L'operazione Leonte è una missione militare italiana di peacekeeping in Libano, in ambito ONU, iniziata nel 2006. Il contingente italiano è parte della missione UNIFIL.
L'operazione prende il nome dal Leonte, il più grande fiume del Libano e che delimita l'area in cui il contingente italiano opera secondo le disposizioni della risoluzione n.° 1701 delle Nazioni Unite.[1]
A seguito della guerra del Libano del 2006, l'ONU decise di inviare una forza di interposizione nel sud del Libano, tra le forze israeliane e le milizie di Hezbollah, tra cui un contingente italiano.
Le Forze armate italiane sono state fra le prime ad intervenire nella crisi[2] con l'operazione Mimosa '06 e successivamente con l'operazione Leonte che ha visto impegnato un Contingente Nazionale inizialmente a Comando Marina Militare ed in seguito, fino ai giorni nostri, a Comando Esercito Italiano.
Operazione Mimosa
L'operazione ha avuto inizio il 17 luglio 2006, con il cacciatorpediniereDurand de la Penne,[3] in quel momento in esercitazione in Grecia, che è entrata, tra le prime unità navali neutrali, nel porto di Beirut per l'evacuazione dei connazionali ed altri europei in fuga dagli aspri combattimenti di scena in Libano, verso l'isola di Cipro.[4]
La formazione navale, al comando dell’Ammiraglio di divisione Giuseppe De Giorgi, il 2 settembre ha raggiunto le acque antistanti il Porto di Tiro, nel Libano meridionale, sbarcando sia sul litorale di Tiro che al porticciolo dell'UNIFIL di Naqura il Contingente Italiano al comando del Contrammiraglio Claudio Confessore, costituito da circa 1100 uomini in gran parte fucilieri di marina del Reggimento San Marco e da 156 mezzi, che dovevano contribuire alla costituzione della forza di interposizione ONU tra gli israeliani ed Hezbollah, i miliziani libanesisciiti che di fatto detenevano il controllo di vaste aree del sud del Libano e svolgevano vere e proprie operazioni militari contro Israele.
Operazione Leonte a Comando Marina
Con il completamento dello sbarco anfibio termina la prima fase della operazione. Da questo momento, il Gruppo Navale rimane in Area per assicurare il supporto alle Forze di terra. Dalle 12:30 del giorno 8 settembre il Gruppo Navale italiano ha anche iniziato a svolgere l’attività di Controllo e di Sorveglianza delle acque marittime libanesi (Task Force 425) consentendo di togliere il blocco navale da parte degli israeliani. La Forza navale inizialmente costituita da unità navali italiane, tra cui la fregata Aliseo[5] sarà successivamente sostituita da unità navali di altre nazioni europee britanniche, greche, tedesche e francesi, a cui l’ONU aveva chiesto la disponibilità.
Anche il Gruppo Aerei Imbarcati ha effettuato missioni di ricognizione sul traffico mercantile da e per le coste libanesi.
Le Navi da sbarco San Giorgio e San Marco hanno, altresì, scaricato nel porto di Beirut, beni di prima necessità per la popolazione in guerra oltre all'evacuazione di altri connazionali sbarcando, tonnellate di materiale destinato alla popolazione: cucine da campo, ambulanze, generatori per la produzione di corrente elettrica, tende pneumatiche, tonnellate di medicinali e tonnellate di generi alimentari destinati alla popolazione civile non combattente, messi a disposizione dal Ministero degli esteri, dalla protezione civile, dalla Croce Rossa Italiana e dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.
La forza da sbarco
L'Operazione Leonte[6][7], sotto l'egida dell'ONU all'interno della missione UNIFIL 2, ha visto impiegata per la prima volta una "forza d'ingresso" (Entry Force), acronimo con cui è stato chiamato il primo Contingente di pace italiano, costituita dalle truppe anfibie della nuova Forza di Proiezione dal Mare (FPM), composta dal Reggimento San Marco della Marina Militare e dal Reggimento Lagunari dell'Esercito e a cui sono state aggiunte una compagnia del 7º Reggimento NBC Cremona, una compagnia del 3º Reggimento Genio e un distaccamento di polizia militare del1º Reggimento Carabinieri Tuscania.
Dal 1º novembre 2016 la JLF-L assumeva anche il comando del Settore Ovest dell’area di responsabilità di UNIFIL e, contestualmente, della Brigata Ovest della forza ONU, composta da due battaglioni italiani, un battaglione francese ed un battaglione ghanese.
Operazione Leonte a Comando Esercito
Dal 9 novembre 2006 la missione è proseguita con le unità dell'Esercito italiano, che si sono susseguite semestralmente, a rotazione. Il comandante della brigata è anche comandante del contingente italiano.
Dal febbraio 2022 guida l'intera missione UNIFIL il Generale dell’Esercito spagnolo Aroldo Lázaro Sáenz[8].
Organigramma reparti schierati
In questa seconda fase, hanno partecipato alla missione i seguenti reparti dell'Esercito: