Real Marina del Regno delle Due Sicilie, ovvero Armata di Mare di S.M. il Re del Regno delle Due Sicilie erano le terminologie ufficiali - quali risultanti dai documenti dell'epoca - della Marina militare del Regno delle Due Sicilie che, assieme all'esercito delle Due Sicilie, costituiva le forze armate del regno nato nel dicembre 1816.
Il termine "Regio", a volte utilizzato, verrà introdotto solo dopo l'annessione al Regno di Sardegna. È stata tra le più importanti marine militari italiane pre-unitarie e, secondo alcuni ricercatori, alcune tradizioni sarebbero state riportate nella formazione della nuova Regia Marina italiana dopo l'annessione delle Due Sicilie[1].
La Marina nei regni di Napoli e di Sicilia (1735-1816)
Quando lo spagnolo Carlo di Borbone nel 1734 conquistò il regno di Napoli e l'anno successivo quello di Sicilia, non trovò una flotta, in quanto i due regni erano sotto il controllo degli Asburgo d'Austria, con le loro navi.
La continua minaccia dei "barbareschi", come venivano denominati i popoli rivieraschi del Nordafrica, impose una politica marittima molto decisa al nuovo sovrano, che affidò a José Joaquin Guzmán de Montealegre y Andrade, Marchese di Salas, nominato Ministro per la Guerra e Marina, il compito della costituzione di un'Armata di Mare.
Il 10 dicembre del 1735 veniva promulgato il ((ES) ) "Reglamento que el Rey manda se observe para el establecimiento i regímen de su esquadra de galeras, arsenal, darsena i demas officio pertenecientes a la marina" ((IT) : "Regolamento che il Re manda ad osservare per l'istituzione del regime della sua squadra delle galere, arsenale, darsena ed altri uffici appartenenti alla marina") di chiara derivazione spagnola, sin nella lingua utilizzata.
Il Regolamento dichiarava che si doveva formare una Squadra delle Galere formata da:
ma, per mancanza di legname, 3 di esse furono acquistate, i soli scafi, nel Porto di Civitavecchia, dallo Stato Pontificio, per 60.000 ducati; l'armamento dei 3 scafi si effettuò poi presso il cantiere navale dell'Arsenale di Napoli.
La quarta, la Capitana, che si nominò "Sant'Anna", iniziò ad essere costruita dal 26 luglio 1735, con la cerimonia del "primo chiodo" sotto la direzione del "Costruttore Maggiore di Navi e Galere" Sebastiano Tixi, che aveva ricoperto lo stesso incarico in epoca vicereale austriaca.
Questo primo nucleo di una Marina, che si svilupperà negli anni seguenti, sino a raggiungere una dimensione di tutto riguardo sul finire del secolo, iniziò ad essere pienamente rispondente alle necessità del Regno, ovvero la protezione dei traffici marittimi, per lo stesso vitali, dai pirati barbareschi.
Durante il primo decennio del regno di Carlo le forze navali napoletane comprendevano[2], quindi:
Contestualmente veniva istituito il corpo della Fanteria di marina, il primo in Italia concepito per operare a bordo delle navi da guerra insieme agli equipaggi; successivamente tra i suoi compiti ricadde anche la vigilanza alle basi navali.
Il Regolamento surrichiamato è importante anche perché segna l'origine dell'Accademia della Real Marina.
Nel 1742, fronteggiandosi la Spagna e l'Austria durante la guerra di successione austriaca, una squadra della Royal Navy penetrata nel golfo di Napoli impose al re di ritirare le truppe inviate in sostegno degli spagnoli, minacciando in caso contrario di bombardare la città. In seguito a tale affronto il governo napoletano ebbe ulteriori motivi di occuparsi della Marina militare, dando impulso anche alla costruzione di vascelli e fregate, oltre al naviglio sottile che avrà comunque sempre un notevole peso.
Dal 1740 al 1759 il naviglio sottile del citato "Capitan Peppe" condusse vaste operazioni contro i corsari barbareschi: con successo furono catturati numerosi sciabecchi turchi, tunisini, tripolini, algerini. Gli equipaggi, di solito, venivano adibiti ai lavori forzati (buona parte delle maestranze che edificarono la Reggia di Caserta era appunto formata da prigionieri di guerra barbareschi). Tuttavia, il contrasto alla guerra di corsa non poteva mai essere interrotto, dato il continuo rinnovarsi dell'attività delle flottiglie saracene.
Nel 1759, sul finire del regno di Carlo, la flotta era articolata su 3 Squadre navali:
Antonio Joli, Partenza di Carlo di Borbone per la Spagna vista da terra (a sinistra) e vista dal mare (a destra)
Con l'ascesa al trono di Spagna di Carlo III, che lasciò i due regni italici al figlio Ferdinando IV, la Marina, durante tutto il periodo di minorità, fu trascurata; ciò accadde perché il ministro Bernardo Tanucci, che era restato in carica anche dopo la partenza di Carlo, non aveva mai condiviso appieno la politica navale del sovrano.
Una decisa ripresa si ebbe grazie alla decisa volontà della regina Maria Carolina, che volle a Napoli John Acton, un ufficiale irlandese fino ad allora comandante della marina del Granduca di Toscana Leopoldo d'Asburgo, fratello della regina.
Acton, nominato tenente generale, fu posto a capo del Ministero del Commercio e Marina nel 1779 e, da uomo esperto di cose militari e di mare e conoscitore degli uomini e dei tempi, fu l'organizzatore sapiente della nuova Marina e inaugurò il secondo periodo di forte crescita della Marina napoletana.
In primo luogo, riordinò su solo due squadre la flotta: dei vascelli e degli sciabecchi. Acquistò vascelli e fregate, ma predispose anche un vasto programma di nuove costruzioni, ampliò il Collegio di Marina ed inviò alcuni giovani guardiamarina con altri ufficiali a prestare temporaneo servizio su navi delle maggiori marine militari europee. Fondò il famoso cantiere navale di Castellammare di Stabia, istituì un autonomo corpo di fanteria di marina, denominato Reggimento Real Marina.
Nel 1783, 1784 e 1785 una squadra della Marina Napoletana partecipò con l'Armata Spagnola e quella portoghese ai bombardamenti su Algeri. Nel 1793 una squadra partecipò alla spedizione di Tolone in sostegno degli Inglesi, contribuendo in seguito al pattugliamento delle coste liguri e scontrandosi con le navi francesi al largo di Genova (Battaglia di Capo Noli).
Nel 1789 la Marina contava 39 navi armate di 962 cannoni, così ripartite:
3 vascelli di linea da 74 cannoni (Partenope, Ruggero, Tancredi)
1 vascello di linea da 60 cannoni (San Gioacchino)
4 sciabecchi da 20 cannoni (Difensore, Robusto, Vigilante, Diligente)
5 corvette da 20 cannoni (Stabia, Flora, Aurora, Fortuna, Fama)
1 corvette da 12 cannoni (la Galatea, comando personale del re)
4 brigantini da 12 cannoni (Sparviero, Vulcano, Stromboli, Lipari),
10 galeotte da 3 cannoni (Vespa, Serpente, Levriera, Prudente, Rondine, Veloce, Attiva, Allerta, S. Gennaro, S. Francesco)
Sempre nello stesso anno 1789 l'organico contava:
4 capitani di vascello,
10 capitani di fregata,
un gran numero di ufficiali di grado inferiore,
270 marinai di posto fisso,
470 cannonieri,
2128 fanti di marina, raggruppati in 4 divisioni ciascuna composta di 4 compagnie
La spesa totale per la Marina ammontava a 653.000 ducati, aumentati l'anno seguente di altri 250.000, aumentando ancora fino alla somma di 1.023.000 ducati nel 1790. Con questi soldi si potenziò ulteriormente il programma delle costruzioni, ordinando la costruzione di un vascello da 74 cannoni e di un gran numero di barche cannoniere, fino a giungere a 140 in pochi anni.
Questi anni di fervore costruttivo, non soltanto in campo navale, conobbero una brusca interruzione con l'invasione dello Stato da parte delle truppe francesi. Ferdinando IV, sconfitto, riparò in Sicilia, con parte della flotta, che si aggiunse a quella di stanza nell'isola. Nella Napoli occupata si formò la Repubblica Napoletana dall'effimera, tragica vita.
Seguirono per la Marina napoletana le vicende del 1799, riassumibili in due episodi, entrambi dolorosi: l'incendio della metà della flotta che non aveva seguito il sovrano in Sicilia e, successivamente, la condanna a morte del suo illustre ammiraglio Francesco Caracciolo.
La Marina borbonica del tardo XVIII secolo seppe coniugare luci ed ombre. Sicuramente il programma navale di Lord Acton risultava razionale e ben strutturato: le navi di nuovo varo erano progettate da architetti navali ed ingegneri (come il francese Ibért), sostituendo i maestri d'ascia empirici (in genere genovesi) e le navi erano standardizzate in classi moderne (pure di derivazione francese) e relativamente numerose per una potenza di secondo piano. Entro il 1799 i vascelli da 74 cannoni varati o in servizio erano ben 5 (forse le migliori navi da guerra esistenti in Italia in quel momento), mentre il San Gioacchino si avviava ad essere smantellato e sostituito da una nuova moderna unità. Diminuivano i legni a remi a favore di quelli a vela, anche in ambito costiero. Esistevano però anche notevoli punti deboli: le fonderie calabresi d'artiglieria non erano ancora in grado di supportare tutte le esigenze della flotta, che importava dalla Francia buona parte delle sue artiglierie, e mancavano completamente le carronate, introdotte in Gran Bretagna a partire dal 1770. Soprattutto scarseggiavano gli uomini, non tanto gli ufficiali (anche se problemi derivavano anche dal corpo ufficiali, in parte anglofobo e "giacobino", contrario alla corte, in parte invece cortigiano, raccomandato e poco propenso alle lunghe navigazioni), quanto i marinai. Infatti la flotta reale era ancora, essenzialmente, stagionale, veniva mobilitata in buona parte ogni primavera per contrastare le operazioni dei corsari barbareschi o (soprattutto dopo il 1780) molestarne le basi, ma poi, in autunno ed inverno, le squadre erano sciolte e smobilitate, e i marinai professionisti (sottufficiali e cannonieri) che rimanevano in servizio erano pochi. Si creava quindi una sorta di strato sociale di marinai-precari, specializzati nella caccia ai corsari, ma poco preparati per la guerra vera e propria (anche se il blocco di Tolone e le operazioni in Liguria durante i primi anni '90 modificarono un po' questa situazione) e affezionati alle loro case, che non vollero lasciare disciplinatamente (disertando in massa) durante la crisi del 1799. Non solo: nel 1791 la flotta francese fu in grado di imporre, senza contrasto, il riconoscimento diplomatico del nuovo regime, visto che le difese del porto di Napoli erano poco migliorate rispetto al 1742, mentre la squadra era, in quel momento, a corto di uomini.
Il reclutamento di marinai era troppo concentrato in Campania e in alcune (poche) zone della Sicilia settentrionale, senza né una sorta di leva/milizia costiera sul modello francese seicentesco (che avrebbe coinvolto tutto il Regno), né delle press-gang su modello britannico (che avrebbero coinvolto tutti i porti), mentre gli ufficiali erano sempre anche gentiluomini di nascita, con una sostanziale differenziazione tra navigatori e combattenti, basato sull'anacronistico modello della marina spagnola (ma anche in questo caso l'Acton intendeva introdurre il modello britannico, meritocratico). Comunque la marina borbonica fu sempre sotto organico dal punto di vista del personale e molte navi erano decisamente "vuote" rispetto a quelle britanniche anche nell'Ottocento, quando la flotta assorbiva 6.000 uomini in permanenza, contro i poco più di 3.000 del 1790 (in buona parte fanti di marina); si tenga presente che solo i cinque vascelli in servizio in quegli anni avrebbero richiesto 3.500 marinai per prendere tutti contemporaneamente il mare, con la necessità di arruolare costantemente dei rimpiazzi per gli uomini morti di malattia, infortunio o in azione, e questo senza considerare i circa 2.000 uomini necessari per armare le sei fregate da 40 cannoni ed il gran numero di uomini necessari per gli sciabecchi.
Il ritiro a Palermo e il periodo napoleonico, dal 1806
Per sfuggire ai napoleonici Re Ferdinando e la sua corte, a bordo del vascello a due ponti Archimede, si erano rifugiati nel gennaio 1806 a Palermo, restandovi fino al 1815, come pure la Marina borbonica, salvatasi quasi al completo in Sicilia. Si aggiungevano ai vascelli di stanza a Palermo e alla divisione di Messina (2 vascelli e 3 fregate).
Della Marina a Napoli nel febbraio 1806 era rimasto ben poco, essendo cadute in mano francese solo la fregata Cerere e la corvetta Fama.
Sotto Giuseppe Bonaparte, salito al trono di Napoli il 30 marzo 1806, la Marina dovette quindi essere riorganizzata, ma secondo la scuola francese. Un impulso fu dato dal sovrano successivo, Gioacchino Murat, con la costruzione delle seguenti navi[4]:
A questi andava aggiunto il vascello Archimede, da 74 cannoni e gemello del Capri, impostato ma non ultimato per le vicende belliche; verrà completato solo nel 1824 come Vesuvio[4]. Anche le infrastrutture vennero adeguate alle nuove esigenze; vennero costruiti tre scali a Castellammare, in modo da poter costruire contemporaneamente tre unità, e creato uno scalo in muratura a Napoli. La collaborazione con i francesi era già stata instaurata fin dal 1765 e in virtù di ciò erano arrivati dei progetti di Jacques Noël Sané[4], artefice di varie classi di vascelli della Marine Royale tra cui le ammiraglie a tre ponti Classe Commerce de Marseille, ma nell'era napoleonica vi fu un forte sviluppo che portò le metodologie della Marine impériale come modello per la marina napoletana; per esempio, nel 1811 venne creata la scuola di applicazione, che istituzionalizzava il ruolo degli ingegneri marittimi per la gestione delle strutture portuali[4].
