Il territorio si estende su 1.836 km² ed è suddiviso in 71 parrocchie, raggruppate in 5 vicariati:
vicariato urbano (San Ponziano) - comprende 12 parrocchie nella città di Spoleto e nella frazione Cecalocco di Terni, raggruppate in due pievanie, Santa Maria e Sacro Cuore;[5]
vicariato extraurbano (San Brizio) - comprende 18 parrocchie nel comune di Spoleto (Alta Valle del Marroggia e piana spoletina), Campello sul Clitunno e Castel Ritaldi, e in parte in quelli di Terni (Porzano) e Acquasparta (Firenzuola); le parrocchie sono raggruppate in tre pievanie: San Giacomo, San Venanzo e San Giovanni Battista;[6]
vicariato del Clitunno (Sant'Emiliano) - comprende 14 parrocchie nei comuni di Trevi, Montefalco, Giano dell'Umbria, Bevagna e parte di Gualdo Cattaneo, raggruppate in tre pievanie: Beato Pietro Bonilli, Santa Chiara della Croce e San Felice;[7]
vicariato dei Sibillini (Santi Benedetto e Rita) - comprende 9 parrocchie nei comuni di Norcia, Preci, Cascia, Poggiodomo, Monteleone di Spoleto; due sono le pievanie del vicariato: Santi Benedetto e Scolastica, Santa Rita;[8]
vicariato della Valnerina (Santa Maria Assunta) - comprende 14 parrocchie nei comuni di Arrone, Montefranco, Polino, Ferentillo, Cerreto di Spoleto, Sellano, Vallo di Nera, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino e Foligno (per la sola parrocchia di Verchiano) e, in parte, in quelli di Terni ed Acquasparta; due sono le pievanie del vicariato: San Bernardino da Siena e Beato Giolo, Santa Rita;[9]
Santi e beati dell'arcidiocesi
Nell'arcidiocesi sono venerati i seguenti santi e beati:[10]
L'odierna arcidiocesi nasce nel 1986 dall'unione di due antiche sedi episcopali: Spoleto, storicamente documentata a partire dal IV secolo; e Norcia, già attestata nel periodo tardo imperiale e ricostituita nel 1821.
Sede di Spoleto
Secondo la tradizione locale, la diocesi di Spoleto sarebbe stata eretta nel I secolo e la sua fondazione sarebbe legata alla figura del protovescovo san Brizio, che avrebbe consacrato il suo successore Giovanni. Le testimonianze archeologiche documentano una presenza cristiana a Spoleto o nel suo territorio nei ceti sociali più elevati a partire dal IV secolo.[11]
La serie episcopale spoletina per i primi secoli comprende un elenco di diversi santi vescovi, ma solo alcuni sono attestati storicamente. Il primo di questi è Ceciliano, che fu destinatario di una lettera di papa Liberio, scritta prima dell'estate del 356, e che, secondo quanto scrive Baronio, avrebbe preso parte ad un concilio a Milano nell'estate del 355.[12] Seguono Spes (o Speo), noto per il suo epitaffio, secondo il quale governò la Chiesa spoletina per 32 anni tra il IV secolo e il V secolo; Achilleo, che fece edificare la chiesa di San Pietro e che nel 419 fu incaricato di celebrare le festività pasquali a Roma, in quel momento sede vacante; Amasio, il cui epitaffio, oggi perduto, lo indica vescovo dal 476 al 489; Giovanni, che prese parte ai sinodi simmachiani del 499, del 501 e del 502 e che fu destinatario di una lettera di papa Gelasio I (492-496); Paolino, che visse all'epoca di papa Pelagio I; e Crisanto, a cui Gregorio Magno affidò momentaneamente la cura della Chiesa di Norcia.
Nell'XI secolo il vescovo Andrea dette avvio alla ristrutturazione della cattedrale, la cui prima attestazione risale al 956; il nuovo edificio fu consacrato una prima volta nel 1198 da papa Innocenzo III e poi, a lavori ultimati, da papa Onorio III forse nel 1216. Nella cattedrale spoletina fu solennemente canonizzato sant'Antonio da Padova nel 1232.
Numerose sono le istituzioni monastiche presenti in diocesi. Tra le più importanti si possono ricordare: San Giuliano sopra Spoleto, San Marco in Pomeriis, l'abbazia di San Pietro in Valle nei pressi di Ferentillo, San Felice di Narco, San Pietro di Bovara nel territorio di Trevi, San Pietro di Montemartano, San Felice di Giano, Santa Maria di Turrita, San Silvestro di Collepino nei pressi di Spello, e Sant'Eutizio in valle Castoriana. Tra i monasteri femminili: Sant'Eufemia, San Paolo inter vineas e San Concordio.[14] Attorno alla metà del XIII secolo arrivarono a Spoleto domenicani, francescani e agostiniani.
