All'assemblea costituente D'Antoni viene eletto segretario e Zecchino presidente[1].
Al Senato viene a costituirsi un proprio gruppo parlamentare con il relativo nome, comprendente dieci senatori: quattro provenienti dal PPI, tra cui Andreotti e Zecchino[2], e sei dall'APE, tra cui Gnutti che diventerà presidente del gruppo stesso.
Alle elezioni politiche del 2001 DE si è presentato al di fuori dei due schieramenti, presentando nel proprio simbolo i nomi dei leader del partito D'Antoni, Andreotti e Zecchino[5] ma non ottiene successo.
Il partito consegue il 3,5% e 1.310.119 voti per la Camera nella parte maggioritaria ed il 2,4% e 888.249 voti nel proporzionale, non eleggendo alcun deputato. Al Senato consegue 1.066.908 voti ed il 3,15%, eleggendo due senatori con il recupero proporzionale in Campania e in Sicilia;[6] al Senato in Puglia DE ha presentato una lista con i Socialisti Autonomisti detta DEM. EUR - SOC. AUT, che consegue 79.002 voti e lo 0.2% a livello nazionale (il 3,65% a livello regionale[7]).
Nel 2004 D'Antoni lascia improvvisamente l'UDC e in vista delle elezioni europee del 2004 e partecipa al progetto politico di Uniti nell'Ulivo. Successivamente ufficializza la sua adesione alla Margherita, accolto dal suo presidente Francesco Rutelli, suscitando polemiche tra i suoi ex compagni di partito[8]. I due senatori DE invece non seguono il leader e rimangono nel gruppo UDC al Senato.
Mentre la maggior parte degli ex dirigenti di DE, tra cui Raffaele Lombardo, confermano di rimanere nell'UDC, la base si divide tra quest'ultimo e La Margherita. Il simbolo di DE rimane comunque, anche se in secondo piano, in quello dell'UDC.
Per quanto riguarda i senatori a vita Giulio Andreotti ed Emilio Colombo invece, non aderiranno all'UDC e si iscriveranno al gruppo misto del Senato.
Nell'ottobre 2004 Sergio D'Antoni è stato eletto deputato nel corso delle elezioni suppletive alla Camera, concorrendo con il simbolo dell'Ulivo.