Re d'Italia – Rex Italiae: attribuito da Vittore di Vita ad Odoacre, che però non lo utilizzò mai ufficialmente;[1] utilizzato da cronisti e annalisti in riferimento ai sovrani del Regnum Italiae a cominciare dall'età carolingia;[4] impiegato negli atti ufficiali di Napoleone e dei Savoia.
Re (senza ulteriori specificazioni) – Rex: utilizzato da Odoacre nei suoi documenti ufficiali;[1] impiegato dalle cancellerie dei sovrani del Regnum Italiae medievale.[6]
Non è chiaro con quale titolo Odoacre regnasse: proclamato re dalle sue truppe germaniche, viene definito da Giordane "Re dei Turcilingi" e altrove "Re degli Eruli" e "Sovrano dei Goti e dei Romani" (Gothorum Romanorumque regnator), da Marcellino "Re dei Goti" e da Vittore di Vita "Re d'Italia", una moltitudine di denominazioni che lo stesso Giordane riassume nell'espressione "Re delle Genti" (rex gentium). Le monete da lui coniate riportano soltanto il nome (Flavius Odovacar), mentre il suo unico documento sopravvissuto lo definisce semplicemente Rex, senza alcuna determinazione etnica o geografica.[1]
Nel 493, il capo ostrogotoTeodorico sconfisse Odoacre, e diede inizio a una nuova dinastia. Il dominio ostrogoto finì nel 553 con la morte di Teia, quando l'Italia fu portata sotto il diretto controllo dell'Impero romano d'oriente.
Dopo la morte di Teia, l'Italia divenne parte dell'Impero romano d'oriente sotto Giustiniano I (r. 527-565). Alla sua morte gli successe il nipote Giustino II (r. 565-578): durante il suo regno l'Italia fu in gran parte conquistata dai Longobardi.
Per i successivi due secoli, i Longobardi lottarono con i Bizantini per la supremazia nella penisola stabilendo la loro autorità su parecchie zone, arrivando infine a controllare la quasi totalità dell'Italia continentale (con l'esclusione di Venezia, Roma, Napoli e le estremità meridionali di Puglia e Calabria). Il dominio longobardo durò fino alla discesa in Italia di Carlo Magno (774).
Figlio di Ragimperto, che lo aveva associato al trono; fece uccidere il suo predecessore; morì mentre fuggiva, dopo essere stato sconfitto da Ansprando
Nel 774 i Longobardi furono sconfitti dai Franchi condotti da Carlo Magno e il loro re Desiderio deposto. Carlo assunse il titolo di re dei Longobardi e il regno sopravvisse come parte del dominio dei Franchi, anche se come entità separata. A partire da Lotario I, la denominazione di Regnum Langobardorum viene affiancata sempre più spesso da quelle di Regnum Italiae (già sporadicamente usata sotto Carlo), Regnum Italicum e Regnum Italicorum, che finirono per sostituirla progressivamente. Con la sola eccezione di Ludovico il Pio (designato imperatore dal padre e incoronato quando il Regno dei Longobardi era ancora sotto Bernardo) riuscirono a ottenere il titolo imperiale e a farsi incoronare tali solo quei sovrani nei cui domini era compresa anche l'Italia, poiché il suo controllo era essenziale per garantire la protezione sulla Chiesa di Roma. L'incoronazione avveniva solitamente a Pavia, l'antica capitale longobarda. L'incoronazione imperiale, invece, avveniva successivamente a Roma.
Figlio di Ludovico il Pio e di Ermengarda; fu Re sotto la sovranità di suo padre fino alla sua morte, quando divenne Imperatore; cedette la corona italiana al figlio Ludovico
Tra l'888 e il 962, per un certo periodo il trono d'Italia continuò a essere collegato al titolo di imperatore dei Romani; vale a dire che diversi sovrani si contendevano in contemporanea il Regnum Italiae, poiché il suo controllo consentiva l'accesso anche il titolo imperiale (cosa che però non riuscì a nessuno in seguito alla morte di Berengario I e fino alla discesa di Ottone I).
