«L'ultimo dei miei antenati che abitò la Toscana aveva i princìpi che io professo. Li difendeva come me: come me ne fu vittima. La fazione dello straniero riuscì ad avere la meglio; il partito nazionale fu battuto, bandito; Bonaparte andò a cercare asilo a Sarzana, poi in Corsica. Ma le relazioni familiari non furono rotte. I suoi discendenti continuarono a rimanere con il ramo che si è stabilito a San Miniato.»
I Bonaparte (originariamente Buonaparte)[4] sono una famiglia còrsa originaria di Sarzana. Grazie alle gesta di Napoleone I e Napoleone III giunsero ad avere fama e gloria nel continente europeo, governando nel XIX secolo una consistente parte dell'Europa.
I Bonaparte, già Buonaparte, sono una nobile famiglia corsa di origine italiana. Una certa tradizione storiografica ottocentesca, basata su un documento che si è rivelato successivamente un falso moderno,[5][6] fa risalire le origini dei Buonaparte alla famiglia di origine longobarda dei Cadolingi.[7][8]
Secondo la versione accettata dallo stesso Napoleone e da altri membri della famiglia,[3] i Buonaparte sarebbero originari di Firenze,[9] dove si schierarono dalla parte ghibellina. Con la vittoria del partito dei Guelfi, nel Duecento, dovettero lasciare la città andando in esilio, prima a San Miniato,[10] e infine a Sarzana, nell'allora Repubblica di Genova ove il primo membro conosciuto della famiglia si trova citato come Bonapars figlio di Gianfardo. Questa versione non trova conferma in alcun documento e probabilmente è stata "inventata" da Carlo Maria per poter dimostrare nobili origini discendendo così dagli aristocratici Bonaparte di Firenze.
Altri documenti farebbero supporre la presenza dei Bonaparte in alcune località vicine a Sarzana prima dell'ipotetico esilio da Firenze, ma tale nome era molto diffuso in Italia ed anche in questo caso, mancando documenti che si colleghino con Gianfardo, il ritenere che la famiglia potesse essere arrivata a Sarzana dalla Lunigiana, da Luni, da Pontremoli o da Marciaso (Fosdinovo), resta solo un'ipotesi.
XIII secolo
Il capostipite eponimo della famiglia, Bonaparte di Gianfardo, fu un notaio attivo a Sarzana nel XIII secolo[11]. Diventò membro del consiglio comunale della città e i suoi discendenti divennero molto importanti per la città, ottenendo incarichi pubblici e professionali di rilievo, altri furono canonici nella cattedrale di Santa Maria. Grazie a matrimoni con i Calandrini, imparentati con papa Niccolò V, e tra Cesare Buonaparte e Apollonia della Verrucola, acquistarono sempre più potere.
XVI secolo
I Buonaparte passarono quindi in Corsica, prima a Bastia, con Giovanni Buonaparte, che divenne reggente delle città sotto il governatore genovese Tomasino Campofregoso, e poi definitivamente ad Ajaccio, dove l'ultimo discendente della famiglia Bonaparte, Gabriele, nel 1567 si trasferì partendo dalla centralissima via Mazzini ad Ajaccio[12]. In questa città visse Francesco, funzionario del Banco di San Giorgio, la cui famiglia vi si trasferì nel 1510. Nel 1567 la famiglia lasciò completamente Sarzana, vendendo tutti i suoi possedimenti che aveva colà.
XVIII secolo
Il legame con la penisola italiana non fu mai rescisso: Carlo Maria Buonaparte, padre del più celebre Napoleone Bonaparte, studiò diritto all'Università di Pisa come molti suoi antenati. E attraverso i lontani parenti di San Miniato nel Granducato di Toscana, riuscì a ottenere il titolo di nobile di San Miniato, che gli permise di entrare il 13 settembre 1771 nella nuova nobiltà còrsa, voluta dai francesi che nel 1768 erano diventati i nuovi padroni dell'isola. Il legame resta di tipo politico: Napoleone III Bonaparte fu amante della nobile spezzina Virginia Oldoini.