Durante il cosiddetto Decennio francese (1806-1815) in più di un'occasione le Marine di Sicilia (borbonica) e di Napoli (murattiana) si trovarono contrapposte. Memorabili furono gli scontri sostenuti in quel periodo:
il primo con quattordici barche cannoniere nelle acque di Castellone (Gaeta) il 4 luglio 1806 comandate dal Bausan, assalito da ventisei barche cannoniere nemiche appoggiate dalla fregata inglese Juno (32 cannoni) e della borbonica Minerva;
poi il vittorioso combattimento nelle acque di Napoli fra il comandante Bausan medesimo, al comando della fregata Cerere, contro lo sloop-of-war inglese Cyane (18 cannoni), il 27 giugno 1809, con il plauso di re Murat e del popolo napoletano presente alle fasi dello scontro;
i combattimenti delle fregate Cerere e Fama con altre navi di una divisione napoletana contro la squadra inglese nelle acque di Procida.
Quando i borbone furono costretti a concedere la costituzione siciliana del 1812 fu prevista "l'unità del Principe, l'unità dell'Armata, della Marina, del Corpo Diplomatico, e della Corte Palatina".
L'Armata di Mare del Regno delle Due Sicilie
Nel giugno 1815 Ferdinando rientrò a Napoli da Palermo insieme alla Marina borbonica. Insieme a lui arrivò il vice ammiraglio Diego Naselli, ministro della guerra del regno di Sicilia, a cui affidò la riorganizzazione della flotta napoletana. Naselli poi sarà nominato segretario di stato alla Marina del nuovo regno. Con la contemporanea sconfitta di Murat, si consegnarono agli inglesi due vascelli, la corvetta, due schooner, 24 cannoniere e le due fregate, che furono cedute a Ferdinando, che si trovò così una flotta numerosa e moderna.
Nel dicembre 1816 intanto costituì il Regno delle Due Sicilie, unificando i due precedenti regni, e il re prese il nome di Ferdinando I. Nel 1818 furono promulgate le Ordinanze generali della Real Marina delle Due Sicilie relative a tutta la composizione e organizzazione della Marina: si tratta della prima regolamentazione fatta dal nuovo regno in ambito marinaro; esse costituivano vari corpi degli ufficiali, un osservatorio nautico, una Accademia di Marina e tre Compartimenti Marittimi: Napoli, Palermo e Messina. Nello stesso anno nacque anche il nuovo Regolamento di Marina[6][7].
Nel 1820 la Marina fu considerevolmente rafforzata, giungendo ad allineare tre divisioni con una settantina di navi da guerra di tutte le stazze, con netta prevalenza di legni leggeri.
Nel luglio 1820 la fregata Amalia (già Carolina), assieme ad altre navi, scortò in Sicilia un convoglio di mercantili recanti il Corpo di Spedizione del tenente generale Florestano Pepe, inviato a reprimere l'insurrezione dell'isola. Il 2 settembre 1820, una flotta con l'Amalia, il vascello Capri, la corvetta Leone, le «polacche» Sant'Antonio ed Italia e 14 brigantini (forza poi incrementata con l'invio, il giorno seguente, di sei cannoniere ed una bombarda), lasciò nuovamente Napoli e venne inviata in Sicilia con altre truppe da sbarco, per reprimere i moti rivoluzionari.
Tra il 1827 e il 1828 entrarono in servizio la fregata Regina Isabella da 44 cannoni, la corvetta Cristina da 32 cannoni e i brigantini Principe Carlo e Francesco I.
Sotto Ferdinando II, re dal 1830
Sotto il regno di Ferdinando II venne ultimata la scorridora Etna (1830), nel 1832 il brigantino Zeffiro da 18 cannoni, nel 1834 le fregate Partenope da 50 cannoni, e Urania da 46 pezzi.
Negli anni che vanno sino al 1830, oltre la normale attività di pattugliamento e protezione dei traffici, si verificano operazioni contro i Barbareschi come un fallimentare tentativo di blocco di Tripoli nell'agosto 1828 sotto il comando di Sozi Carafa. La marina borbonica giunse davanti al porto africano con polveri da sparo in pessime condizioni, poiché risalivano al 1809 ed erano bagnate. Il risultato fu che il fuoco della artiglieria contro la flotta piratesca fu praticamente inefficace. Furono anzi i corsari a mettere in pericolo alcune unità della marina da guerra delle Due Sicilie, poiché un attacco delle vecchie galee tripoline rischiò d’affondare alcune cannoniere borboniche. Dopo alcuni giorni di combattimento, la flotta inviata da re Francesco I decise infine di ritirarsi senza aver ottenuto alcun risultato. Il fallimento della spedizione, provocato in buona misura dalla mancanza di polvere da sparo funzionante, condusse alla messa sotto processo degli ammiragli, che però furono assolti. Uno di loro, il Sozi Carafa, divenne anzi pochissimi anni dopo, durante il regno di re Ferdinando II, il “governatore del Regio Arsenale”.Cfr. Harold Acton, Gli ultimi Borboni di Napoli (1825-1861), Giunti Editore, 1997, pp. 48–49. Nel 1833, vista l'incapacità della marina borbonica di contrastare l'attività berbera, fu stipulata una convenzione con il Regno di Sardegna per azioni congiunte contro i Barbareschi di Tunisi, poi intraprese dal 28 marzo al 10 maggio 1833. Stavolta le operazioni furono chiuse con esito positivo. Nel 1834 la fregata Regina Isabella effettuò un'azione dimostrativa sulle coste del Marocco per respingere le richieste di donativi del Sultano del Marocco.
Nell'estate del 1840 era stato fondato l'opificio di Pietrarsa, sobborgo sul mare al confine tra i comuni di Napoli e Portici. Inizialmente si trattava di una piccola officina con annessa fonderia, che doveva produrre manufatti in ferro ad uso navale e ferroviario. Grazie anche all'apporto delle esperienze di tecnici inglesi, in pochi anni diventò sempre più importante: esso rappresentò il primo esempio dell'industria metalmeccanica di Stato. All'atto dell'Unità d'Italia era, nel suo genere, il maggiore stabilimento esistente sul suolo italiano.
Nel 1842 alcuni ufficiali della Marina sarda, tra cui il conte Carlo Pellion di Persano, furono inviati a studiare gli ordinamenti e i progressi della Marina napoletana.
Nel 1844 la fregata Urania effettuò una crociera d'istruzione dall'agosto 1844 al gennaio 1846 fino al Brasile e, risalendo, agli Stati Uniti, diventando così la prima nave da guerra di uno stato italiano a visitare gli Stati Uniti d'America[1].
Il tutto fu accuratamente descritto, come d'uso, dagli allievi. Molto interessanti le considerazioni sulla città di New York, di cui venne previsto il grande sviluppo.
Durante la rivoluzione siciliana del 1848 fu ordinato alla flotta di bombardare Palermo, con l'ammiraglio De Cosa che, dopo aver cercato di procrastinare gli ordini di rientrare a Napoli, alla fine dovette cedere, ma preferì dimettersi che sparare un solo colpo contro i siciliani, con Palermo che fu comunque bombardata dal mare il 29 maggio dal comandante Giovanni Vacca [8]. In settembre fu bombardata l'assediata Messina, sia dalla squadra navale che dai cannoni della Cittadella.
Sempre sotto il regno di Ferdinando II, furono avviate le costruzioni di unità a vapore, costituito il "Corpo del personale di pilotaggio", il "Corpo dei Cannonieri e Marinai" e istituita nello stabilimento di Pietrarsa una "scuola di ingegneri meccanici", nonché la "scuola per macchinisti" per fornire macchinari e macchinisti nazionali alle navi a vapore.
Tale decisione fu originata dalla crisi degli zolfi siciliani con la Gran Bretagna, crisi che sfiorò il conflitto: ma il re, che faceva grande affidamento sulla presenza in squadra di navi a vapore (unica flotta nel Mediterraneo a disporne), scoprì che i macchinisti inglesi, con molta decisione, avevano precisato che non avrebbero condotto quelle navi contro i propri connazionali.
Poi è da ricordare la realizzazione del bacino di raddobbo, seconda struttura in muratura, in ordine di tempo dopo quella di Genova ad essere realizzata nella penisola italiana per il carenaggio delle navi[9][10], che completava l'articolato insieme di strutture al servizio della Marina napoletana.
L'importante opera fu solennemente inaugurata dopo due anni di lavori, con una delle maggiori feste pubbliche dell'epoca borbonica, il 15 agosto 1852. L'evento è stato immortalato in due dipinti ad olio di Salvatore Fergola.
Composizione
L'Armata di Mare era così composta:
Reale Corpo de' cannonieri marinari, articolato in 16 compagnie attive da imbarco e due compagnie sedentarie;
Reggimento "Real Marina" (con un organico di 2400 uomini), articolato in due battaglioni per sei compagnie (che faceva parte della Guardia Reale);
Corpo di genio marittimo;
Corpo telegrafico;
Corpo sanitario;
Corpo amministrativo con tre Dipartimenti (Napoli, Palermo e Messina).
Organo supremo dell'Armata di Mare era l'Ammiragliato, retto da un principe di Borbone fratello del re, comandante generale dell'Armata di Mare con il grado di viceammiraglio della Real Marina, affiancato da un Consiglio di Ammiragliato. Presidente del primo Consiglio di Ammiragliato fu il viceammiraglio generale Lucio di Palma Castiglione dei Marchesi di Pietramelara.
