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Motivo: Voce a tratti decisamente apologetica, con descrizione di opere e iniziative fatte in modo acritico e senza distinzione tra quello che fu mera propaganda e quello che effettivamente fu fatto e perché fu fatto. Nessun accenno alle politiche di apartheid messe in atto contro la popolazione natia né alle effettive problematiche economiche che rappresentò la colonia per le casse dello Stato, che di fatto rappresentò un'immensa perdita di denaro per l'Italia a fronte di esigui benefici. Manca di fatto una descrizione organica di cosa fu e cosa rappresentò la colonia, meri elenchi con qualche descrizione senza fonte, qualche capitolo apologetico, i maggiori storici del colonialismo vengono del tutto ignorati. Voce da rivedere in toto.
Terminata la conquista dell'Etiopia il 9 maggio 1936, l'AOI fu proclamata con il regio decreto legge 1 giugno 1936, n. 1019, "Ordinamento e amministrazione dell'Africa Orientale Italiana", e di fatto riconosciuta dalla comunità internazionale, che il 14 luglio revocò le sanzioni economiche all'Italia fascista. Il Governatore generale dell'AOI aveva altresì il titolo di Viceré d'Etiopia.
Ci fu un ammodernamento dell'ex impero etiope, diviso in quattro governatorati, per uniformarlo alle altre due colonie di Eritrea e Somalia, già tempo possedimento italiano.
Nel 1937 fu quasi completamente stroncata da Graziani la resistenza dei guerriglieri indigeni Arbegnuoc.
Potenzialmente, questi possedimenti nel Corno d'Africa costituivano una minaccia per le vie di collegamento e l'unità economico-militare dell'Impero britannico. Infatti le forze italiane avrebbero potuto agilmente interrompere i collegamenti continentali tra Il Cairo a nord e Città del Capo a sud, in particolar modo se le forze italiane fossero riuscite ad occupare Khartum e a realizzare un collegamento con la Cirenaica: tutto ciò avrebbe di fatto accerchiato l'Egitto e la nevralgica zona del Canale di Suez.
Nel 1938 fu comunque ottenuto il riconoscimento del possedimento italiano anche da parte di Inghilterra e Francia.
Nel 1940 era l'Africa italiana a essere di fatto isolata, impossibilitata a ricevere rifornimenti diretti dall'Italia e completamente circondata da colonie britanniche; la mobilità delle forze italiane era inoltre minacciata dalla persistenza della guerriglia etiope.
All'inizio del conflitto, il 10 giugno, le forze italiane presenti ammontavano a circa 90 000 uomini tra Esercito, Marina, Regia Aeronautica e Finanza, nonché a circa 200 000 soldati coloniali (àscari). Sebbene si trattasse di una forza ragguardevole, le truppe italiane erano distribuite su diversi e sterminati scacchieri operativi, da ciascuno dei quali era impossibile intervenire in aiuto di altri settori in difficoltà, a causa della assoluta inesistenza di collegamenti. Scarsa era anche la dotazione di automezzi delle forze italiane e la disponibilità di carburante. La maggiore mobilità delle forze italiane era quella dei reparti a cavallo di ascari, formazioni regolari che venivano affiancate quando possibile da bande irregolari.
Nonostante le difficoltà e comunque con una scarsa organizzazione, approfittando della superiorità momentanea le forze italiane iniziarono alcune operazioni offensive che portarono alla conquista di Cassala, città sudanese a pochi km dal confine, e del Somaliland, la Somalia britannica. In entrambi i casi i guadagni strategici non compensarono lo sforzo tattico e logistico. Cassala venne comunque presto ripresa dalle forze britanniche in Sudan, rinforzate con elementi provenienti dall'Egitto ed alcuni reparti indiani.
Il 27 marzo 1941, dopo la caduta della piazzaforte di Cheren, strenuamente difesa dal generale Orlando Lorenzini e i suoi uomini, e in seguito alla resa di Massaua l'8 aprile dello stesso anno, l'Italia di fatto perse i territori eritrei. Il 19 maggio, dopo un tentativo di resistenza sull'Amba Alagi, il viceré Amedeo d'Aosta si arrese con l'onore delle armi, anche se la guerra si sarebbe definitivamente conclusa soltanto il 28 novembre 1941, con la resa del generale Guglielmo Nasi al comando degli ultimi difensori di Gondar.