Secondo alcune ricostruzioni topografiche, la diocesi di Spoleto, tra la fine del XIII secolo e il XIV secolo, era la più grande dell'Umbria, estendendosi su un territorio di circa 2.484 km², comprendendo un totale di 345 chiese, di cui 94 nei centri urbani e 251 nei centri rurali.[15]
All'inizio del Seicento il vescovo Alfonso Visconti (1601-1608) fondò il seminario diocesano; il suo successore, Maffeo Barberini (1608-1617), dette avvio ai lavori di ricostruzione della cattedrale, consacrata nel 1680; il Barberini nel 1623 divenne papa con il nome di Urbano VIII.
Il 29 aprile 1772, dopo oltre cento anni di tentativi presso la Curia romana, iniziati nel 1645, vacando la sede di Spoleto per la morte del vescovo Vincenzo Acqua, papa Clemente XIV scorporò il territorio dell'antica diocesi di Spello, in cui erano oltre cinquanta chiese, dalla diocesi di Spoleto e l'aggregò a quella di Foligno[16].
Tra i primi arcivescovi si ricordano Giovanni Maria Mastai Ferretti (1827-1832), divenuto papa nel 1846 con il nome di Pio IX; Giovanni Battista Arnaldi (1853-1867), che per la sua fedeltà al papa fu messo in carcere nel 1863; durante l'episcopato di Elvezio Mariano Pagliari (1879-1900) venne fondato a Spoleto ad opera del sacerdote e parroco Pietro Bonilli l'Istituto Nazzareno delle Suore della Sacra Famiglia.
La diocesi di Norcia è attestata con certezza nel V secolo. Nella Passione di san Feliciano, protovescovo di Forum Flaminiii e patrono della diocesi di Foligno, si narra che un gruppo di ebrei di Norcia si convertì al cristianesimo grazie alle parole del santo vescovo, il quale avrebbe ordinato per la loro comunità, nella basilica chiamata Argentea, il sacerdote Pisentius (prima metà del III secolo).
Sono solo due i vescovi dell'antichità storicamente e certamente attribuibili alla sede di Norcia. Primo è Stefano, che prese parte al concilio romano indetto da papa Simmaco il 1º marzo 499in basilica beati Petri apostoli per regolare le modalità di elezione del vescovo di Roma. Il secondo è Giovanni, che il 27 marzo 680 partecipò al concilio romano indetto da papa Agatone per rinnovare la condanna contro l'eresiamonotelita.
Dalle lettere di Gregorio Magno sappiamo che all'inizio del VII secolo la sede nursina era probabilmente vacante. Infatti nel giugno 603 il vescovo Crisanto di Spoleto fu destinatario di una lettera del pontefice che lo informava che un processo contro alcuni preti di Norcia, accusati di coabitare con delle donne, si sarebbe svolto presso il tribunale ecclesiastico della sua diocesi, indizio questo che la diocesi nursina era all'epoca senza vescovo.[22]
Dopo questo periodo non si conoscono più vescovi nursini e nell'alto medioevo la sede fu accorpata alla diocesi di Spoleto, sotto la cui giurisdizione la ritroviamo nel X secolo.
Il primo vescovo fu Gaetano Bonanni (1821-1843), a cui spettò il compito di organizzare la nuova diocesi e di impiantarvi le istituzioni principali in ottemperanza alle indicazioni previste dalla bolla Ad tuendam. Per il mantenimento della mensa vescovile e del seminario diocesano furono destinate le rendite del monastero di San Benedetto di Norcia, che divenne anche sede vescovile, dell'abbazia di Sant'Eutizio e dell'abbazia di Sassovivo in diocesi di Foligno.[24]
In seguito a queste modifiche, alla vigilia dell'unione con Spoleto, la diocesi nursina comprendeva 51 parrocchie nei comuni di Norcia (20), Poggiodomo (2), Preci (7), Cascia (20) e Monteleone di Spoleto (2).[27]
Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, è stata stabilita la plena unione delle diocesi di Spoleto e Norcia e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale.