Dal 1848
Nel 1848, durante la prima guerra d'indipendenza italiana, Ferdinando II inviò cinque fregate a vapore, due a vela, un brigantino e vari trasporti con 4.000 soldati, agli ordini di Guglielmo Pepe, allo scopo di liberare Venezia dagli austriaci. Una formazione al comando del Retroammiragliode Cosa, alquanto consistente (2 fregate a vela e 5 pirofregate) si unì alla squadra sarda dell'Albini nelle acque triestine, ma mantenne un atteggiamento non aggressivo verso le navi austriache.
L'evolversi della guerra, l'ampliarsi della ribellione in Sicilia e l'ambiguo atteggiamento di Carlo Alberto di Savoia indussero il Sovrano napoletano a richiamare la squadra.
Nel settembre 1848, durante la repressione della rivoluzione siciliana, fu protagonista di bombardamenti indiscriminanti sulla città di Messina che consentirono ai borbonici di riprendere la città; in questa occasione si ebbe il famoso bombardamento che valse il titolo di "Re Bomba" al Borbone.
Dopo le vicende del 1848 nell'Adriatico, e quelle legate alla rivoluzione siciliana del 1848-49, la Marina borbonica visse un periodo apparentemente calmo, durante il quale furono varate diverse unità che svolgeranno servizio anche nella Regia Marina unitaria: ricordiamo in particolare il vascello Monarca, poi Re Galantuomo, che con gli 86 pezzi su 3 ponti e 3.669 t. disl. risultò la più potente unità da guerra delle Marine preunitarie, singolarmente somigliante alla nave scuola Amerigo Vespucci, che sarà costruita 80 anni più tardi nello stesso cantiere, nonché la pirofregata Ettore Fieramosca, la prima nave mossa da caldaia di produzione nazionale.
Minata dal forte dissenso politico verso il governo borbonico che interessò i suoi gradi più elevati, che avevano già stretto accordi con esponenti del regno sabaudo, mancò totalmente al momento dello sbarco garibaldino e nelle fasi successive dell'impresa dei Mille[11]
Diversi ufficiali lasciarono le unità borboniche per arruolarsi nella Marina garibaldina, e anche alcune navi come la pirofregata a ruote “Veloce” si consegnarono. Il 7 luglio il Tukery (come era stato ribattezzato il Veloce) catturò due piccoli vapori del regno delle Due Sicilie, l'Elba e il Duca di Calabria[12][13].
L'unico scontro navale tenuto dalla Marina siciliana durante la Spedizione dei Mille contro la Marina borbonica fu a Castellammare di Stabia la notte tra il 13 ed il 14 agosto 1860. Il Tukery dopo essersi introdotto nel porto di Castellammare cercò di abbordare e catturare l'ammiraglia borbonica Monarca, ma i marinai borbonici riconobbero la nave aprendo il fuoco e la Tukery si ritirò[14].
Unità in servizio nell'Armata di Mare nel 1860
Forza navale a vela del Regno delle Due Sicilie (1860)[1]
Era già stata resa operativa, il 17 novembre 1860, l'unione della Real Marina Sarda (con le navi del Granducato di Toscana), alla Marina dittatoriale siciliana e alla Real Marina del Regno delle Due Sicilie[16]. Il 17 marzo 1861, è considerata la data di nascita della Regia Marina Italiana; il conte Camillo Benso di Cavour, Presidente del Consiglio e assertore più convinto della necessità per il Regno d'Italia di dotarsi di una forza navale potente che amalgamasse le competenze delle marine preunitarie, non mancò di ribadire il proprio impegno di fare dell'Italia una nazione di spiccato carattere marittimo[17]:
«Voglio delle navi tali da servire in tutto il Mediterraneo, capaci di portare le più potenti artiglierie, di possedere la massima velocità, di contenere una grande quantità di combustibile [...] consacrerò tutte le mie forze [...] affinché l'organizzazione della nostra Marina Militare risponda alle esigenze del Paese[18]»
(Camillo Benso Conte di Cavour)
Galleria d'immagini
Frontespizio dell'opera
Frontespizio della sezione dedicata all'Armata di Mare
^Glossario marinaro in linea, su destinygold.altervista.org. URL consultato il 24 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2014).Orca - Veliero mercantile di origine olandese, largo e piatto, attrezzato con tre alberi e bompresso
^abcdaising.it/docs/atticonvegno/p693-702.pdf Nuove tecnologie nautiche: dal vascello alla nave a vapore 24 maggio 2012
^Nascita della Regia Marina, Marina Militare italiana.
^Vale la pena precisare che detto Regolamento, come tutti gli atti e leggi del Regno redatto in perfetta lingua italiana, non riporta alcun comando o articolo denominato "Facite ammuina", tantomeno in successivi aggiornamenti. Esso è da considerarsi a tutti gli effetti un falso.
Tito Battaglini. Il crollo militare del Regno delle Due Sicilie. Modena, Società Tipografica Modenese, 1938.