Continuarono però operazioni di guerriglia sotto il comando di Amedeo Guillet, perlopiù nella regione costiera. Questa guerriglia si esaurì nel 1943 nelle montagne del Tigrè, ai confini con l'Eritrea.
Tra l'aprile 1942 e l'agosto 1943 si svolse il rimpatrio, via nave, di circa 28.000 civili italiani, in una missione umanitaria denominata missione speciale AOI.
Ordinamento
Suddivisioni amministrative
L'Africa Orientale Italiana era stata suddivisa in cinque governi con un regio decreto il 1º giugno 1936, al cui vertice vi era comunque la capitale Addis Abeba, sede del Viceré d'Etiopia e del governatorato centrale (poi divenuto anch'esso governo con il regio decreto dell'11 novembre 1938, col nome di Scioa). I Governi erano suddivisi in Commissariati di Governo, retti da un Commissario di Governo coadiuvato da un Vice Commissario, solitamente titolare anche della Residenza con sede nel capoluogo del Commissariato. I Commissariati erano suddivisi in Residenze, suddivise talora in Vice Residenze. Di regola la sede di Commissariato era dotata di scuole elementari, ufficio postale e telegrafo, infermeria con medico, pista per aeroplani. Le sedi di Residenze erano dotate di ufficio postale, telegrafo e infermeria con medico.
I 6 governatori dipendevano dal Viceré d'Etiopia. Le capitali dei governi italiani erano ad Asmara per l'Eritrea, a Gondar per l'Amara, a Gimma per la Galla e Sidama, ad Harar Jugol per l'Harar, a Mogadiscio per la Somalia. I territori di Amara, Galla-Sidama e Harar formavano all'epoca l'Impero d'Etiopia.
Precedentemente alla costituzione dell'Africa Orientale Italiana, l'area era sottoposta al controllo di un alto commissario nominato dal capo del governo italiano, secondo la legge n. 783 dell'11 aprile 1935.
Dal 15 gennaio 1935 venne nominato Emilio De Bono, che mantenne la carica fino al 27 novembre dello stesso anno: a lui viene sostituito Pietro Badoglio.
Con la dichiarazione della nascita dell'Impero il 9 maggio del 1936, Badoglio diviene il primo Viceré d'Etiopia e Duca di Addis Abeba, fino a quando, nel giugno, viene designato Rodolfo Graziani. Il 21 dicembre 1937 gli succede Amedeo di Savoia, duca di Aosta, che siede sul trono dell'Etiopia fino alla definitiva perdita dei territori nel 1941. Lo seguono brevemente Pietro Gazzera (dal 23 maggio al 6 luglio) e Guglielmo Nasi (fino al 27 novembre 1941).
Infine l'Aeronautica dell'Africa Orientale si costituiva innanzitutto di alcuni gruppi da bombardamento terrestri, il XLIV Gruppo di Addis Abeba (S. 79), il 29º di Sciasciamanna (SM. 81), il 4º Gruppo volo di Dire Daua (SM. 81) e il 27º di Dessiè (Ca. 133). Inoltre, vi erano anche alcune squadriglie di caccia, ossia la 410ª di Giggiga (CR. 32), la 211ª di Dire Daua (CR. 32), la 412ª di Gura (CR. 42) e la 413ª di Assab (CR. 42), per un totale di 223 aerei di diversa tipologia ma, tranne per gli S.M.79, tutti obsoleti al tempo della dichiarazione di guerra.
Demografia
Presenza dei civili italiani
In Africa Orientale Italiana nel marzo 1940 c'erano circa 170 000 civili italiani (al 31 dicembre 1939 erano 165 267, ma il flusso continuò fino all'approssimarsi dell'entrata in guerra dell'Italia), un numero notevole rispetto ai 6 000 (4 188 in Eritrea, 1 668 in Somalia e poco più di un centinaio in Etiopia) presenti prima dell'aggressione all'Etiopia del 1935 tenuto conto anche del breve periodo di appena quattro anni in cui si svolse l'emigrazione. Vivevano in gran parte nei capoluoghi dei sei governi che componevano l'impero e nei centri più importanti come Dessiè, Dire Daua, Decamerè, Massaua, Cheren salvo alcuni funzionari di governo delle residenze e i contadini degli insediamenti agricoli. Ad Addis Abeba, alla vigilia dell'entrata in guerra dell'Italia, gli italiani residenti erano 38 486, preceduti solo dai 53 000 di Asmara. Appartenevano a ogni ceto sociale e categoria professionale: funzionari pubblici, imprenditori, artigiani, commercianti, impiegati, operai e contadini.[6]
La presenza di donne italiane fu modesta nei primi due anni, limitata alla stretta parentela dei funzionari imperiali e dei militari. Poi a partire dalla metà del 1938 con la predisposizione in crescendo di alcune infrastrutture indispensabili come strade, abitazioni (molte delle quali costruite da enti pubblici tra cui l'Istituto Case Popolari, l'Incis, l'Inps, e la Banca d'Italia), acquedotti, centrali elettriche, scuole e strutture sanitarie, l'aumento fu notevole. L'emigrazione fu stimolata dal regime fascista anche per contrastare il fenomeno del madamismo diffuso in tutti gli strati sociali nonostante le pesanti sanzioni previste dalle leggi razziali. Così si recarono nell'impero anche molte donne nubili in cerca di un lavoro o di un'affermazione professionale nella sanità, nell'insegnamento e nell'impiego pubblico e privato. Nel marzo del 1940 il genere femminile contava circa 28 000 unità di cui 12 000 circa ad Asmara e 6 300 nella capitale. Nell'ultimo periodo l'emigrazione delle donne rappresentò il 37% del totale. La stratificazione sociale può essere paragonata a un triangolo con al vertice le rappresentanti dell'alta borghesia e dell'aristocrazia istituzionale, politica e militare costituita dalla stretta parentela (mogli, madri, figlie) dei vertici imperiali; al centro le donne del ceto contadino e operaio e alla base il gruppo più numeroso della media e piccola borghesia.[7]
La colonizzazione demografica
La colonizzazione demografica rappresentò l'elemento distintivo del colonialismo fascista.
Nei piani originari doveva servire ad eliminare quella parte d'eccedenza annua di nati, stimata in 400 000 unità, non integrabile dal mercato nazionale né dalla tradizionale emigrazione verso altre nazioni, aborrita dal fascismo, con l'invio di centinaia di migliaia di disoccupati e sottoccupati soprattutto del settore agricolo in Africa Orientale.
Altri fondamentali obiettivi economici dovevano essere l'autosufficienza alimentare della colonia e il rifornimento della madrepatria.
La colonizzazione contadina doveva costituire il grosso dell'emigrazione; accanto ad essa in numero molto minore anche altre categorie necessarie per l'organizzazione e lo sviluppo dell'impero. Doveva basarsi per quanto possibile sulla presenza di nuclei familiari.
L'emigrazione verso l'Africa Orientale Italiana non fu affidata alla libera scelta ma controllata dai pubblici poteri e dal partito fascista attraverso una serie di rigide condizioni.
Al tramonto dell'impero, tuttavia, la popolazione agricola costituiva un'esigua minoranza sul totale degli italiani presenti in colonia per una serie di cause, tra cui le principali furono: il limite temporale dell'occupazione, le scarse risorse disponibili, le poche terre fertili coltivabili e l'opposizione armata dei patrioti etiopici.[8]
Nel settore agricolo operarono 200 grandi aziende, i piccoli agricoltori nel numero compreso tra i 2 000 e i 4 255 e gli enti pubblici che incanalarono la colonizzazione demografica. Quella che diede i migliori risultati fu l'agricoltura capitalistica, che utilizzò prevalentemente manodopera indigena, i cui prodotti (lana, cotone, caffè, allevamenti) furono destinati all'Italia o esportati all'estero.
La colonizzazione demografica contadina fu affidata a enti pubblici che dovevano consegnare ai coloni i fondi già predisposti con le relative case coloniche da riscattare in un congruo numero di anni. Gestivano l'organizzazione e le attrezzature necessarie e ad essi era affidata la vendita dei prodotti il cui ricavato andava versato sugli appositi libretti dei contadini.[8]
Tra gli enti pubblici il primo che operò in Africa Orientale Italiana fu l'Opera Nazionale Combattenti sotto la presidenza di Araldo di Crollalanza attraverso l'Azienda Africa Orientale. Furono costituiti due comprensori nello Scioà non eccessivamente distanti da Addis Abeba; il primo quello di Olettà lungo la strada per Lechemti disponeva nel 1940 di un centro urbano con i servizi essenziali, 98 case coloniche raggruppate in modo utile per la difesa da eventuali attacchi dei resistenti etiopici su circa 7 000 ettari. Nel maggio del 1939 si erano insediate 93 famiglie per un totale di 354 unità. La costituzione dell'altro, quello di Biscioftù, nei pressi di Moggio e del lago omonimo incontrò notevoli ostacoli per le paludi esistenti. In Africa Orientale Italiana operarono anche alcuni enti di colonizzazione regionali. Romagna d'Etiopia svolse la sua attività principalmente nel grande comprensorio di Uogherà nell'Amhara; successivamente a Villa Anna Maria nello Scioà e nell'alto Auasc con un totale di circa 600 tra contadini e operai senza le relative famiglie che per precauzione furono lasciate in Italia per la forte attività dei ribelli.
