Alìda nacque a Pola da madre istriana, la pianista Silvia Obrekar, e da padre trentino, professore di filosofia e critico musicale con ascendenze aristocratiche, barone Gino Altenburger von Marckenstein und Frauenberg, appartenente a nobile famiglia di origini tirolesi. All'età di 8 anni si trasferì sul lago di Como con la famiglia e nonostante vari viaggi e spostamenti non tornò più nella sua città natale. Ma nel suo diario esprime un grande rimpianto per Pola. «A Pola ho sempre scelto di non tornare», troppo strazio.
Nel 1936 adottò il cognome d'arte Valli scegliendolo, pare, dopo aver consultato a caso un elenco telefonico[2]. Il cognome originale infatti risultava troppo difficile e serviva un nome con maggiore fascino sul pubblico.
Furono anni d'intenso lavoro, in cui arrivarono anche copioni drammatici. Dopo il ruolo di Manon in Manon Lescaut (1940) di Carmine Gallone, fu la volta del ruolo di Luisa in Piccolo mondo antico (1941) di Mario Soldati, che al Festival di Venezia le valse un premio speciale concesso dal conte Giuseppe Volpi come miglior attrice italiana dell'anno[2]. Fu proprio grazie a questo film che l'attrice cambiò registro, in un'intervista dichiarò infatti che aveva smesso di "giocare" e iniziato a "interpretare". Nello stesso anno perse il proprio fidanzato Carlo Cugnasca[3], caduto in guerra.
Dopo il matrimonio e la nascita del primo figlio nel 1947, la sua interpretazione di Eugenia Grandet nell'omonimo film di Mario Soldati le fruttò un Nastro d'argento come miglior attrice. Il premio le venne consegnato a Los Angeles dove era stata chiamata dal produttoreSelznick, che intendeva fare di lei la "Ingrid Bergman italiana" e le aveva offerto un contratto settennale. Il pubblico statunitense la conobbe semplicemente come "Valli", scritto in caratteri corsivi.
L'attrice non sopportò le regole che le venivano imposte dal produttore che, com'è noto, voleva sempre il controllo totale dei suoi attori, e ottenne la rescissione del contratto pur a prezzo di un'ingente penale[5]. Nel 1951 tornò in Italia e pochi anni dopo diede una delle sue migliori interpretazioni nel capolavoro di Luchino Visconti, Senso (1954).
Dopo lo scoppio dello scandalo Montesi, decise di appartarsi e tornò al cinema solo nel 1957, diretta da Michelangelo Antonioni nel film Il grido.
La sua fama si consolidò sotto la direzione di registi quali Gillo Pontecorvo in La grande strada azzurra (1957), Franco Brusati in Il disordine (1962), Pier Paolo Pasolini in Edipo re (1967). Venne richiesta anche da registi stranieri, molti dei quali francesi. Appartengono a questo periodo Occhi senza volto, dove interpretò il ruolo di un'infermiera assassina e L'inverno ti farà tornare, premiato a Cannes, in cui diede il volto a una barista che crede di riconoscere in un vagabondo il marito imprigionato anni prima dai nazisti e mai tornato.
Affrontò alcuni problemi economici negli ultimi anni di vita, al punto che nel 2003 le venne concesso il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli[5][7]. Nel 2004, la Croazia decise di premiarla come grande artista croata, ma lei rifiutò il premio affermando: "Sono nata italiana e voglio morire italiana"[5].
La morte
Morì nella sua abitazione a Roma il 22 aprile 2006, all'età di 84 anni; il 24 aprile fu allestita la camera ardente al Campidoglio nella sala della Protomoteca del Palazzo Senatorio; dopo la commemorazione laica, il pomeriggio dello stesso giorno vennero celebrati i funerali religiosi nella basilica di Santa Maria in Aracoeli, alla presenza di tantissima gente comune e moltissimi volti del cinema e della politica; dopo sei mesi d'attesa in cerca di sepoltura, l'attrice venne tumulata in un loculo, accanto a quello di Oreste Lionello, nel cimitero monumentale del Verano di Roma.[8][9][10]
Vita privata
Alida Valli con il compositore Oscar De Mejo, sposato nel 1944 e da cui divorziò nel 1952
Durante i primi anni a Roma ritrovò l'aviatore Carlo Cugnasca (nato in Svizzera il 22 agosto 1913), che aveva conosciuto qualche anno prima e si fidanzarono. Purtroppo il tenente comasco morì sui cieli di Tobruk in Libia il 14 aprile 1941.
Poco prima della fine della guerra conobbe il musicista e compositore Oscar De Mejo che sposò e con il quale ebbe due figli: Carlo, anch'egli attore, e Larry, che seguirà le orme paterne diventando musicista jazz; dopo 8 anni i due divorziarono. All'inizio degli anni cinquanta si fidanzò con Piero Piccioni, grande amico e collega del primo marito, ma il legame non resse anche a causa della pressione mediatica creatasi con il caso Wilma Montesi che vedeva coinvolto proprio il musicista, figlio di un noto ministro e politico democristiano dell'epoca. Sul set di Senso conobbe Giancarlo Zagni, assistente alla regia grazie al quale fece il suo esordio teatrale e che fu suo compagno per una quindicina di anni.
Omaggi
Le è stata intitolata una via a Roma.
Nel 2008 il nipote Pierpaolo De Mejo le dedica un breve omaggio "Come diventai Alida Valli".[11]
Nel 2022 Rai Storia trasmette una trasmissione intitolata Il segno delle donne e realizzata da Anele, dedicata a sette donne italiane che hanno lasciato un segno nel Novecento; la prima puntata è dedicata ad Alida Valli.[16]
Onorificenze
Nel 2008 le venne intitolata una sala cinematografica[17] nella sua città natale, Pola.
Dal 2010 il Bif&st di Bari assegna un Premio intitolato ad Alida Valli per la giovane attrice rivelazione (2009) e per la miglior attrice non protagonista tra i film del festival.
Nelle versioni in italiano di alcuni suoi film prodotti fuori dall'Italia, Alida Valli è stata doppiata da:
Lydia Simoneschi in Il caso Paradine, Il miracolo delle campane, Il terzo uomo, La torre bianca, Ormai ti amo, I miracoli non si ripetono, La mano dello straniero, Il mondo le condanna, Gli amanti di Toledo, Il ritorno di Arsenio Lupin, Occhi senza volto, Il peccato degli anni verdi, L'inverno ti farà tornare, Furto su misura
Dhia Cristiani in La diga sul Pacifico, I leoni di Castiglia, L'anticristo
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