(1) Anna di Costantinopoli un figlio (2) Adelaide forse un figlio
Figlio di Bosone I e di Ermengarda, figlia di Ludovico il Giovane; Re di Provenza; divenne Imperatore nel 901; contese il trono a Berengario; fu accecato e costretto a rinunciare alla corona italiana ed imperiale
Dal 963 il Regnum Italiae fu governato (ad eccezione della parentesi di regno dell'anscarico Arduino d'Ivrea) dai re dei Franchi Orientali, ovvero della parte orientale del vecchio impero carolingio, area corrispondente all'attuale Germania, i quali riuscirono anche ad assicurarsi il titolo imperiale romano associato al dominio sull'Italia. Per secoli i sovrani tedeschi organizzarono spedizioni in Italia allo scopo di recarsi a Roma per ricevere dal papa la corona imperiale, e talvolta decisero di cingere anche la corona italiana, perlopiù a Milano. Tuttavia, dal 1508, con l'assenso papale, Massimiliano I d'Asburgo iniziò a fregiarsi del titolo imperiale nonostante non fosse stato ancora incoronato né re d'Italia né imperatore; suo nipote Carlo V fu l'ultimo imperatore ad essere incoronato anche re d'Italia.[7]
Il potere effettivo dei sovrani sul regno cominciò a declinare a partire dal XII secolo, per ridursi sempre più nei secoli successivi a un dominio puramente formale. Con l'età moderna (secoli XVI-XVIII) il Regnum Italicum cessò di esistere anche dal punto di vista formale (anche se non fu mai ufficialmente soppresso). Nel 1806, in seguito alla vittoria di Napoleone Bonaparte contro la Terza coalizione, l'Impero fu sciolto con la pace di Presburgo. Per questo periodo storico i titoli di Re dei Franchi Orientali e Re dei Romani e, anche se tecnicamente errato, Re di Germania sono equivalenti.
Nell'elenco che segue sono considerati re d'Italia solo quegli imperatori (o, se non incoronati tali, re dei Romani) che furono incoronati anche re d'Italia, o che (anche se non incoronati) ebbero un qualche potere effettivo sul regno e che effettuarono una Italienzug (spedizione in Italia) per l'incoronazione imperiale. Per tale motivo gli imperatori successivi a Carlo V non vengono più considerati re d'Italia, anche se il Regnum non fu mai ufficialmente soppresso.
Il 17 marzo 1805 la Repubblica Italiana, un'entità statuale costituita in varie forme nell'Italia settentrionale negli anni precedenti, fu elevata a Regno. L'imperatore dei Francesi Napoleone I, suo presidente dal 1802, mantenne la carica di capo di Stato e fu incoronato re con la Corona Ferrea nel Duomo di Milano il 26 maggio 1805. Il regno d'Italia napoleonico fu soppresso ufficialmente dagli austriaci a seguito della convenzione di Mantova del 23 aprile 1814 e il suo territorio, alquanto rimpicciolito, andrà a costituire il 7 aprile 1815 il regno Lombardo-Veneto, parte dell'Impero austriaco.
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Commento: nessuna fonte che abbiano effettivamente preteso. Da alcune parti che trattano della disputa leggo che è su chi sia "Capo della Casa Savoia", cosa ben diversa dall'essere sovrano d'Italia
In corsivo i regnanti titolari de iure ma non de facto, oppure i pretendenti al trono, quindi senza effettiva sovranità sui territori italiani
Note:
^non è chiaro con quale titolo Odoacre regnò in Italia ma gli storici concordano sull'attribuirgli quello di Re d'Italia, assegnatogli dal contemporaneo Vittore Vitense.
^non da Imperatore, contese il trono ad Enrico II il Santo