Lodovico Bianchini, Della storia delle finanze del Regno di Napoli, Palermo 1839, pp. 474–475.
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Lamberto Radogna, Storia della Marina Mercantile delle Due Sicilie, Milano, Mursia, 1982.
Antonio Zezon, Tipi Militari dei differenti Corpi che compongono il Real Esercito e l'Armata di Mare di S. M. il Re del Regno delle Due Sicilie per Antonio Zezon. Napoli 1850. (ristampa in serie limitata), Napoli, Bideri, 1970.
Letters from Iwo JimaPoster film Letters from Iwo JimaSutradara Clint Eastwood Produser Clint Eastwood Robert Lorenz Steven Spielberg Ditulis oleh Iris Yamashita CeritaIris YamashitaPaul HaggisBerdasarkanPicture Letters from Commander in Chiefoleh Tadamichi Kuribayashi (penulis) dan Tsuyuko Yoshida (penyunting)PemeranKen WatanabeKazunari NinomiyaTsuyoshi IharaRyo KaseShidou NakamuraPenata musikKyle EastwoodMichael StevensSinematograferTom SternPenyuntingJoel CoxGary D. RoachPerusahaanpr...
الرابطة الجزائرية المحترفة الأولى لكرة القدم تفاصيل الموسم 2016–17 البلد الجزائر التاريخ 14 أغسطس 2016 يونيو 2017 البطل وفاق سطيف الصاعدون شباب باتنة اتحاد بلعباس اولمبي المدية الهابطون جمعية وهران أمل الأربعاء اتحاد البليدة مباريات ملعوبة 240 عدد المشاركين 16 الهداف مح
Major League Baseball (MLB)National Basketball Association (NBA)National Football League (NFL)National Hockey League (NHL)Major League Soccer (MLS)Canadian Football League (CFL) Major professional sports leagues in the United States and Canada traditionally include four leagues: Major League Baseball (MLB), the National Basketball Association (NBA), the National Football League (NFL), and the National Hockey League (NHL). Other prominent leagues include Major League Soccer (MLS) and the Canad...
Tiang Ular. Tiang Ular (bahasa Turki, Yılanlı Sütun) — juga dikenal sebagai Tiang Serpentina, Tripod Delphi atau Tripod Plataia — adalah tiang perunggu kuno di Hipodrom Konstantinopel, yang dikenal sebagai Atmeydanı Lapangan Kuda pada periode Utsmaniyah, di tempat yang kini menjadi Istanbul, Turki. Tiang ini adalah tripod kurban Yunani, pada awalnya berada di Delphi dan dipindahkan ke Konstantinopel oleh Constantinus I Agung pada tahun 324 M. Tiang ini dibangun untuk memperingati pasu...
Film Titel Ich und die Kaiserin Produktionsland Deutschland Originalsprache Deutsch Erscheinungsjahr 1933 Länge 82 Minuten Altersfreigabe FSK 0 Stab Regie Friedrich Hollaender Drehbuch Robert Liebmann,Walter Reisch Produktion Erich Pommerfür die UFA Musik Friedrich Hollaender,Franz Wachsmann Kamera Friedl Behn-Grund Schnitt Heinz G. Janson,René Métain Besetzung Lilian Harvey: Juliette Conrad Veidt: Marquis de Pontignac Mady Christians: Kaiserin Eugenie Heinz Rühmann: Didier Friedel ...
محمد بن أبي العباس الأبيوردي نسب العلامة الأكمل أبو المظفر محمد بن أبي العباس أحمد بن محمد بن أحمد بن إسحاق بن محمد بن إسحاق بن الحسن بن منصور بن معاوية بن محمد بن عثمان بن عنبسة بن عتبة بن عثمان بن عنبسة بن أبي سفيان بن حرب بن أمية الأموي العنبسي المعاوي الأبيوردي اللغوي ، ش...
Law school of the University of the Philippines Diliman For the fashion designer, see Malcolm Hall (fashion designer). This article reads like a press release or a news article and may be largely based on routine coverage. Please help improve this article and add independent sources. (January 2020) University of the Philippines College of LawParent schoolUniversity of the Philippines DilimanEstablishedJanuary 12, 1911School typePublicDeanDarlene Marie Berberabe[1]LocationMalcolm Hall,...
2011 film by Raja Gosnell This article is about the 2011 film. For other Smurfs films, see The Smurfs in film. The SmurfsTheatrical release posterDirected byRaja GosnellScreenplay by J. David Stem David N. Weiss Jay Scherick David Ronn Story by J. David Stem David N. Weiss Based onThe Smurfsby PeyoProduced byJordan KernerStarring Neil Patrick Harris Jayma Mays Sofia Vergara Hank Azaria CinematographyPhil MéheuxEdited bySabrina PliscoMusic byHeitor PereiraProductioncompanies Columbia Pictures...
