Medaglia d'oro al merito civile Medaglia d'oro al merito della sanità pubblica Medaglia d'argento al valore dell'Esercito Medaglia di bronzo al valore dell'Esercito
Il Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana (in sigla II.VV.-C.R.I.) è la componente esclusivamente femminile della Croce Rossa Italiana, nonché un corpo ausiliario delle forze armate italiane.
Al 2008 contava un numero di 10 124 appartenenti.[1]
Il Corpo nacque formalmente nel 1908 a Roma, su iniziativa della regina d'Italia Elena del Montenegro, anche se l'attività delle "dame della Croce Rossa" ha inizio nell'800 ed un primo abbozzo di definizione formale dei compiti e della struttura del gruppo risale al 1888. Nel 1908 si diplomarono già un migliaio di infermiere, e molte parteciparono ai soccorsi seguenti al terremoto di Messina, mentre la prima applicazione dell'infermieristica bellica ad un conflitto avvenne nel 1911, in occasione della guerra italo-turca, soccorrendo i feriti sulla nave Menfi, vedendo coinvolte circa 60 infermiere tra le quali la Duchessa d'Aosta[2].
Durante la prima guerra mondiale oltre 7.000 infermiere volontarie furono presenti nei 204 ospedali da campo della Croce Rossa Italiana, gestendo un totale di 30.000 posti letto. Nonostante le prime difficoltà ad essere inserite in un ambito, quello militare, prettamente maschile, le infermiere volontarie negli anni trenta furono presenti in Etiopia, Somalia, Abissinia, Libia ed Eritrea, come anche in durante la guerra civile spagnola. In seguito fu fondamentale il loro ruolo di soccorso in tutti i teatri della seconda guerra mondiale, in particolare sulle navi ospedale (tra le quali si possono ricordare il piroscafo Toscana e l'Aquileia). Diciotto crocerossine caddero per cause belliche, di cui due in campo di concentramento e due fucilate dalla Wehrmacht.
Con la Legge 25 giugno 1985, n. 342, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, concesse l'uso della bandiera nazionale al Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana, per gli alti meriti civili e militari resi alla nazione.[3]
Il d.lgs 28 settembre 2012 n. 178 che ha trasformato la Croce Rossa Italiana da ente pubblico ad associazione di diritto privato, ha fatto salve le norme del Codice dell'ordinamento militare e del "Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare", che disciplinano l’espletamento dei compiti dei due corpi volontari ausiliari delle forze armate italiane.[4]
E' ad oggi in circolazione una voce, di cui non è certa l'attendibilità, che al 31 Dicembre 2024 tale Corpo cesserà di esistere e le quali componenti entreranno di fatto a far parte del CMV della CRI.
Caratteristiche
Competenze
L'ente è un corpo ausiliario delle Forze armate con compiti di assistenza sanitaria[5], da sempre impiegato non solo nei teatri di guerra, ma anche in emergenze e missioni umanitarie, nazionali ed all'estero.
Le infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana assicurano assistenza infermieristica e sociosanitaria ogni qualvolta si presti servizio presso le strutture della C.R.I. e delle Forze armate, ed in particolare:
nelle unità sanitarie territoriali e mobili della Croce Rossa Italiana o delle Forze armate dello Stato
nella difesa sanitaria contraerea ed antigas delle popolazioni civili
nei soccorsi alle popolazioni in caso di epidemie e pubbliche calamità
in occasione d'assistenza a carattere temporaneo ed eccezionale secondo le indicazioni della Croce Rossa Italiana
in tutte le azioni, preventive e di intervento nel campo igienico-sanitario ed assistenziale e nella profilassi delle malattie infettive
nella divulgazione e formazione dell'educazione sanitaria, di primo soccorso, del diritto internazionale umanitario a favore delle popolazioni e del personale delle Forze armate.
L'impiego delle infermiere volontarie è previsto in:
operazioni di peacekeeping
ospedali civili e militari
poliambulatori presenti nelle diverse caserme
assistenza alla popolazione
emergenze civili e militari sia in patria che all'estero.
Tutte le attività vengono svolte esclusivamente a carattere volontario e gratuito.
Formazione e nomina
Per accedere al Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana bisogna frequentare uno specifico percorso formativo, come stabilito dalla disciplina del corso di studi delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana approvato con decreto interministeriale.
La formazione delle crocerossine prevede la frequenza di un corso teorico-pratico biennale di 2000 ore che prevede tirocini professionalizzanti all'interno degli ospedali militari, ma anche in quelli civili, in ambulatori e centri assistenziali, prestate volontariamente.
Il D.Lgs. 66/2010 afferma che '[..] il personale in possesso del diploma, equivalente all’attestato di qualifica di operatore socio-sanitario specializzato, esclusivamente nell’ambito dei servizi resi, nell’assolvimento dei compiti propri delle Forze armate e della Croce rossa italiana, è abilitato a prestare servizio di emergenza e assistenza sanitaria con le funzioni e attività proprie della professione infermieristica'[6].