Puglia d'Etiopia operò nel Harar con il comprensorio nella valle di Uacciò e il centro dei servizi chiamato Bari d'Etiopia.[9]
Al 31 dicembre 1939 c'erano 15 nuclei familiari nelle rispettive case coloniche con un totale, tra contadini ed operai, di 161 unità. Ente di colonizzazione Gestione Thesauro De Rege nei pressi di Gimma, nel Galla e Sidamo. Il comprensorio al maggio del 1940 comprendeva 41 nuclei familiari sistemati nelle relative case coloniche e un totale di 259 unità.[8]
Operarono in Africa Orientale, inoltre, le strutture denominate Centurie Agricole di precolonizzazione (250 unità), Pattuglie del grano (14 unità) e Consorzio agricolo dell'Amara (34 unità). Era prevista, infine, la costituzione di Veneto d'Etiopia, Aosta d'Etiopia e l’Ente per gli italiani residenti all'estero.
Il 30 maggio 1940 gli enti di colonizzazione contavano 1 193 coloni e 169 nuclei familiari.[8]
Nel corso degli anni '30 venne inoltre presa in considerazione dal regime la possibilità di creare un insediamento di coloni ebrei in Etiopia, provenienti sia dall'Italia che da altre nazioni europee. Tale progetto non venne tuttavia concretizzato a fronte dell'evolversi della situazione internazionale e dell'inasprirsi delle misure antisemite adottate in Italia.
La lira dell'Africa Orientale Italiana, abbreviata in £ AOI, era la valuta (legge n. 260 dell'11/01/1937) dell'area tra il 1936 e il 1941, ed era equivalente alla lira italiana e vi circolava assieme con lo stesso cambio. Le prime banconote furono stampate nel 1938, col valore di 50, 100, 500 e 1 000 lire.
Come spiegato dal numismatico Gerardo Vendemia a seguito della scoperta del bozzetto originale delle 1000 lire, raffiguranti sul retro il transatlantico Rex, nel 2021, il progetto iniziale prevedeva realizzare una serie di banconote dedicata alla circolazione nei territori dell'AOI. Tuttavia i tempi per la progettazione e realizzazione dei cliché (oltre alla stampa e la distribuzione) di nuova cartamoneta sarebbero stati troppo lunghi e perciò si optò per l'utilizzo delle stesse banconote circolanti in Italia, della serie disegnata da Giovanni Capranesi, ma con piccole modifiche, tra cui la dicitura "Serie Speciale Africa Orientale Italiana" e colorazioni differenti[10]. La premura di non inviare la stessa cartamoneta circolante in Italia era importante dal punto di vista economico, in quanto, qualora le sorti delle operazioni coloniali in Africa fossero state negative per l'Italia, sarebbe stato possibile dichiarare la serie di biglietti "fuoricorso", senza risvolti sulla circolazione nella madrepatria.
L'esclusiva circolazione delle banconote nei territori dell'Africa Orientale Italiana fu revocata con D.M. del 25 novembre 1942, per sopperire alla carenza di cartamoneta durante la Seconda guerra mondiale
In Etiopia la lira dell'Africa Orientale Italiana sostituì il birr e in Eritrea il tallero locale e anche brevemente lo scellino nella Somalia Britannica tra il 1940 e il 1941. Le valute precedenti vennero ristabilite dagli inglesi quando occuparono l'Africa Orientale Italiana, istituendo in alcuni casi lo scellino dell'Africa Orientale, con cambio pari a 24 lire dell'Africa Orientale Italiana. Come residuo dell'uso della lira italo-africana, fino alla fine degli anni sessanta in Somalia veniva usata l'espressione "lix lira" (cioè "sei lire") per indicare i venticinque centesimi di scellino somalo.
Negli anni venti e trenta furono realizzate numerose opere stradali dando vita a una rete di circa 18000km di strade fra principali e secondarie, fra le quali la strada Asmara-Addis Abeba.