Cronotassi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 108.780 persone contava 104.390 battezzati, corrispondenti al 96,0% del totale.
anno
popolazione
presbiteri
diaconi
religiosi
parrocchie
battezzati
totale
%
numero
secolari
regolari
battezzati per presbitero
uomini
donne
arcidiocesi di Spoleto
1949
108.900
110.000
99,0
219
144
75
497
25
391
173
1970
84.118
84.138
100,0
186
128
58
452
65
364
177
1980
76.310
76.530
99,7
166
124
42
459
47
370
152
diocesi di Norcia
1950
28.000
28.000
100,0
96
85
11
291
12
144
102
1970
21.480
21.480
100,0
149
132
17
144
21
155
101
1980
14.500
15.150
95,7
65
50
15
223
19
125
100
arcidiocesi di Spoleto-Norcia
1990
92.390
92.650
99,7
173
126
47
534
1
63
402
138
1999
94.220
94.500
99,7
154
111
43
611
1
48
372
138
2000
94.220
94.500
99,7
156
110
46
603
1
51
372
137
2001
94.220
94.500
99,7
155
109
46
607
1
62
372
137
2002
100.501
101.385
99,1
148
102
46
679
70
372
141
2003
100.501
101.385
99,1
148
104
44
679
5
71
349
74
2004
100.562
101.472
99,1
148
97
51
679
6
78
328
74
2010
101.750
104.215
97,6
141
83
58
721
5
73
293
76
2014
102.000
108.000
94,4
133
74
59
766
5
118
266
73
2017
102.300
108.700
94,1
121
69
52
845
8
78
213
71
2020
104.800
109.290
95,9
107
58
49
979
7
81
171
71
2022
104.390
108.780
96,0
100
53
47
1.043
7
73
167
71
Note
^La diocesi comprende la parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo nella frazione Portaria e la parrocchia di Santa Maria in Rupis nella frazione Firenzuola; il resto del territorio comunale appartiene alla diocesi di Orvieto-Todi.
^Appartiene alla diocesi la sola parrocchia di Santa Maria Assunta in Verchiano, che estende la sua giurisdizione anche sulle frazioni folignate di Roccafranca, Curasci, Ali, Caposomiggiale, Croce di Verchiano, Crescenti, Colle di Verchiano, Camino, Croce di Roccafranca, Morro e metà della frazione di Vionica.
^Non appartengono all'arcidiocesi le parrocchie di Santa Maria di Agello (frazione di Grutti), dei Santi Andrea apostolo e Alfonso Maria de' Liguori (frazioni di Marcellano e Collesecco), di Santa Maria del Popolo (frazione di Pozzo) e dei Santi Terenziano, Giorgio e Pietro (frazione di San Terenziano); queste fanno parte del territorio della diocesi di Orvieto-Todi.
^Appartengono all'arcidiocesi le parrocchie delle frazioni ternane di Porzano (San Fortunato), di Cecalocco (San Giovenale), di Cesi (Santa Maria Assunta), di Torreorsina (Santa Maria Assunta) e di Collestatte (San Pietro apostolo).
^A. Bartoli Langeli, L’organizzazione territoriale della Chiesa nell'Umbria, in Orientamenti di una regione attraverso i secoli: scambi, rapporti, influssi storici nella struttura dell'Umbria. Atti del X convegno di studi umbri (Gubbio 1976), Perugia 1978, pp. 420 e 438.
^Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, nº 255, 3 novembre 1986, p. 22 e seguenti. In questo numero della Gazzetta Ufficiale è contenuto l'elenco delle parrocchie della diocesi che ottennero la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto" dal Ministero dell'Interno, in forza della Legge 20 maggio 1985 n. 222, art. 29. Tale qualifica fu concessa con decreto ministeriale del 18 ottobre 1986 su richiesta del vescovo del 6 agosto 1986.
^Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, nº 21, 27 gennaio 1987, Supplemento Straordinario nº 5, p. 49 e seguenti. In questo numero della Gazzetta Ufficiale è contenuto l'elenco delle parrocchie della diocesi che ottennero la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto" dal Ministero dell'Interno, in forza della Legge 20 maggio 1985 n. 222, art. 29. Tale qualifica fu concessa con decreto ministeriale del 6 dicembre 1986 su richiesta del vescovo del 6 agosto 1986.
^Santo venerato in modo particolare a Cures Sabini, all'origine di quella diocesi, nota nella fonti come dioecesis Sancti Anthimi.
^Questo santo viene considerato il protovescovo della diocesi di Foro Flaminio «attribuito arbitrariamente alla diocesi di Spoleto» (Lanzoni). Pietro Burchi, Feliciano, protovescovo di Forum Flaminii, Santo Martire, in Bibliotheca Sanctorum V, coll. 597-600.