See also: List of Castilian monarchs This is a list of the queens consort and kings consort of the Kingdom of Castile, and later, Crown of Castile. It is, in part, a continuation of the list of Asturian royal consorts and the list of Leonese royal consorts. Countesses Banu Mamaduna Picture Name Father Birth Marriage Became Consort Ceased to be Consort Death Spouse Sancha Sánchez of Pamplona Sancho I of Pamplona(Jiménez) - c. 932 c. 944husband's imprisonment December 959 Fernán González Ba...
Object-based surround sound technology Dolby AtmosInception2012 Websitehttps://www.dolby.com/technologies/dolby-atmos/ Dolby Atmos is a surround-sound technology developed by Dolby Laboratories. It expands on existing surround sound systems by adding height channels, allowing sounds to be interpreted as three-dimensional objects with neither horizontal nor vertical limitations.[1][2] Following the release of Atmos for the cinema market, a variety of consumer technol...
Gali AtariNama asalגלי עטריLahirAvigail Atari29 Desember 1953 (umur 69)Rehovot, IsraelKebangsaanIsraelPekerjaanpenyanyi, pemeran Avigail Gali Atari (Ibrani: גלי עטרי, lahir 29 Desember 1953) adalah seorang penyanyi dan pemeran asal Israel. Ia adalah saudari Yona Atari, seorang penyanyi dan aktris, dan Shosh Atari, penyiar radio dan pembawa acara TV. Orangtuanya berimigrasi ke Israel dari Yaman. Ayahnya wafat saat ia berusia empat tahun, dan, setelah kemtiannya, keluarg...
Special performance editions of Honda car model families Type R redirects here. For other uses, see Type R (disambiguation). Honda Type R models are special performance editions of their respective model families. The design of Type R models was originally focused on race conditions, with an emphasis on minimizing weight, and maximizing performance potential (e.g. engine tuning, suspension set-up). Thus, Type R models were first conceived for racetracks. However, due to Honda's increased focu...
You can help expand this article with text translated from the corresponding article in German. Click [show] for important translation instructions. Machine translation, like DeepL or Google Translate, is a useful starting point for translations, but translators must revise errors as necessary and confirm that the translation is accurate, rather than simply copy-pasting machine-translated text into the English Wikipedia. Do not translate text that appears unreliable or low-quality. If possibl...
For other uses, see Dude (disambiguation). English slang for an individual Dude is American slang for an individual, typically male.[1] From the 1870s to the 1960s, dude primarily meant a male person who dressed in an extremely fashionable manner (a dandy) or a conspicuous citified person who was visiting a rural location, a city slicker. In the 1960s, dude evolved to mean any male person, a meaning that slipped into mainstream American slang in the 1970s. Current slang retains at lea...
Japanese manga series Kiyo in Kyoto: From the Maiko HouseCover of the first tankōbon volume, featuring Kiyo舞妓さんちのまかないさん(Maiko-san chi no Makanai-san)GenreCooking[1][2]Iyashikei[3] MangaWritten byAiko KoyamaPublished byShogakukanImprintShōnen Sunday Comics SpecialMagazineWeekly Shōnen SundayDemographicShōnenOriginal runDecember 28, 2016 – presentVolumes24 Anime television seriesDirected byYōhei SuzukiWritten bySusumu Ya...
English footballer Gordon Jones Personal informationFull name Gordon Jones[1]Date of birth 1 February 1889Place of birth Birkenhead, EnglandPosition(s) Inside rightSenior career*Years Team Apps (Gls) Bedlington St Andrews Melrose Birkenhead 1909–1911 Bolton Wanderers 22 (6)1912 Tottenham Hotspur 7 (0) Chester City 1913–1914 Glenavon 1914 South Liverpool Hurst Chester City Crichtons Athletic 1921 Wrexham 1 (1) Connah's Quay & Shotton United Hurst Flint Town *Club domestic leagu...
Southern Pines redirects here. For the neighborhood in Florida, see Southern Pines (Tampa), Florida. Town in North Carolina, United StatesSouthern Pines, North CarolinaTownSouthern Pines station SealLocation of Southern Pines in Moore County, North Carolina (bottom) and of Moore County in North Carolina (top)Coordinates: 35°11′36″N 79°24′14″W / 35.19333°N 79.40389°W / 35.19333; -79.40389CountryUnited StatesStateNorth CarolinaCountyMooreNamed forIts location...
Рейс 723 Delta Air Lines DC-9-31 авиакомпании Delta Air Lines, идентичный разбившемуся Общие сведения Дата 31 июля 1973 года Время 11:08 EST Характер Крушение при заходе на посадку Причина Ошибки экипажа Место в 6 м от ВПП аэропорта Логан, Бостон (Массачусетс, США) Координаты 42°20′59″ с. ш. 71°00′...