la fumata bianca sono due segnali di fumo adoperati dai cardinali riuniti in conclave per comunicare l'esito degli scrutini per l'elezione del nuovo papa, servendosi della combustione prodotta per mezzo di una stufa installata nella Cappella Sistina. Esiste anche un terzo evento, la fumata gialla, che è utile solamente per verificare il regolare funzionamento della stufa.[1]
Storia
La tradizione risale al 1800, quando il popolo romano si adunava dinnanzi al Quirinale per assistere alla fumata, che veniva prodotta bruciando le schede elettorali dei cardinali[2]. A differenza di oggi, la fumata indicava quindi la mancata elezione del pontefice, mentre l'assenza di una fumata indicava la riuscita elezione.[2][3][4]
Anche nel conclave del 1903 non vi era distinzione di colore della fumata (anche detta sfumata), che veniva prodotta bruciando le schede dei cardinali elettori miste a paglia in una stufa posta nella Sala Regia.[5] Il fumo per elezioni non riuscite era bianco o nerastro[6], mentre il mattino dell'elezione di Pio X non vi fu alcuna fumata.[7][8] Il primo uso di fumo bianco per segnare un'elezione riuscita e di fumo nero per un'elezione fallita risale al conclave del 1914.[8]
Funzionamento
La fumata nera indica la mancata elezione del nuovo papa durante il Conclave; viene emessa alla fine di ogni sessione di scrutini in cui nessun cardinale ha ricevuto un numero di voti pari ad almeno i due terzi del numero di cardinali elettori. Il fumo viene prodotto bruciando le schede, gli appunti e i documenti della votazione in una stufa presente nella Cappella Sistina, assieme ad una sostanza che produce del fumo nero; questo, fuoriuscendo da un camino visibile da piazza San Pietro, comunica la mancata (fino a quel momento) elezione del pontefice.[9]
La fumata bianca indica invece l'avvenuta elezione di un nuovo papa. Al termine di uno scrutinio del Conclave, se un nominativo riceve i due terzi delle preferenze ed accetta l'elezione scegliendo il proprio nome pontificale, le schede dell'elezione vengono bruciate in un'apposita stufetta allestita in un locale attiguo alla Cappella Sistina, insieme a paglia umida o del lattosio (quest'ultima è la più utilizzata da molti conclavi, mentre la paglia si usava anticamente), producendo fumo bianco, che, fuoriuscendo dal camino visibile da Piazza San Pietro, annuncia al mondo l'avvenuta elezione.[9]
La fumata gialla è semplicemente una fumata di prova che si fa prima dell'inizio del Conclave stesso, per verificare che la stufa sia correttamente funzionante. A partire dal Conclave del 2005 non ha più avuto luogo, poiché si è deciso di dotare la classica stufa di un sistema elettronico che ne garantisse il corretto funzionamento, rendendo di fatto inutile la fumata gialla.
Nonostante tutti gli accorgimenti, molto spesso le fumate hanno avuto colorazione non chiara o non sono state comprese. Ad esempio, nel caso dell'elezione di Giovanni Paolo I regnò per molto tempo l'incertezza sul colore del fumo fuoriuscito dal comignolo della Cappella Sistina. Nel conclave del 1958, che elesse il pontefice Giovanni XXIII, addirittura, l'incertezza sul colore delle prime fumate diventò uno degli elementi a sostegno di una teoria complottista secondo la quale, in realtà, ad essere eletto sarebbe stato il cardinale genoveseGiuseppe Siri, che avrebbe scelto il nome di Gregorio XVII e sarebbe poi stato costretto a rinunciare alla nomina; anche nel conclave del 2005, che ha portato all'elezione di Benedetto XVI, ci sono state non poche incertezze sull'interpretazione dei segnali. Questo ha portato all'introduzione di una nuova consuetudine, quella di accompagnare l'avvenuta elezione con il suono delle campane a distesa della Basilica di San Pietro in Vaticano. Oltre al suono delle campane a festa, dal 2005 alla tradizionale stufa se ne è aggiunta una seconda, destinata a contenere fumogeni artificiali che migliorino la visibilità dell'emissione di fumi.[1] Nel conclave del 2013, ad oggi l'ultimo, grazie agli innovativi accorgimenti, le fumate si sono manifestate ben visibili e abbondanti.[10]
La stufa attualmente utilizzata per bruciare i documenti e produrre le fumate è la stessa dal 1939 e su di essa sono impresse, tramite punzonatura, le date di alcuni conclavi in cui essa ha prodotto la fumata bianca che ha annunciato il nuovo papa. Durante il conclave dell'agosto 1978, che avrebbe condotto all'elezione di papa Giovanni Paolo I, è possibile che la conduttura della stufa avesse alcune crepe, in quanto un cardinale raccontò, in seguito, che dopo l'introduzione dei documenti da bruciare la Cappella Sistina si riempì di fumo nero (non era infatti stato eletto ancora nessun cardinale in quello scrutinio).[12]