Le infrastrutture ferroviarie dell'Africa Orientale Italiana erano le seguenti:
ferrovia Addis Abeba-Gibuti, completata nel 1917 e costruita con capitali francesi, lunga 784 km di cui 106 km di competenza della Somalia Francese. La ferrovia franco-etiopica era l'unico mezzo per raggiungere Addis Abeba durante la stagione delle piogge. I francesi permisero all'Italia fascista di utilizzare la ferrovia a piacimento durante l'occupazione dell'Etiopia, nonostante le sanzioni internazionali. Un accordo commerciale venne firmato a Roma nel 1936, e ulteriori sconti vennero concessi nel 1938. La compagnia ferroviaria accettò di investire 70 milioni di franchi per rinnovare la linea al fine di soddisfare i bisogni logistici italiani.[11]
La funzione dei porti fu d'importanza vitale per la vita dell’impero, perché vi passava tutto l'occorrente all'organizzazione civile ed economica dei territori così come vi affluiva la quasi totalità delle merci destinate all'esportazione. Dei 12 miliardi stanziati nel 1937 per il piano sessennale di sviluppo dell'impero, ben 670 milioni furono riservati all'esecuzione delle strutture portuali. Il programma prevedeva lavori d'ammodernamento e potenziamento per quelle esistenti e la costruzione di nuovi impianti.
Con la decisione di creare uno scalo nella baia di Assab il retroterra etiopico fu ripartito in zone approssimative facenti capo ai diversi approdi, secondo il criterio della minor distanza, vale a dire di un’economia di tempo e di denaro nei trasporti. Furono intensificati gli studi per la costruzione del grande porto oceanico sulla costa somala e fu decisa la sistemazione di quelli minori per sopperire alle necessità manifestatesi in dipendenza di nuove attività economiche sorte in alcune regioni. Quando le opere iniziate, quelle progettate e ancora allo studio sarebbero state compiute, l’impero avrebbe avuto gli scali di Massaua, Assab, Mogadiscio, Merca e Chisimaio, oltre agli approdi adeguatamente sistemati di Bender Cassim, Dante, Brava.
Il porto di Massaua era considerato a ragione il più vasto e sicuro del Mar Rosso e con le opere compiute nel periodo successivo al conflitto etiopico aveva assunto un ruolo di primaria importanza, riuscendo a smaltire un traffico che era inferiore solo a quello di Genova e Napoli. Con l'ampliamento effettuato fu possibile l'attracco e lo scarico contemporaneo di 15 piroscafi. Il 21 gennaio 1938 iniziarono i lavori per la costruzione del grande porto di Assab cui sarebbe stato riservato il movimento con l'Aussa, la Dancalia, lo Scioà e alcune sue zone limitrofe. L'entrata in funzione della strada dancala e dello scalo, sia pure in modo ancora limitato, ridusse il traffico commerciale di Gibuti e nel 1940 il Ministero dell’Africa Italiana aveva emanato delle disposizioni precise, in base alle quali fu avviata ad Assab tutta una serie di merci. Per quel che riguarda i trasporti marittimi il Lloyd Triestino esercitò il maggior numero di linee regolari sovvenzionate tra madrepatria e impero, affiancato da società minori, quali l'Achille Lauro di Napoli, la Ignazio Messina, la Cooperativa Garibaldi di Genova e la Regia Azienda Monopolio Banane. Vennero istituite numerose linee tra i porti italiani e quelli dell’impero tra cui i collegamenti Napoli-Gibuti, settimanali, Genova-Chisimaio, quindicinali, Genova-Gibuti, Genova-Mogadiscio, Trieste-Mogadiscio, mensili. Questi due ultimi proseguivano poi per l'India. A essi se ne aggiunsero molti altri come il servizio Italia-Sudafrica con gli scali di Massaua, Assab, Gibuti, Mogadiscio, Merca e Chisimaio e gli espressi da Genova e Trieste all'India e all'Estremo Oriente.[6]
