Con l'Unità d'Italia, il ruolo dei cappellani militari fu regolarmente introdotto nelle neonate forze armate unitarie e nel 1865 l'organico del clero castrense del Regno d'Italia era di 189 cappellani.
Dopo la presa di Roma, le leggi italiane portarono a una progressiva, e nel 1878 definitiva, eliminazione dei cappellani.
Fu la circolare del 12 aprile 1915 firmata dal generale Luigi Cadorna, nell'imminenza dell'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, a reintrodurre i cappellani militari. In seguito a ciò, la Congregazione per i vescovi, con decreto del 1º giugno 1915, nominò il primo vescovo di campo, ponendolo al vertice di tutti i cappellani militari d'Italia, Angelo Bartolomasi. Il governo italiano assegnò al vescovo castrense il grado di maggiore generale e ai cappellani quello di tenente.[1]
Nel 1918 i cappellani militari erano 2 738: 1 350 operanti al fronte, 742 dislocati negli ospedali territoriali, 18 nella riserva, 591 “aiuto-cappellani” negli ospedali territoriali, 37 in Marina. Ben 435 cappellani militari furono insigniti di una Medaglia al valor militare; 110 sacerdoti seguirono i propri reparti nei campi di prigionia e ne morirono 93.[2]
Al termine del conflitto, mons. Bartolomasi chiese a ogni cappellano una relazione finale sulla propria attività. Di queste se ne conservano ancora 180[3], raccolte recentemente in un volume sul ruolo dei cappellani militari nel primo conflitto mondiale[4].
Giovanni Minozzi, cappellano militare anche durante la guerra italo-turca, diede vita nel 1918 all'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia, insieme al barnabita padre Giovanni Semeria, per ospitare i bambini orfani di guerra.
Nel 1922 il ruolo del cappellano militare fu nuovamente soppresso, ad eccezione del servizio svolto per la raccolta delle salme dei caduti e la sistemazione dei cimiteri di guerra.
In seguito a trattative tra la Santa Sede e il governo italiano, il 6 marzo 1925 nacque l'Ordinariato militare per l'Italia, con decreto della Congregazione per i vescovi e approvato dalla legge italiana n. 417 dell'11 marzo 1926[5], assegnando ad esso il compito dell'assistenza spirituale nelle forze armate. I Patti lateranensi del 1929 e la successiva legge n. 77 del 16 gennaio 1936[6] ne ribadirono il riconoscimento.
Durante la seconda guerra mondiale, furono numerosi i cappellani militari morti nell'esercizio del loro ministero sacerdotale e vari coloro che furono insigniti di onorificenze; alcuni di essi furono coinvolti anche nella Resistenza, come Ettore Accorsi e Giuseppe Morosini.
Oltre ad essi, cappellani come Giulio Facibeni e Carlo Gnocchi (proclamato beato dalla Chiesa cattolica) si impegnarono in opere assistenziali per coloro i quali avevano subito i gravi segni della guerra.
Con la nascita della Repubblica Italiana, l'Ordinariato fu assimilato dalla legislazione repubblicana inizialmente con la legge n. 1118 del 9 novembre 1955, recante modifiche alla legge 77/1936[7], poi con la legge n. 512 del 1º giugno 1961[8], con le sue successive modifiche, fino all'incorporamento nel vigente Codice dell'ordinamento militare del 2010[9], modificato ulteriormente nel 2012.[10]
La nuova legislazione si ha con la legge 22 aprile 2021, n. 70, di Ratifica dello Scambio di lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano il 13 febbraio 2018, approvata in via definitiva dall'Aula della Camera il 14 aprile 2021. L'intesa oggetto di ratifica ha aggiornato la disciplina concernente l'assistenza spirituale alle Forze armate e lo status dei cappellani militari "alla luce dell'evoluzione storica, politica e normativa intervenuta negli anni e che ne ha condizionato i motivi ispiratori".
Struttura
Il clero dell'Ordinariato militare italiano è arruolato nelle forze armate, e i sacerdoti sono equiparati agli ufficiali.
Per meglio prestare il proprio servizio, l'Ordinariato italiano è suddiviso oggi in sedici zone pastorali geografiche.
La giurisdizione ecclesiastica dell'Ordinariato riguarda territorio e persone; dall'Ordinariato dipende una struttura gerarchica che ricomprende anche il personale degli ospedali militari.
Il conferimento dell'ufficio di assistenza spirituale alle forze armate comporta che la provvista (ovvero l'atto di conferimento dell'ufficio) spettante, di solito, all'autorità ecclesiastica sia sostituita da un paritario diritto dello Stato poiché l'ufficio in questione non può essere considerato sic et simpliciter come ecclesiastico, ma piuttosto ufficio dello Stato, cui la pubblica autorità concede l'annessa potestà giurisdizionale ecclesiastica[13].
La designazione dell'Ordinario avviene mediante una consultazione confidenziale tra Santa Sede (che propone nominativi) e il Governo italiano (che deve procedere alla nomina). In caso di disaccordo sul nome proposto, si procede a nuova designazione confidenziale finché non si raggiunge un accordo.
L'attuale Ordinario militare è Santo Marcianò, in carica dal 10 ottobre 2013.
I Cappellani
L'Ordinario militare (che assume il grado militare di generale di corpo d'armata[14]) è assistito nella sua attività da un Vicario generale (che sostituisce l'Ordinario nelle sue funzioni in via rappresentativa, lo coadiuva nell'azione, fa le sue veci in caso di impedimento o assenza; assume il grado di generale di divisione[14]) e da 5 Vicari Episcopali.
A livello territoriale, le funzioni di assistenza spirituale sono svolte dai cappellani coordinati dai Decani o Vicari Zonali.