Gianfardo, vissuto fra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo
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└──>Bonapars o Bonapax, membro del sindacato di Sarzana e il Vecchio di Sarzana (m. 1245)
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└──>Giovanni (m. ca 1312)
x (1) Vita, figlia di Pasqualino di Sarzanello
x (2) Giovanna Sacchetti
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└──>Jacopo, notaio imperiale, sindaco di Sarzana
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└──> Nicolosio, notaio imperiale (m. 1397)
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└──>Giovanni
x 24 aprile 1397 Isabella Calandrini
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└──>Cesare Buonaparte
x 1440 Appolonia Malaspina, figlia di Nicolò marchese di Verrucola
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└──>Giovanni
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└──> Francesco detto "Il Mauro"
La genealogia da Francesco, detto il Moro a Carlo Maria
Francesco detto "Il Moro" (m. Ajaccio 1540)
x Caterina di Castelletto di Pietrasanta
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└──> Gabriele Buonaparte detto "di Sarzana", soldato mercenario della Repubblica di Genova ad Ajaccio
└──> Girolamo Buonaparte, notaio, procuratore dei Nobili Anziani nel 1554, deputato d'Ajaccio presso il Senato di Genova
x Camilla, figlia di Carlo Cattaccioli di Bonifacio e di Francesca d'Istria
└──> Francesco Buonaparte, capitano della città nel 1596, membro del Consiglio degli Anziani d'Ajaccio (1616).
└──> Sebastiano Nicolò Buonaparte, membro del Consiglio degli Anziani d'Ajaccio (1620 - 1622).
x (1) 12/09/1623 Angela Trolio-Lubero
x (2) 19/05/1630 Maria Rastelli.
├──>Luciano
├──>Napoleone
└──> Carlo Maria I (1637 - 08/1692), Anziano d'Ajaccio.
x 10/06/1657: Virginia, figlia di Pietro Odone.
└──> Giuseppe Maria (24/02/1663 - 10/1703), membro del Consiglio degli Anziani d'Ajaccio.
x 20/12/1682 Maria Bozzi, morta nell'ottobre 1704.
└──> Sebastiano II (29/09/1683 - 24/11/1760), membro del Consiglio degli Anziani d'Ajaccio (1720 - 1722).
x sposa: Maria Anna Tusoli, morta il 17/09/1760.
├──> Napoleone, morto il 17/08/1767, membro del Consiglio degli Anziani d'Ajaccio.
│ x 04/11/1743: Maria Rosa figlia di Giovan Battista Bozzi.
├──>Luciano, nato l'8/01/1718, morto il 15/10/1791.
└──> Giuseppe Maria II (31/05/1713 - 13/12/1763), membro del Consiglio degli Anziani d'Ajaccio (1750-1753).
x 05/03/1741: Maria-Saveria, figlia di Giuseppe Maria Paravicini, morta nel 1780
└──>Carlo Maria Buonaparte (1746-1785) sposa Maria Letizia Ramolino (1750-1836)
Degli studi [14], analizzando resti di follicoli piliferi di Napoleone I e il DNA-Y dell'attuale capo della casata, hanno dimostrato la genetica dei discendenti di Carlo Buonaparte, identificando la "firma" genetica della linea maschile della famiglia come appartenente all'aplogruppo[15] E1b1b1c (E-M34).
Napoleone I, imperatore dei francesi (1804-1814, 1815), primo console di Francia (1799-1804), presidente della Repubblica Italiana (1802-1805), re d'Italia (1805-1814), protettore della Confederazione del Reno (1806-1813), mediatore della Confederazione svizzera (1803-1813) e coprincipe di Andorra (1806-1814, 1815)
Napoleone II, re di Roma e coprincipe di Andorra (1815)
Napoleone III, imperatore dei francesi (1852-1870), presidente della Repubblica francese (1848-1852) e coprincipe di Andorra (1848-1870)
^abRoberto Ghelfi, Napoleone e il suo tempo, 2001, p. 56.