I servizi aerei erano utilizzati da una ristretta clientela formata da imprenditori, commercianti, alti funzionari militari e civili. Per tanti altri, inoltre, l'Ala Littoria rappresentò il mezzo rapido per il recapito postale. Le notizie che arrivavano con l’aereo, avevano sulle altre l’incalcolabile merito della rapidità: cinque giorni inizialmente, poi ridotti a meno di tre, rispetto alle tre o quattro settimane della posta ordinaria. Non solo viaggiatori, non solo notizie, ma anche medicinali e tutto ciò che aveva carattere d'urgenza. Il trasporto aereo pur in fase di grande espansione era riservato poiché ancora troppo costoso, solo a merci di grande valore, purché leggere e poco ingombranti. L’Ala Littoria nel suo tragitto per l’Africa Orientale faceva una delle sue soste a Bengasi. Da qui in 36 ore circa raggiungeva, attraverso il Cairo e Wadi Halfa, l'Asmara da dove con un ultimo balzo arrivava a Addis Abeba. Dai quattro giorni che impiegava nel 1938, su un itinerario di 5 634 km, si era passati, dal primo gennaio 1939, ai due giorni e mezzo soltanto, eliminando, dopo lo scalo di Khartoum, ogni altra fermata e puntando direttamente sulla capitale dell’impero. Vennero sviluppati anche i servizi aerei interni e costruiti aeroporti oltre che nei capoluoghi di governo, anche a Dire Daua, Assab e nelle località prive di collegamenti terrestri. Dall’ottobre 1938, l’Ala Littoria fu affiancata dalla società Aviotrasporti.[6]
Idraulica e minerarie
Anche le opere di colonizzazione furono diverse: fra esse si possono menzionare quelle di Tessenei in Eritrea e quelle, in Somalia, di Villabruzzi e di Genale sul fiume Uebi Scebeli, mentre nel campo minerario si possono ricordare le grandi saline di Dante in Migiurtinia, considerate all'epoca le più grandi del mondo.
Tutela del patrimonio artistico
L’attività archeologica iniziò nel 1938 con lo studio degli obelischi di Axum da parte di Ugo Monneret de Villard che successivamente volse la sua attenzione alle chiese nella roccia tra cui quelle monolitiche di Roha nel Lasta attribuite al negus Lalibalà. Nel 1939 Gaspare Oliveiro condusse una campagna archeologica nella zona di Adulis, mentre Ettore Rossi esplorò le isole Dahlac che nei secoli XII e XIII furono il centro di un florido regno musulmano. Vanno, infine, ricordati i restauri dei palazzi imperiali di Gondar, completati prima dell'occupazione inglese. Nel 1940 fu pubblicato uno speciale ordinamento archeologico che prevedeva l'istituzione di una sovrintendenza in Addis Abeba per la tutela del patrimonio artistico, bibliografico e numismatico.[12]
Subito dopo la conquista dell'Etiopia e la creazione dell'Africa Orientale Italiana, le autorità coloniali iniziarono una imponente opera di incremento del patrimonio forestale. L'organizzazione di questa impresa era demandata alla 11ª Legione della Milizia forestalecoloniale, su cinque nuclei di personale nazionale e ascari forestali. Inoltre nelle colonie operava fin dal 1904 l'Istituto agronomico per l'Africa italiana di Firenze. Vennero impiantati vivai su tutto il territorio e già nei primi due anni si ebbe un aumento esponenziale della produzione di legname da costruzione, legna da ardere e carbone. Nel 1937 vennero distribuite 2 400 000 piantine. Nel 1938 nel Corno d'Africa erano presenti 700 000 ettari di piante resinose, 2 500 000 ettari di latifoglie, oltre a boscaglia a densità normale per 25 milioni di ettari e a densità ridotta per 35 milioni di ettari[13].
Alla Milizia era anche demandato il controllo sulla regolamentazione della caccia. Già nel 1938[14] esisteva una protezione per certi animali, di cui era vietata la caccia in A.O.I.
Per cacciare occorreva avere una licenza (c'erano 6 tipi di licenze) e si potevano usare solo armi lunghe da fuoco a canna liscia o rigata o piccole carabine calibro 22. Erano invece vietate le armi da guerra in dotazione all'esercito, le carabine dello stesso calibro e le armi a ripetizione. Erano proibite pure le trappole di ogni genere, i veleni, l'uso di fari abbaglianti, la caccia da autoveicoli; la caccia da aerei a meno di 300 m di quota se si trattava di branchi o di mandrie. Non si potevano raccogliere o danneggiare uova o nidi. Non si poteva cacciare nei terreni privati.
Veniva inoltre prevista la costituzione di bandite naturali integrali, parchi nazionali, riserve assolute, riserve semplici, riserve parziali. Ogni tipo di riserva aveva le sue regole. In caso di uccisione di un animale protetto per difesa propria, il fatto doveva essere denunciato e le autorità provvedevano a ritirarne le spoglie.
