Il conclave del settembre 1276 venne convocato a seguito della morte di papa Adriano V e si concluse con l'elevazione alla Cattedra di Pietro di papa Giovanni XXI, l'unico papa portoghese della storia.
Antefatti
Il conclave di settembre 1276 fu la terza elezione papale dell'anno. Infatti:
a gennaio era stato eletto Innocenzo V, che morì il 22 giugno;
a luglio era stato eletto Adriano V, il cui pontificato durò solamente 39 giorni, espressione della volontà dei cardinali elettori di scegliere un pontefice di transizione in modo da prendere tempo e uscire dalla situazione di stallo verificatasi in quella circostanza.
I cardinali elettori dovettero pertanto tornare a Viterbo per riunirsi nel palazzo apostolico.
Per sfuggire alla canicola estiva romana e all'aria malsana della città, Adriano V, già infermo e malandato dall'elezione, si era rifugiato con la sua corte a Viterbo. Qui, nel mezzo dei negoziati con Carlo d'Angiò, morì repentinamente il 18 agosto di quell'anno, venendo poi sepolto nella Chiesa cittadina di San Francesco.
Anche il terzo conclave viterbese, svoltosi tra la fine di agosto e i primi di settembre 1276, ebbe luogo tra problemi di vario genere: anzitutto i cardinali non volevano essere "rinchiusi", visto che Adriano V aveva sospeso la costituzione apostolica Ubi Periculum relativa all'elezione papale dopo le angherie subite in Laterano da parte di Carlo d'Angiò; in realtà la decisione di Adriano era giunta in un concistoro segreto tenuto nella camera da letto del papa appena eletto e non era mai stata formalizzata con un documento ufficiale, vista anche la precoce scomparsa del pontefice: il popolo viterbese dunque non ne voleva sapere e pretendeva che il conclave iniziasse quanto prima[1].
A questi malumori popolari non era probabilmente estraneo lo stesso Carlo d'Angiò, che, dal canto suo, si era portato con tutta la corte nella cittadina di Vetralla, a soli dieci chilometri da Viterbo, con l'evidente intento di tenere sotto pressione il Sacro Collegio. Vi erano infine le pressioni da parte del re di Francia Filippo III, il quale era intenzionato a riportare la Santa Sede dalla sua parte. I cardinali furono così "costretti" a riunirsi in conclave.
Svolgimento
Il conclave, iniziato il 3 settembre 1276, durò dodici giorni. Tuttavia i cardinali erano riuniti fin dal 28-29 agosto, ma alcune violente sommosse popolari, legate alla controversia sulla sospensione della Ubi Periculum, fecero slittare l'inizio delle votazioni di parecchi giorni. Pertanto si giunse al 5 settembre quando ebbero finalmente inizio gli scrutini. Secondo alcuni storici, sarebbe stato eletto papa già il pomeriggio del 5 settembre il cardinale piacentino Vicedomino Vicedomini[2], un umile e modesto francescano. Egli però, ritenendosi indegno della nomina, avrebbe chiesto una pausa di riflessione preannunciando che, in caso di accettazione, si sarebbe chiamato Gregorio XI, ma sarebbe poi morto nella notte tra il 5 e il 6 settembre, prima ancora di accettare, senza che l'elezione potesse essere proclamata, tanto che non vi è alcuna notizia ufficiale di questo papa effimero. Si tratta pertanto di un'invenzione agiografica, dal momento che gli elenchi ufficiali dei pontefici non ne fanno la minima menzione, così come il neoleletto Giovanni XXI si riferirà ad Adriano V come il suo immediato predecessore[3].
Tralasciato questo aneddoto, i cardinali elettori ripresero il conclave senza indugio, arrivando ben presto (sembra con l'intervento dell'influente cardinale Giangaetano Orsini) ad eleggere il portoghese Pedro Julião, che scelse di chiamarsi Giovanni XXI. L'elezione sarebbe avvenuta (gli storici non sono concordi su questa data) tra l'8 ed il 15 settembre 1276, mentre è certa la data dell'incoronazione, che avvenne nella Cattedrale di San Lorenzo di Viterbo il 20 settembre 1276, proprio ad opera del cardinale protodiacono Giangaetano Orsini.
^Cesare Pinzi: Storia della Città di Viterbo, Tip. Camera dei Deputati, Roma, 1889, lib. VII, pagg.336 e segg.. Questo episodio storico svoltosi a Viterbo viene descritto dal Pinzi con dovizia di particolari e grande attenzione alle fonti bibliografiche.
^Gaetano Moroni: Dizionario di Erudizione Storico-Ecclesiastica, Venezia, 1835, vol. XXXII, pagg.278 e segg.. Il Moroni, nella sua monumentale opera, fornisce un'attenta analisi della vicenda, indicando anche le posizioni degli storici fino ai suoi tempi.
^...Siquidem felicis recordationis Adriano Papae praedecessore nostro, post promotionem suam ad summi Apostolatus apicem, brevi dierum numero vitae suae tempora consumante, post exhibita eidem in solempnibus exequiis debita humanitatis obsequia, nos et fratres nostri in episcopali palatio Viterbiensi convenimus, electioni substituendi Pontificis... (Bullarium Romanum IV (Augustae Taurinorum 1859), p. 38)
^Onuphrio Panvinio, Epitome Pontificum Romanorum a S. Petro usque ad Paulum IIII. Gestorum (videlicet) electionisque singulorum & Conclavium compendiaria narratio (Venice: Jacob Strada 1557)
^alcune fonti (Tosti 1843, 32) citano tra i cardinali l'abate di Montecassino Bernard Ayglier, tuttavia non ci sono prove ragionevoli per considerarle fondate: nessuna fonte coeva cita il presule francese come cardinale