^Santo venerato anche ad Assisi ed inserito nella cronotassi di quella diocesi; la sua passio non accenna affatto ad un suo episcopato (Lanzoni).
^Secondo Lanzoni, questo santo era venerato lo stesso giorno di san Marziale di Limoges «e forse è lo stesso personaggio». Secondo Ughelli (Italia sacra I, col. 1255) avrebbe preso parte al concilio indetto da papa Silvestro I, ritenuto unanimemente un falso storico.
^Questo santo vescovo, menzionato da Ughelli (p. 1267) come "Giovanni Laurenzio", è collocato da Lanzoni all'epoca di papa Caio (283-296), mentre Gams lo inserisce poco dopo la metà del VI secolo (552-563).
^Ughelli e Cappelletti identificano con Pietro, riportato dai cataloghi episcopali spoletini, l'anonimo vescovo di Spoleto menzionato da Gregorio Magno nei suoi Dialoghi.
^Vescovo menzionato da Ughelli, ma assente negli autori successivi; prese parte al concilio di Roma indetto da papa Martino I contro il monotelismo (Adeodato Spolitino episcopo). Rudolf Riedinger (ed.), Concilium Lateranense a. 649 celebratum, Acta Conciliorum Oecumenicorum, series secunda, volumen primum, Berlino 1984, p. 5, nº 33.
^Cappelletti inserisce dopo Crisanto questo vescovo senza precisarne gli estremi cronologici. La sua fonte è l'opera di Vincenzo Marchio Il forestiere informato delle cose di Lucca (1721), dove, in un elenco di vescovi originari di Lucca, si trova anche «Andrea Boccadoro v(escovo) di Spoleto 572» (p. 230). Gams gli assegna l'anno 670. L'esistenza di questo vescovo non sembra appoggiarsi su alcun documento coevo.
^abI vescovi Monaldo e Lodegario, ignoti a Ughelli, sono inseriti da Cappelletti dopo Felice in base ad antichi dittici spoletini. E commenta (IV. Pp. 344-345): «Gli accetto perché non ho argomenti veruno da doverli escludere, benché non ne abbia nemmeno per doverli ammettere. Tuttavolta un qualche peso io vo' dare alla tradizione di questa chiesa, che non gli avrà certamente inseriti a capriccio nei sacri suoi dittici».
^Vescovo ignoto a Ughelli, inserito da Cappelletti in base ai dittici spoletini, che gli assegnano l'anno 916. Gams dubita della sua esistenza.
^Un vescovo di Spoleto prese parte al concilio romano del 963. Di questo concilio non esistono gli atti, ma solo il resoconto che appare nella Historia Ottonis di Liutprando da Cremona. Questi riporta anche l'elenco dei vescovi presenti, ma il nome del vescovo spoletino è omesso. Infatti, l'edizione critica del testo riporta la seguente serie: A Tuscia: … Petrus Camerinensis, Spoletinus; a Romanis: Gregorius Albanensis, Sico Hostiensis, ... Un equivoco nell'interpretazione del testo, ha dato al vescovo spoletino il nome di Romano, che tuttavia è da escludere. Da escludere è anche il nome di Berengario, vescovo che secondo Ughelli avrebbe preso parte al concilio del 963, nome che tuttavia non appare in nessuna parte nel testo di Liutprando. Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 916-1001Archiviato il 25 aprile 2019 in Internet Archive., vol. II 962-1001, Monumenta Germaniae Historica, Leges, Concilia 6.2, Hannover 1987-2007, p. 232 e nota 30. Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 239, nota 1.
^Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 239. Secondo Ughelli, Lupo avrebbe restaurato nel 1002 la chiesa di San Paolo nei pressi di Spoleto.
^Vescovo documentato da Ughelli nel 1032 circa, ma senza fonti documentarie di riferimento.
^Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 239.
^abSchwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 240.
^Nominato arcivescovo, titolo personale, titolare di Equilio.
^Nominato arcivescovo, titolo personale, titolare di Cittanova.
^Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. II, pp. 2111-2113. Nelle liste di presenza ai concili del 495 e del 502 sono elencati alcuni vescovi di nomi Stefano, ma senza indicazione delle rispettive sedi di appartenenza; potrebbe trattarsi del vescovo di Norcia, oppure degli omonimi vescovi di Napoli o di Venosa.