Il Consiglio di Stato ha tuttavia escluso l'equipollenza del Diploma di Infermiera Volontaria di Croce Rossa con il titolo di O.S.S.S., ravvisando peraltro che il percorso formativo delle II.VV. CRI non prevede lo studio delle materie sociali contemplate invece nell’offerta formativa degli Operatori Socio Sanitari e pertanto dovrebbero esse frequentare un percorso integrativo al fine di acquisire tutte le competenze proprie dell'OSS. [7]
Con la nomina viene loro conferito direttamente il grado di infermiera volontaria, corrispondente a quello di sottotenente, rientrando quindi tutte nella categoria degli ufficiali, con avanzamenti di grado che corrispondono alle qualifiche svolte. Non assumono però lo status vero e proprio di militari, non avendo prestato giuramento e non indossando le stellette, ma sono ad essi assimilate[8]. Verosimilmente la ragione di tale disposizione potrebbe essere da ricercarsi nell'esigenza di tutelare le crocerossine, nel contesto storico del 1940-1945, da eventuali aggressioni da parte dei militari di truppa, per la maggior gravità che il reato avrebbe avuto ai sensi del Codice penale militare di guerra.[senza fonte]
Gradi
I gradi delle II. VV. sono soltanto "funzionali" (aumentano di grado se ricoprono funzioni particolari), e non sono gradi di carriera. Nonostante la foggia corrisponda quasi fedelmente a quella dei ruoli direttivi dell'Esercito, la gerarchia dei gradi procede da Ispettrice nazionale ad allieva infermiera volontaria[9].
Infermiere volontarie di grado superiore capo gruppo
in "carica" portano le stellette bordate di rosso (nello specifico viene detto robbio).
Ispettrici nazionali
Con il decreto legislativo del 2012 di riforma della CRI, il Presidente dell’Associazione sottopone ai ministri della Difesa e della Salute una terna di nominativi di "sorelle" che abbiano una specifica preparazione tecnica ed una spiccata attitudine al comando. Il nominativo scelto dai due Ministri deve quindi essere indicato al Presidente del Consiglio dei Ministri che con un proprio decreto, nominerà l’Ispettrice Nazionale per un quadriennio.
«Chiamato a partecipare alle molteplici operazioni di sostegno della pace e di soccorso internazionale condotte a partire dal 1991, il Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana si è sempre prodigato nel collaborare assiduamente con la sanità dell'Esercito al fine di salvare migliaia di vite umane attraverso una efficace attività di soccorso e di assistenza. Dalla Somalia al Mozambico, dal Kurdistan al Teatro Balcanico, il Corpo si è sempre distinto per l'incisività delle azioni svolte e per la generosità, espresse in ogni circostanza dal proprio personale. In siffatti scenari, il grande impegno profuso, l'eccezionale livello di efficienza, la non comune professionalità e la fortissima motivazione dimostrata, hanno fatto si (sic) che l'unità meritasse la fiducia e la stima incondizionata delle istituzioni, nonché la gratitudine e l'apprezzamento delle popolazioni assistite. Chiarissimo esempio di grande perizia,altissima dedizione al dovere e non comune spirito di sacrificio che ha concorso ad elevare e nobilitare il prestigio dell'Esercito italiano nel contesto internazionale. Roma, 25 giugno 2001» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 22 novembre 2001[11]
«In occasione del terremoto del 23 novembre 1980 il Corpo delle Infermiere Volontarie interveniva in massa, con tempestività ed efficacia nelle zone sinistrate, in generosa gara di solidarietà umana con il personale del Corpo di Sanità Militare, per portare soccorso e conforto alle popolazioni della Campania e della Basilicata duramente colpite dall'immane catastrofe. Con un complesso di circa 500 Crocerossine, affluite da tutta Italia, forniva senza sosta la sua apprezzata ed insostituibile opera infermieristica presso gli Ospedali da Campo e i Nuclei Sanitari Mobili costituiti all'emergenza e si adoperava con alto spirito di sacrificio e di abnegazione per assistere interi nuclei familiari privati all'improvviso degli affetti più cari e di ogni mezzo di sostentamento. La sua opera, svolta in condizioni ambientali proibitive per le avversità atmosferiche e per il susseguirsi di scosse telluriche e protrattasi per oltre sette mesi, riscuoteva il vivo apprezzamento delle Autorità locali e sentimenti di profonda gratitudine da parte delle popolazioni soccorse, contribuendo in maniera determinante a dare prestigio all'Esercito al cui fianco il Corpo delle Infermiere Volontarie ha operato e confermando le nobili tradizioni di una fratellanza. Provincie della Campania e della Basilicata, 24 novembre 1980 - 30 giugno 1981» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 11 dicembre 1981[12]
«Nel corso di un secolo di storia le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana hanno fornito un costante e determinante contributo alle Forze armate, in parallelo ed in contemporanea allo svolgersi della grande storia dell'Italia, dell'Europa, del mondo intero sconvolto dalle guerre e dalle calamità naturali. Con la loro generosa presenza laddove l'umanità sofferente lo richiedeva hanno saputo scrivere luminose pagine di carità operante, di abnegazione silenziosa, di puro eroismo, costantemente all'altezza delle più pure tradizioni di solidarietà, suscitando l'ammirazione della Nazione tutta. 1908-2008 - Territorio nazionale ed estero» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 2008[13]
^Art. 1730 D.lgs. 66/2010, Codice dell'ordinamento militare: "Le infermiere volontarie sono destinate [...] nelle unità sanitarie territoriali e mobili della Croce rossa italiana o delle forze armate dello Stato".
^Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66, 'Codice dell'ordinamento militare'
^Consiglio di Stato, sez.III, sentenza n° 1191 del 17/5/2016.
^Art. 1729 D.Lgs. 66/2010, Codice dell'ordinamento militare: "Le appartenenti al Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa italiana sono assimilate di rango al personale militare direttivo contemplato dall'articolo 1626".
^Art. 1732 D.lgs. 66/2010, "Gerarchia", nonché Art. 987 del D.P.R. 90/2010, "Assimilazione di grado".
^Copia archiviata, su cri.it. URL consultato il 10 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2018).