Ulteriori regole o leggi rendevano la giurisdizione in merito abbastanza completa e piuttosto complessa. Alcune trattavano anche l'esportazione di trofei, avorio, oggetti in avorio, ecc. Le pene in caso di reato prevedevano ammende, ritiro della licenza, confisca delle armi, a seconda dei casi. Non risulta fossero previste pene detentive.
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Goffredo Orlandi Contucci, A.O.I.- Africa Orientale Italiana - La conquista dell'Impero nel ricordo del tenente Goffredo Orlandi Contucci, a cura di Antonio Orlandi Contucci, Monte Colombo/Coriano, Edizioni MyLife, 2009, ISBN978-88-6285-100-8.
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Rivista delle Colonie italiane, su dankalia.com. URL consultato il 26 aprile 2011 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2011).
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Draft de la NBA de 2013Información generalFecha 27 de junio de 2013Hora 7:00 p.m. (EST)Ubicación Barclays CenterBrooklyn, Nueva YorkTransmisión ESPNPrimera elección Anthony Bennett, Cleveland CavaliersDrafts de la NBA 2012 2014 El Draft de la NBA de 2013 se celebró el 27 de junio de 2013 en el Barclays Center de la ciudad de Brooklyn, Nueva York. Fue transmitido para Estados Unidos por la cadena especializada ESPN. Reglas de elegibilidad Desde el draft de 2008, los jugadores provenientes...
American TV series or program Miles from TomorrowlandAlso known as Miles from Tomorrow (internationally and original production title)[1] Mission Force One (season 3) GenreChildren's television seriesScience fictionCreated bySascha PaladinoBased onTomorrowlandDirected byPaul DemeyerMichael Daedalus KennyKelly JamesSue PerrottoJohn EngJeff McGrathVoices ofCullen McCarthy (season 1)Justin Felbinger (seasons 2-3)Fiona BishopOlivia MunnTom KennyDee Bradley BakerTheme music composerBe...
Stasiun Tōge峠駅Samping StasiunLokasiŌsawa Tōge, Yonezawa-shi, Yamagata-ken 992-1303JepangKoordinat37°48′43″N 140°14′09″E / 37.811894°N 140.235853°E / 37.811894; 140.235853Koordinat: 37°48′43″N 140°14′09″E / 37.811894°N 140.235853°E / 37.811894; 140.235853Pengelola JR EastJalur■ Jalur Utama ŌuLetak dari pangkal28.8 km dari FukushimaJumlah peron1 Peron pulauInformasi lainStatusTidak memiliki petugasSitus webSitus w...
Painting by Bramantino This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Adoration of the Christ Child Bramantino – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (January 2020) (Learn how and when to remove this template message) Adoration of the Christ Child (c. 1485) by Bramantino Adoration of the Christ ...
For residents of the subregion of Ruanda, see List of colonial residents of Rwanda. For residents of the subregion of Urundi, see List of colonial residents of Burundi. Ruanda-Urundi (dark green) depicted within the Belgian colonial empire (light green), 1935. This is a list of European colonial administrators responsible for the territory of Ruanda-Urundi, an area equivalent to modern-day Rwanda and Burundi. Ruanda-Urundi formed part of German East Africa until it was captured by Belgian for...
2016 South Korean television series Shopping King LouieOfficial PosterAlso known asShopaholic LouisShopping King LouisGenreRomantic comedyWritten byOh Ji-youngDirected byLee Sang-yeobStarringSeo In-gukNam Ji-hyunYoon Sang-hyunIm Se-miCountry of originSouth KoreaOriginal languageKoreanNo. of episodes16ProductionExecutive producerKim Sang-hoProducerKim Ho-joonProduction locationsSouth KoreaFranceCinematographyHwang Sung-manSong Gab-youngEditorKim Na-youngRunning time70 minutesProduction company...
TV series TekWarAlso known asWilliam Shatner's TekWarGenreScience fictionActionCreated byWilliam ShatnerDeveloped byStephen RoloffStarringGreg EviganEugene ClarkCatherine BlytheTorri HigginsonNatalie RadfordMaria del MarWilliam ShatnerTheme music composerWarren ZevonEnding themeReal or NotComposersDavid Michael FrankLouis NataleFred MollinCountry of originCanadaUnited StatesOriginal languageEnglishNo. of seasons2No. of episodes22 (list of episodes)ProductionExecutive producersWilliam ShatnerP...