^Il nome originario era Buonaparte: esso fu cambiato in Bonaparte da Napoleone nel 1796, poco prima di sposare Giuseppina di Beauharnais. Cfr. Dizionario RAIArchiviato l'8 maggio 2014 in Internet Archive.. Tuttavia, nel 1500 il cognome è attestato in atti pubblici come Bonaparte di Sarzana, e si documenta la stessa famiglia che emigrerà in Corsica.
Nel corso dei secoli per errori di trascrizione, oppure per la ramificazione di una famiglia in varie regioni, e dialetti, è tutt'altro che raro trovare varianti dello stesso cognome.
^Luigi Passerini, Della origine della famiglia Bonaparte, in Arch. stor. ital., n.s., III (1856), pp. 29-65; IV (1857), pp. 43-83;
^ Hansmartin Schwarzmaier, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 16, 1973.
«Ma la confusione più grande l'ha provocata lo studio del fiorentino Passerini, che nel 1856 fece risalire l'albero genealogico dell'allora regnante Napoleone III direttamente ai Cadolingi. La sua argomentazione, allora molto apprezzata, si basava su un documento (conservato nell'Archivio di Stato di Firenze), del 15 maggio 1235, redatto a Fucecchio, secondo il quale un certo Jamfaldus di Firenze avrebbe fatto, per sé e per la sua famiglia, una donazione all'ospedale di Rosaia. Come figlio di Jamfaldus viene nominato un Willielmo qui nuncupatur Bonaparte, e come fondatore dell'ospedale il gran conte Ugo, un antenato (abavus) di Jamfaldo. Basandosi su questo documento il Passerini stabilì un legame tra la casa Bonaparte e i C. e pensò di poter risolvere anche gli altri problemi genealogici. Non sappiamo se il Passerini, che dirigeva la Biblioteca Magliabechiana di Firenze e aveva una lunga esperienza di studio su manoscritti, non si sia accorto che il documento del 1235 era una grossolana falsificazione moderna, o se, contro ogni evidenza, egli volesse attenersi ad esso per rendere omaggio con la sua opera all'imperatore francese. In ogni caso la sua costruzione genealogica non regge a un esame critico e lo studio degli avvenimenti relativi alla famiglia dei Cadolingi si deve limitare perciò ai due secoli compresi tra il 923 e il 1113, durante i quali furono una delle famiglie più potenti di Toscana.»
^Guido Gerosa, Napoleone: un rivoluzionario alla conquista di un impero, Mondadori, Milano 1995, 2 ed, p. 9.
^Secondo una tradizione popolare albanese, priva di riscontri documentali, la famiglia avrebbe lontane origini arbëreshë: cfr. Robert d'Angely, Enigma of race of origins and languages of Pelasg, Arian, Hellen, Etruscan, Greek and Albania, pp. 113-117.
^I discendenti del ramo fiorentino che rimase a Firenze furono Giovanni Filippo e Attilio Bonaparte, patrizi fiorentini nel 1757.
^A questo ramo appartennero Giovanni Filippo e Niccolò Bonaparte, nobili di San Miniato nel 1763.
^ Lamioni, Salviati, Gastardelli, in Società, economia, avvenimenti, personaggi di Sarzana" Volume II, Famiglia Bonaparte, su old.comune.sarzana.sp, Pubblica Assistenza "La Misericordia & Olmo" Sarzana e AISM - La Spezia. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2018).
«nel 1245 un Bonapars forse proveniente dalla città di San Miniato in Toscana capostipite della famiglia dei Buonaparte a Sarzana è membro del Consiglio comunale della città.»
(EN) Genealogia della famiglia Bonaparte, su perso.club-internet.fr. URL consultato il 3 maggio 2007 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2004).