^Vescovo spurio, menzionato in un falso diploma di papa Gregorio I (Lanzoni p. 359; Cappelletti V, p. 46; Ughelli X, col. 150). Un vescovo Primenio di Nuceria Paganorum fu destinatario di una lettera autentica del medesimo papa nel 598; secondo Sbaraglia (p. 596) il Primevo del falso diploma del pontefice è da riferirsi al vescovo della Campania.
^Dopo Giovanni, Cappelletti (vol. V, p. 47) aggiunge due vescovi la cui appartenenza a Norcia è da escludere. Un placito tenuto a Farfa nell'821 fu sottoscritto da quattro vescovi, di cui solo per uno è noto il nome e la sede di appartenenza, ossia Maio di Assisi; secondo Cappelletti, uno degli altri vescovi anonimi era vescovo di Norcia; la sua è tuttavia solo un'ipotesi non supportata da fonti. Tra le sottoscrizioni del concilio romano dell'861 si trova anche quella di Ragionarasis (o Ragioniarasis), che Cappelletti interpreta come Ragio Nursias, ossia Norcia. Tuttavia l'edizione critica degli atti di quel concilio ha restituito la lezione corretta in Raino di Assisi. Die Konzilien der karolingischen Teilreiche 860-874Archiviato il 25 settembre 2017 in Internet Archive., a cura di Wilfried Hartmann,in Monumenta Germaniae Historica, Concilia, Tomus IV, Hannover 1998, p. 64, rigo 7 (P), 16 (M1) e 17 (M2), e nota 39.
(FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, 2 volumi, Roma, 1999-2000
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1197 Persian epic by Nezami Ganjavi Haft Peykarby Nizami GanjaviBahram sees the portraits of the seven beauties. Behzad School, 1479. Nizami Museum of Azerbaijani Literature, BakuOriginal titleHaft PeykarLanguagePersian Part of a series onNizami Ganjavi The Khamsa or Panj Ganj Maḵhzan al-asrār Khosrow and Shirin Layla and Majnun Haft Peykar Eskandar-nāma Related topics Akhsitan I Toghrul III Farhad (Persian literature) Campaign on granting Nizami the statusof the national poet of Azerbaij...
Mass Rapid Transit station in Singapore DT20 Fort Canning福康宁ஃபோர்ட் கெனிங் Mass Rapid Transit (MRT) stationPlatform level of Fort Canning stationGeneral informationLocation170 River Valley RoadSingapore 179038[1]Coordinates1°17′32.9316″N 103°50′39.57″E / 1.292481000°N 103.8443250°E / 1.292481000; 103.8443250Operated bySBS Transit DTL (ComfortDelGro Corporation)Line(s) Downtown LinePlatforms2 (1 i...
Cargo ship beached on Kish Island, Iran, since 1966 26°31′34.13″N 53°54′29.11″E / 26.5261472°N 53.9080861°E / 26.5261472; 53.9080861 Khoula F, the Greek Ship, on Kish Island History Name Empire Trumpet[1] (1943–1946)[2][3] Naturalist (1946–1959)[2] Persian Cyrus (1959–1965)[2] Hamadan (1965–1966)[2] Koula F (1966)[2] Owner Ministry of War Transport, London[1] (1943–1946)[2] Ch...
Railway station in Engaru, Hokkaido, Japan This article does not cite any sources. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Maruseppu Station – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (December 2011) (Learn how and when to remove this template message) Maruseppu Station丸瀬布駅General informationLocationMonbetsu, HokkaidoJapanOperated byHokkaido Rail...
1992 film by Sally Potter OrlandoPromotional posterDirected bySally PotterScreenplay bySally PotterBased onOrlando: A Biographyby Virginia WoolfProduced byChristopher SheppardStarring Tilda Swinton Billy Zane Lothaire Bluteau John Wood Charlotte Valandrey Heathcote Williams Quentin Crisp CinematographyAleksei RodionovEdited byHervé SchneidMusic byDavid MotionSally PotterDistributed bySony Pictures ClassicsRelease dates 1 September 1992 (1992-09-01) (Venice) 12 March...
18th c. fort in the Allegheny Mountains For the community, see Fort Seybert, West Virginia. 1851 wood engraving of Fort Seybert, published by Wills De Hass Fort Seybert was an 18th-century frontier fort in the Allegheny Mountains in what is now Pendleton County, West Virginia, United States. In a 1758 surprise raid occasioned by the French and Indian War (1754–63), most of the 30 white settlers sheltering there were massacred by Shawnee and Delaware warriors and the fort was burned. A simil...