I cappellani hanno giurisdizione di tipo parrocchiale.
1º cappellano capo - equivalente al grado di maggiore
cappellano capo - equivalente al grado di capitano
cappellano addetto - equivalente al grado di tenente[16][17]
cappellano di complemento - equivalente al grado di sottotenente
Scuola Allievi Cappellani Militari
L'8 dicembre 1998 è stato istituito il Seminario Maggiore dell'Ordinariato Militare per l'Italia, denominato “Scuola Allievi Cappellani Militari”, dall'allora Ordinario militare Giuseppe Mani, che è il seminario della diocesi castrense in cui dei giovani possono prepararsi a essere sacerdoti a servizio pieno dell'Ordinariato, incardinati in esso.
Esistono così due categorie di cappellani militari: quelli che sono parte integrante dell'Ordinariato, essendo incardinati in esso, e quelli che prestano servizio nell'Ordinariato, restando però legati alle proprie diocesi di provenienza o agli istituti religiosi di cui fanno parte.
Il Seminario, collocato all'interno della città militare della Cecchignola, in Roma, e la cui struttura è stata ricavata da alloggi ceduti dalla vicina Scuola del Genio, conobbe un notevole impulso grazie all'opera instancabile dell'Ordinario fondatore, Giuseppe Mani, che le diede l'assetto definitivo, tuttora perdurante.[18] I primi allievi cappellani militari furono scelti grazie alle settimane vocazionali, volute dall'ordinario militare Giuseppe Mani. I primi due seminaristi furono Pasqualino Demitri, proveniente dai reparti speciali Folgore (187 Rgt.) e Michele Mastropaolo dall'Aeronautica militare.
Gli allievi cappellani militari sono equiparati agli allievi ufficiali delle forze armate e di polizia a ordinamento militare.
Dal punto di vista civile, la legge 22 aprile 2021, n. 70, Codice dell'ordinamento militare, disciplina anche lo stato giuridico, l'avanzamento di carriera e il trattamento economico dell'Ordinario, del Vicario generale e dei cappellani militari.
Esso ha recepito, e dunque abrogato, le precedenti leggi:
legge 16 gennaio 1936 n. 44, modificata dalla legge 9 novembre 1955 n. 1118;
legge 1º giugno 1961 n. 512, modificata dalla legge 22 novembre 1973 n. 873, dall'art. 69 del D.Lgs. 30 dicembre 1997 n. 490, a norma dell'art. 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e dall'art. 29 del D.Lgs. 28 giugno 2000 n. 216, a norma dell'art. 9, comma 2, della legge 31 marzo 2000, n. 78.
legge 22 aprile 2021, n. 70, di Ratifica dello Scambio di lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze armate
Per decreto del 24 febbraio 1987 del Ministro dell'Interno, l'ordinariato militare italiano ha la qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto.
Composizione: per i sacerdoti diocesani l'abito talare "romano"; per i sacerdoti religiosi l'abito talare previsto dall'Ordine religioso di appartenenza. Vengono indossati con l'aggiunta, sul colletto, di due stellette a cinque punte: dorate, per l'arcivescovo ordinario militare per l'Italia, per il vicario generale militare e per gli ispettori; argentate: per i cappellani militari. Quando si indossa questo abito, è possibile portare il copricapo militare di colore nero (basco) con applicato il fregio dei cappellani militari. È possibile indossare, sopra gli abiti Talare o Religioso, il soprabito, il cappotto o il mantello ecclesiastici, su quest'ultimo vengono apposte stellette come per gli abiti talare o religioso.
Uso: vanno indossati sempre in alternativa al clergyman, salvo quanto previsto negli artt. 44-45. Possono essere inoltre indossati in qualsiasi situazione, per motivi liturgici.
Composizione e uso del clergyman
Composizione: completo di colore, preferibilmente, nero oppure grigio-scuro (abito: giacca, pantaloni e camicia ecclesiastica dello stesso colore, calze e scarpe nere. Viene indossato con l'aggiunta del distintivo metallico (croce latina in argento, con sfondo interno smaltato di colore bleu e crocetta interna in argento), applicato sulla parte alta del bavero sinistro della giacca.
Uso: va indossato sempre in alternativa agli abiti talare o religioso, salvo quanto previsto negli artt. 44-45.
I cappellani militari indossano di regola solo l'abito ecclesiastico previsto, salvo situazioni speciali dove sia necessario indossare la divisa militare (art. 1555 COM)
Fregi
Due rami di olivo con la croce latina al centro caricati della corona turrita, costituiscono il fregio dei cappellani militari. Tale insegna si porta soltanto sul basco. Sugli altri copricapo i Cappellani portano, sul fregio dell'unità presso cui prestano servizio, un tondino con impressa la croce.
Fregio da basco per ufficiali cappellani
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani di fanteria
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani di fanteria aeromobile
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani granatieri
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani Bersaglieri
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani alpini
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani lagunari
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani di cavalleria F.C.
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani dragoni
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani lancieri
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani cavalleggeri
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani carristi
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani di artiglieria f.c.
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani di artiglieria contraerei
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani del Genio pionieri f.c.
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani del Genio pontieri
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani del Genio ferrovieri
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani del Genio guastatori
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani delle trasmissioni
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani della guerra elettronica
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani dei trasporti e materiali
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani reparti autonomi e/o Corpo sanitario
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani dell'amministrazione e commissariato
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani dell'accademia militare di Modena e scuola sottufficiali
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani delle scuole militari
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani dell'aviazione dell'Esercito
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani del 28° Rgt Pavia
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani del CIMIC
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani dell'Aeronautica Militare
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani della Marina Militare
Fregio da berretto rigido per ufficiali cappellani dei Carabinieri