مقاطعة وابونسي الإحداثيات 39°01′07″N 96°17′33″W / 39.018611111111°N 96.2925°W / 39.018611111111; -96.2925 [1] تاريخ التأسيس 1855 تقسيم إداري البلد الولايات المتحدة[2] التقسيم الأعلى كانساس العاصمة ألما التقسيمات الإدارية ألما خصائص جغرافية المساحة ...
ثقافة الشاي الصينية ثقافة الشاي الصينية تعني ثقافة الشاي الصيني بكيفية تحضير الشاي وكيفية تقديمه في المناسبات حين احتسائه. وتختلف هذه الثقافة عن الثقافة الأوروبية مثل بريطانيا والآسيوية مثل اليابان وكوريا وفيتنام في طريقة التحضير واختلاف المذاق والمناسبة التي يُقدم فيه...
Protected area in Queensland, AustraliaTewantin National ParkQueenslandIUCN category II (national park) Mount Tinbeerwah, 2013Tewantin National ParkNearest town or cityTewantinCoordinates26°23′5″S 152°58′46″E / 26.38472°S 152.97944°E / -26.38472; 152.97944Area13 km2 (5.0 sq mi)Managing authoritiesQueensland Parks and Wildlife ServiceSee alsoProtected areas of Queensland The Tewantin National Park is a 13 square kilometre national park in Quee...
City in the South West region of Western Australia This article is about the city in Western Australia. For the local government area, see City of Busselton. For the central suburb, see Busselton (suburb). BusseltonWestern AustraliaAt 1,841 metres (6,040 ft), the Busselton Jetty is the longest wooden jetty (pier) in the Southern HemisphereBusseltonCoordinates33°38′52″S 115°20′45″E / 33.64778°S 115.34583°E / -33.64778; 115.34583Population 27,233 (2...
Finnish ice hockey player Ice hockey player Tuomo Ruutu Ruutu with the New Jersey Devils in 2014Born (1983-02-16) 16 February 1983 (age 40)Vantaa, FinlandHeight 6 ft 0 in (183 cm)Weight 200 lb (91 kg; 14 st 4 lb)Position Left wingShot LeftPlayed for HIFKJokeritChicago BlackhawksCarolina HurricanesNew Jersey DevilsHC DavosNational team FinlandNHL Draft 9th overall, 2001Chicago BlackhawksPlaying career 1999–2017 Tuomo Iisakki Ruutu (born 16 Fe...
Country House in County Carlow, IrelandAltamont HouseGeneral informationTypeCountry HouseLocationTullow, County Carlow, IrelandConstruction started1740Completed1780OwnerGovernment of IrelandWebsitehttp://heritageireland.ie/visit/places-to-visit/altamont-gardens/ Altamont House is a historic building best known for its ornamental gardens in County Carlow. The Robinsonian-style gardens[1] are often referred to as the jewel in Ireland's gardening crown.[2] History The early origi...
Politics of Guatemala ConstitutionLaw Human rights LGBT rights Abortion law Capital punishment Executive President Alejandro Giammattei Vice President Guillermo Castillo Legislature Congress President: Shirley Rivera Judiciary Supreme Court of Justice of Guatemala President: Silvia Valdés Administrative divisions Departments Municipalities Recent elections General: 201520192023 Political parties Vamos Valor Semilla Guatemalan National Revolutionary Unity Guatemalan Republican Front National ...
Mainichi Broadcasting System Mainichi Broadcasting System, Inc. (株式会社毎日放送code: ja is deprecated , Kabushikigaisha Mainichi Hōsō)Jenisperseroan terbatasIndustriInformasi dan komunikasiDidirikan27 Desember 1950 (sebagai New Japan Broadcasting System)KantorpusatChayamachi, Kita-ku, Osaka, JepangTokohkunciMasahiro Yamamoto (Chairman), Kazutomo Kawauchi (Direktur Utama), Fumio Tanaka & Osamu Ueda[1]Karyawan647 orang[1]Situs webhttp://www.mbs.jp/ Gedung MBS di ...
American election 2010 Cuyahoga County Council election November 2, 2010 2012 → 11 seats on the Cuyahoga County Council6 seats needed for a majorityTurnout44.2%[1] Majority party Minority party Party Democratic Republican Seats won 8 3 Seat change 8 3 Popular vote 242,069 136,174 Percentage 60.9% 34.3% Results: Democratic gain Republican gain Elected President C. Ellen Connally Democratic...